giovedì 28 febbraio 2013

Oscar 2013. Vince la moda ecologica

Si sono tenuti in quel di Los Angeles i tanto attesi Premi Oscar 2013, con la conferma ufficiale del successo di alcune pellicole come Argo, Lincoln e Vita Di Pi. Tra scenografie da sogno, polemiche su Jennifer Lawrence come Migliore Attrice Protagonista e qualche piccola sorpresa, a spiccare è però la moda ecologica.
Non è di certo la prima volta che il mondo dello showbiz, approfittando di una kermesse così seguita come quella degli Oscar, cerchi di mostrare al pubblico una nuova sensibilità all’ambiente. È successo sin dai Golden Globes del 2011 fino alle premiazioni odierne e sono sempre più le attrici a scegliere abiti fashion del tutto ecocompatibili. Prima fra tutte Anne Hathaway, ormai leader delle attrici vegane attente all’ambiente. 
Per la Hathaway, Miglior Attrice Non Protagonista per la sua Fantine di Les Misérables, nulla di eccessivamente stravagante, come quando ha indeciso di indossare un completo vegan-bondage firmato Tom Ford. Agli Oscar 2013 la vediamo avvolta in un romantico abito rosa firmato Prada – di cui l’attrice si è accertata l’assenza della seta, non indossando fibre di originale animale – con tanto di scarpe “vegane”. Molto elegante con il suo taglio corto, un’eredità proprio del film, la bella Anne ha rischiato più volte l’uscita di seno dato il taglio generoso ai lati del vestito.

Marcia Cross dopo Desperate Housewives

Marcia Cross is looking forward to the end of Desperate Housewives, as she's been on a strict diet regime for the duration of the show.
The actress has played Bree Van de Kamp in the hit U.S. series since it debuted in 2004 and she's currently shooting the eighth and final season.
Her co-star Felicity Huffman recently revealed she felt "like an elephant" next to her svelte on-set pals, but Cross admits she's had to work hard to maintain her slim figure.
She tells Britain's Easy Living magazine, "I've had to watch my weight for the show and am looking forward to not having to think about it anymore."
However, the actress - who turns 50 this year - reveals she is also open to cosmetic enhancement in a bid to maintain her youthful looks, adding, "We (on the set of Desperate Housewives) say we'll do anything as long as it doesn't involve a knife! I'd never say no to surgery in the future, because I feel like, as I get older, I'm going to face temptation more."

01 February 2012

La casa verde CO2.0: la proposta vincente al Sustainability International Forum

Il premio Sustainability International Forum 2012, concepito con l'obiettivo di promuovere e sostenere prodotti-progetti pubblici e privati ad alto valore innovativo nel perseguimento di uno sviluppo sostenibile, è stato assegnato dalla Presidenza della Repubblica al progetto “La casa verde Co2.0”, del distretto Editerra Edilana & Polo produttivo per la Bioedilizia. L’opera in concorso, in nome dell’edilizia sostenibile, si è contraddistinta grazie all’uso di materie prime locali e rinnovabili del territorio di produzione, la Sardegna.
La commissione scientifica giudicante, presieduta dall'Ing. Daniele D'Ambrosio, ha valutato i contenuti di merito di ciascun progetto sulla base di quattro criteri principali:
  1. riduzione dell'impatto ambientale;
  2. innovazione tecnologica o di contenuti;
  3. sostenibilità sociale del progetto;
  4. diffusione e riutilizzo del progetto stesso in diversi contesti territoriali

6 modi per aumentare la visibilità del Blog con i social media

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6 Il dopo-condivisione

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Scritto il 26.06.12, da

martedì 26 febbraio 2013

Scandinavia - Studio Snøhetta


Benvenuti in Scandinavia - Kjetil Thorsen e la "creatività collettiva" di Snøhetta, lo studio di architettura norvegese che sta riprogettando Time Square a New York

