martedì 29 aprile 2008

Mogli a pezzi

Mogli a pezzi è una miniserie di 4 puntate su Canale 5 di Vincenzo Terracciano e AlessandroBenvenuti con Manuela Arcuri, Lorenza Indovina, Eva Grimaldi, Valeria Milillo. Oltre a loro, nel cast, anche Jason Lewis, il bello di Sex and the City, Lorenzo Crespi, Enrico Lo Verso, Brando Giorgi, Giuliana De Sio e lo stesso Alessandro Benvenuti.
La trama - Dora, Alice e Sofia, tre amiche che si conoscono fin dai tempi del liceo. Tutte sono prossime ai quaranta anni e, proprio per questo, si ritrovano a mettere in discussione molti elementi della loro vita. C'è anche Elisa, una bella trentenne che sta per sposare l'ex marito di Alice. Dora, donna in carriera con due figli e un bel marito, mette in discussione il suo rapporto di coppia per motivi professionali; Alice cerca il grande amore ma ancora deve elaborare il fallimento del suo matrimonio; Sofia, sempre vittima del padre e del marito, lotta finalmente per trovare la sua strada. Sono Mogli a Pezzi perché spesso ferite dagli uomini che entrano ed escono dalle loro vite, immerse in storie ingarbugliate e annodate ma forti e tanaci in grado di ricostruire ciò che gli altri mandano in frantumi.

Le storie riportate sul piccolo schermo sono state dedicate alle donne che ormai si sono aggiudicate un successo popolare offrendo uno spaccato del costume italiano attuale. Mogli a pezzi sono così quelle che soffrono di "mal di cuore" che combattono quotidianamente con una difficile realtà.

Un sostegno sicuro

Ci sono mementi in cui ti sembra che forse riesci a rialzarti, che forse non è veramente tutto perduto; in questi momenti riesci a sentire la natura attorno a te, senti il canto degli uccelli, il sole che ti scalda la pelle, senti il vento che ti accarezza, e puoi persino immaginare di alzarti più sù, e forse di cominciare a volare.
Quando senti che forse non è tutto perduto senti che qualcuno ti ha dato un'opportunità, qualcosa che prima non riuscivi a vedere, una mano a cui aggrapparti, e anche se questa mano non è vera, non è concreta, è la mano di una speranza che ti viene dall'alto, non è il tuo struggerti per vedere le cose diversamente, ma è una forza vera che ti solleva, anche se per poco, e ti fa vedere sopra la nebbia delle tue paure, e almeno un po' ti fa sorridere, e gioire di quello che hai, o che puoi ottenere.
Sento di aver afferrato questa mano, ne sento il calore, ho cancellato tutto il resto, le futili persone che solo a parole dicono di starti vicino, che ti guardano da lontano, ma non osano toccarti, avvicinarti, sorreggerti. Sento questa mano che mi porta sù, sento la musica con cui vuole farmi ballare, vuole farmi volare.
La nebbia si è un poco disciolta, ma non ancora del tutto, eppure sento meno freddo, e voglio provare a camminare, seppure scalzo, voglio provare ad andargli incontro, per ricevere un abbraccio, e capire finalmente che anch'io posso farcela, perchp forse me ne sono dimenticato.

T.M.

giovedì 24 aprile 2008

I tulipani

Il tulipano è originario della Turchia, dove cresce spontaneamente e dove iniziò ad essere coltivato circa 1000 anni fa. Il termine tulipano deriva dal greco turban (= turbante), forse perché la sua forma ricorda proprio quella del turbante. Da sempre, tutti i giardini d'Oriente sono "gremiti" di tulipani ed in Aprile a Costantinopoli si celebra la festa del tulipano. Una leggenda turca fa risalire l'origine del fiore alle gocce di sangue versate per amore da un giovane innamorato deluso. Il tulipano nel mondo orientale significa amore perfetto. In Occidente, i bulbi del tulipano giunsero intorno al 1550, grazie all'ambasciatore austriaco a Costantinopoli, che di ritorno dalla Turchia ne portò una quantità consistente a Vienna, dove però non seppero coltivarli adeguatamente. Il paese europeo dove i tulipani hanno avuto più successo è stato senza dubbio l'Olanda; dal 1600, infatti, i tulipani divennero ricercatissimi e questo portò il loro prezzo alle stelle, tant'è che nel 1637 il governo olandese dovette approvare una legge che ne regolava il prezzo. In Occidente il significato del tulipano, nel linguaggio dei fiori, è quello dell'incostanza.

