venerdì 27 dicembre 2013

Come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare

Vediamo come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare. Leggere , oltre ad essere una buona abitudine, è anche uno dei passatempi più piacevoli che esistano. Leggere non è solo un modo rilassante per trascorrere il tempo, non permette solo di arricchire il bagaglio culturale, non è solo un modo per migliorare il proprio lessico e la capacità espositiva ma consente di essere catapultati in una nuova dimensione, in un mondo nuovo, parallelo dove trovare rifugio o perdersi.
Leggere è un modo che permette di isolarsi dalla realtà quotidiana, rigenerare la mente e dimenticare, anche se per pochi minuti, problemi, pensieri e ansie che ci accompagnano. Arrivati all’ultima parola, dell’ultima pagina, della lettura resta un sentimento per i contenuti appena terminati, gioia, commozione, insofferenza, delusione, attesa. Comunque sia, un libro non lascia mai indifferenti.
Ma come si può scegliere un libro tra tutti quelli pubblicati e presenti negli scaffali, reali o virtuali delle librerie? Si tratta di un passo spesso difficile, da compiere con attenzione perché nel titolo che si sceglie si andranno a riporre delle aspettative, come fosse un amico a cui abbandonarsi, con la speranza di non essere traditi. 

Come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare per autore 
Di solito, quando si entra in una libreria o si sfogliano le pagine di uno store online, la prima ricerca si effettua sugli autori preferiti. Si guarda o si scopre che è uscito il nuovo libro, si legge la trama o si curiosa tra le opere passate. Come per i grandi prodotti tecnologici, anche per alcuni autori si formano code davanti ai negozi all’uscita di una nuova pubblicazione. Stephen King, Wilbur Smith, Ken Follett, Patricia Cornwell, Joanne Rowling per citarne alcuni, hanno creato filoni narrativi di successo. Collezionare tutte le opere del proprio autore preferito diventa un traguardo importante per il lettore anche se non tutta la produzione possa essere completamente apprezzata. 

Come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare per genere
La scelta di un libro può avvenire anche in base al genere letterario, indipendentemente dall’autore. Leggere diversi libri che trattano lo stesso argomento potrà essere considerato monotono ma fornisce punti di vista diversi e la conoscenza di stili diversi. Agatha Christie o Andrea Camilleri trattano un genere, il giallo, che li accomuna, con una sostanziale differenza di stile dovuta alla diversa epoca di stesura e ambientazione. La scelta di un libro in base al genere è tra le più delicate perché, essendo a conoscenza dell’argomento, il modo in cui viene trattato dall’autore potrà piacere ma anche deludere inesorabilmente rendendo “antipatico“, oltre all’autore,  anche l’argomento. 

Come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare per stato d’animo
E’ risaputo che per iniziare una lettura si debba essere predisposti, con lo stato d’animo adatto a calarsi nell’ambientazione trattata. Con lo stesso stato d’animo si può scegliere un titolo per una lettura d’evasione o impegnata. Ci sono momenti, nella vita di una persona, che predispongono a certi tipi di lettura rispetto ad altri. Ecco che in un momento di innamoramento si potrà scegliere un libro rosa che faccia sospirare il lettore, quando si sogna di viaggiare – e non si può farlo fisicamente – potrà essere piacevole un libro d’avventura o di viaggio oppure, in periodi di riflessione, libri e saggi filosofici o psicologici. Anche in questo caso si tratta di una scelta difficile perché bisogna essere realmente pronti ad affrontare un argomento dettato dalle proprie sensazioni altrimenti il rischio è di cancellare dalle preferenze l’autore, tutto il panorama librario su quell’argomento e, delle volte, anche la lettura. 

Scelta su consiglio
Tante volte si chiede ad amico o familiare, appassionato di lettura, un consiglio su cosa leggere. Un consiglio per una lettura va elargito e percepito con attenzione perché ognuno può consigliare un’opera particolarmente apprezzata ma, ad esempio, il consiglio di leggere una storia d’amore andrebbe dato solo a chi ama quel genere di libri. Quindi sarebbe bene chiedere consigli solo a chi abbia dei gusti e interessi simili ai propri. Naturalmente il consiglio può anche essere rifiutato e, nonostante un libro possa essere particolarmente interessante, potrebbe non piacere a tutti per genere, tipo di narrazione o stile descrittivo. Il consiglio però non è mai sprecato perché resta nella memoria del lettore che ritrovandosi davanti alla copertina del libro, ricordando il consiglio, potrà approfondire le informazioni sull’autore, sulla trama e magari scegliere di leggerlo grazie al suggerimento ricevuto. 

Scelta su regalo
So che ti piace leggere per cui ti regalo un libro” è la frase che il più delle volte accompagna l’omaggio letterario. Un pensiero gradito per gli amanti della lettura ma solo se indovina i gusti del destinatario altrimenti il libro finirà nella libreria senza nemmeno essere sfogliato. Molti regalano un libro perché a loro è piaciuto ma non è detto che per il destinatario sia lo stesso. La lettura è come un profumo, piacevole ma personale. Prima di regalare un libro informatevi sui gusti di chi lo riceverà, se possibile consultate la sua libreria, guardate i titoli già in suo possesso, parlate dei libri che ha già letto per evitare di trasformare un bel pensiero in un regalo non gradito. 

Come scegliere un libro da leggere, regalare o consigliare in base alla classifica
Quando si ha poco tempo per scegliere ma si vuole leggere un libro, si tende a guardare la classifica dei libri più venduti. Anche qui c’è una sezione dedicata alle classifiche di vendita su amazon. Sicuramente è un buon modo per farsi un’idea su cosa leggere ma è più indicato a chi considera la lettura una moda più che un passatempo. Poi si tratta delle classifiche di vendita, non di apprezzamento. Sapere che 2 milioni di persone hanno acquistato un libro potrà anche far capire quale sia la tendenza del momento e magari si tratterà anche di un’ottima pubblicazione ma non dice altro. Ben più importanti sono le recensioni che gli stessi lettori lasciano sul libro letto, quelle sono il vero termometro per stabile se un libro sia apprezzato o meno e, comunque, riguarda individui che possono avere gusti simili ai nostri ma sono diverse da noi.
Scegliere un libro da leggere è dunque cosa semplice e complessa ad un tempo. Da quella scelta dipendono le nostre ore di lettura, che devono essere piacevoli e rilassanti e non sofferte e noiose. Da quella scelta dipende il nostro viaggio verso mete sconosciute.
In un libro, dopotutto, c’è un mondo da scoprire, pagina dopo pagina, e la sua fine non è che l’inizio di un altro mondo, là, a pochi centimetri di distanza dal precedente, nello scaffale polveroso della nostra libreria.

