venerdì 15 febbraio 2013

La nuova produzione di King

Che ne pensate dei nuovi libri di Stephen King? Li trovate appassionanti come i vecchi romanzi oppure pensate anche voi che abbia perso un po' "la mano"?
Io sinceramente ho fatto gran fatica ad arrivare alla fine di alcuni dei suoi ultimi romanzi, ne prendo uno a caso: "La storia di Lisey". Io non contesto il fatto che sia un grande narratore, ma mi domando: è veramente necessario tutto quel descrivere? E i fatti? La storia di quel libro è riassumibile in 20 pagine! E tutto il resto? Ok, grandi sensazioni, un gioco narrativo che ci porta dal presente al passato, e dalla Terra ad un luogo immaginario...ma tutto il resto? Non trovate che siano ricchi (anche troppo) di contenuti inutili a scapito di una piacevole lettura?

Lipstick Jungle

La prima parola che mi viene in mente per descrivere questo libro è "travolgente". Non bisogna lasciarsi ingannare dalla Bushnell, l'ho detto già altre volte, perchè è in grado di nascondere una tale profondità nelle sue storie, ma soprattutto è in grado di coinvolgerci in una scrittura perfetta sotto ogni punto di vista (un po' tipo Mary Poppins). E' magistrale il modo in cui ogni storia corre e si rincorre l'una con l'altra, ed è impossibile abbandonare il libro finchè non si sa quale destino sono decise a raggiungere le tre protagoniste. Perchè il loro "destino" se lo vogliono costruire, a tutti i costi, con le loro mani e con il loro sudore, e credo che nessun libro mi abbia mostrato meglio di questo l'ambizione femminile, la forza di una donna e soprattutto il coraggio di saper anche riconoscere i propri errori.
Un libro sulle "donne adulte", prive di paura (o quasi), capaci ti tenere in pugno ogni situazione, ma soprattutto il potere...e gli uomini!
Voto con un bel 9
 T.M.

giovedì 14 febbraio 2013

Renzo Rubino - Il postino (amami uomo) - Sanremo 2013 - (Videoclip)


RENZO RUBINO
“Poppins”

Non deve più mascherarsi da “famoso” pianista londinese per suonare nel festival di musicisti di strada organizzato dal padre, che lo voleva avvocato. Non deve più fingere di essere il gruppo spalla di Al Bano per esibirsi prima di un suo concerto. Oggi Renzo Rubino è un talento riconosciuto della nuova canzone d'autore. Ha vinto Musicultura 2011 grazie al gradimento della gente (“Bignè” è stata la canzone più votata dagli ascoltatori di Radio 1 Rai) e ha conquistato la stima di tanti musicisti, fra cui il grande trombettista jazz Fabrizio Bosso (che ha suonato nel suo primo Ep “Farfavole”), Antonella Ruggiero che l'ha invitato ad aprire un suo concerto e Marcello Faneschi (arrangiatore, direttore d'orchestra e amico inseparabile di Domenico Modugno) che ha scritto la linea d'archi del singolo “Il postino (amami uomo)” con cui Rubino ha superato le selezioni di Area Sanremo, guadagnandosi un posto fra i magnifici otto giovani del Festival di Sanremo 2013.

Il 24enne cantautore pugliese (che ama definirsi un “canta-musica-attore” perché ha fatto anche studi approfonditi di teatro e danza) si fa apprezzare per l'originalità, la maturità, e l'ironia dei testi uniti a una ricerca sonora raffinata e mai banale, che sottolinea il suo timbro vocale potente (che in certi brani sa essere anche evocativo ed emotivo) con una melodia d'impronta classica e dal gusto talmente retrò da risultare moderno.

La bellezza

T.M.