Nome: Tulipa
Nome Comune: Tulipano
Famiglia: Liliacee
Tipo bulbo: rizomi
Dimensione bulbo: da 10/12cm fino a 20 cm

Caratteristiche del fiore: I colori del tulipano possono essere svariati e di tutte le tonalità. Essi possono essere sia nani sia alti, ma, in ogni caso, soavemente profumati. Il periodo della fioritura va da marzo a maggio.
Caratteristiche della pianta: L' altezza della pianta varia tra i 20 ed i 30 cm; le foglie sono di colore verde intenso
Terreno: Deve essere ricco di sostanze organiche, non umido, non argilloso, non compatto bensì leggero.
Periodo di piantumazione: Autunno
Profondità di piantumazione: La profondità, alla quale deve essere posto il bulbo, è di 10/15 cm; tra un bulbo e l'altro mantenere la distanza di circa 10-25 cm, che comunque può variare a seconda della varietà e dell'effetto, più o meno fitto, che si vuole ottenere.
Luce: I tulipani devono essere piantati in una zona soleggiata e, al tempo stesso, riparata dai venti.

martedì 22 aprile 2008

Le Parche

Le Parche (in latino Parcae), nella mitologia romana, sono il corrispettivo delle Moire greche.
In origine si trattava di una divinità singola, Parca, dea tutelare della nascita.
Successivamente le furono aggiunte Nona e Decima, che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza. Figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Esse stabilivano il destino degli uomini.
In arte e in poesia erano raffigurate come vecchie tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle. n un secondo momento furono assimilate alle Moire (Cloto, Lachesi ed Atropo) e divennero le divinità che presiedono al destino dell'uomo. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, assegnandone una ad ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni erano immutabili, neppure gli dei potevano cambiarle.
Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino
Fatum ovvero "destino").

giovedì 17 aprile 2008

Un amore splendido

Leggero, frizzante, ma anche profodamente commovente, questo film assembla in una sola volta tutte le emozioni che si possono provare nella vita, ed in un'intensa storia d'amore.
Non è facile descrivere la sensazione che si prova all'epilogo della storia, dove le emozioni sono ai massimi livelli, i dialoghi si assottigliano, e gli sguardi contano molto più delle parole. Si rimane a bocca aperta, e con le lacrime agli occhi, si vorrebbe provare quelle emozioni, e si guardano stupiti due personaggi che sono riusciti a diventare una cosa sola, un'amore vero, un'amore splendido.
Voto con un 8 un film decisamente romantico, ma anche sorprendentemente spontaneo ed ironico, un film che fa sorridere il cuore.


T.M.

