venerdì 29 febbraio 2008

The L word

The L Word è la serie televisiva - trasmessa con successo su La 7 - che esplora la vita, le amicizie e gli amori di un gruppo di lesbiche che vive a Los Angeles. Ampiamente discussa per i temi trattati e il modo di raccontare un mondo apparentemente distante, ma allo stesso tempo intrigante e attraente. Dopo Sex and the city, con The L Word l’universo femminile non ha più segreti! Un mondo complesso e ramificato quello delle donne, tanto che risulterebbe fuorviante e semplicistico dividerlo in “lesbo” ed “etero”. Ecco che per gli autori di L Word diventa una necessità metterlo in mostra nella sua interezza e nelle sue interazioni, a partire dall’emblematico gioco di parole del titolo della serie tv, dove la “L” sta per Lesbian, ma anche per Love, Lies, Los Angeles, e...
Piace, piace molto anche in Italia: dopo i successi in Usa, l'approdo in chiaro su La7 di The L Word, serial lesbico lanciato dal canale Showtime nel gennaio 2004, è stato un trionfo. I motivi del successo saranno gli stessi d'oltreoceano? Secondo una ricerca commissionata dalla produzione, il pubblico americano s'è affezionato alla serie per diverse ragioni: gli uomini vi si avvicinano per curiosità, per poi lasciarsi coinvolgere dalle appassionanti vicende; le donne sono invece conquistate dal lato sentimentale del telefilm e sono orgogliose della libertà espressa dalle attrici del cast. A torcere il naso sono state invece alcune associazioni lesbiche che hanno accusato la serie di offrire una rappresentazione distorta del loro mondo, con donne eccessivamente belle ed eleganti scelte proprio per solleticare i desideri del pubblico maschile. Ecco un glossario ragionato per orientarsi tra i molti personaggi.

ALICE
Alice Pieszecki è uno dei personaggi più sbarazzini della serie. Bionda, bisex polarizzata lesbo, sguardo tenero che fa capitolare le ragazze convinte di trovarsi di fronte a una preda facile. Solare ed estroversa, dice sempre quello che pensa. Torna a legarsi con una sua ex che in passato l'ha fatta soffrire non poco, Gabby (Guinevere Turner). Alice è interpretata dall'eclettica Leisha Hailey, attrice e musicista, salita negli anni '90 alla ribalta delle cronache mondane perché fidanzata di k.d. lang.

BETTE
Grazie al suo fidanzamento settennale con Tina forma la coppia più solida e ammirata della compagnia, un po' il cuore pulsante intorno a cui ruotano tutte le altre vicende. Cerca disperatamente un donatore di sperma per la sua compagna. Benestante, direttrice d'un museo, è uno dei personaggi più equilibrati e amorevoli. A interpretarla la splendida Jennifer Beals di Flashdance.

CARMEN
Personaggio che si sviluppa soprattutto nella seconda serie, Carmen de la Pica Morales (Sarah Shahi, di origini maya) è una d.j. part-time che s'innamora della parrucchiera sexy Shane, ma ben presto resta infatuata di un'altra ragazza che conosce in discoteca.

DANA
Tennista professionista, è la più sportiva del gruppo. Ruvida, spesso isterica, sottilmente eterofoba, cerca di nascondere il più possibile le inclinazioni sessuali temendo di perdere gli sponsor.

ETEROSESSUALI
Ben pochi nella serie che è strictly dyke: ricordiamo Tim Haspel (Eric Mabius), il bel fidanzato di Jenny, che si eccita facendosi raccontare le imprese di voyeuse lesbica di quest'ultima. Quando le chiede di sposarlo la manda in crisi (e in pratica tra le braccia di Marina).

FRANCESCA
È il personaggio che dà uno scossone alla storia tormentata tra Jenny e Marina legandosi a quest'ultima. Interpretata dalla sensuale Lolita Davidovich, Fran Wolff sembra dare tranquillità alle burrasche sentimentali di Marina, ma anche questo rapporto mostrerà presto la corda.

GUEST STARS
Molte, visto che le star hollywoodiane fanno la fila per apparire: dalla prima serie ricordiamo Rosanna Acquette, Julian Sands e Anne Ramsay.

HELENA
È colei che farà deflagrare la relazione tra Bette e Tina, invaghendosi (corrisposta) di quest'ultima nella seconda serie.

IVAN
È il drag king (donna che realizzata show vestita da uomo) che fa capitolare Kit. La interpreta Kelly Lynch, la splendida Dianne di Drugstore Cowboy.

JENNY
Jenny Schecter (Mia Kirshner) è il personaggio bisex più torturato del serial, diviso da due amori opposti e laceranti, il fidanzato Tim e la magnetica Marina. Scrittrice di talento, si è trasferita a Los Angeles col suo ragazzo nella casa adiacente a quella di Bette e Tina.

KIT
Sorellastra musicista di Bette, con cui ha un rapporto conflittuale, è interpretata dall'indimenticata panterona Pam Grier. L'alcol è il problema principale del personaggio, e le causa non poche difficoltà lavorative. È una delle poche eterosessuali del serial ma inaspettatamente sarà travolta da un'appassionata sbandata per il drag king Ivan.

SHANE
È il personaggio più butch, adora vestire di nero con accessori dark. Fa la parrucchiera ed è una vera divoratrice di femmine. La interpreta Katherine Moennig, cugina di Gwyneth Paltrow.

TINA
Compagna di Bette da sette anni, desidera ardentemente avere un figlio e dopo vari tentativi falliti riesce a rimanere incinta.