martedì 24 dicembre 2013

Tobia Ravà

Tobia Ravà è di cultura ebraica e svolge la sua attività artistica in vari contesti dall'ebraismo, alla logica matematica, all’arte contemporanea. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e Urbino e poi si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese, Flavio Caroli.
Nel 1971 inizia la sua attività pittorica e dal 1977 espone in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Giappone e Stati Uniti. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo bolognese AlcArte, attivo all’Università di Bologna (DAMS), con l’intento di coniugare il fare arte all’epistemologia.
Nel 1988 si è occupato di Iconografia ebraica, partecipando al progetto di schedatura di epigrafi ebraiche nel Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige insieme a Gadi Luzzatto Voghera e Paolo Navarro.
È promotore del gruppo Triplani; nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente, interagendo in spazi urbani, parchi, ville, edifici storici con l’arte contemporanea.



Codici trascendentali: את
Mostra personale di Tobia Ravà

La mostra personale di Tobia Ravà "Codici trascendentali את ", allestita presso il Centro culturale Altinate San Gaetano, è un affascinante viaggio alla scoperta dei significati nascosti della realtà, attraverso una lettura a vari livelli delle parole e delle immagini. Organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, l'esposizione presenta alcune opere con soggetti architettonici mediterranei, le “Vele”, lavori su alluminio specchiante con boschi e vortici, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti piante, animali ed assemblaggi, realizzati con logiche e percorsi storico-filosofici oppure attraverso semplici associazioni mentali. Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo essendo costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente. L’esposizione in marzo-aprile sarà poi visibile a Tel Aviv ed in maggio-giugno a Roma negli spazi della Ermanno Tedeschi Gallery.
Mostra a cura di Maria Luisa Trevisan e Sirio Luginbühl
13 dicembre 2013-16 febbraio 2014
Padova, Centro culturale Altinate San Gaetanor
Inaugurazione: 12 dicembre, ore 18.00

lunedì 16 dicembre 2013

Desperate housewives 8


Duma Key - Stephe King (presenti spoiler)

Terminato in questo istante. Ho voluto esprimere "a caldo" la mia opinione su questo libro, perchè più volte mentre lo leggevo avevo il forte desiderio di dire cosa King mi stava trasmettendo (finalmente) dopo alcune delle delusioni degli ultimi anni (La storia di Lisey). Il libro si è lasciato leggere come un treno in corsa, che nonostante le moltissime pagine cattura per la freschezza della narrazione. Si possono notare però molte differenze rispetto alla "classica" narrazione di King, il tutto è infatti "un po' meno curato", ma non propriamente in senso negativo, anzi, King diventa di facile accesso ad un pubblico più vasto; che poi questo possa ritenersi una cosa positiva o negativa sta ad ogni lettore da valutare, nel mio caso preferisco un King più elaborato, anche se non astruso, che può anche dire poco ma lo dice in modo impeccabile. Ecco, forse è in questo che pecca un pochino questo romanzo, cerca di dire troppo, e tutto alla fine, e sembra come doversi scusare di non aver detto abbastanza prima. Questo lo trovo inaccettabile, perchè denota una grande insicurezza, infatti tutta l'ultima parte del libro, un buone 250 pagine, sono sì la conclusione della storia, una cosa assolutamente essenziale (anche perchè nelle precedenti 500 della storia viene svelato veramente poco), ci si domanda però se non fosse il caso di evitare una tale caduta di stile banalizzando su patetiche immagini "horror" (che di horror non hanno davvero niente) che tentano di impressionare. Era davvero necessario? 
Le prime 500 pagine mi hanno talmente emozionato che non mi aspettavo sarei finito per fare una critica semi-negativa su questo romanzo, perchè da King non avrei mai immaginato una tale "inversione di rotta"; mi sembra il modo più azzeccato per definire lo svolgimento complessivo di questa storia, dove forse per la prima volta non viene lasciato praticamente un solo punto di domanda, tutto viene minuziosamente spiegato. Sarà forse questo ad infastidire? Stride inoltre il modo sbrigativo in cui viene trattata la reazione della morte della figlia, assolutamente inconcepibile per un narratore in cui la psicologia dei personaggi è praticamente tutto. 
Come posso valutare quest'opera? Mi viene in mente solamente un 6,5 (purtroppo), perchè mi aspettavo decisamente di più. Peccato.

T.M.
 

mercoledì 27 novembre 2013

Casa Howard - Edward Morgan Forster

Devo dire che sono arrivato arrancando all'ultima pagina di questo romanzo, seppure le ultime sessanta pagine abbiano trovato il modo di appassionarmi molto di più di tutte le precedenti centonovanta. E' fondamentale dire che si tratta di un romanzo che si arricchisce man mano che lo si legge, in quanto sembra costantemente mutare per ritmo, costruzione della narrazione ed anche linguaggio in molti casi. In poche parole un romanzo che sa stupire, anche se spesso mi ha fatto sbadigliare. Odio parlare male dei grandi scrittori, per questo eviterò di farlo, ma non posso non dire che molto spesso la narrazione si fa troppo confusa ma soprattutto astrusa, cosa che se in alcuni casi incanta per le magnifiche descrizioni delle elucubrazioni mentali dei personaggi, in altri casi non fa altro che conciliare il sonno. 
Ora però vorrei concentrarmi un attimo sulla trama e sui personaggi: partendo da questi ultimi direi che è difficile definire se ciascun personaggio venga davvero ben delineato nella storia, e quasi sicuramente la cosa è stata voluta; ciascuno infatti sembra incarnare un ideale, un'emozione, più che un vero e proprio personaggio a tutto tondo, quasi che essi servano unicamente per mostrare i contrasti all'interno della storia, contrasti che sottolineano la quasi totale mancanza di possibilità di connessioni, parola molto importante all'interno del romanzo.
Possono davvero Margaret ed Helen aiutare Leonard? Può (o deve?) la borghesia aiutare il povero cercando di indirizzarlo verso la giusta strada? Può un intellettuale vivere fianco a fianco per il resto della sua vita con un  borghese ottuso legato alla strategia dei soldi, dovendo quindi sopprimere ogni viaggio della mente ed ogni possibile deviazione (anche solitaria) da un percorso preordinato? Il libro pone queste ed un altro milione di domande su quello che sono i contrasti della vita, e molto spesso le risposte sono vaghe, perchè non esiste una strategia di vita, ma solo uno specchio su quello che sono state e saranno le abitudini dell'uomo "moderno" che affronta il proprio tempo, le carezze e le bastonate che si trova ad affrontare, dove però è indispensabile non dimenticare che molto spesso è l'approccio più semplice quello che ripaga, e soprattutto evita le ferite. 
La trama è quindi molto complessa, e ricca di colpi di scena, anche se credo non sia per nulla fondamentale la successione degli eventi, quanto le reazioni che provocano sulle relazioni tra i personaggi; sono queste che arrivano ad un culmine in cui tutto diventa decisivo, ed in cui ognuno si deve sentire obbligato a scegliere la strada da percorrere. Perchè prima o poi la vita pretende che tu prenda una scelta, e spesso la scelta è quella di convivere in modo armonioso con chiunque ti stia intorno, perchè solo così si può raggiungere, e comprendere, l'armonia delle connessioni
Voto 8 (non è possibile non apprezzare la buona scrittura)