Clara Svanera

Kjetil Thorsen è un architetto di fama internazionale, classe 1958, è il fondatore e l'anima dello Studio Snøhetta , il più prestigioso studio di architetti in Norvegia ed uno dei più reputati al mondo . Insieme al suo gruppo, in 25 anni di carriera, ha realizzato opere magnificenti in ben 40 paesi diversi, grazie all'idea vincente di fondere architettura e paesaggio sia in senso estetico, sia dal punto di vista dell'eco-compatibilità. Dalla ricostruzione della biblioteca alessandrina di Alessandria d'Egitto, realizzata nel 2002, a forma di disco che emerge dalla terra, passando per il Petter Dass Museum ad Alstahaug (2007), sino all'opera-icona di Oslo, l'Opera House (2008).
E poi la Hunt Library a Raleigh, il King Abdulaziz Center for Knowledge and Culture a Dhahran, il Ras Al Khaimah Gateway Project, l'ampliamento del Museo di Arte Moderna a San Francisco, fino al National September 11th Memorial and Museum al World Trade Center a New York. Solo per citare le opere più incisive.
Adesso Thorsen e la sua equipe sta affrontando un'altra ambiziosa sfida: la riqualificazione urbana attorno a Times Square a New York. Snøhetta si è imposto come lo studio-icona dell'architettura contemporanea grazie anche ai numerosi riconoscimenti internazionali. Due volte vincitore del World Architecture Award for the Best Cultural Building: nel 2002 per la Biblioteca di Alessandria e nel 2008 per la Oslo Opera House.
Nel 2004 lo studio ha ricevuto l'Aga Khan Award for Architecture, nel 2009 il premio Mies van der Rohe e nel 2010 l'European Prize for Urban Public Space e l'International Architecture Award and The Global Award for Sustainable Architecture.
Snøhetta ha un approccio collettivista, sembra che più della firma del singolo conti il collettivo. Visitando la pagina web di Snøhetta si ha addirittura l'impressione che non ci sia un organigramma, i dipendenti sono ordinati non in base alla posizione occupata e neanche per cognome, ma per nome. Niente gerarchie, niente monopoli, ma un collettivo funzionante e entusiasta.

lunedì 25 febbraio 2013

Un pizzico d'incertezza

Ci sono mementi in cui pensi che niente può andare per il verso giusto, perchè ogni tuo piccolo gesto, ogni parola, ogni azione, provocano inevitabilmente una reazione negativa, su ogni fronte. Come possiamo definire questi momenti? Destino avverso? Forse una fase lunare contro di noi? Un castigo divino? Non so come la definirei, ma so che può essere estremamente devastante, perchè ovunque io guardi vedo solo il fallimento delle mie azioni, dei miei sforzi, e anche dove non ho cercato minimamente di modificarne la situazione le cose sono degenerate automaticamente, quasi agendo sotto una spinta negativa che abbraccia il tutto. 
Il peso è devastante perchè ti senti ancora più solo, perchè hai il terrore che le cose non possano migliorare. Ovviamente è un momento in cui si vede tutto nero, eppure il destino ci mette lo zampino perchè qualche piccola connessione si è spezzata, qualche legame si è ricollocato, e ti sembra di occupare una posizione diversa nel sistema che governa il tuo prossimo passo, il tuo domani. 
Forse è pura e semplice stanchezza e svegliandomi domani questa orribile sensazione sarà sparita per lasciare posto ad un nuovo filo di speranza. 

T.M.

giovedì 21 febbraio 2013

Colpo di fulmine - Il mago della truffa - I love you Phillip Morris

Cominciamo con il dire che si poteva dare anche qualche titolo in meno a questo film, anche perchè già da questo potrebbe trasparire tutta la confusione che ne scaturisce durante la visione. 
Per proseguire con la recensione la prima cosa che mi verrebbe da dire è che questa coppia di registi, di cui io purtroppo ho visto i film al "contrario" (prima "Crazy, stupid, love" e poi questo), sembra inserire sempre grandi propositi nei loro film, propositi che vanno, a mio avviso, pasticciandosi durante lo svolgimento dello stesso e finiscono con il lasciare interdetto lo spettatore che fino a pochi istanti prima ne era rimasto magari affascinato e pure commosso. Ovviamente questa è una recensione a caldo, infatti il film è appena terminato, e ho deciso di gettare letteralmente tutto quello che avevo da dire "sulla carta", la qual cosa mi dà decisamente un senso liberatorio perchè, come nel caso dell'altro film ("Crazy, stupid, love") tutte le grandi possibilità della pellicola mi sembrano andate in fumo! Forse non tutte, gli donerei il beneficio del dubbio, è ovvio che le prime impressioni sono sempre quelle più drastiche, certo è che la sostanza di un bel film o si vede subito, oppure non c'è. In questo caso...è proprio stata pestata (volontariamente?) sotto i piedi dei registi. 
La domanda che vorrei porre è questa: quale era l'intento narrativo? E ce n'era davvero uno? L'idea che ho avuto è che due menti si siano messe assieme per creare...confusione in mezzo a tanta bellezza. 
Mi dispiace, purtroppo non mi viene in mente altro, il film di per sè sarebbe consigliatissimo, anche perchè la struttura e la regia sono completamente diverse da "Crazy, stupid, love", già ampiamente citato in precedenza, e quindi un film con decisamente altre potenzialità, eppure io le vedo deliberatamente sprecate. Forse prevarrà il mio pessimismo, eppure non riesco a capacitarmi che si possa sprecare tanta buona materia prima. 
P.s. La storia d'amore è comunque esemplare, infatti non risulta scontata e neppure già vista. Ok, ammettiamolo, il film forse vorrebbe solo essere un "nuovo tipo di commedia", con un melange di buoni sentimenti e ammiccamenti al sociale...e niente di più. Forse mi sono ostinato a cercare qualcosa che "pensavo dovesse esserci", ma invece sta benissimo in piedi da sola. Può risentirne solo il voto, che per me non supera il 6,5.