Contatto

A volte si cerca di avere troppo da una persona, a volte si da troppo poco. Molte volte si guardano gli sbagli ma non ci si accorge dei propri. Troppe volte si cammina sulla propria strada, ma non ci si accorge quando qualcuno vorrebbe fermarci, e prenderci la mano, per proseguire con noi. Quasi sempre ci abbandoniamo, nella buona e nella cattiva sorte, ma non sappiamo uscire poi dai nostri sbandamenti.
Le persone amano perdersi, ritrovarsi, amano vagare alla cieca, ed allungare le mani, sperando di afferrare sempre nella vita la cosa migliore, ma con la paura di guardarla realmente negli occhi, perchè sarebbe troppo importante scegliere, e quindi è meglio vagare, girare, cambiare, tornare.
Se nella nostra vita sbattiamo contro tante persone, e tutte queste persone sbattono a loro volta tra di loro, come facciamo a sapere quando dovremmo allungare la mano anche noi? Afferrare quell'attimo, quello giusto, quando quella mano è pronta per prendere la nostra? Come facciamo a controllare il caos che governa attorno a noi, quel caos che ci affascina e che allo stesso tempo ci spaventa, quando ci si trova immersi nel rumore, nei corpi, nei suoni, nei profumi, e tutto sembra vita, ma niente lo è veramente, a parte quel tocco, quell'immacolato tocco che la nostra mano freme nell'attendere. Quando?

T.M.

mercoledì 27 febbraio 2008

"Weeds": casalinghe disperate al cubo

Verrà un momento in cui ne parleranno tutti, ma chi siamo noi per aspettare che i settimanali e i quotidiani "trendy" se ne accorgano? E siccome abbiamo un po' tutti la digestione facile, sappiamo già che affermeranno di trovarsi al cospetto del "nuovo Desperate Housewives", perché ci sono le casalinghe, c'è la periferia, ci sono i segreti e i pettegolezzi tra vicini di casa. Chiariamo subito: capolavoro. Standing ovation.
Se vi è piaciuto "Desperate Housewives", beh, questo è DH³, "Desperate Housewives" al cubo. Anzi, a volerla proprio dire tutta, la serie ideata da Marc Cherry, paragonata a "Weeds", è come un Bitter Sanpellegrino rispetto a un Pampero Reserva especial. Però "Desperate Housewives" va in onda sulla ABC negli States, e sulla Rai e Fox in Italia; "Weeds" su Showtime, canale via cavo all'inseguimento di HBO (il quale, essendo allo stesso modo a pagamento e via cavo, si è potuto permettere di produrre, negli scorsi anni, perle per palati abituati all'acqua frizzante come "Sex & the City" e "I Soprano").
E insomma, tutto fantastico: peccato che - malgrado sia già stato opzionato - in Italia non lo vedremo mai. Forse sul satellite. Forse in seconda serata. Forse su un canale tipo
Jimmy, tra i pochi che ha il coraggio di non mandartele a dire (per quanto dal momento in cui hanno fatto la loro apparizione Fox, Fox Life e Fox Crime è un po' come se la Mecca delle serie televisive abbia traslocato e a Jimmy siano rimaste quel po' di serie con le palle che nessuno ha il coraggio di trasmettere).
Beh, se nessuno si azzarderà a mandare in onda "Weeds" di motivi ce ne saranno più d'uno: ad Agrestic, una Milano 2 in cui le case sono tutte uguali come solo Tim Burton potrebbe immaginarle, Nancy (Mary Louise Parker), casalinga rimasta vedova, per continuare a campare diventa imprenditrice di se stessa e inizia a spacciare Marijuana sotto gli occhi inconsapevoli delle mamme dei compagni di classe dei due figli e dell'amica Celia (Elizabeth Perkins), ossessionata dall'obesità della figlia noveenne.
Vi raccontiamo tre scene e poi vedete un po' voi se riuscite ad immaginarvele con il logo di una qualsiasi emittente nostrana sovrapposto in basso a destra.

Nella prima, Celia è preoccupata che la figlia quindicenne abbia deciso di fare il grande passo e concedersi al figlio di Nancy, suo coetaneo. Per spiarla nella propria cameretta decide di regalarle un orsacchiotto rosa che nasconde una telecamera. Recuperato l'orsacchiotto, Celia lo collega alla televisione e scopre che la figlia aveva nasato l'inghippo: prima che la pargola le mostri il ditone accompagnato da un sentito "Fuck you", è costretta a prendere atto della propria cornificazione visionando l'amplesso del marito in compagnia dell'amante. Celia non si scompone più di tanto e commenta tra se e se: "Avrei dovuto abortirti".
Scena seconda: due personaggi maschili (il fratello e un cliente di Nancy) sono seduti ai due estremi di un tavolo da caffé e stanno commentando
"Incredaholes", un reality sexy particolarmente trash. Discutono un particolare importante: "Tu come la chiami la zona che va dallo scroto al buco del culo?" - "Autostrada". - "Ma no, si chiama ‘la macchia’" - "Ti dico ‘Autostrada’" - "No: ‘la macchia’". In quel momento entra la donna di servizio, e decidono di coinvolgerla nella discussione: "Ehi, Lupita, tu come chiami la zona che va dal pisello al buco del culo?". E lei: "Tavolino da caffè".
Ciak tre: il figlio quindicenne di Nancy crede ad un amico ubriaco che gli racconta le prodezze orali di Megan, una ragazza sorda. La incontra ad una festa mentre, appartata, è impegnata nella realizzazione di un murales. Si accerta che sia veramente sorda poi, a gesti, le fa capire che vorrebbe provare la specialità di casa. La ragazza sorride, si mette in ginocchio, tira giù la zip dei jeans di lui, osserva con curiosità per qualche secondo poi, prima di scappare via, va di bomboletta spray blu sulle parti basse. I boxer finiscono nella cesta della biancheria sporca di casa e la governante Lupita cerca in tutti i modi, ma senza successo, di eliminare la macchia. Alla festa successiva il figlio di Nancy si presenta armato di una bomboletta spray e conquista Megan scrivendo su un muro:
"Mi dispiace... La mia domestica crede che mi sia inchiappettato un Puffo".