T.M.

p.s.
Evitate di guardare il film di James Ivory prima di leggere il romanzo (cosa che ovviamente a me è capitata) in quanto il film rispecchia completamente, e quando dico completamente intendo quasi parola per parola, il libro e questo non può che rovinarvi l'emozione della lettura, rendendola decisamente più noiosa di quanto non possa esserlo senza conoscere il percorso della narrazione. Detto ciò, alla fine del romanzo guardate pure il film, perchè una trasposizione cinematografica non è mai stata così bella e così fedele come in questo caso, anzi, potrei dire anche che la lettura del romanzo migliora l'approccio con il film, infatti ho tentato di affrontare questa pellicola per ben tre volte prima di vederla interamente, e l'ho comunque trovata molto astrusa e noiosa. Forse film e romanzo si compensano, l'uno arricchisce l'altro, e spero che anche questa mia recensione possa aumentare il vostro interesse per questo titolo.

venerdì 15 novembre 2013

Come inserire il pulsante mi piace di Facebook attraverso il gadget HTML/JavaScript


Aprite la pagina del Layout cliccando prima su Design e poi su Layout. Cliccate su "Aggiungi gadget" e scegliete HTML/JavaScript. Vi si aprirà una finestra dove dovrete completare i  campi Titolo (ma è facoltativo, io infatti l'ho lasciato in bianco perché il titolo viene visualizzato nel blog subito sopra l'applicazione e a me non serve dare un nome al pulsante di Facebook), e il campo Sezioni del sito dove andrete a copincollare il codice qui sotto dopo averlo selezionato:


Giro di Vite - Henry James

E' il primo romanzo da me letto dell'autore Henry James e posso subito dire che lo stile mi ha fatto una certa impressione. Negativa? Positiva? Non si può parlare di positivo o negativo con un personaggio così importante come James, soprattutto non prima di aver letto qualche altro suo romanzo, magari anche più "sostanzioso". Anche se credo che in "Giro di vite" ci sia un grande esempio di stile di narrazione e tema ben mirati.
Ammetto di essere rimasto spiazzato alla fine della lettura del romanzo, anche se spiazzato non riassume bene la sensazione che ho provato. Poi, leggendo la prefazione (ovviamente dopo la lettura del libro, così da non pregiudicare il mio giudizio sul romanzo dato che era molto dettagliata ed esaustiva), mi sono reso conto che tutto quello che ho provato durante la lettura del libro non erano sciocchezze! L'ansia, l'isteria, la morbosità, le continue allusioni sessuali, l'assurdità delle relazioni tra i personaggi, non erano mie invenzioni, erano tutte parti del libro ben orchestrate per lasciare quella sensazione di spaesamento che si prova alla fine del libro, e che ti fa ripensare alle pagine appena lette, dove tutto acquista improvvisamente un senso (o quasi), dove ci si rende conto che non si conosce veramente la collocazione di nessun personaggio, di nessuna emozione.
Devo anche dire che sono stato sviato nel modo di affrontare questo libro dalla convinzione che fosse molto più fedele al film "The Others" che ha ispirato, cosa assolutamente assurada perchè le due opere sono completamente diverse seppure di fondo ci siano intenti simili (e personaggi uguali, o quasi).
Insomma, un libro spaesante, ma decisamente carico di significati e di fascino. Un libro che non va affrontato alla leggera nonostante le poche pagine, ma assolutamente un libro che merita di essere letto.
Voto 8

T.M.

lunedì 11 novembre 2013

La cacciatrice di ossa - Kathy Reichs

Quattordicesimo capitolo per la Dottoressa Temperance Brennan, l'antropologa forense che negli ultimi anni mi ha veramente fatto appassionare a questo genere di romanzo.
Purtroppo però questa volta la storia, ma in particolare la narrazione, sono alquanto scarse. Il tutto infatti convince poco, soprattutto il finale, a peggiore, a mio parere, è il modo in cui la scrittrice ha impostato questo romanzo, il modo in cui lo ha raccontato. Diversamente dal solito infatti vengono tralasciate molte spiegazioni, soprattutto della vita della protagonista che, per chi non la conosce perchè non ha letto i precedenti romanzi, in questo caso resta una perfetta sconosciuta. Inoltre Temperance questa volta affronta di petto la situazione, improvvisandosi investigatrice (aveva iniziato un po' a farlo anche in "206 ossa" e la cosa aveva per l'appunto declassato un tantino il romanzo), cosa che altera alquanto la sua posizione all'interno della saga, nonchè l'interesse per il suo personaggio, dimostratosi sempre molto serio ed all'altezza delle situazioni, e diventanto improvvisamente un investigatore da quattro soldi senza nè capo nè coda.
Apprezzo gli sforzi per mantenere il tono, ma non riesco a smettere di pensare che questo romanzo sia stato una forzature per far uscire a tutti i costi una storia senza rompere la catena di "un romanzo all'anno". Questo però svaluta molto la Reichs, alla quale devo assolutamente dare un 5 come ammonimento. Mi dispiace tanto.

