giovedì 27 febbraio 2014

Preda - Michael Crichton

Primo libro che leggo di Crichton, autore al quale non ho mai avuto particolare desiderio di avvicinarmi. Perchè? Non so bene spiegarlo. Forse perchè avevo paura che fosse il classico "raccontastorie" saturo di avventura, azione e poca sostanza. Mi sono ricreduto? In parte.
Cominciando dai contenuti posso assolutamente dire che le fonti d'informazione che usa per i suoi romanzi sono accuratamente riportate oltre ad essere visibilmente numerose. Per questo è davvero apprezzabile che ogni racconto non nasca puramente da un ghiribizzo dell'autore che svegliatosi una mattina decide di buttare giù una storia, ma ci sono dietro ricerche su argomenti cari allo scrittore, approfonditi e rielaborati per essere "digeriti" da noi lettori, conditi ovviamente con una buona dose di elementi "tipici" che lo rendano interessante e godibile. 
Sulla narrazione ho qualche perplessità, ma nemmeno tanto grande. In effetti è un autore che si fa leggere, e questo è già un gran merito. Il problema è che forse si fa leggere anche troppo, nel senso che le pagine scorrono via come leggere i fumetti, o peggio ancora, come guardare un film. Infatti la narrazione è quella tipica di un romanzo che rispecchia lo schema dei film, in particolare film di avventura, quindi sembra più una "bella sceneggiatura" che non un vero e proprio romanzo, con tanto di inquadrature, suspance e colpo di scena, molto programmato e molto ricercato. Troppo forse, perchè molti romanzi puntano sul colpo di scena, solo che abbinare questo al ritmo serrato di una pellicola che ti scorre davanti agli occhi, con pochi contenuti e tante immagini, questo ti lascia leggermente di stucco, anche se ti mantiene incollato alla pagina. 
Ecco, è forse questo che non ho apprezzato del libro. Non il fatto che non si facesse scollare di dosso, ma che lo facesse nel modo sbagliato, o meglio, nel modo che io non ritengo migliore per un buon romanzo, ossia quello di attirare il lettore con una buona dose di indizi, con parole che caricano di aspettative e svelano sottilmente cruciali passaggi della storia. Ok, ammetto di aspettarmi troppo da un romanzo a volte, ma quello che volevo dire è che spesso è piacevole farsi accompagnare dolcemente all'interno della storia, anche facendosi scrollare improvvisamente, ma nel modo giusto; in questo romanzo invece mi è sembrato di assistere ad una specie di film di fantascienza in cui ci sono buoni e cattivi e dove tutto sembra preludere ad una catastrofe piena di sparatorie, bombe e fine del mondo. Forse non sono fatto per queste storie, anche se ciò non toglie che il soggetto di base era estremamente interessante e decisamente attuale, cosa che invoglia ancora di più a conoscere gli sviluppi della storia. 
Diciamo che posso votare con un 7, per dare una seconda possibilità a questo autore di cui ho letto solo un romanzo e tra l'altro nemmeno uno dei primi e famosi best sellers. Speriamo in meglio!

T.M.

martedì 18 febbraio 2014

Il discepolo - Elizabeth Kostova

Questo romanzo è rimasto nella mia libreria per lungo tempo lo ammetto, e rimpiango anche che sia stato così, anche se forse ogni libro ha il suo tempo, ed il tempo per questo era proprio ora, apprezzato nella sua interezza, senza stacchi nè complicazioni. Bisogna ammetterlo, per ogni momento c'è un libro come per ogni libro c'è il suo momento.
C'è molto da dire su questo libro però, perchè nei suoi confronti si è alimentato una specie di amore e odio, ma non vi spaventate, non sto partendo con una recensione che stronca il romanzo dopo una premessa tanto promettente. Però non posso fare a meno di pensare che, nonostante la lunghezza, questo romanzo aveva bisogno di qualche pagina in più. Ecco il classico errore degli autori che sanno scrivere bene, non riescono a concludere degnamente quello che hanno iniziato (Stephen King), o per meglio dire, non riescono a trovare la degna conclusione ad una storia che hanno portato avanti con tanto amore e dove ci hanno trascinati dentro, anche a forza, di cui ci hanno fatto innamorare e di cui non riuscivamo più a fare a meno. Si arriva a quelle ultime pagine dove tutto sembra dire: Probabilmente può, quando non ti lascia con l'amaro in bocca per tutte le pagine lette, quando ti ha fatto apprezzare ogni momento, ogni pagina, così che le ultime risultano trascurabili in confronto al resto.
Per restare sul campo dei contenuti posso solo apprezzare questa prova letteraria dove l'utilizzo dell'immagine di Dracula è stata fatta magistralmente. Il personaggio infatti non era mai stato trattato in questo modo, trasportato ai giorni nostri senza risultare squallidamente trasformato e nemmeno risultando "vecchio" in modo imbarazzante. Anche se c'è da dire che Dracula risulta molto più interessante quando è solo nominato, mentre comincia a perdere parecchia sostanza nel momento in cui "entra in scena". Per assurdo!
La narrazione del romanzo poi è un altro punto forte. Infatti i continui salti temporali, dovuti unicamente alla "lettura" da parte dei personaggi di testi che spaziano per più generazioni, è davvero un modo intrigante di far procedere una storia che in realtà è già scritta! Due volte!
Concludo semplicemente dicendo che è un romanzo che merita di essere letto, basta non aspettarsi troppo dalla conclusione della storia, ma lasciarsi trasportare dalla narrazione, dai viaggi dei personaggi, dalle bellissime descrizioni, storiche e paesaggistiche, che caratterizzano questo libro. 
Voto con un 7,5, forse potrei dare qualcosina in più, però ritengo ancora che sia troppo importante saper concludere una storia per meritarsi un apprezzamento vero e proprio, quindi preferisco restare su una linea neutra. 

T.M.

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