Innamoramento e amore

Quando ci innamoriamo, per molto tempo continuiamo a dire a noi stessi di non esserlo. Passato il momento in cui ci si è rivelato l'evento straordinario, noi ritorniamo nella vita quotidiana e pensiamo che sia stato qualcosa di effimero. Con nostra meraviglia però ci ritorna in mente e crea un desiderio, uno struggimento che si placa soltanto sentendo la voce o rivedendo quella persona. iuta poi scompare ancora, diciamo a noi stessi che era una infatuazione e che non ce ne importa nulla. Se però quel desiderio riappare, e riappare di nuovo e ci si impone, allora siamo innamorati.(...) Quando siamo innamorati non possiamo raggiungere e tenere lo stato di tranquillità serena. Il nostro amore non è nelle nostre mani, ci trascende, ci trascina e ci costringe a mutare. Per riuscire a trasformare questa cosa in serenità quotidiana occorre distruggerla. E molte persone, uomini e donne, non hanno pace fino a che non hanno trasformato l'essere splendente del loro amore in qualcosa di controllabile, circoscritto, definito. Tutto ciò che serve per raggiungere l'amato e farsi amare da lui è essenziale. Il resto non conta nulla. E' molto bello mangiar bene se fa piacere all'amato, ma da soli non ce ne importa nulla. Per incontrare lui, per stare con lui, siamo disposti a fare viaggi più faticosi, a non mangiare e a non dormire, e non ci costa fatica, anzi siamo felici e tutte le cose che nella vita quotidiana ci sono insopportabili le facciamo senza accorgercene. Ciascuno dà secondo le sue possibilità e ciascuno riceve secondo i suoi bisogni. Non c'è nessuna contabilità fra ciò che do e ciò che ricevo. Ciascuno fa all'altro dei doni: le cose che gli sembrano belle, qualcosa che parli di sé, che lo ricordi all'amato. Ma anche cose che piacciono all'altro, che l'altro ha nominato o ha guardato. Il dono spesso è un atto improvviso, un gesto spontaneo che simbolizza il dono di sé, la propria disponibilità, totale. Ma il dono non aspetta un altro dono, non aspetta di essere ricambiato. Facendo il dono il conto è subito pari: basta che l'altro lo apprezzi, che sia contento. La gioia dell'altro vale più di qualsiasi oggetto. Così fra i due c'è un farsi dei doni, ma senza scambio. Quando incomincia una contabilità dei doni, un "io ti ho dato e tu no" allora l'innamoramento sta per finire. Quando ciascuno esige contabilità, del dare e dell'avere, allora è finito completamente. (...) Quando una persona si innamora di un'altra suscita sempre in lei un risveglio, una, emozione. Chi ama tende a trascinare l'amato nel suo amore. Se anche l'altro è disposto all'innamoramento ne può nascere un incontro e addirittura un innamoramento.
Può però avvenire che l'altra persona abbia già qualcuno che le interessa ed allora la poesia d'amore dell'innamorato risveglia sì il suo amore, ma per l'altro. Essa viene trasportata su un piano superiore di sentimenti, ma il destinatario di questi sentimenti non è chi li ha evocati. (...) Anche se lo si desidera intensamente, non ci si può innamorare. Però, se lo si vuole, si può fare innamorare qualcuno di noi perché si trova sempre chi è preparato all'innamoramento, pronto a gettarsi nel tutto e nel nulla di una vita nuova. Ciò è possibile se, nel momento adatto, una persona si presenta a lui mostrandogli che lo capisce in profondità,, se si dichiara disposta a condividere con lui il rischio del futuro restandogli accanto spalla a spalla, dalla sua parte, per sempre.
Qualunque persona può far innamorare un'altra che attendeva la chiamata se gli fa udire la voce che lo chiama per nome e gli dice che il suo tempo è venuto. (...) L'innamoramento è un succedersi di prove. Innanzitutto quelle che poniamo a noi stessi. Essere innamorati è anche un resistere all'amore, un non voler cedere al rischio esistenziale del mettersi completamente nelle mani dell'altro. Noi perciò cerchiamo la persona amata, ma desideriamo anche di farne a meno. Spesso, nei momenti di felicità, ci diciamo "ecco che ho raggiunto il massimo che mai potrò ottenere, ora posso perderla e tornare così come ero portandone con me solo il ricordo; ho ottenuto quanto ho voluto, ora basta". Ottenere il massimo possibile e poi farne a meno, questa è la fantasia della sazietà. In un certo senso riusciamo ad abbandonarci totalmente solo perché pensiamo che quella sia l'ultima volta. In tal modo però ci mettiamo alla prova perché, dopo il distacco, ci accorgiamo che il desiderio ritorna e che continuiamo ad amare, a desiderare disperatamente e abbiamo bisogno di un'altra "ultima volta". E l'ultima volta" diventa così un nuovo inizio e la necessità di un nuovo inizio. Negli atti dell'altro cerchiamo le prove che ci ama.; prima che sulle margherite, il "m'ama, non m'ama" è cercato nei comportamenti dell'altro: "se fa così vuol dire che... se non fa così vuol dire che..." Ma il significato non è mai limpido. Può arrivare in ritardo trafelato, e cosa significa? Che si era dimenticato di me oppure che ha fatto fatica ad arrivare da me e perciò il suo ritardo è una prova d'amore? D'altra parte, anche quando la prova è negativa basta una sua spiegazione, un suo sguardo, una sua carezza per farcela dimenticare, per rassicurarci. (...) Se la gelosia appare nell'innamoramento, allora significa che uno dei due, in realtà, non vuol innamorarsi o non è innamorato. La gelosia è scoprire che l'amato dipende, per la realizzazione dei suoi desideri, da qualcosa che un altro possiede e noi no; che l'altro, non noi, dispone di qualcosa che ha valore per lui. Se questo qualcosa per lui è importante e se quella persona gli è indispensabile, se preferisce lui a me, allora vuol dire che non mi ama. Avrà affetto per me, tenerezza, gli piacerà la mia compagnia, ma non mi ama. L'innamorato, dapprima cercherà di lottare, di conquistarlo col fascino, col canto, con ogni cura e dedizione, cambiando se stesso in ogni modo ma, quando ha capito che l'altro non l'ama, non può che impugnare la spada del distacco. La forza che gli resta gli consente di tagliarsi le mani che si protendono verso l'amato, di accecarsi gli occhi che lo cercano ovunque. A poco a poco, per non desiderare chi ha amato, dovrà trovare in lui ragioni per disinnamorarsi, dovrà cercare di rifare ciò che ha vissuto investendo di odio tutto ciò che è stato. L'odio sarà il suo tentativo di distruggere il passato, ma è un odio impotente. (...) Come facciamo a sapere che siamo innamorati ? Perché ci innamoriamo di nuovo, perché ci ri-innamoriamo continuamente della stessa persona. Quando siamo innamorati ci sono dei periodi in cui abbiamo l'impressione che non ci importa nulla di quella persona. Vogliamo farne a meno, talvolta la incontriamo e non ci dice nulla, ci è indifferente. Poi ci riappare. Quel viso indifferente diventa l'unico viso, quella voce l'unica voce; la sua mancanza diventa intollerabile, la sua presenza una gioia infinita. Tutto di lei ci commuove, tutto di lei è nostalgia e appagamento. (...)

