lunedì 28 dicembre 2015

Irrational man - Woody Allen

Negli ultimi anni Wody Allen ci ha abituati a vari cambiamenti di orientamento nel suo cinema, il quale non è più fatto di semplici fatti quotidiani esposti sul grande schermo al fine di porci alcune semplici ma fondamentali domande sulla nostra vita senza per questo riuscire a trovarne una risposta una volta usciti dalla sala; no, negli ultimi anni questo regista ha focalizzato la sua attenzione anche sulla regia, sul modo di esporre i fatti, sul montaggio, su un'attenta recitazione, piuttosto che su un'interessante struttura narrativa. Sia ben chiaro, elementi sempre presi uno alla volta e sfruttati nei suoi film quasi come sperimentazione, che ha portato a grandi risultati, come "Blue Jasmine", un film assolutamente ben strutturato, dove forse possiamo far coesistere due importanti elementi come l'ottima recitazione ed un sapiente montaggio (cose che non sempre si riescono a trovare contemporaneamente nei film di Woody Allen); ma anche a pessimi esempi come "Sogni e delitti", film decisamente noioso, dove si nota una carico eccessivo di aspettative da parte del regista forse dovuto al desiderio di raggiungere alti livelli dopo il successo di "Match point". 
Insomma, non mi soffermo ad analizzare pro e contro di ogni suo film altrimenti potremmo restare qui vent'anni, anche perchè considerando che produce un film all'anno, e praticamente solo il 30% è degno di nota, non vale la pena soffermarsi a sezionare ogni aspetto delle sue pellicole, ma basta valutarne l'impressione generale, il primo impatto se vogliamo, anche perchè le sue pellicole principalmente parlano di questo, delle cose semplici, di quelle che ci piacciono a pelle, e quindi credo che in tal modo andrebbero viste e valutate. Ecco, "Irrational man" probabilmente è troppo complicato, o meglio, forse vorrebbe esserlo ma finisce con l'essere noioso. L'impressione che mi ha dato questa pellicola è stata che mancava prima di tutto ogni traccia dello humor classico che ci si aspetta di trovare nei film di Woody Allen, e con questo non voglio dire che se manca allora non possiamo considerarlo un buon film (anche in "Match point" lo humor non era preponderante, ma comunque lo si sentiva presente, in qualche modo era nell'aria, e lo si percepiva guardando il film), ma in questo caso in particolare il film è pervaso da una sorta di languore che lo penalizza, come un'agonia (quella del protagonista?) che si trasmette allo spettatore che non riesce a capire dove effettivamente voglia arrivare il protagonista, che poi protagonista effettivamente non lo sembra, anzi, sembrano meglio strutturati i personaggi che gli ruotano attorno, specialmente la ragazza che diventa sua amante. E quindi il film vacilla tra dramma e assurdo, tra tensione e disappunto, e ci si trova a domandarsi se effettivamente abbia un senso trovare una profondità in qualcosa che si propone come profondo (la storia si costruisce attorno alla filosofia, ai concetti filosofici sull'esistenza dell'uomo e del suo scopo) oppure sia più semplice abbandonarsi all'assurdità di una vicenda dove il protagonista sembra accartocciarsi su se stesso perchè non sa più effettivamente chi è, anche quando crede di saperlo. 
Questo film mi ha lasciato parecchio perplesso, e probabilmente andrebbe riguardato (quando mai serve riguardare due volte un film di Woody Allen per capirlo!), e non so se questo sia una specie di pregio o di difetto, anche perchè probabilmente alla fine scoprirei che non c'era nulla da scoprire, o da capire, più di ciò che mi è stato trasmesso da questa prima visione. 
Per ora quindi mi sento di valutarlo con un 6, anche se credo che questa sufficienza sia leggermente alta per il valore effettivo della pellicola, ma c'è da tenere conto degli attori, e non sono per niente una cosa da sottovalutare in questo caso, e loro si meriterebbero un 8 pieno. 

T.M.

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