mercoledì 22 gennaio 2014

Nero a Manhattan - Deaver Jeffery

Partendo dal presupposto che è il primo libro di questo bravissimo autore... posso perdonarlo. Eh sì, perchè ci sono parecchie cose da perdonare, come il fatto di costruire l'intero romanzo su una storia frivola e su un protagonista diciamo altrettanto poco incisivo. 
Tutto ruota attorno alla morte di un vecchietto, un caro vecchietto amico di una ragazzina di vent'anni, la quale è talmente poco sconvolta dalla morte dell'uomo da interessarsi unicamente al fatto che questo, presumibilmente, nascondesse dei soldi sui quali lei è ben interessata a mettere le mani. Ma la banalità non si ferma qui, questi soldi dovrebbero magicamente comparire per una strana relazione tra un film, descrizione di una storia realmente accaduta, in cui da una rapina in banca un poliziotto avido si appropria dei soldi nascondendoli in un cimitero. La rapina accade quarant'anni prima. Ora, io non riesco a vedere i nessi logici per imbastirci una storia, tanto che neppure Deaver la costruisce realmente, infatti tutto è incentrato tulle relazioni amorose della ventenne, che indaga su inesistenti relazioni tra il morto e questa rapina (ovviamente dimenticandosi completamente che questi era un suo "grande" amico), e che non ha nessuna prospettiva per il proprio futuro se non quella di sopravvivere cambiando lavoro e domicilio a seconda dell'umore. 
Non capisco come ci si possa affezionare ad un personaggio del genere, probabilmente si ha un po' di compassione per lui, ma la cosa finisce qui. Comunque, tutto questo per dire che i tratti fondamentali di Deaver, la sua maestria nel descrivere la psicologia dei personaggi, di tratteggiare sentimenti forti e situazioni ancora più incisive, qui sembra non esistere, se non con qualche piccolo sprazzo finale dove i "classici colpi di scena alla Deaver" compaiono magicamente per creare un po' di trambusto nelle ultime 50 pagine, così da non farci pensare di aver completamente buttato via il nostro tempo, ed i nostri soldi, in una lettura inutile e scontata.
Forse sono stato troppo cattivo, ma come esordio devo dire che fa acqua da tutte le parti, soprattutto pensando agli splendidi romanzi che sono iniziati con il "Collezionista d'ossa" e sono continuati con i successivi. 
Mi aspettavo un esordio più deciso, invece mi sono trovato di fronte ad una storia moscia più adatta ad un pubblico di teenager incazzati e demotivati. 
Punto a favore? Non si può dire che non sia un libro che si fa comunque leggere nonostante tutti i suoi difetti, quindi complimenti per la scrittura, ma ringrazio infinitamente il cielo che i contenuti sono migliorati con le produzioni successive, altrimenti Deaver non sarebbe lo scrittore che conosciamo ora. 
Voto con un 6.

T.M.

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