Francesco Alberoni

sabato 23 febbraio 2008

L'Astrologia

Fin dalla più remota antichità è nota l'azione della luna sulle acque, per esempio nelle maree. Le acque appartengono al mondo minerale, ma l'uomo ha sempre tenuto conto delle influenze degli astri anche sul regno vegetale e animale.
Tra le rovine di Ninevak, in Mesopotania, sono state trovate delle tavolette che mostrano come l'astrologia abbia conosciuto un periodo di grande splendore già nel VII secolo a. C.. Esse riassumono conoscenze molto antiche, risalenti fino all'epoca dei re assiro Sargon il Vecchio, quando i sapienti di corte avevano scoperto delle coincidenze fra determinate configurazioni planetarie e il diffondersi di alcune malattie.
Secondo alcuni, i sacerdoti-astronomi caldei, antichi saggi della Mesopotamia considerati i padri del- l'astrologia, furono i primi ad associare medicina e astrologia. Essi studiavano il Sole, la sua influenza sulle forze vitali e sul mondo vegetale; studiavano la Luna, le sue fasi e il suo influsso sulla germinazione e sulle acque; osservavano il cielo e coglievano erbe e radici medicinali secondo le sue configurazioni. Questi astronomi collegarono pianeti e qualità di erbe, che dovevano essere colte in momenti specifici, sempre secondo calcoli riferiti al cielo, e che venivano poi usate nella cura di malattie di cui il pianeta correlato era considerato il responsabile. I caldei furono i primi ad eseguire uno studio sistematico dei pianeti e delle stelle, annotandone ogni spostamento e mettendo a punto il sistema usato ancora oggi, che comprende anche delle leggi che possono prevedere gli effetti degli astri sull'uomo e sulla vita del nostro pianeta. Essi studiarono anche le correlazioni tra il moto dei corpi celesti e l'insorgere di malattie sia nei singoli individui che in forme epidemiche. Queste conoscenze davano grande potere ai sacerdoti e al sovrano, che era l'unico a poter avere auspici personali, oltre a quelli utili per il governo e la cosa pubblica.
Molti altri popoli, quali ad esempio fenici, persiani, israeliti, ebbero grande considerazione per il Sole e la sua potentissima influenza. In Egitto, già in epoca prefaraonica, più di 5000 anni or sono, i sapienti erano astrologi, sacerdoti e medici allo stesso tempo, in quanto tutte e tre queste discipline si occupavano di tutelare la qualità della vita e il benessere dell'uomo e studiavano il cielo per trarne informazioni e previsioni.
Gli egiziani adoravano il Sole sia nella sua forma materiale che come entità divina, con i nomi di Ra e Amun-Ra. Un antico papiro definisce "Il Sole, dominatore fisico del firmamento, dominatore spirituale e ideale di tutto l'universo e, come tale, re di tutti gli dei". L’astrologia medica era particolarmente considerata e applicata in Egitto, dove era governata dal dio Toth, padre delle arti e delle scienze.
In base ai suggerimenti degli astri, i medici-sacerdoti diagnosticavano, stabilivano le cure e gli eventuali interventi chirurgici, nonché i momenti più adatti per iniziare le cure o per operare. Essi avevano a disposizione una vastissima gamma di rimedi ricavati dai tre regni della natura, tutti minuziosamente classificati in base alle proprietà siderali e terapeutiche. Le ricette erano tenute rigorosamente segrete e rivelate unicamente a sacerdoti e iniziati, quindi, nel tempo, questo patrimonio di conoscenza è andato quasi completamente perduto. Dalla Mesopotamia e dall'Egitto l' astrologia medica, insieme a ogni altra conoscenza, si diffuse in tutto il mondo allora conosciuto ed ebbe il suo massimo sviluppo in Grecia, dove grandi studiosi e filosofi, quali Eraclito, Empedocle e Pitagora, si occuparono di cercare la logica e l'armonia celata nei rapporti tra uomo e cosmo. La cultura ellenistica perfezionò l'astrologia medica e la inquadrò in un sistema che è giunto intatto fino ai tempi nostri. Ippocrate (460-377 a.C.), il grande medico considerato il padre della medicina, seppe equilibrare in questa scienza la teoria e l'osservazione; egli credeva nella diagnosi astrologica e sosteneva l'importanza dell'ali- mentazione per la salute.
Sua è la frase: «Che le vostre medicine siano i cibi, che i cibi siano le vostre medicine» e ha anche detto: «Chi ignora l'astrologia non deve essere considerato un medico, ma un idiota». Va ricordato anche il medico e farmacologo Galeno, che per oltre mille anni fu figura dominante nelle arti mediche e che ancora oggi è seguito. Egli sosteneva che: «Lo stato del cielo, la stagione dell'anno, la regione o il paese in cui ci si trova» devono essere tenute presenti quando si fa una diagnosi e si stabilisce una terapia. Galeno mise a punto un sistema per predire il decorso e l'esito di una malattia per mezzo di dati astronomici.
Nell'antica Roma la medicina era considerata una professione indegna e i medici erano guardati con di- sprezzo, ma Galeno riuscì non solo a farsi accettare, ma anche ad imporre se stesso come personaggio influente e la medicina astrologica come pratica importante. Nello stesso periodo il grande matematico, astronomo e astrologo Tolomeo insegnava alla scuola di Alessandria e non è escluso che Galeno sia stato suo allievo. Già nel 140 d.C. Tolomeo sosteneva che per diagnosticare e trattare ogni malattia bisogna tenere conto della carta del cielo, della stagione e del luogo. Egli compilò il Tetrabiblos, fondamentale trattato, considerato la Bibbia dell'astrologia, che è alla base delle conoscenze moderne. Il poeta romano Manilio (I secolo d.C.) ha formulato la teoria dell'uomo zodiacale, ha cioè associato ogni parte anatomica del corpo umano a un segno dello zodiaco. Gli oroscopi così tracciati indicavano le condizioni di salute e le abitudini personali dell'individuo. Tra i primi detrattori dell'astrologia possiamo annoverare Carneade (220 a.C.), Cicerone e Lucrezio. Essi disconoscevano qualsiasi fondamento alla pratica astrologica, soprattutto in virtù del basso livello praticato nella società romana da alcuni astrologi. Con i cristiani questa scienza fu nuovamente presa in considerazione, grazie alla lettura dei presagio della nascita di Gesù, alla Cometa e ai Magi, pure legati alla sua venuta. Ma alti e bassi continuarono e con la caduta dell'impero romano l'astrologia declinò.

