martedì 7 gennaio 2014

Le brave ragazze combinano guai - Polly Williams

Immagino che qualcuno si possa stupire trovando una recensione di questo tipo dopo i "bei titoloni" postati recentemente. Eppure chi mi conosce dovrebbe sapere che sono una persona che legge di tutto, soprattutto perchè amo farmi stupire, e sono convinto che dietro ogni tipo di lettura ci sia un modo nuovo di stupirsi, anche se deriva da una chick lit come in questo caso.
Il libro in questione, "Le brave ragazze combinano guai", fa parte di una serie di libri di un'autrice che ho seguito fin dall'inizio, e che reputo la più affine ad uno stule paragonabile alla Kinsella; ma non fraintendetemi, non nel senso della forma, ma del contenuto e se vogliamo chiamarla così della "sostanza" (cosa difficile da tirare in ballo con libri del genere). La Williams infatti riesce a portare in scena situazioni molto interessanti, e spesso per niente scontate, ed a farlo in un modo fresco che molte altre scrittrici del genere faticano ad eguagliare, spesso perchè ricadono nella banalità degli argomenti, ma soprattutto dei luoghi comuni. Polly Williams invece, a differenza anche della bravissima Kinsella, privilegia una scrittura di sostanza, dove le frivolezze si affiancano ad un forte contenuto di significato per ogni singola ambientazione e situazione che viene messa in scena. Forse in questo assomiglia di più alla cara "vecchia" Madeleine Wickham (ossia il vero nome di Sophie Kinsella), dove al posto delle grandi risate viene fatto un po' di spazio per le medio-piccole riflessioni. Apprezzo questo modo di trattare questi argomenti perchè li toglie dalla classica patina di superficialità, e quindi dona al tutto un significato in più, elevandolo a qualcosa di più di una semplice "lettura da ombrellone". 
Ora non pensate che sia diventato pazzo, non ritengo assolutamente che questo tipo di letteratura possa essere minimamente ai livelli di altri autori da me letti e trattati in questi post (Vassalli, Mazzucco, Follet, King, ecc.), bisogna però riconosce che alcune autrici del genere chick lit possono notevolmente superare le altre, e per questo meritano di essere menzionate ed adeguatamente recensite. 
Detto ciò, questo romanzo in particolare mi ha soddisfatto decisamente meno di altre opere della stassa autrice ("Vita bassa e tacchi a spillo", "Baby o non baby"). Forse mi aspettavo questa "profondità" di cui ho accennato, questa accuratezza dei personaggi e delle situazioni che qui è venuta a mancare, seppure non completamente; stà di fatto che nel complesso si sono persi molti cardini dell'autrice che qui sembra essere molto frettolosa nel raccontare le situazioni, delineando talmente poco i personaggi che ho persino faticato a tenerli a mente! (pericolosamente grave nel caso di un libro di questo tipo! o forse mi distraevo facilmente?...) Non c'è molto altro da dire, le prime opere sono sicuramente migliori, ora dovrei affrontare un confronto con la produzione più recente ("La moglie peggiore del mondo", "Quanto mi ami da uno a dieci?").
Voto 6,5

T.M.

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