mercoledì 30 dicembre 2009

Il sexy club del cioccolato

Il sexy club del cioccolato... un'esperienza da provare. Il titolo non mi attirava molto, lo ammetto, soprattutto con quel "sexy" infilato dentro che sembrava tanto voler rendere più piccante e appetibile il prodotto; poi mi sono ricreduto, l'ho letto tutto d'un fiato, e devo dire che in un certo senso il "sexy" ci sta bene, dato lo spirito un po' "ammiccante" dei dialoghi tra i personaggi, delle situazioni, ma anche del linguaggio del cibo, che non guasta mai.  Il cioccolato è ovviamente il protagonista, forse anche troppo, dato che ho condizionato pure me, portandomi ad apprezzarne il sapore nei vari momenti della giornata, anche se non ai livelli delle protagoniste (fortunatamente).  Comunque è un libro davvero piacevole, allegro, un libro per un momento di puro relax, scritto anche sufficientemente bene, e con una dose adeguata di umorismo inglese che non guasta mai (anche se non ai livelli di Sophie Kinsella, ma questo me l'aspettavo ancora prima di prendere per le mani il libro). Quindi lo consiglio vivamente, soprattutto per chi vuole prendersi una pausa dalle letture pesanti, ma mi raccomando, dopo averlo letto, attenzione a non aumentare voi di peso!
T.M.

giovedì 17 dicembre 2009

La signora dei funerali - Madeleine Wickham

Ho appena terminato di leggero, e devo dire che sono rimasto sorpreso, perchè questo libro è andato oltre le mie aspettative (che erano molto basse). Nonostante lo stile "Kinsella" sia del tutto assente, devo dire che l'autrice ha iniziato la sua carriera con non meno bravura rispetto ai successivi successi internazionali; manca il consueto humor inglese, ma non per questo la trama del libro ne risente, anzi, si riscopre una nuova Kinsella, fatta di sentimenti profondi e di ingegnosa fantasia che va oltre allo shopping. E' vero, ci sono parecchi punti deboli, la trama infatti è originale ma poco sviluppata, e, purtroppo, il personaggio principale di Fleur è il meno approfondito, cosa che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè nonostante tutti dicessero fosse un personaggio insopportabile io l'ho trovato incredibilmente interessante, e se solo l'autrice avesse saputo sfruttarlo meglio tutta la vicenda avrebbe preso più "colore".
Ad ogni modo sono contento di aver scoperto questo lato dell'autrice, e non condanno per niente questo "romanzo ritrovato", come invece fanno molte critiche.
Ve lo consiglio! ...ma prima date un'occhiata alle opere più famose...
T.M.

mercoledì 16 dicembre 2009

Torta di patate


Ingredienti:
-500 g di patate farinose
-4 cucchiai di farina bianca
-120 g di burro
-150 g di zuccherso semolato
-4 uova grosse (tuorili e albumi separati)
-60 g di pinoli
-90 g di uva sultanina
-1 cucchiaino di noce moscata grattuggiata
-1 cucchiaino di buccia di limone finemente grattuggiata
-1 cucchiaino di aroma di mandorla
-4-6 cucchiai di zucchero a velo
Preparazione:
Lessate per circa 25 minuti le patate con la buccia in una pentola di acqua salata bollente, fino a quando saranno morbide.
Sbucciatele, mettetele in una ciotola con la farina e schiacciatele finchè il composto risulterà amalgamato.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Imburrate una tortiera di 24 cm di diametro e foderatela con la farta da forno.
Montate a crema il burro con lo zucchero, unite i tuorli, amalgamandoli uno per volta.
Aggiungete le patate, i pinoli, l'uva sultanina, la noce moscata, la buccia di limone e l'aroma di mandorla e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo.
Montate a neve gli albumi in una ciotola e aggiungeteli al composto con un grosso cucchiaio di metallo.
Mettete il tutto in una tortiera e fate cuocere per 35-45 minuti o fino a quando sarà dorato in superficie e uno stuzzicadenti infilato nel centro risulterà asciutto.
Fate raffreddare completamente su una gratella per dolci.
Spolverizzate con lo zucchero a velo.