Mika - Relax take it easy

venerdì 22 febbraio 2008

La donna riconosce il buon partito

Psicologia: lei gli legge in viso se e' un buon partito
Lo dimostra uno studio condotto dall'italiano Dario Maestripieri

Le donne riconoscono a vista d'occhio un uomo da sposare e un bravo papa', infatti basta loro uno sguardo al viso maschile per capire se lui e' interessato ai bambini e se e' un 'buon partito' per una relazione di lunga durata.
Lo dimostra uno studio condotto dall'italiano Dario Maestripieri che,
laureatosi in Biologia all'Universita' la Sapienza di Roma nel 1987 e lasciata l'Italia nel 1992, lavora oggi alla University of Chicago . La sua ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, lascia emergere anche che la donna e' piu' attratta da un viso virile per relazioni sessuali e di breve durata, e che piu' mascolino lei vede il volto maschile, maggiori sono i livelli di testosterone dell'uomo.
Gli esperti hanno coinvolto nello studio 39 uomini cui hanno misurat
o il livello di testosterone. Inoltre con vari test i ricercatori hanno misurato il loro grado di interesse nei bambini. Cio' fatto i ricercatori hanno immortalato i maschi in un bel primo piano, e mostrato poi le foto dei loro volti a un campione di donne chiedendo loro di giudicare il grado di virilita' dell'uomo ritratto, e quale fosse l'attrazione suscitata da ciascun volto maschie.
Le donne dovevano anche indovinare dalla foto il potenziale interesse nei bimbi dei maschi ritratti e decidere quale dei fittizi 'pretendenti' avrebbero scelto per
una relazione lunga e quale per un'avventura intensa ma di breve durata. ''Abbiamo scoperto che le donne sono in grado di valutare correttamente i livelli di testosterone degli uomini e il loro interesse nei bimbi semplicemente guardandoli nel volto - ha dichiarato Maestripieri in un'intervista. Inoltre abbiamo scoperto che quando alle donne viene chiesto di giudicare il grado di virilita' di un uomo dal suo volto, i giudizi espressi corrispondono ai livelli di testosterone nell'uomo'', ossia piu' il suo volto e' giudicato virile, piu' lui ha alti livelli di testosterone.
''Le donne giudicano uomini dal volto virile piu' attraenti come partner per relazioni di breve durata | ha proseguito Maestripieri - mentre sono attratte da uomini che reputano avere un interesse nei bimbi come partner per relazioni stabili di lunga durata''.

