martedì 28 agosto 2007

Saturno contro

Allora l'amore vero esiste, l'amicizia esiste, la comprensione esiste; ma quando esistono tutte queste cose? Non certo quando lo vorremmo noi, sarebbe troppo semplice, queste cose si possono ottenere solo quando è troppo tardi, quando non possiamo più goderne.
Forse è vero, la gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo, ma allora perchè affannarsi tanto? Perchè cercare un ordine delle cose? Se poi si finisce sempre per innamorarsi della persona sbagliata.
Il film di Ozpetek non cerca di dare una risposta, pone tante domande, ci mette di fronte ad una serie di interrogativi ai quali la risposta sembra semplice, ma in realtà ci rendiamo conto che non lo sarebbe mai, neppure se ci mettessimo tutte le nostre forze.
Molti di noi credono di possedere a loro stessi, e viaggiano a testa alta, ma si accorgono troppo tardi di far parte di un gruppo, di esistere con gli altri, e solo allora si rendono conto di quanto sono stati soli, fino a quel momento. Purtroppo non tutti si accorgono di questo, e non tutti sanno dire grazie, ma d'altra parte è anche vero che non tutti sanno molto della loro vita, ed inoltre questa non gli si può svelare davanti da un momento all'altro, e solo un muro su cui sbatteranno contro li renderà coscenti dei loro limiti, allora forse guarderanno davanti a loro, e avranno la decenza di vedere gli altri, oltre a loro stessi.
Voto con un 8, perchè la forza c'è, ma parte del dolore deve ancora riscattarsi, sempre che questo sia possibile.

T.M.

Unicamente sola

Una porta
Innanzi a me .
Guardo .
Chiusa .
Scruto al suo interno
ciò che non vedo .
Desidero .
Cieco
di mille porte
aperte .

T.M.


Perchè te lo dice mamma

La storia promette, promette abbastanza bene, e Diane Keaton come al solito risplende nonostante l'età, e sprizza simpatia da tutti i pori, ma tutto questo dura poco, il film comincia ad apparire banale sin dopo i primi venti minuti, i personaggi restano irrisolti, nessuno di loro, nemmeno i protagonisti, assume uno spessore, una forma, non si conosce niente di loro nè del loro ruolo, a parte quello della mamma, che qui viene esasperato in modo intollerabile, persino per la Keaton, che fa del suo meglio per mantenerlo alto, ma che inevitabilmente scade in battute inutili e prive di giustificazione.
E' superfluo dire che il ruolo della Keaton è stato assurdamente sprecato, e che affiancata dalla giovane Mandy Moore non ha fatto altro che degradare ancora di più il suo ruolo. La "povera" Mandy dovrebbe limitarsi a cantare, risparmiandoci le sue crisi isteriche sul set, che stranamente permangono nel film in smorfie grottesche, che vanno ben oltre alla "risata" della povera protagonista.
Sembra che il regista sia andato a cercare le più squallide banalità per inserirle in un film che funzionava meglio con molto, molto meno.
In pratica è un pastiche di assurdità che credono di essere una storia commovente, dove di commovente invece c'è solo il tentativo di Mandy di recitare.
Lo voto con un 6, per pietà, alla Keaton e come incitamento a Gabriel Macht, l'unico che sembra aver preso seriamente il film.

T.M.

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