T.M.
 

lunedì 14 dicembre 2009

Cupcake al cioccolato e cocco


Ingredienti:
-100 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-60 g di cocco secco a scaglie
-1,5 dl di panna
-100 g di farina bianca
-1 cucchiaino di lievito in polvere
-2 cucchiai di cacao amaro in polvere
-200 g di zucchero semolato
-90 g di burro morbido
-2 uova grosse
-sale
Ganache al cioccolato
-60 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-1,25 dl di panna
-2 cucchiai di cocco a scaglie

-cocco a scaglie per guarnire
Preparazione:
Preriscaldare il forno a 170°C e inserire i pirottini di carta in uno stampo da 12 muffin.
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena.
Mettetelo da parte e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina, il lievito, il cacao e un pizzico di sale in una terrina capiente, quindi unite lo zucchero.
Lavorate il burro e le uova mescolando brevemente e incorporate agli ingredienti secci il composto, seguito dal cocco a scaglie e dal cioccolato fuso.
Versate la pastella nei pirottini riempiendoli per tre quarti, fate cuocere i dolcetti per 25-30 minuti, finchè saranno dorati e consistenti al tatto e lasciateli raffreddare completamente.
Preparate la ganache, spalmatela sui pasticcini e guarniterli con il cocco a scaglie rimasto.

Ganache al cioccolato:
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena; togliete la pentola dal fuoco e unite il cocco.
Tenete la crema, ormai intiepidita, in frigorifero per 20 minuti, finchè si sarà addensata.


T.M.

lunedì 30 novembre 2009

Il piccione ed il colibrì

Aggraziato, sfuggente, nel suo delicato danzare; impacciato e un po’ impertinente zampettava un altro per la sua via. Bastò un attimo, un fugace sguardo, e l’intrepido ballerino arrestò la sua corsa, mentre il fremito delle ali proseguiva, i suoi occhi sembravano ora scolpiti nella pietra. Era musica intorno a loro, ed il vuoto più totale nella mente. Cosa mai attirò l’attenzione di quel delicato uccello verso quello strano esemplare?
Niente domande, niente risposte, nulla si affacciava più alla sua mente, se non il fascino per insignificanti particolari, come i suoi dolci occhi, così tristi, ed allo stesso tempo così pieni di vita. Come poteva un essere così pacato, così distante da lui, così saldo a quella terra ignuda, trasmettere tanta energia? Eppure inondava l’aria di gioia; ad un tratto il proprio gioioso danzare non gli sembrò più tanto speciale, e d’improvviso chetò le sue ali, per procedere debolmente al fianco di quel poderoso animale.
Il piccione osservava, dubbioso, i timidi gesti di quell’essere, strano, accanto a lui; non riconosceva nei suoi gesti la sicurezza ch’egli aveva espresso danzando. Dov’era tutta la sua grazia? Dove tutta la sua bellezza e la sua energia? Fu così ch’egli prese a turbinare nell’aria, ed il povero colibrì ad osservarlo, timido, da quel triste posto chiamato terra che gli sembrava ora più familiare.
Stanco ed arruffato il tronfio piccione tornò in seguito la sua bella manifestazione. Il debole ballerino osservava però ora i suoi occhi, e li trovò privi di espressione, non riconobbe quella fiamma che gli agitò il cuore, e la terra intorno a lui cominciò a tremare. Librandosi nell’aria osservò per l’ultima volta il piccione, quell’affascinante essere che con il suo sguardo l’aveva portato a percorre un cammino a lui ignoto, ma che con un fugace battito d’ali l’aveva riportato alla realtà.
I loro cuori sarebbero per sempre rimasti uniti ma avrebbero dovuto danzare lontani, così che il debole ballerino potesse ancora sentire l’aria sotto le proprie ali, e l’affascinante uccello dalle piume argentate proseguisse alla scoperta della sua terra incantata dalla quale svelare tesori che non avrebbero però mai superato lo sfavillante bagliore che conservava nel suo cuore.

T.M.

domenica 29 novembre 2009

Involtini della Pia


Ingredienti per 6 persone:
-sei fette di manzo da 100 g l'una
-50 g di lardo, prezzemolo, uno spicchio d'aglio, pepe
-100 g di provolone
-50 g di uva passa, 50 g di pinoli
-100 g di prosciutto
Per il ragù:
-200 g macinata di manzo
-200 g macinata di maiale
-150 g di cipolla
-un cucchiaio di olio
-mezzo bicchiere di vino rosso secco
-100 g di concentrato di pomodoro, sale
Private le fettine degli eventuali nervetti e del grasso e battetele ccon un batticarne per farle intenerire (per evitare che le fettine si sfibrino collocatele tra due fogli di pellicola trasparente da cucina per batterle).
Tritate il lardo assieme al prezzemolo, all'aglio e ad un po' di pepe. Tagliate il provolone a listarelle e lavate ed asciugate l'uvetta ed i pinoli.
Disponete su ogni fetta di carne una fettina di prosciutto e, al centro, il trito di lardo, il provolone, l'uvetta e i pinoli (i pinoli è meglio se vengono precedentemente tostati in padella, fino a quando assumono un colore leggermente ambrato, così da essere più saporiti).
Arrotolate la carne attorno al ripieno e legatela con uno spago sottile, chiudendo bene le estremità (è possibile fissare la fettina anche con degli stuzzicadenti alle estremità ed al centro).
Tritate ora la cipolla e rosolatela nell'olio; quando sarà colorita aggiungete la carne macinata che bagnerete con il vino, lasciandolo completamente evaporare. Unite un cucchiaio di concentrato di pomodoro, sale e lasciate insaporire mescolando spesso. Continuate ad aggiungere concentrato di pomodoro allungato con acqua finchè non avrete esaurito completamente quello a disposizione.
Dopo circa 1 ora e 30 minuti, gli involtini saranno cotti; toglieteli dal tegame e continuate la cottura del ragù ancora per 2 ore.
Negli ultimi 10 minuti, unite di nuovo la carne al sugo, lasciatela riscaldare e servitela subito in tavola.
Bon Appetit!