''Questi risultati suggeriscono che i volti degli uomini contengono molte piu' informazioni sulle loro potenziali caratteristiche come partner romantici e sessuali di quanto si pensasse nel passato ha osservato Maestripieri. Sebbene fosse gia' noto che volti virili sono attraenti, noi abbiamo dimostrato che questa virilita' del volto corrisponde ai livelli di testosterone nell'uomo. Abbiamo anche dimostrato che l'interesse dell'uomo nei bimbi e' un fattore molto importante per suscitare attrazione''.
Infine, i risultati suggeriscono che le donne sono flessibili nelle proprie scelte di partner sessuali per relazioni di breve o di lunga durata e che a seconda del tipo di relazione cui una donna e' interessata, diversi tipi maschili sono giudicati attraenti, ha rilevato Maestripieri. Questi risultati sono perfettamente in linea con i concetti fondamentali della teoria della selezione sessuale di Darwin e con risultati ottenuti in varie specie di animali. Merito dell'evoluzione, dunque, se la donna sa quel che vuole e puo' decidere a colpo d'occhio quale partner scegliere per ottenerlo.

Undici minuti

Una favola sul sesso, quello sacro, e su come solo questo possa scaturire nell'Amore.
E' una lezione sul dolore, su come tutto può essere sopportato per aspettare il momento in cui l'Amore vero si svela ai nostri occhi, il momento giusto per accoglierlo dentro di noi, ed il modo per farlo, senza troppe ansie, senza troppi dubbi, con il proprio tempo, dove undici minuti possono assumere il carattere dell'eternità, e dove ogni momento è fatto anche di cose lontane, e non solo di oggetti da toccare, ma di emozioni da vivere, e da cosnervare nel cuore.
La vita è capace di riservarci delle cose grandiose, ma doi dobbiamo essere sufficentemente preparati ad esporci rpima che questa ci colga alla sprovvista. Non tutto quello che ci circonda ci aiuta a migliorarci, ma sicuramente tutto concorre a portarci un giorno a fare delle scelte migliori, ci aiuta ad ascoltare il nostro cuore, ed ogni singola parte del nostro corpo, ogni parte che dialoga con l'amore, anche quella più impensabile, che sussurra dentro di noi per farci aprire gli occhi e guardare oltre i nostri dubbi.
E' un libro che risveglia l'anima, che ci può rendere più forti, ma soprattutto che ci fa capire che al mondo siamo tutti uguali, se solo fossimo in grado di ammetterlo.

T.M.

UNdici minuti

giovedì 21 febbraio 2008

Amore-Amico

Stare assieme ad una persona dovrebbe ridurre le nostre paure, farci sentire più sicuri, protetti, pronti a tutto. Se invece questo non avviene, cosa significa? E' forse un segnale che la persona non è quella giusta, oppure possiamo essere noi che non ci accontentiamo, che ci preoccupiamo, che facciamo sorgere mille dubbi nelle certezze, che rifiutiamo la stabilità perchè ci sembra troppo lontana dalla realtà che ci circonda, fatta di continue rotture, discontinuità e incertezze.
A vole la parola Amore è troppo grande per essere usata, forse è questa la verità, si dice troppo facilmente Ti Amo, e ci si concede, anima e corpo, a persone di cui conosciamo troppo poco, e nel momento in cui arriviamo a conoscere abbastanza, ci sentiamo mani e piedi legati.
A volte non è Amore, ma è Amico, e allora tutto prende un'altra luce, un altro peso, e non ci schiaccia più quella sensazione di incompletezza che era data, forse, dalla parola sbagliata nel posto sbagliato. A volte bisogna dire meno parole, ma dirle con il cuore, coscenti che ogni parola è un impegno, che ogni sillaba è una promessa e che ogni cuore è fragile, e contiene dentro di sè solo una certa quantità di emozioni, e queste devono avere la dolcezza adatta a muoversi senza ferirlo, e non una confusione insistente di sensazioni che ne mina l'integrità.
C'è posto per due parole: Amore, e Amico, a volte queste due si fondono, a volte restano ben distinte, un Amore deve essere Amico, ma il problema sorge quando il secondo si confonde con il primo, e senza rendersene conto le parole si mescolano, e perdono il loro significato.

T.M.

martedì 19 febbraio 2008

La passione _ Paulo Coelho - Undici minuti

Dal diario di Maria, un brano scritto due giorni dopo che tutto era tornato alla normalità:

La passione ti fa smettere di mangiare, di dormire, di lavorare, di vivere in pace. Molti si spaventano perchè, quando compare, distrugge tutto ciò che di vecchio incontra. Nessuno vuole mettere a soqquadro il proprio mondo. Perciò alcune persone - tante - riescono a controllare questa minaccia, mantenendo in piedi una casa o una struttura già marcia. Sono gli ingegneri delle cose superate. Altri individui pensano esattamente il contrario: si abbandonano senza riflettere, aspettandosi di trovare nella passione la soluzione di tutti i loro problemi. Attribuiscono all'altro il merito della pripria felicità, e la colpa della propria possibile infelicità. Sono sempre euforici perchè è accaduto qualcosa di meraviglioso, oppure depressi perchè un evento inatteso ha finito per distruggere tutto. Sottrarsi alla passione, o abbandonarvisi ciecamente: quale di questi atteggiamenti è il meno distruttivo?
Non lo so.

Paulo Coelho, Undici minuti

Verde

Il luna-park _ Paulo Coelho - Undici minuti

Dal diario di Maria una sera in cui non aveva il coraggio di uscire, di vivere, di continuare ad aspettare una telefonata che non arrivava:

Oggi sono passata davanti a un luna-park. Ma, poichè non posso scialare il denaro, mi sono fermata soltanto per osservare la gente. Sono rimasta a lungo davanti alle montagne russe: vedevo che la maggior parte delle persone ci saliva in cerca di emozioni, ma quando i vagoncini cominciavano a muoversi, tutte avevano una paura tremenda e chiedevano di fermare la corsa. Che cosa vogliono? Se hanno scelto l'avventura, non dovrebbero essere preparate ad arrivare sino alla fine? Oppure pensano che sarebbe più intelligente non percorrere questi saliscendi e divertirsi su una giostra, girando in tondo? Per il momento, sono troppo sola per pensare all'amore, ma devo convincermi che tutto passerà, che troverò un impiego e che sono qui perchè ho scelto questo destino. La mia esistenza è come le montagne russe - sì, la vita è un gioco forte e allucinante, la vita è lanciarsi con il paracadute, è rischiare, è cadere e rialzarsi, è alpinismo, è voler raggiungere la vetta di se stessi, e ritrovarsi insoddisfatti e angosciati quando non ci si riesce. Non è facile stare lontano dalla famiglia, non parlare la lingua con cui posso esprimere tutte le mie emozioni e i miei sentimenti, ma da oggi, quando sarò depressa, ripenserò a quel parco dei divertimenti. Se mi fossi addormentata e risvegliata all'improvviso sulle montagne russe, che cosa avrei provato? Ebbene, la prima sensazione sarebbe stata quella di sentirmi prigioniera: essere rerrorizzata dalle curve, avere voglia di vomitare e fuggire via da lì. Se, invece, fossi stata fiduciosa, avrei detto che i binari sono il mio destino, che Dio sta guidando il vagoncino e che questo incubo si trasformerà in ebbrezza. Diventerà esattamente ciò che è nella realtà: l'attrazione delle montagne russe, un divertimento sicuro e affidabile che avrà sempre un suo capolinea. Ma fintantochè dura la corsa, io devo guardare il paesaggio che mi circonda e urlare di eccitazione.

Paulo Coelho, Undici minuti

lunedì 18 febbraio 2008

Flying Bag - American Beauty

Dirty Sexy Money

Dirty Sexy Money (it.: Sporchi attraenti quattrini) è una serie tv statunitense creata da Craig Wright. La serie, che ha debuttato sul canale televisivo ABC il 26 settembre 2007, mischia sapientemente dramma e commedia. La serie ha fatto il suo debutto in Italia il 15 Gennaio 2008 sul canale Fox.
Una cast molto ricco e importante, che vede attori del calibro di Donald Sutherland, Jill Clayburgh, William Baldwin e Peter Krause reduce dalla pluripremiata serie Six Feet Under.

Trama: Il protagonista della serie è , Nick George interpretato da Peter Krause,(Six Feet Under)avvocato di grandi ideali che ha sempre prestato le sue qualità professionali per la difesa di clienti inermi o di cause di alto valore sociale. Tutto questo, fino al giorno in cui il padre muore precipitando con l’elicottero della famiglia Darling, una dinastia potentissima e straricca della quale il padre di Nick era l’avvocato di fiducia.La potente famiglia è rappresentata da il patriarca,interpretato da Donald Sutherland, figura di primo piano, amico di politici ed artisti; la moglie, infelice e depressa, e soprattutto i figli, che sembrano ognuno il ritratto della gioventù ricca, annoiata e perduta del jet set americano: troviamo la figlia bionda e un pò svampita che smania per diventare famosa, che aspira a recitare e a diventare una grande star; c’è il giovane perdigiorno che, tra una partita a poker e un party finito in galera, trova sempre il tempo di imbarazzare la propria famiglia; c’è l’altra figlia che sta per sposarsi per la quarta volta, in quanto i suoi precedenti mariti la volevano solo per i suoi soldi; c’è il primogenito, William Baldwin, in predicato per candidarsi al Senato degli Stati Uniti, l’unico che pare dare lustro alla famiglia, salvo avere anche lui i suoi scheletri nell’armadio: infatti, pur essendo sposato, predilige un’amante un pò troppo appariscente un transessuale; infine c’è il figlio pastore protestante che, a dispetto del suo ruolo e di ciò che dovrebbe comportare, è il più cattivo, odioso e opportunista della famiglia: si abbandona spesso al turpiloquio, odia Nick e tutti “i poveri”, è attaccato al denaro della famiglia e addirittura ha un figlio frutto di una relazione extraconiugale che non vuole riconoscere. Nick accetterà il lavoro è prenderà il posto del padre come avvocato della famiglia è nello stesso tempo cercherà di chiarire le circostanze alquanto ambigue in cui è morto il padre....ma un dubbio col passare del tempo si infiltrerà nei suoi pensieri.....il padre sarà veramente morto? visto che non è stato trovato il corpo.......
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"Dirty Sexy Money" Original Pilot Intro


sabato 9 febbraio 2008

La sindrome di Stendhal

La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una presunta affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allutinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati.
Tale disagio è spesso riscontrato a Firenze, dove il locale ospedale di Santa Maria Nuova è almeno una volta al mese luogo di ricovero di pazienti colpiti da disturbi psicologici acuti. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore.
Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal (vero nome Marie-Henri Beyle) che, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand tour del 1817, ne poté così dare una prima descrizione dettagliata che fu poi riportata nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio".
Egli scrisse
Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. >
La sindrome fu diagnosticata per la prima volta nel 1982 e secondo quanto riportato più della metà delle sue vittime sono di matrice cultural europea e non italiani, che ne sono immuni per affinità culturale, come i giapponesi. Fra i più interessati ci sono individui di formazione classica o religiosa che spesso vivono da soli.
Il fattore scatenante la crisi si ha spesso durante la visita ad un museo della città, dove il visitatore è colpito dal senso profondo di una o più opere, la relazione di queste con i loro creatori che trascende le immagini ed i soggetti; ciò si manifesta inizialmente con comportamenti molto vari che comprendono anche un'isteria che può spingere anche alla distruzione dell'opera.

giovedì 7 febbraio 2008

Solo per te

Sognare, vivere, sperare,
solo con te.
Amare,
guardando oltre tutti i limiti;
solo con te.
Camminare lungo il sentiero della vita,
calpestando i dubbi,
superando le incertezze;
solo con te.
Vivo con una sola certezza: sei tu.
Guardando nei tuoi occhi
continuo a camminare,
e sento nel mio petto
un cuore
che continua a battere.
Solo per te.