martedì 15 aprile 2008

Govanna Mezzogiorno

Una delle poche attrici italiane che sa far ridere e piangere. Con una bellezza semplice, mai ostentata, ha seguito un percorso artistico fatto di film di qualità, e si è fatta dirigere spesso da autori di livello internazionale. Poco più che trentenne, è una delle interpreti italiane più richieste all'estero.
Dalla danza all'amore per il cinema
Figlia di Vittorio Mezzogiorno (scomparso quando lei aveva vent'anni) e Cecilia Sacchi, due attori importanti del cinema e del teatro italiano, Giovanna cresce a Roma, città dove rimane fino a diciassette anni. Vorrebbe diventare una ballerina e studia danza fino a tredici anni. Superata la maggiore età, parte per Parigi dove trascorre un periodo ricco di lavori interessanti: fa parte del Workshop di Peter Brook, al Centre International de Créations Théatrales. Grazie a questa illustre esperienza capisce che la strada della recitazione è quello che fa per lei. Torna in Italia e debutta al cinema con Il viaggio della sposa (1997) di Sergio Rubini, dove interpreta una giovane donna del Seicento che il destino farà innamorare di un stalliere. La freschezza della sua recitazione, misurata e seducente al tempo stesso, la ritrae come la migliore tra le giovani promesse della sua generazione (vince il Globo d'Oro, il Premio Flaiano e la Grolla d'Oro come rivelazione).
La popolarità con L'ultimo bacio di Muccino
Nel 1998 viene diretta da Michele Placido nel drammatico Del perduto amore e conquista anche stavolta diversi premi, dal Ciak d'oro al premio Pasinetti come migliore attrice. Allo stesso tempo viene scritturata per il film tv Più leggero non basta di Elisabetta Lodoli dove recita vicino alla madre Cecilia e soprattutto conosce quello che diventerà compagno di vita per diversi anni, ovvero Stefano Accorsi. Si lancia nella commedia Asini di Antonello Grimaldi e ne esce vincente, dimostra di conoscere perfettamente i ritmi e i tempi comici. Dopodiché entra a far parte del cast di Un uomo perbene e nel 2000 sbanca ai botteghini con L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, dove interpreta una nevrotica trentenne, in pieni crisi esistenziale, tra un neomarito che la tradisce e una gravidanza tanto desiderata quanto complicata.
Il successo con Ozpetek e l'amore per la Francia
Incrociando il viaggio di uno scrittore famoso, la vediamo in Nobel (2001) di Fabio Carpi, poi diventa un'attrice arrestata ingiustamente per droga in Malefemmine (2001) di Fabio Corvesi. Nello stesso anno è nel filosofico Tutta la conoscenza del mondo di Eros Puglielli, seguito dall'impegnato Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni (2003), dove veste i panni della giornalista italiana rimasta uccisa in un agguato a Mogadiscio. Vince il David di Donatello come miglior attrice per La finestra sul cortile di Ferzan Ospetek, poi scappa in Francia per rifugiarsi in un gruppo di amici per la pelle che mettono in piedi un patto per dare una svolta alle proprie vite ne Il club delle promesse (2004) di Marie-Abbe Chazel. Torna in Italia per fare coppia con Adriano Giannini nello stucchevole Stai con me (2004) e nell'amara riflessione sulla malattia e la vita ne L'amore ritorna (2004) di Sergio Rubini.
In America per una storia d'amore… cinematografica
Spesso ha dichiarato di non amare la televisione ma, in ballo a progetti interessanti, la vediamo trasformarsi nella monaca di Monza per la regia di Alberto Sironi e in Suor Semplice, al fianco di Gérard Depardieu, nella trasposizione tv de I Miserabili (2005) diretta da Josee Dayan. Poi si ritrova adulta a vivere il trauma di una violenza subita da bambina ne La bestia nel cuore (2005) di Cristina Comencini, percorre le strade di un mondo fantascientifico in Ad Project (2005) di Eros POuglielli e diventa confidente di Pollo e Curry, due adolescenti italiani, sullo sfondo di un'India confusionaria come le menti dei due ragazzi, in Lezioni di volo (2006) di Francesca Archibugi. Prende l'aereo e oltrepassa l'oceano per lavorare con Mike Newell nel sentimentale L'amore ai tempi del colera (2007), tratto dall'omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez.

Io sono leggenda

E' un libro assolutamente da leggere, se non altro per rendergli giustizia rispetto alla schifezza di film che ne hanno tratto. Il libro ha uno spessore tale che fa impallidire la pellicola pomposa che ne hanno ricavato; ti coinvolge e soprattutto è in grado di sollevare questioni profonde che in poche parole ti catapultano in quella realtà, e riesocno a scioccarti. In sole 200 pagine ti appassioni ad una storia che in 2 ore di film vorresti solo cancellare. Mi spiace essere così critico, ma ci sono momenti in cui il cinema è veramente in grado di banalizzare la letteratura, e certo questo non sminuisce il libro, che resta tale, ma per chi è portato a guardare un film piuttosto che affrontare l'opera letteraria, questo è uno di quei casi che è in grado di rovinare l'essenza dell'arte, banalizzandola a livelli estremi.