lunedì 11 febbraio 2013

René Gruau, la moda, il tempo

René Gruau nasce nel 4 febbraio 1909 a Rimini uno dei grandi artisti dell’ultimo secolo: Renato Zavagli in arte René Gruau, illustratore di moda, pittore, scenografo e costumista, conosciuto in tutto il mondo, ha saputo rendere la sua arte immortale nel tempo. 
Di madre francese (nobile Maie de Gruau de la Chesnaie) e padre italiano (conte Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate). Dai racconti dello stesso Renato sappiamo che i genitori si separarono quando egli era ancora bambino. A circa 20 anni Renato si trasferirà a Parigi dove avranno inizio quelle importanti collaborazioni che ne segneranno la carriera. Riviste di moda (Femina, Marie-Claire, L’Officiel), manifesti, illustrazioni, in breve tempo il suo tocco, la sua abilità ed i suoi colori, lo porteranno ad essere il più apprezzato illustratore della sua epoca.
La sua tecnica ed il suo stile sono stati negli anni influenzati da grandi pittori come Degas, Manet, Drian, le opere di Toulose-Leutrec, ma anche dai numerosi manifesti pubblicitari della Belle Epoque unitamente a stampe giapponesi dalle quali ha saputo trarre ispirazione ed apprendimento per tecniche rappresentative di notevole importanza. 
Da Dior a Chanel, da Yves Saint-Laurent a Belamin, numerosissime le case di moda che si sono avvalse della sua forma grafica, ritrovando in questa quel tocco di genialità unito all’estrema semplicità e raffinatezza. A queste aggiungiamo inoltre collaborazioni rimaste nella storia per  famosi locali di Parigi quali Moulin Rouge e il Lido in particolare, col quale collaborò oltre trent'anni a partire dal 1956. Note sono anche le campagne pubblicitarie per Martini e Maserati e molte altre, rimarcandone tecnica e maestria. 
René Gruau ha vissuto per buona parte della sua vita tra Parigi e Cannes, che aveva imparato ad amare durante l'ultimo conflitto mondiale quando si era trasferito in Costa Azzurra seguendo l'industria della moda e che aveva scelto come residenza intorno al 1985; è stata tuttavia Parigi la sua città, quella che lo aveva portato al successo e dove avevano sede i primi suoi atelier. René Gruau è deceduto a Roma il 31 marzo 2004, e le sue ceneri sono conservate nel famedio del cimitero di Rimini accanto alla tomba del suo concittadino Federico Fellini. Egli è stato un grande protagonista della rinascita della couture francese ed è stato uno dei grandi protagonisti nell'elaborazione dell'illustrazione della moda attraverso la pubblicità e nel disegno di moda.
BIBLIOGRAFIA: Gruau e la moda - Illustrare il Novecento Silvana Editoriale     
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Nel 2009 è stato prodotto il libro "Le premier siècle de René Gruau, edito da "Thalia", che ripercorre la storia dell'artista tout au long de sa longue carrière, incontrando le sue opere migliori.

 

giovedì 31 gennaio 2013

Innocente Illusione

Un sottile torpore, una parvenza di apatia. Ormai il mio corpo sembra scivolare lungo la chiglia dei sentimenti, per farsi trascinare nelle gelide acque di un mare di nulla. Mi ritrovo spento, avvilito, con lo sguardo perso nel vuoto di un giorno che non sembra appartenermi più, di una vita che ho dato in prestito ad un corpo straziato dall'immobilità. Mi sento soffocare, come immerso in un oceano di nulla, faccio lunghi sospiri in cerca di ossigeno, eppure il peso resta, e comprime il mio petto come una pietra che non riesco a mandare via. Davanti a me il vuoto di mille parole che non trovano la giusta collocazione, di pagine scritte su candidi fogli che ne assorbono il significato e le tramutano in silenzi.
Intanto lampeggia il cursore, aspettando una nuova cascata di sentimenti pronti ad annebbiare la mente, a farmi credere di nuovo nella vita, a salvarmi da questo vuoto che è lo schermo di fronte a me, quello specchio con cui continuo a confrontarmi ma che non sa rispondermi, forse per pigrizia, forse perchè non so porre le giuste domande. Allontanarsi non serve, rimango avvinghiato dalla rete di immagini che ammalia la mia mente, quelle sfolgoranti scene di un impossibile futuro, un'idilliaca perfezione che comincia a logorare ogni mia certezza, senza che io me ne renda conto. 
Parole, immagini, libri, film, tutta una congiura che imprigiona la mia anima, e io ne sono il custode, che sogghigna contento alla sua preda in gabbia, ignaro del veleno che somministra proprio a se stesso. E così resta cieco all'immagine di un fin troppo prossimo futuro, in cui i suoi stessi occhi lo guarderanno, e non saranno più lacrime quelle che scorreranno, ma pura e semplice amarezza per non aver saputo volgere lo sguardo verso una finestra aperta alle proprie spalle invece che alla cella del suo cuore.

T.M.

giovedì 24 gennaio 2013

La diva Julia

Si può solo rimanere affascinati da questo romanzo. E' l'immagine della perfezione racchiudendo in sè la saggezza, l'ironia, un'incredibile evocazine di immagini e sentimenti, che ne fanno un'opera assolutamente impeccabile. Julia è un personaggio affascinante, talmente forte, ed allo stesso tempo fragile, che potrebbe essere ogniuno di noi, nessuno escluso; e sta in questo la forza del libro, il cogliere la versatilità di un personaggio che vuole essere sè stesso, ed allo stesso tempo tutti. Julia non si affanna ad essere perfetta, ma non si adatta nemmeno a non esserlo, ogni sua mossa è calcolata, anche se non sembra, e tutto quello che succede nel romanzo segue un tracciato ben preciso che Julia comunque conosce dentro di sè, e forse nega ogni tanto, ma alla fine sa accettarlo, perchè sa come adeguarvisi. Julia non sa lasciarsi andare alla disperazione, nè alla pazza gioia, perchè la sua gioia è comunque intima e personale, ed anche se traspare dalle piccole cose che essa si concede comunque queste fanno parte di un quadro architettato per essere assolutamente perfetto. 
In poche parole JULIA è perfetta, di una tale perfezione ricca di mille imperfezioni, come lo sono molte opere d'arte, ma non per questo vengono svalutate, anzi, ogni singolo difetto, all'interno della composizione, sembra assumere un significato, anche quando non ce l'ha! E Julia è coscente di questo, ogni cosa andrà al suo posto, perchè quando il suo pubblico la vedrà di nuovo in scena sarà lei a decidere cosa apparirà...e cosa no!
Un romanzo eccezionale, del quale ci si può solo innamorare. 
9,5