T.M.

sabato 28 settembre 2013

Il Signore Degli Anelli - John R. R. Tolkien

Sono sempre stato molto scettico sui romanzi Fantasy, ecco perchè ho affrontato questo romanzo solo perchè è stata una specie di scommessa tra me ed un mio amico. Ed ecco che capita l'inaspettato. Adoro questo libro.
Non posso dire che sia uno dei libri più semplici da leggere, soprattutto per il fatto che nonostante la sua lunghezza andrebbe letto assolutamente tutto di seguito e non secondo la suddivisione in tre capitoli che ne è stata fatta. Resta comunque il fatto che ne sono rimasto assolutamente affascinato, sotto tutti i punti di vista. La narrazione è magistrale, l'ambientazione spettacolare (ripeto, nonostante non ami il genere Fantasy questo libro sembra superarlo ampiamente, è una cosa che va oltre il genere, è un mondo a sè stante!) i personaggi restano nel cuore e soprattutto tutto ciò che viene narrato sembra esistere davvero, pur superando i confini della realtà; ogni cosa infatti ha un suo perchè, e viene spiegato minuziosamente, ma mai annoiando. C'è da dire che per approfondire ancora meglio la storia ed i personaggi sarebbe necessario leggere tutti i libri correlati al Signore degli Anelli, cosa che ho assolutamente intenzione di fare a breve; sono rimasto poi ammaliato dalla modernità stessa del racconto, i parallellismi possibili con il nostro mondo, con la nostra vita attuale, con le situazioni che viviamo e con le persone che conosciamo. C'è da sbizzarrirsi a trovare tutte le sfaccettature possibili di questo romanzo, ed ogniuna porta ad una scoperta nuova e sempre piacevole.
E' insomma un libro che va letto assolutamente prima o poi, senza farsi spaventare dal suo "peso", ma facendosi solo trasportare dalla storia, come se fosse una fiaba che ci viene raccontata prima di andare a dormire e che sogni non fanno che prolungare.
Voto con un 10. Mi ha davvero conquistato.

T.M.

venerdì 28 giugno 2013

E' giusto cambiare per gli altri per poi non riconoscersi?

E'  una domanda che mi sono posto almeno un milione di volte nella mia vita.
Fino a che punto siamo veramente noi stessi? E quanto cambiamo per gli altri? Cambiare un po' per gli altri, per piacere, credo sia una normale prassi nella vita della maggior parte delle persone, soprattutto quelle che hanno un carattere introverso e faticano a socializzare, una cosa che viene praticamente automatica quando ci si trova in mezzo alle persone e si scoprono i propri punti deboli mentre si cominciano a contare gli innumerevoli punti forti altrui. Allora cominciamo a fare un'analisi mentale di noi stessi, e cominciamo a credere che facendo così potremmo essere più simpatici, oppure comportandoci in quel determinato modo potremmo attirare l'attenzione di qualcuno di interessante. Ed ecco che cominciamo a mettere in moto quel meccanismo perverso e incontrollabile che ci fa cambiare da noi stessi, da quello che abbiamo sempre visto allo specchio, da quell'IO che custodivamo gelosamente perchè lo conoscevamo sotto ogni aspetto, e ci piaceva. Ma ora non ne siamo più tanto sicuri, perchè se gli altri non ci notano allora non siamo davvero così speciali. Ecco il primo pensiero sbagliato che potremmo mai fare! D'altra parte "Cambiare" non è mai una cosa sbagliata fino in fondo, dipende fino a che punto siamo disposti a farlo; se per piacere andassimo contro ai nostri principi allora quello sarebbe un modo molto sbagliato di cambiare.
Anch'io a volte stentavo a riconoscermi, avevo perso il filo di me stesso e credevo che tutto ciò che avevo davanti fosse una brutta copia di quello che volevo essere, o meglio, che gli altri volevano vedere in me. Allora passavo giorni interi ad interrogarmi su ciò in cui credevo veramente, su cosa di me stesso era veramente importante, quali aspetti del mio essere non potevano in nessun modo essere cambiati per rendermi ancora riconoscibile a me stesso ma soprattutto agli altri. Ed allora mi sono reso conto che in fondo ero ancora IO, non avevo cancellato il mio vero "essere", era solo leggermente appannato da una moltitudine di sfumature che ricoprivano ciò che ero, come una patina di incertezza, ma sollevata questa, come un velo trasparente, tutto ciò che ancora muoveva i fili ero unicamente io. Io con il mio cuore malridotto ma che ancora poteva battere. Allora ho preso in mano la situazione ed ho affrontato le priorità della mia esistenza, cancellando false aspettative e improbaibili amicizie, frutto di un disperato tentativo di emergere, quando invece il solo modo per spiccare in mezzo agli altri era brillare di luce propria.
Le sfumature servono, ma cerchiamo di non farle diventare ombre, altrimenti ci troveremo intrappolati in qualcosa di irrecuperabile.

T.M.

domenica 2 giugno 2013

Il re dei torti - John Grisham

Primissimo libro che leggo dell'Autore in questione, e nonostante non sia uno dei suoi romanzi più famosi mi ha decisamente colpito. 
Innanzitutto è da apprezzare il coinvolgimento della lettura, scorrevole e ben ritmata. Forse non un romanzo ricco di colpi di scena come ci si potrebbe aspettare dalla fama di Grisham e dei suoi intrecci, è però da apprezzare il modo in cui ha affrontato il tema, quello della "corruzione" degli avvocati, sempre in bilico tra cosa è giusto e cosa è sbagliato. Mi hanno decisamente lasciato senza parole le vicende affrontate dal protagonista, il modo in cui i soldi corrompano le persone e le porti a perdere il controllo su loro stesse senza che se ne accorgano. Ma non è questo l'aspetto più interessante del libro, quanto invece i casi trattati dall'avvocato, le cause intentate alle grandi aziende farmaceutiche ed i loro gravissimi errori (non voglio svelare di più altrimenti vi rovinerei tutta la parte più bella del libro).
Comunque un libro consigliatissimo, da un "vergine" del genere, che è però rimasto profondamente colpito dalla bravura di questo scrittore di tenere incollato il lettore fino all'ultima pagina (raramente mi succede di far fatica a riporre un libro che sto leggendo!).
Voto con un 8, non mi tengo più alto solo perchè forse il finale poteva essere un pochino più brillante. 