T.M.

Se da oggi non fossi più me stesso...

Vorrei essere una foglia che si libra nell'aria, e spera di stare in volo il maggior tempo possibile, danzando, e cogliendo ogni raggio di sole, portata da un vento generoso.
Perchè non essere un uccello che possa per sempre volare? Perchè non è l'eterno volo ad essere importante, ma quello che ti fa sperimentare l'ebrezza più forte, perchè quella più forte è quella che nasce con la coscienza di finire.

T.M.

lunedì 14 aprile 2008

Lontani

Perchè esistono persone che persistono a ferirti con la loro indifferenza? Dove trovano il gusto in tutto ciò? Sono scogli, contro i quali ogni parola si infrange e perde ogni suo significato, si annienta, e affoga nelle onde di boriosa condiscendenza.
Non è giusto persistere, annullando anche noi stessi; non è giusto soffrire, per chi chiede tanto, ma sa dare così poco. Non è giusto regalare i nostri pensieri a chi li getta confusamente ai propri piedi, e spesso li calpesta, senza rendersene conto. Perchè ai loro piedi stanno le nostre emozioni, ai loro piedi stanno i nostri occhi imploranti, ma loro guardano troppo in alto, e aspirano al cielo, e mentre noi strisciamo nelle nostre angosce una mano ci intima di stare calmi, perchè l'affanno non serve, non dove i deboli pensieri stanno a terra e le sciocche paure strisciano senza ritegno.
Veniamo placati, nel cuore e nell'anima, veniamo congelati, belli solo da guardare. Le nostre parole sono ronzii fastidiosi da scacciare, ed il nostro cuore, forse troppo grande, oscura la vista del loro sole, che è oltre noi, lontano, in un luogo al quale noi non apparteniamo, e dove nessuno ci vuole portare.

T.M.

Buddha bar - Tibet

Cosa insegna la vita

ECCO ALCUNE COSE CHE HO IMPARATO DALLA VITA :

- Che ci sono persone che ci amano, ma non sanno come dimostrarlo e che solo perchè qualcuno non ti ama come vorresti , non significa che non lo faccia con tutto se stesso ;
- Che quando la porta della felicità si chiude, se ne apre un'altra, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che si è aperta ;
- Che le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, ma traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino ;
- Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna, ma la felicità e la crescita avvengono mentre la scali ;
- Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare ;
- Che il sorriso è il modo più economico ed efficace di migliorare il tuo aspetto ;
- Che la vita è dura...ma io sono più duro!

(P. Coelho)

Normale

A volte credi d'essere capace di fronteggiare il mondo intero, vedi la tua vita come qualcosa di speciale, e ti senti normale, un'anima che cerca la propria aspirazione, che lotta, perchè sente di poter vincere per ottenere i propri sogni. Ti svegli al mattino ed hai la carica per buttarti nella mischia, per emergere, e far ascoltare la tua parola. Vedi l'orizzonte, ma non ti sembra mai troppo lontano per farlo appartenere al tuo cuore, ogni giorno.
Poi un giorno ti svegli, e scopri che non tutti i sogni si possono realizzare, che chi ti è vicino spesso ti rema contro. Perdi la percezione delle piccole cose, e i ricordi che tanto ti hanno sostenuto pian piano si annebbiano, e resta tanta angoscia, paura di ciò che hai davanti, di quello che ti lasci alle spalle, paura di essere qui, senza sapere veramente chi sei. E ti accorgi che questa è la tua normalità, e quello che avevi prima era forse un'illusione, troppa speranza sotto ai tuoi piedi che si sgretola ora pian piano ma inesorabilmente.
Ma cos'è normale? Cos'è il presente? Comincio a pormi domande ma non trovo più le risposte.
Dove sto andando?

