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Immagino di allontanarmi dal mondo, di lasciare ogni cosa al caso, di non nutrire più sentimenti, nè speranze, e mi osservo avvizzire, mentre tutto attorno continua a vivere, rigoglioso, allunga le sue radici e conquista nuovi territori, mentre io nel mio misero angolino a malapena cerco di conquistare il silenzio di un attimo, un impercettibile sensazione di vuoto che mi permetta di sentire ancora il battito del mio cuore, che mi faccia sentire che sono vivo, perchè ogni specchio intorno a me non riflette che il nulla, il contorno di una figura invisibile, eppure così presente... richiamato alla realtà dal mio nome gridato a gran voce mi accorgo di non aver mai abbandonato questo mondo. Se osservo la figura riflessa però ha una leggera incrinatura, che si allarga, e pian piano arriverà a nascondere del tutto quel volto già a stento riconoscibile. Vorrei infrangere quello specchio che mi parla di tutto ciò che non posso essere, che mi grida ciò che devo essere, e ad un tratto mi ritrovo ad afferrare la fragile cornice di queste angosce, la sollevo in alto sulla mia testa, e mi immergo completamente nell'oblio di quelle sensazioni, cosciente che il riflesso non potrà mai essere più chiaro di così.
T.M.