T.M.

venerdì 17 maggio 2013

Insomnia - Stephen King

E così finalmente ce l'ho fatta. Dopo due tentativi infruttuosi (uno di 200 pagine e uno di forse poco più di un centinaio) sono riuscito a leggere tutto questo voluminoso tomo del Re. Cosa mi avesse spinto ad abbandonarlo le prime due volte non lo saprei spiegare con certezza; di sicuro so che mi provocava una terribile sonnolenza (neanche a farlo apposta!). Stà di fatto che ora che sono giunto finalmente alla fine di questo romanzo posso dire che l'ho davvero apprezzato. Parliamoci chiaro, non è il suo miglior romanzo, anzi, e forse sono proprio alcune sue caratteristiche troppo "particolari" che mi hanno fatto allontanare all'inizio, come un po' di lentezza iniziale, quando la trama non è ben definita e non si riesce a capire lo scopo di tutto ciò che accade (molto poco); ma ora che sono riuscito ad apprezzarlo in tutta la sua interezza ed ho capito che di fondo c'è un importante collegamento alla serie de "La Torre Nera", posso tranquillamente dire che di sicuro proverò ad avvicinarmi anche a questa famosa serie che fino ad ora non mi ero mai interessato di prendere in considerazione. 
Parliamo un po' di "Insomnia" però: libro "consistente", soprattutto per l'estrema lunghezza con cui sono trattati gli episodi, cosa che molto probabilmente farebbe spazientire coloro che sono abituati ad un ritmo un tantino più avvincente, se poi consideriamo che il protagonista ha settant'anni! possiamo tranquillamente metterci l'animo in pace (ma non disperate...le cose possono cambiare!).
Tutta la vicenda si svolge su toni che rimandano senza dubbio al paranormale, forse fin troppo per quello che si è abituati a leggere nei romanzi di King, ma questo è forse uno dei tratti importanti che lo porta a collegarsi ad una saga Fantasy (La Torre Nera) dove il collegamento con la Realtà è di sicuro importante ma non gioca un aspetto così rilevante per tutta la vicenda. Stà di fatto che il libro affronta dei concetti davvero interessanti, e lo fa in modo decisamente singolare che li rende affascinanti; l'approccio alla Realtà in questo libro non è così scontato, anzi, ci fa scoprire cose che probabilmente non avremmo mai notato, e quando poi si mette da parte il libro e ci si guarda attorno niente ci può più apparire come prima.
Per quello che mi riguarda posso dire che mi sono affezionato ai protagonisti, anche se all'inizio li trovavo insopportabili e credevo che non sarei mai riuscito a digerirli, forse proprio per la loro lentezza! Ci si affeziona insomma, e si arriva alla fine anche commossi del lungo percorso che hanno fatto insieme (e insieme a noi) e si guarda indietro con un po' di nostalgia perchè la "consapevolezza" che ci mancava del tutto all'inizio finalmente è stata raggiunta, ma vogliamo veramente perderla di nuovo? Domanda interessante a cui si può rispondere solo leggendo attentamente il libro, e chissà, forse anche leggendo "La Torre Nera".
Voto con un 7,5, per non sbilanciarmi troppo, ma vi terrò aggiornati sui tomi successivi. 

T.M.

venerdì 10 maggio 2013

Easy girl - Easy A

Ecco un film che mi sentirei davvero di consigliare con tutto il cuore. Perchè è un capolavoro? No. Semplicemente perchè è un film divertente ed allo stesso tempo piacevole e ben girato; una cosa in particolare lo rende davvero imperdibile, ed è la protagonista, Emma Stone, un'attrice davvero unica, con una mimica facciale che ha dell'incredibile. Sa farti passare dal delirio di risate alla massima serietà (non dovete perdervi "The Help", un film che merita ed un'interpretazione impeccabile). Non sono ancora riuscito a vedere il suo "Gangster Squad" ma di sicuro non attenderò molto, anche perchè mi incuriosisce non poco il ruolo completamente diverso da quello in cui sono abituato a vederla.
Comunque per tornare al film è assolutamente consigliato, per una serata spassosa ma assolutamente lontana dalla stupida commedia banale a cui ci hanno abituato "Scary movies" & co.
Voto 8, anche solo per il fatto che non riesco a smettere di vedere il pezzo iniziale del film che mi fa ancora ridere dopo la millesima volta che lo vedo!

T.M.

giovedì 18 aprile 2013

(500) Days of Summer - (500) Giorni Insieme

Cinico? Forse. Romantico? Sicuramente. Nel ribaltare gli stereotipi delle classiche Commedie Romantiche questo film riesce ad essere estremamente convincente, ma soprattutto sorprendentemente realistico. 
Forse non vogliamo crederci, ma l'Amore non si fa comandare, non sottostà a regole, non vuole nomi, non cerca conferme. L'Amore esiste a basta, sono le domande a non esistere, quelle che compaiono tra le labbra e che dovrebbero farci capire immediatamente che è ora di cambiare strada. Quelle domande che sono la conferma della fine. L'Amore non ha Domande, è una semplice risposta. Sì.
Il film sembra essere un'analisi della "non consapevolezza" più che dell'Amore, eppure allo stesso tempo questa "non consapevolezza" cos'è? Come possiamo capire quando una Storia non è più una Storia? Oppure quando non lo è mai stata? Forse perchè dovremmo cominciare a guardarci attorno? Smettere di chiuderci in un NOI e vivere come due semplici persone che intersecano il proprio destino al fine di capire dove questo le può portare? Domande. Ancora domande. Allora è meglio non pensare, e non soffrire, perchè la consapevolezza prima o poi arriva, ed inevitabilmente ci apre gli occhi.
Voto con un 7,5 , decisamente un film interessante, l'ennesima pellicola che non pensavo avrei mai guardato, e che invece mi ha piacevolmente colpito.
p.s. perchè bisogna sempre storipiare i titoli in italiano?!?!?!

