lunedì 9 giugno 2014

Acque morte - W. Somerset Maugham


Suggestivo come sempre, il racconto di Maugham è questa volta un insieme di avventura, sentimento, mistero e cinismo (immancabile). Dico questa volta perchè ogni volta Maugham sa sorprendere il lettore co
n un nuovo soggetto, sempre diverso, sempre appassionante ma soprattutto sempre descritto in maniera superba. 
In "Acque morte" troviamo inoltre una struttura narrativa abbastanza diversa dalle altre opere dell'autore; estremamente interessante il modo di introdurre i personaggi, accennando a ciascuno di loro prima, così che ci si possa fare un'idea di chi sono, e descrivendoli dettagliatamente poi, magari nei capitoli successivi, capovolgendo completamente l'immagine che ci siamo fatti di loro. E' come scoprirli volta per volta, dettaglio per dettaglio, vedendoceli illuminati dalla flebile luce di un cerino, per poi lasciarci sbalorditi quando improvvisamente li colpisce la luce accecante del sole. 
Il protagonista poi è come pochi, un esemplare di "rara bellezza"; nella sua delicata noncuranza osserva tutto e viene osservato, ma non agisce in alcun modo per modificare gli eventi. E' una sorta di specchio dello spettatore che ci rappresenta e che ci accompagna ad osservare tutto ciò che accade, di tanto in tanto facendoci scivolare nella sua molle compostezza, che nonostante tutto non ci disgusta, seppur dovrebbe. 
C'è poco da dire di questo romanzo, se non che va assolutamente letto, perchè è un romanzo che come pochi mette in scena l'assurdità della natura umana e le inaspettate conseguenze che può portare un viaggio fuori programma.
Voto con un 9,5. Non è il massimo, ma solo perchè amo soggetti diversi. Per la scrittura merita un 10 pieno. 

T.M.

domenica 8 giugno 2014

Le età di Lulù - Almudena Grandes

Abbastanza difficile esprimere l'impressione che mi ha dato leggere questo romanzo. Iniziato con grandi aspettative, soprattutto notando immediatamente una scrittura fluida, quasi perfetta, coinvolgente e ritmata, proprio come una musica di fondo che accompagna tutto il romanzo; poi però sono incappato in un paio di momenti in cui il tutto sembrava vacillare verso l'assurdo, lo schema sembrava essersi rotto e la trama pareva assumere i tratti di un puzzle insensato creato solo per mettere insieme un'immagine di lussuria sorretta da una buona scrittura. Devo ammettere però che con il terzo atto del libro sono arrivato a capire la meccanica del tutto, e mi sono fatto piacevolmente travolgere dalle ultime ottanta pagine, dove finalmente si ritorna a prendere confidenza con i personaggi, che si erano persi in mezzo alla strada, un po' come capita davvero nelle loro vicende. 
Complessivamente posso dire che è un romanzo aggraziato, equilibrato, che va preso forse a piccole dosi e non con una lettura impetuosa come io invece l'ho affrontato, con la smania di capire la logica dell'intreccio e dei continui salti temporali. Bisogna farsi guidare delicatamente dalla sua trama, scoprendola un po' per volta, assimilandola, senza sforzarsi di capirla, e apprezzando la fine, nella sua semplicità, come un "puro" esempio d'amore, un sentimento che va oltre i confini, qualunque confine, e ti travolge lasciandoti intontito, a volte per giorni, a volte per anni, e a volte per sempre, facendoti dubitare di chi sei, ma facendoti sempre ritrovare negli occhi dell'altro. 
Non fatevi sconvolgere dal tema trattato, non spaventatevi dalle parole utilizzate, questo libro va oltre la volgarità, perchè infatti dimostra la naturalezza degli istinti umani, e li racconta con la loro forma sinuosa, accattivante, scandalosa e a volte violenta, ma li racconta per mostrare l'altra faccia dell'amore, quello che a volte lega inconsapevolmente due persone. 
Voto con un bel 8.5, ma ammetto che meriterebbe una seconda lettura.

T.M.

lunedì 2 giugno 2014

Lampi - Dean R. Koontz

Eccomi alle prese con una lettura che ho lungamente atteso. Sembra assurdo da dire ma questo è uno di quei libri che da ragazzo ho visto in libreria, ho sempre desiderato leggere, ma non ho mai acquistato. Ora finalmente sono riuscito a decidermi di prenderlo e leggerlo tutto d'un fiato. 
Premesso che non è la prima lettura di Koontz ma di sicuro la prima dopo tanti tanti anni; l'ultimo romanzo che ho letto di questo autore risalirà infatti a più di 15 anni fa, ma devo dire che la mia opinione su di lui non è molto cambiata, ossia che sa come intrattenere il suo pubblico. C'è una piccola osservazione da fare però, in questo caso ha scelto un tema un po' complesso, quello del viaggio nel tempo, che non ha saputo gestire sufficientemente bene secondo me; rimangono infatti molte domande senza risposta, e soprattutto verso la fine (questo per quanto riguarda la mia lettura, poi ovviamente ognuno ha un approccio diverso) mi sarei aspettato un capovolgimento, un cambiamento più incisivo degli eventi, soprattutto in merito alla missione intrapresa dal protagonista, cosa che invece non avviene. Non è semplice da spiegare senza svelare particolari essenziali della storia, quindi mi limiterò a dire che mi aspettavo un passaggio più intelligente, qualcosa che permettesse di comprendere meglio il significato di tutti gli eventi che si sono succeduti nei vari anni a tutti i protagonisti, qualcosa che valesse veramente la pena dopo tante peripezie per sopravvivere.
Diciamo che ci sono le premesse per un buon romanzo, che invece alla fin fine risulta solo mediocre, in quanto i personaggi, così forti e ben delineati, perdono di colpo tutta la loro potenza, e le vicende, così ben scandite, anche da buoni colpi di scena, finiscono per diventare scialbe e prive di un vero interesse, quasi banali e arrurde. Le ultime 50 pagine in poche parole mi hanno deluso, non per la scelta del finale quanto per la mancanza di una vera e propria struttura di fondo. 
A malincuore devo votare con un 6 scarso, nonostante il libro tenga incollato il lettore alle pagine (quasi fino all'ultimo). Deludente, forse c'era troppa carne al fuoco o forse c'era una scarsa ambizione. 

T.M.

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