T.M.

lunedì 29 ottobre 2012

Drive

Dopo grande scetticismo ho finalmente visto questo film, e posso davvero dire di essermi ricreduto. L'ho adorato dal primo minuto. Ci si può solo innamorare della perfezione con cui è stato fatto. Forse non un capolavoro ai massimi livelli, ma di sicuro un'orchestrazione perfetta di dialoghi, suoni, musica e immagini.
T.M. 
Curiosità www

venerdì 22 giugno 2012

Convenzioni

E se ci abituassimo a vivere una vita che non sentiamo nostra? Quanto dolore potrà sopportare il nostro cuore prima di scoppiare sapendo che tutto ciò che vediamo riflesso nello specchio non ci appartiene? È solo una maschera che non vogliamo nemmeno riconoscere, e per questo ci rifiutiamo persino di guardarla a volte.
Se passando davanti ad uno specchio chiudessimo gli occhi, e la forza dell'immagine riflessa facesse scorrere le nostre lacrime, costringendoci a guardare ciò che non siamo, ciò che non vogliamo, ciò che evitiamo di riconoscere, per paura di fuggirne lontano e non tornare mai più?
Se osserviamo le nostre mani, e la prospettiva distorta del nostro punto di vista ci mostra gli artigli con i quali vorremmo cavarci gli occhi, per non poter più fissare ciò che sta di fronte a noi, dentro di noi? E ci troviamo in conflitto, turbati dall'impossibilità di riconoscere la verità, la differenza tra maschera ed anima, le differenze tra noi, e LUI; quella figura che ci sta davanti, che ci osserva con una tale ripugnanza da farci venire voglia di nasconderci, di strapparci i vestiti di dosso e correre nudi su una terra senza pregiudizi, una terra che ci ama, che ci accoglie, una terra che ci capisce, la terra che pensavamo non avremmo mai raggiunto, quella terra che sogniamo ogni notte, ma non ce lo ricordiamo, quella terra che occupa tutti i nostri pensieri, eppure non lo sappiamo. Quella terra è sempre stata sotto i nostri piedi eppure abbiamo smesso di guardarla, sperando di spiccare il volo e lasciarci tutto alle spalle, problemi e incomprensioni, timori e insicurezze. Ma non è volando che ci salveremo, e nemmeno correndo lontano, ma solo restando a guardare quell'immagine riflessa, e riconoscendo il nostro cuore, che non si può mascherare, e può invece salvare quell'anima che notiamo in trasparenza dietro il velo delle convenzioni.

T.M.

venerdì 4 maggio 2012

L'ombra del vento

Non riesco assolutamente a capire come questo libro abbia avuto tutta la popolarità che ha avuto. Non mi dilungherò nemmeno molto nella recensione in quanto non c'è gran che da dire, infatti la prima impressione che si ha, anche senza dover arrivare a metà libro, è che i fenomeni "codice-da-vinci" stanno dilagando, non per il tema, quanto per l'apertura nel mercato a persone che attirano lettori che non si intendono assolutamente di letteratura.
Sarà forse che tutto il suo successo si basa sulla bassa qualità narrativa, qualcosa di accessibile a tutti, unita ad un complicato intreccio di vicende (per lo più amorose) che fingono grandi colpi di scena, e invece ci fanno sembrare di aver acceso la TV su "BEAUTIFUL".
Ok, avevo promesso di non dilungarmi molto, è che questo libro mi ha portato via un pezzo di vita, non avrei dovuto insistere nell'arrivare alla trecentesima pagina (le ultime le ho saltate a mò di canguro).
Forse bisognerebbe seguire la trama del libro, e completare l'opera come vuole il protagonista...bruciamone tutte le copie! (ovviamente scherzo, i libri non vanno mai maltrattati!...al massimo criticati).

T.M.

lunedì 19 marzo 2012

Il Leone d'Inverno

C'è ben poco da dire di questo film, perchè se si cominciasse a dirne qualcosa si finirebbe col dirne troppo. Lo definirei estremamente attuale, carico di una forza espressiva che spazia dalle immagini, alle interpretazioni, fino ai dialoghi splendidi all'interno dei quali ci si perde per le due ore di durata del film (sensazione che perdura anche in seguito).
La freschezza stilistica con cui è stato allestito il tutto lascia un'interessante sensazione di gioia, pur restando ben impressa la ferocia con cui i conflitti tra i vari personaggi si scatenino per tutta la pellicola; è l'alternanza di linguaggio aulico e gergale a donare freschezza a questo film, ci aiuta a sentirlo nostro e meno "storico", facendoci "apprezzare il dramma" in atto per la sua potenza espressiva.
Superfluo commentare la splendida interpretazione di Katharine Hepburn, per la quale vinse l'oscar.
Voto con un 9 deciso... anche 9 1/2

T.M.
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