T.M.

martedì 16 aprile 2013

Aquilano.Rimondi, eccessi sartoriali mixati a virtuosismo

Le condizioni della creatività contemporanea sono antitetiche rispetto a quelle di quarant'anni fa, quando il sistema e la lingua del prêt-á-porter furono inventati dalla generazione dei pionieri, italiani in primis. Allora si costruiva da zero: l'alta moda rappresentava il feticcio da distruggere. 
Oggi la creazione - nella moda, e oltre - solo di rado è moto spontaneo. Si crea citando e rielaborando il già fatto, in una vertigine di smontaggi e nuove interpretazioni. Manierismo, in altre parole, che non esclude l'invenzione. Nell'arte è sempre stato così. È il frutto di particolari momenti storici, come quello presente. La moda non fa eccezione. Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, in arte Aquilano.Rimondi, sono indubbiamente manieristi: citano, omaggiano. Lo fanno a modo loro, però, e proprio per questo andrebbero inclusi nel novero dei pochi italiani, oggi, dallo stile originale. Non a caso, sono parecchio apprezzati all'estero. I department store americani li sostengono dalla prima ora. Anna Wintour, che non fa nulla per caso, presenzia ai loro show, concedendo un indelebile imprimatur. 

venerdì 12 aprile 2013

Giovane che legge

T.M.

Lovecraft: Teoria dell’Orrore

“I rapporti fra uomini non stimolano la mia fantasia. Semmai è il rapporto dell’uomo con il cosmo, con l’ignoto, che solo riesce ad accendere in me la scintilla dell’immaginazione creatrice. Il punto di vista antropocentrico mi riesce insopportabile, perché non posso condividerne la primitiva miopia che esalta il mondo trascurando ciò che vi sta dietro. Il mio piacere è la meraviglia, l’inesplorato, l’inaspettato, ciò che è nascosto e quell’alcunchè d’immutabile che si cela dietro l’apparente mutevolezza delle cose. Rintracciare quel ch’è remoto nel vicino; l’eterno nell’effimero; il passato nel presente; l’infinito nel finito; queste sono le fonti del mio piacere e di ciò che io chiamo bellezza”. (H.P. Lovecraft, “In Difesa di Dagon”, 1921)

Nelle vesti di critico e di teorico letterario, non meno che in quelle di straordinario narratore dell’orrore, H.P. Lovecraft non sarà mai lodato abbastanza. Basti citare il suo fondamentale “Supernatural Horror in Literature”, il primo vero studio sulla narrativa dell’horror e del mistero che sia mai stato scritto – ancora oggi una pietra miliare nel suo genere e manifesto, mai come oggi così attuale, delle inquietudini del terrore in letteratura – per rendercene conto.

Ma Lovecraft ha scritto anche tutta una serie di sue brillanti argomentazioni sulla materia presa in oggetto, l’horror e il fantastico (materia eterea, irreale, da cui nascono tutte le fantasie...) e in particolare il cosmic horror che è al centro della sua poetica, e le sue interpretazioni hanno anticipato quelle di noti critici e teorizzatori del genere come Tolkien, Borges e Caillois, con il fantastico inteso come alternativa o Mondo Secondario (“secondary world”) e il soprannaturale visto quale interruzione e violazione delle Leggi naturali che dominano la Realtà.

giovedì 11 aprile 2013

Piccoli artigiani rivivono sul web

Franco Zullo ha messo in rete i migliori sarti di Milano. Su Mypersonaldresser.it è possibile ordinare un capo tagliato su misura. Invece Ester Brunini è un'artigiana del vetro e grazie al crowdfunding è riuscita ad aprire a Bolzano la sua prima bottega: la banca non le erogava un mutuo, e così Brunini ha chiesto e ottenuto dalla rete quasi ottomila euro. C'è poi Luca Mezzini, pavimentatore bolognese e realizzatore di coperture alla veneziana. 
Grazie al web s'è aggiudicato una commessa in Germania. Franco, Ester e Luca sono i nuovi artigiani digitali, quella generazione che oltre alle mani usa anche la rete. Grazie alle tecnologie vendono online, dialogano con la community e si posizionano verso nuovi pubblici e nuovi mercati, esportando il made in Italy all'estero.  
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giovedì 4 aprile 2013

(il sorriso dell')Arte

T.M.

Cose Preziose

Dopo essermi deciso ad affrontare questa lunga lettura... devo dire che non me ne sono pentito per niente! Finalmente riconosco il Maestro; King ha dato davvero il meglio in questa appassionante avventura nell'insolita cittadina di Castle Rock, dove le storie di ogni personaggio sono raccontate come appassionanti "pettegolezzi" di quartiere, e non puoi fare a meno di conoscere ogni sordido particolare del loro sviluppo, un po' alla Desperate Housewives se vogliamo estremizzare! 
Certo qui gli sviluppi sono decisamente più cruenti, ed anche più insoliti; bisogna dire che l'analisi approfondita fatta dall'autore (e non si può certo dire che abbia tralasciato particolari per nessuno dei suoi personaggi, alla fine del libro era quasi come se li conoscessi tutti meglio dei miei stessi vicini!) per personaggi, luoghi, vicende, sentimenti, porta il lettore completamente dentro la storia, lo immerge facendolo sentire parte del tutto, soprattutto considerando com'è sviluppata la prefazione e la postfazione, e questo rende un gran merito al maestro che fa un lavoro eccellente senza mai andare troppo sopra le righe, come potrebbe capitare per alcuni suoi romanzi dove l'"eccesso di fantasia" può disturbare. Questo è invece un lavoro minuziosamente ricamato attorno alla psicologia della persona, alle sue debolezze, ai suoi desideri, uno specchio della società dove tutto viene messo a nudo e mostrato nella sua incredibile meschinità. Si potrebbe dire che togliendo il cardine di Leland Gaunt, il misterioso venditore, quella che rimane potrebbe essere la situazione, forse leggermente estremizzata, di una società fatta di bugiardi, arraffoni, e meschini non tanto diversa da quella che potremmo trovare vicino a noi. 
Ho apprezzato comunque ogni singolo aspetto di questo romanzo, che nonostante la sua lunghezza, criticata da molti lettori ma secondo me indispensabile, mi ha appassionato fino all'ultima pagina, e mi ha permesso di confermare ancora una volta che il talento di King (del vecchio King) non può essere messo in discussione.
7/8

T.M.