T.M.

(questa poesia è solo per te)

Camomilla

La camomilla è una pianta aromatica, un'erbacea poliennale con fiori bianchi di 2-3 cm di diametro. Proprio i capolini dei fiori vengono utilizzati per la preparazione di un infuso, molto apprezzato per le sue qualità di blando sedativo. Per avere il risultato migliore, va bevuto caldo subito dopo la preparazione; in questo modo infatti non si perdono gli effetti degli oli essenziali. Vi sono due tipi di camomilla, quella comune (Matricaria chamomilla) e quella romana (Anthemis nobilis). Quest'ultima va preferita alla prima, essendo più aromatica. Inoltre bisogna tenere presente che i concentrati di camomilla oggi in commercio sono privi di effetti sedativi, per quanto possano risultare gradevoli al palato e dissetanti.

Generalità
: con il termine Camomilla si indicano alcune piante annuali o perenni, di origine Europea, utilizzate in erboristeria come blando sedativo ed antiinfiammato
rio per uso esterno. Tra le specie più apprezzate di Camomilla ricordiamo Anthemis nobilis (chiamata anche Chamaemelum nobile), detta Camomilla romana, e Matricaria camomilla, detta Camomilla tedesca. Si tratta di piccole piante perenni, tappezzanti, dallo sviluppo stolonifero. Hanno fogliame di colore verde chiaro, dalla primavera fino all'estate producono piccole infiorescenze a capolino, costituite da petali bianchi e da un centro color giallo oro. Se l'inverno è mite si comportano da sempreverdi; altrimenti perdono la parte aerea, che germoglierà nuovamente in primavera. In erboristeria si utilizzano i fiori, che vanno raccolti non appena schiudono, ed utilizzati freschi od essiccati.

Esposizione: prediligono posizioni soleggiate o semiombreggiate; non temono il freddo e sono presenti allo stato selvatico in tutta la penisola, lungo le strade o nei campi incolti.

Annaffiature: si tratta di perenni rustiche e di facile coltivazione, che in genere si accontentano delle piogge, e non necessitano di annaffiature, salvo il caso di periodi di siccità; per una fioritura abbondante e piante molto rigogliose si consiglia di annaffiare periodicamente, evitando di lasciare il terreno eccessivamente asciutto per lungo tempo. E' consigliabile evitare eccessive concimazioni, perchè sembra che le piante abbiano uno sviluppo migliore in terreni non troppo ricchi in azoto.

Terreno: preferiscono terreni freschi, sciolti e profondi, molto ben drenati e non eccessivamente ricchi di materia organica.

Sciopero sceneggiatori: qualcosa si muove?

Dopo 75 giorni, la DGA, il sindacato dei registi americani, e la AMPTP, l'associazione che rappresenta le grandi case di produzione, hanno raggiunto un accordo.
Questo potrebbe riaprire le trattative tra la AMPTP e la WGA, l'associazione degli sceneggiatori. Per non andare incontro ad un altro sciopero, ancora più grande riguardante i registi, il 12 Gennaio le parti hanno parlato per arrivare ad un compromesso e sembra che questa volta l'accordo preso riesca a soddisfare entrambi le parti. Siamo davvero vicini ad una fine di questo sciopero che ha messo a tappeto la programmazione americana? Sembra davvero di si, anche perché da parte degli sceneggiatori la voglia di tornare al lavoro è davvero tanta e forse le prossime settimane potrebbero davvero mettere la parola fine ai mesi più bui per i nostri telefilm preferiti.

mercoledì 6 febbraio 2008

Alla fine del silenzio

Devo ricredermi su questa scrittrice: il primo impatto che ho avuto è stato con La casa delle sorelle, libro che non sono riuscito a concludere, tendente al pedante, soprattutto piatto in alcune descrizioni, ma assolutamente altra opinione ho di questo libro, Alla fine del silenzio, un libro che appassiona dall'inizio alla fine, ricco di suspance, dove i personaggi vengono approfonditi in modo decisamente ricco e appassionante, dove queste figure vengono delineate nei minimi particolari ed alla fine si ha la sensazione di averle quasi conosciute.
Devo ammettere che sono rimasto piacevolmente colpito, un libro avvincente, dall'atmosfera claustrofobica, dove ogni elemento carica di tensione le vicende ed i personaggi, un'immersione vera e propria nella lettura e nella storia.

T.M.

martedì 5 febbraio 2008

Insensibile

Quando ti guarda, e scopri che osserva il vuoto, ti illudi che forse un un giorno scopra il tuo viso. Ti affanni, invano, cercando di far comprendere le tue parole, eppure il sordo muro ti volta indifferente le spalle, e di lui non percepisci nemmeno un sussulto al tuo pianto, intento com'è ad ammirare il resto del mondo.
E' una voragine quella ai suoi piedi, e tu ingenua ti lanci fra se sue braccia, e sprofondi, nel vuoto, ma lui già non sta più guardando.
Una morsa allo stomaco ti prende, sono parole, che viaggiano dentro, e non trovano respiro per essere ascoltate, sono le parole che non riesci, non puoi, non ti lasciano pronunciare, perchè orecchie non stanno ad ascoltare, troppo intente al suono del mondo, troppo prese da dolci suoni di risa, schiamazzi, e mille altri divertimenti.
E' ora di voltarsi, scappare, è ora di farsi ascoltare, e l'insensibile inerte, che non resta a guardare, voltandosi ignaro, scoprirà con sorpresa che gioco di scherno non trova, e dunque, solleva amaro il sorriso, e crede che il sole sia ancora primavera.

T.M.

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