T.M.

giovedì 3 aprile 2008

Giulia Ottonello

Ventiduenne, genovese, Giulia inizia presto lo studio del canto con la madre Laura Cappelluccio, mezzosoprano ed insegnante, e più tardi danza con Antonella Ledda.
Frequenta in seguito masterclasses in jazz and gospel con Shawn Monteiro ed il compianto Carl Anderson e per il musical con David Ashley.
S’impone all’attenzione del grande pubblico durante la seconda edizione (2003) del programma televisivo “Amici” di Maria De Filippi, che vince.
Finita la trasmissione sia coi compagni di “Amici” che da protagonista partecipa all’I-TIM Tour, ad alcune tappe della tournée di Gigi D’Alessio, duetta con Gloria Gaynor, prende parte a diverse trasmissioni televisive e spot pubblicitari.
Per la Sugar di Caterina Caselli incide un singolo, “Permission”, prodotto ed arrangiato da Corrado Rustici, adattato in italiano da Moltheni (“Spezzami il Cuore”); collabora con gli Aeroplanitaliani per l’Album “Sei felice?”, prende parte al tributo “… a Pierangelo Bertoli” cantando “Pescatore” coi Nomadi.
Debutta nel mondo del musical nel ruolo di Kathy Selden al fianco di Raffaele Paganini in “Cantando sotto la pioggia” per la regia di Saverio Marconi, con la Compagnia della Rancia.

"Arrivati allo spettacolo di oggi, “Squali”, accettare di fare la Sirena, per una come me che con l’acqua solo alle caviglie era presa dal panico e si sentiva già affogare, rappresentava una delle sfide più impegnative che la professione poteva richiedermi.
Ma l’originalità del progetto di Alberto Luca Recchi, le coinvolgenti musiche del M° Massimo Nunzi, l’incontro magicamente fortuito col regista Duccio Forzano hanno fatto il resto.
E poi, giusto per farvelo sapere, ho anche imparato a nuotare, grazie alla pazienza di Silvana Cavaliere."

Depressione

Possiamo essere pieni di contraddizioni, di dubbi, di incertezze; guardarci dentro e spaventarci, chiuderci in noi stessi, e desiderare di sparire. Possiamo cercare di sorridere, seguire gli altri, cancellare le nostre tracce e pian piano prendere una nuova via, lontana da noi. Possiamo guardarci allo specchio, e non riconoscerci, guardarci dentro, e non ritrovarci, cercarci fuori, perdendoci. Oppure possiamo negare ogni possibilità, vedere il vuoto, e non riuscire nemmeno a scorgere i nostri piedi al limite di un baratro. Cerchiamo di sorridere ma non abbiamo specchi in cui guardarci, e se ci muoviamo non abbiamo tracce da seguire. Non abbiamo nessuno a cui donare il nostro cuore, che ormai si riempie di lacrime e comincia a traboccare, e rimpiangiamo quando traboccava d'amore, quando volevamo abbracciare il mondo, e credevamo di poterlo fare in ogni momento. Ed allora ci sediamo, e chiudiamo gli occhi, e accettiamo i colpi di chi ci scansa, senza più guardare, senza più desiderare.

T.M.

martedì 1 aprile 2008

Liberi di volare

Non siamo fatti per aspettare, non siamo fatti per restare a sognare, per sperare, per guardare e continuare a piangere, incassando i colpi della vita, e dell'amore, giudicandoci male quando invece dovremmo lottare, per noi stessi, per il nostro cuore. Dovremmo urlare, ma non contro alla gente, a quei muri fatti di niente, dovremmo spezzare tutte le nostre catene, e volare, abbracciare il cielo, e cantare, solo la nostra canzone, così che qualcuno la oda, lontano, e ci venga a cercare, un giorno, forse non troppo lontano.

T.M.

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