I talenti della moda globale a caccia di crowdfunding per realizzare i loro sogni. Ma l'Italia è ancora indietro

A Como, Lisa e Francesca hanno creato una collezione di borse e accessori che hanno chiamato "Aria Fritta" e che fra i loro amici ha avuto talmente successo da convincerle a trasformare un hobby in business. A New York, Jake Bronstein, con il suo marchio Flint & Tinder, vuole lanciare una felpa in cinque colori, garantita dieci anni, che verrà riparata gratuitamente e in modo creativo ogni volta che si danneggerà. A Lisa e Francesca servono 20mila euro per registrare il marchio e affittare uno studio, a Jake 50mila dollari per comprare il cotone in California, gli elastici in Florida e avviare la produzione. Soldi che non hanno chiesto ai genitori, ma al mondo intero, tramite il crowdfunding, il finanziamento diffuso che passa dal web, usando piattaforme online dedicate a giovani (ma non solo) creativi che vogliono realizzare il loro progetto: Indiegogo e Kickstarter

mercoledì 3 aprile 2013

Nella moda i giovani snobbano i mestieri manuali. Ma una magliaia può guadagnare il doppio di un direttore di banca

Tra i molti paradossi della nostra contemporaneità, uno riguarda gli artigiani specializzati. Da una parte c'è la domanda, altissima, anche perché non c'è lusso senza mestieri d'arte e il lusso è l'unico settore passato praticamente indenne attraverso la crisi economico-finanziaria globale innescata nel 2008 dal fallimento Lehman Brothers, e che continua a crescere a due cifre.
Dall'altra parte c'è l'offerta di artigiani, che scarseggia perché mancano le scuole in grado di formarli. Mancano perché negli anni il numero di persone che ambivano a frequentarle è crollato: l'artigiano, in altre parole, ha perso ogni prestigio sociale. Al momento di scegliere un percorso formativo, i giovani scartano a priori, se appena possono, le scuole e gli istituti professionali e chi cerca un primo impiego senza avere alcuna preparazione specifica, preferisce un lavoro sottopagato di commesso, ad esempio, all'inizio di un percorso di formazione all'interno di un laboratorio o di un'azienda che in pochi anni gli darebbe un know how prezioso.
Prezioso anche dal punto di vista economico: basti pensare che oggi una magliaia o una modellista con una decina di anni di esperienza, ad esempio, può guadagnare tra i 3 e i 4mila euro. Quasi il doppio di un direttore di banca e quattro volte tanto una commessa.

Moda24

giovedì 14 marzo 2013

Wilde

"Sognatore è chi trova la sua via alla luce della Luna, punito perchè vede l'alba prima degli altri" (Oscar Wilde)

Cosa può sottendere questa frase secondo voi?

mercoledì 13 marzo 2013

Il dilemma di Benedetto XVI

Il dilemma di Benedetto XVI è un'antologia italiana uscita su Urania collana, nel 1978, che propone alcuni racconti di scrittori statunitensi usciti nelle pagine della rivista Fantasy & Science Fiction fra il 1976 ed il 1977.

Elenco dei racconti

Il racconto breve di Herbie Brennan ipotizza un futuro in cui un feroce dittatore, Victor Ling, sta ascendendo al potere della nazione di Anderstraad. L'unico che sembra avere intenzione di fermarlo è il papa Benedetto XVI, il quale ha avuto una visione mistica che gli ha imposto di attaccare Ling e detronizzarlo. Il papa, però, ha degli scrupoli di coscienza, così manda a chiamare Steinmann, fra i più grandi e rinomati psichiatri dell'epoca: il compito del dottore sarà di stabilire la sanità mentale del papa, e quindi automaticamente l'autenticità delle visioni. Se è sano, l'atto successivo del papa sarà l'invasione di Anderstraad, se è matto ciò non avverrà.
Il racconto esce sul numero di settembre 1977 della rivista Fantasy & Science Fiction, e viene presentato in Italia da Urania il 26 marzo 1978 (7 mesi prima dell'elezione a papa di Karol Wojtyła con il nome di Giovanni Paolo II). L'autore usa il nome "Benedetto XVI" perché all'epoca non era ancora stato usato: i "Benedetto" si fermavano infatti a Papa Benedetto XV (papa dal 1914 al 1922). E forse c'è un collegamento voluto con il fatto che il suddetto papa visse proprio durante la nascita del fascismo in Italia, fascismo a cui si rifà il movimento nel racconto capeggiato da Victor Ling.
Il 19 aprile 2005, a 28 anni dal racconto, il cardinale Joseph Alois Ratzinger venne eletto papa e scelse come nome proprio Benedetto XVI.

mercoledì 6 marzo 2013

Autocertificazione in classe G addio. Ora la certificazione energetica va fatta davvero

Per vendere un immobile o trasferirlo a titolo oneroso, così come per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni integrali, il certificato energetico è sempre necessario. Ma la classe energetica va inserita anche negli annunci di affitto e l'attestato serve in caso di demolizione e ricostruzione. E adesso non c'è più neppure la "scappatoia" dell'autocertificazione in classe G.
Niente più autocertificazioni. A certificare le prestazioni energetiche di un edificio può essere solo un tecnico abilitato. I proprietari non possono più ricorrere all'autocertificazione, perché questa strada è stata cancellata dal decreto del 22 novembre 2012, in vigore dallo scorso 28 dicembre. Era un'alternativa molto utilizzata, anche se poneva automaticamente l'immobile in classe G, ossia nella classe più bassa.
Il ruolo dei tecnici. Esclusa l'ipotesi dell'autocertificazione, fare a meno del tecnico è quindi impossibile. Le occasioni di lavoro e la richiesta di professionisti abilitati è ormai sempre più diffusa. Ma come si diventa certificatore energetico? Dopo un lunga attesa, il Governo, il 15 febbraio scorso, ha finalmente varato il decreto che detta le regole per svolgere la professione di certificatore, indicando nel dettaglio i titoli di studio e disciplinando i corsi di formazione.

martedì 5 marzo 2013

Pantone Fashion Color Report: i colori che indosseremo nella primavera 2013

Lo scorso gennaio Pantone ha decretato il tangerine tango colore dell’anno, lo abbiamo visto prendere la forma di borse, abiti, poltrone, accessori, cover per iPhone e poi sparire, lentamente, per far spazio a tonalità neon e fluorescenti. Oggi è tempo di pensare, forse con tropo anticipo (ma si sa che la moda ha tempi ben diversi da quelli del nostor guardaroba), alle tonalità che ci vestiranno la prossima primavera. Nel Pantone Fashion Color Report ce n’è per tutti i gusti, lapalette comprende infatti tonalità neutre e vitaminiche, caratterizzate dalla ricerca di equilibrio tra luminoso e brillante, classico e nuovo.Predominerà il verde, nelle sue sfumature più delicate o brillanti, ci sarà spazio per blu e viola, qualche tocco di giallo e non mancherà un ritorno dell’arancione, in una versione più slavata e un intenso rosso papavero. Ecco l’elenco dei colori con i rispettivi codici e nomi ufficiali: PANTONE 14-0446 Tender Shoots, PANTONE 14-6011 Grayed Jade, PANTONE 17-5641 Emerald, PANTONE 16-3520 African Violet, PANTONE 17-1664 Poppy Red, PANTONE 16-1360 Nectarine, PANTONE 13-0756 Lemon Zest, PANTONE 16-4120 Dusk Blue e PANTONE 12-1008 Linen.