T.M.

lunedì 18 febbraio 2013

Crazy Stupid Love

Trovo un po' difficile recensire questo film, per prima cosa perchè per un bel po' ho evitato di guardarlo ritenendolo la solita commediola americana, della qual cosa mi sono immediatamente ricreduto dopo i primi minuti di visione; ma quello che mi rende davvero difficile fare questa recensione è il non aver digerito per niente il cambio di tono, o se vogliamo metterla in un altro modo la svolta improvvisa e del tutto fuori luogo che avviene a mezz'ora dalla fine!
So che probabilmente dicendo questo rovinerò l'approccio al film per gran parte dei lettori, che molto probabilmente leggendo questo si aspetteranno subito qualcosa, cosa che invece io non ho sentito per niente, in quanto non conoscevo niente del film. Però per recensire questo film non si può prescindere da questo: la storia è orchestrata in modo bellissimo, semplice ma profondo per certi aspetti; innegabile una fotografia che affascina nonostante il soggetto "frivolo". L'interpretazione degli attori principali è fantastica, e l'accoppiata stranamente è interessante e avvincente, fa davvero venir voglia di capire cosa succederà. Ma che tutto questo approdi in un cambio di scena "riconciliativo" (per usare un termine che non sconvolga a nessuno la visione del film) che rischia (forse non facendolo del tutto) di compromettere l'intero film riducendolo a "stupida commediola americana", per l'appunto, è una cosa che non mi aspettavo e che a mio avviso svaluta il tutto, e non mi faccio problemi a dire che a stento ho digerito il resto del film dopo questa svolta totalmente assurda (e inutile!). 
Lascia davvero con l'amaro in bocca, un film che poteva diventare un connubio perfetto tra romanticismo e dramma scade nel banale più assoluto, facendo vedere i personaggi immediatamente sotto una luce diversa e sottraendo mordente al tutto per farlo scivolare (seppur lentamente) nell'oblio del già visto. 
Voto con un 6,5 , e devo dire che mi dispiace parecchio, perchè la rabbia che mi è venuta con i registi l'ho trattenuta a stento, una rabbia di quelle che ti fanno proprio dire "ma perchè buttare alle ortiche così il proprio lavoro?!". 
(argggg....che rabbiaaa!)

T.M.

venerdì 15 febbraio 2013

La nuova produzione di King

Che ne pensate dei nuovi libri di Stephen King? Li trovate appassionanti come i vecchi romanzi oppure pensate anche voi che abbia perso un po' "la mano"?
Io sinceramente ho fatto gran fatica ad arrivare alla fine di alcuni dei suoi ultimi romanzi, ne prendo uno a caso: "La storia di Lisey". Io non contesto il fatto che sia un grande narratore, ma mi domando: è veramente necessario tutto quel descrivere? E i fatti? La storia di quel libro è riassumibile in 20 pagine! E tutto il resto? Ok, grandi sensazioni, un gioco narrativo che ci porta dal presente al passato, e dalla Terra ad un luogo immaginario...ma tutto il resto? Non trovate che siano ricchi (anche troppo) di contenuti inutili a scapito di una piacevole lettura?

Lipstick Jungle

La prima parola che mi viene in mente per descrivere questo libro è "travolgente". Non bisogna lasciarsi ingannare dalla Bushnell, l'ho detto già altre volte, perchè è in grado di nascondere una tale profondità nelle sue storie, ma soprattutto è in grado di coinvolgerci in una scrittura perfetta sotto ogni punto di vista (un po' tipo Mary Poppins). E' magistrale il modo in cui ogni storia corre e si rincorre l'una con l'altra, ed è impossibile abbandonare il libro finchè non si sa quale destino sono decise a raggiungere le tre protagoniste. Perchè il loro "destino" se lo vogliono costruire, a tutti i costi, con le loro mani e con il loro sudore, e credo che nessun libro mi abbia mostrato meglio di questo l'ambizione femminile, la forza di una donna e soprattutto il coraggio di saper anche riconoscere i propri errori.
Un libro sulle "donne adulte", prive di paura (o quasi), capaci ti tenere in pugno ogni situazione, ma soprattutto il potere...e gli uomini!
Voto con un bel 9
 T.M.