12 ottobre 2012 | Autore

Per approfondimenti Pantone.com

lunedì 4 marzo 2013

Realtà

Ci sono momenti in cui si vorrebbe solo chiudere gli occhi e lasciarsi avvolgere dal silenzio; far sparire tutto intorno a noi per assaporare un attimo di pace. Lasciarsi cullare da una debole musica che possiamo udire solo noi, nella nostra testa; abbracciarla e sentire che ci riscalda il cuore facendoci vibrare ogni singola parte del corpo. In quei momenti il tempo si ferma e noi possiamo essere tutto, oppure niente, possiamo toccare il cielo o stenderci a terra per saggiarne la superficie. Ogni singola particella attorno a noi diventa estremamente importante, mentre noi ci sentiamo così impalpabili, eterei, degli spiriti capaci di tutto, estremamente altruisti e sorridenti. Ma basta un leggero ticchettio, quel martellante rumore che scandisce il nostro tempo, che frammenta la nostra giornata e segmenta ogni nostra emozione in sottili fasce trasparenti, scomposte dalla furia del vento; e ci ritroviamo con gli occhi spalancati, di fronte alla realtà che volevamo dimenticare e che invece ci ha sempre tenuto per mano, per evitarci di scappare, succubi del ricordo di ciò che dobbiamo essere per smettere di sognare. 

T.M.

venerdì 1 marzo 2013

The Green Closet 2013, la terza edizione

Inaugurazione il 23 febbraio ore 11.00 a SUPER, Padiglione 3 Piazza VI Febbraio Milano. 

The Green Closet, organizzato da UK Trade & Investment (UKTI) e dal Consolato Generale Britannico di Milano in collaborazione con Pitti Immagine, giunto quest’anno alla sua terza edizione, accoglierà una decina di marchi britannici di moda e accessori eco-sostenibili individuati e selezionati dalla Responsabile Moda e Design di UKTI Italia Marina Iremonger, per offrire ai buyer italiani e internazionali proposte che uniscono qualità e design alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente.
The Green Closet – ha dichiarato Marina Iremonger – si è dimostrato una piattaforma vincente per lanciare nuove collezioni di ricerca e di qualità del Regno Unito. L’edizione di febbraio 2012 ha avuto risultati eccellenti per tutti gli espositori e il nostro aiuto alle piccole imprese della moda è particolarmente apprezzato dagli operatori, dalla stampa e dagli organizzatori dei Saloni”.

Galaxy - Audrey Hepburn

 
www

La cruna dell'Ago - Ken Follet

Appena terminato questo romanzo, e devo dire che la sensazione che lascia è davvero quella di un romanzo pieno d'azione, dove nulla viene lasciato al caso. In particolare ho apprezzato l'ingegno dell'autore di orchestrare metà romanzo al fine di farlo culminare nella seconda parte in una perfetta fusione del tutto, dove ogni elemento interagisce con l'altro e dove le certezze iniziali possono anche cominciare a vacillare. 
Si può guardare questa storia sotto molteplici punti di vista, e uno di questi è l'"umanità" presente in esso, i sentimenti di ciascuna persona e come siano questi, alla fine, che possono capovolgere la Storia (e badate, parlo di Storia con la S maiuscola perchè qui si parla di una Guerra Mondiale). 
Ho apprezzato questo Follet perchè ha saputo essere veramente profondo, veramente puntuale ma soprattutto veramente interessante senza dover "commercializzare" il racconto, come invece ha talvolta fatto in alcuni suoi romanzi scivolando in alcune parti solo per attirare l'attenzione del lettore con mezzi un po' troppo squallidi. Qui invece la storia fila praticamente da sola, ed è confortante arrivare alla conclusione sapendo che tutto è stato fatto al fine di riconciliarci un po' con ogni personaggio, pur mantenendo ogniuno al suo posto, anche perchè in una Guerra, purtroppo, ogniuno sa qual'è il suo posto, e per quanto sbagliato sia, deve arrivare alla fine. 

T.M.

giovedì 28 febbraio 2013

Oscar 2013. Vince la moda ecologica

Si sono tenuti in quel di Los Angeles i tanto attesi Premi Oscar 2013, con la conferma ufficiale del successo di alcune pellicole come Argo, Lincoln e Vita Di Pi. Tra scenografie da sogno, polemiche su Jennifer Lawrence come Migliore Attrice Protagonista e qualche piccola sorpresa, a spiccare è però la moda ecologica.
Non è di certo la prima volta che il mondo dello showbiz, approfittando di una kermesse così seguita come quella degli Oscar, cerchi di mostrare al pubblico una nuova sensibilità all’ambiente. È successo sin dai Golden Globes del 2011 fino alle premiazioni odierne e sono sempre più le attrici a scegliere abiti fashion del tutto ecocompatibili. Prima fra tutte Anne Hathaway, ormai leader delle attrici vegane attente all’ambiente. 
Per la Hathaway, Miglior Attrice Non Protagonista per la sua Fantine di Les Misérables, nulla di eccessivamente stravagante, come quando ha indeciso di indossare un completo vegan-bondage firmato Tom Ford. Agli Oscar 2013 la vediamo avvolta in un romantico abito rosa firmato Prada – di cui l’attrice si è accertata l’assenza della seta, non indossando fibre di originale animale – con tanto di scarpe “vegane”. Molto elegante con il suo taglio corto, un’eredità proprio del film, la bella Anne ha rischiato più volte l’uscita di seno dato il taglio generoso ai lati del vestito.

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