giovedì 14 febbraio 2013

Renzo Rubino - Il postino (amami uomo) - Sanremo 2013 - (Videoclip)


RENZO RUBINO
“Poppins”

Non deve più mascherarsi da “famoso” pianista londinese per suonare nel festival di musicisti di strada organizzato dal padre, che lo voleva avvocato. Non deve più fingere di essere il gruppo spalla di Al Bano per esibirsi prima di un suo concerto. Oggi Renzo Rubino è un talento riconosciuto della nuova canzone d'autore. Ha vinto Musicultura 2011 grazie al gradimento della gente (“Bignè” è stata la canzone più votata dagli ascoltatori di Radio 1 Rai) e ha conquistato la stima di tanti musicisti, fra cui il grande trombettista jazz Fabrizio Bosso (che ha suonato nel suo primo Ep “Farfavole”), Antonella Ruggiero che l'ha invitato ad aprire un suo concerto e Marcello Faneschi (arrangiatore, direttore d'orchestra e amico inseparabile di Domenico Modugno) che ha scritto la linea d'archi del singolo “Il postino (amami uomo)” con cui Rubino ha superato le selezioni di Area Sanremo, guadagnandosi un posto fra i magnifici otto giovani del Festival di Sanremo 2013.

Il 24enne cantautore pugliese (che ama definirsi un “canta-musica-attore” perché ha fatto anche studi approfonditi di teatro e danza) si fa apprezzare per l'originalità, la maturità, e l'ironia dei testi uniti a una ricerca sonora raffinata e mai banale, che sottolinea il suo timbro vocale potente (che in certi brani sa essere anche evocativo ed emotivo) con una melodia d'impronta classica e dal gusto talmente retrò da risultare moderno.

La bellezza

T.M.

lunedì 11 febbraio 2013

René Gruau, la moda, il tempo

René Gruau nasce nel 4 febbraio 1909 a Rimini uno dei grandi artisti dell’ultimo secolo: Renato Zavagli in arte René Gruau, illustratore di moda, pittore, scenografo e costumista, conosciuto in tutto il mondo, ha saputo rendere la sua arte immortale nel tempo. 
Di madre francese (nobile Maie de Gruau de la Chesnaie) e padre italiano (conte Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate). Dai racconti dello stesso Renato sappiamo che i genitori si separarono quando egli era ancora bambino. A circa 20 anni Renato si trasferirà a Parigi dove avranno inizio quelle importanti collaborazioni che ne segneranno la carriera. Riviste di moda (Femina, Marie-Claire, L’Officiel), manifesti, illustrazioni, in breve tempo il suo tocco, la sua abilità ed i suoi colori, lo porteranno ad essere il più apprezzato illustratore della sua epoca.
La sua tecnica ed il suo stile sono stati negli anni influenzati da grandi pittori come Degas, Manet, Drian, le opere di Toulose-Leutrec, ma anche dai numerosi manifesti pubblicitari della Belle Epoque unitamente a stampe giapponesi dalle quali ha saputo trarre ispirazione ed apprendimento per tecniche rappresentative di notevole importanza. 
Da Dior a Chanel, da Yves Saint-Laurent a Belamin, numerosissime le case di moda che si sono avvalse della sua forma grafica, ritrovando in questa quel tocco di genialità unito all’estrema semplicità e raffinatezza. A queste aggiungiamo inoltre collaborazioni rimaste nella storia per  famosi locali di Parigi quali Moulin Rouge e il Lido in particolare, col quale collaborò oltre trent'anni a partire dal 1956. Note sono anche le campagne pubblicitarie per Martini e Maserati e molte altre, rimarcandone tecnica e maestria. 
René Gruau ha vissuto per buona parte della sua vita tra Parigi e Cannes, che aveva imparato ad amare durante l'ultimo conflitto mondiale quando si era trasferito in Costa Azzurra seguendo l'industria della moda e che aveva scelto come residenza intorno al 1985; è stata tuttavia Parigi la sua città, quella che lo aveva portato al successo e dove avevano sede i primi suoi atelier. René Gruau è deceduto a Roma il 31 marzo 2004, e le sue ceneri sono conservate nel famedio del cimitero di Rimini accanto alla tomba del suo concittadino Federico Fellini. Egli è stato un grande protagonista della rinascita della couture francese ed è stato uno dei grandi protagonisti nell'elaborazione dell'illustrazione della moda attraverso la pubblicità e nel disegno di moda.
BIBLIOGRAFIA: Gruau e la moda - Illustrare il Novecento Silvana Editoriale     
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Nel 2009 è stato prodotto il libro "Le premier siècle de René Gruau, edito da "Thalia", che ripercorre la storia dell'artista tout au long de sa longue carrière, incontrando le sue opere migliori.

 

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