giovedì 26 novembre 2009

Scaloppine al melograno con pepe rosa


La preparazione è quella delle normali scaloppine. E' possibile usare il tipo di carne che si preferisce, ma ho notato che i risultati migliori vengono con la carne di pollo, così da renderla anche più saporita che non con le normali cotture.
Infariniamo le nostre fettine di petto... di polloe dopo aver preparato sul fuoco una padella con olio d'oliva (la quantità è a discrezione, ma sono comunque sufficienti pochi cucchiai, per evitare di immergere la carne nell'olio) si adagiano le fettine di pollo nella padella, a fuoco medio.
Si aggiungono poi alcuni grani di pepe rosa, a piacere, rigirando le fette di carne e salandole. Quando siamo a cottura quasi ultimata abbassiamo la fiamma e aggiungiamo il succo di un melograno (ottenuto spremendo i tutti i semi che abbiamo estratto da questo) cospargendolo delicatamente su tutte le fettine, e successivamente muevendo ciascuna con una forchettà all'interno del sugo creatosì così da permettere un addensamento del succo di melograno con la farina delle fettine di carne.
Quando si è creato un sugo sufficientemente denso possiamo spegnere i fornelli e servire nei piatti cospargendo ogni fettina con la crema di melograno ed il pepe rosa (volendo è possibile conservare alcuni semi di melograno integri da affiancare alle fettine di carne così da decorare il piatto).

T.M.
 

mercoledì 25 novembre 2009

Taralli pugliesi (alla veneta)


INGREDIENTI:
1 kg di farina
350 ml di vino bianco secco
200 ml di olio extravergine d'oliva
30 g di sale
q.b. Spezie: paprika, peperoncino, rosmarino, semi di finocchio...
(Le dosi di olio e vino sono indicative, dipende tanto dall'umidità e dalla temperatura della stanza... Pare che la cucina non sia una scienza esatta!)
Preparate la fontana con la farina e il sale, aggiungete il vino finché inizia ad amalgamarsi, poi passate all'olio. Quando si riesce a formare una palla, provate a fare dei rotolini di circa 1 cm di diametro: la pasta deve restare compatta, se si sbriciola aggiungete dell'altro vino. Una volta raggiunta la consistenza giusta, è il momento di aggiungere le spezie: mettetene quanto vi pare, assaggiate pure la pasta per trovare il punto giusto, e amalgamate bene.
A questo punto lasciate riposare per 20-30 minuti.
Adesso inizia il divertimento: preparate dei cilindretti di 1 cm di diametro e dategli la caratteristica forma ad anello, cercate di farli tutti della stessa grandezza, altrimenti in forno alcuni si bruciano e altri restano crudi. Mentre preparate i taralli, mettete una pentola d'acqua a bollire con una presa di sale (come l'acqua per la pasta), quando raggiunge il bollore, tuffate una decina di taralli, ripescateli quando tornano a galla (questione di due minuti, come gli gnocchi), e metteteli ad asciugare su un panno pulito, poi stendeteli sulla teglia. Consiglio di cambiare l'acqua ogni tanto, perché dopo un po' i taralli iniziano a essere ricoperti di una patina biancastra che una volta cotta sarà un po' duretta da mordere.
Quando avrete un teglia pronta, infornatela a 180° (preriscaldato) per 25-30 minuti a seconda delle dimensioni dei taralli, ma teneteli d'occhio perché dipende tanto dal forno il tempo di cottura.
Una volta sfornati portate pazienza e lasciateli raffreddare, lo so che hanno un profumino delizioso!
Happy snack!

martedì 24 novembre 2009

Lingue di gatto - Ai fiori d'arancio e al rum


INGREDIENTI:
50 gr di burro
2 albumi d'uovo
100 gr di zucchero semolato
50 gr di farina setacciata
50 gr di mandorle sbucciate e tritate (facolatativo)
Aromi (arancio-fiori d'arancio-rum-mandorle-limone)
Accendere il forno e preriscaldarlo a 190°.
Sciogliere il burro a bagnomaria, assicurandosi che non si surriscaldi troppo.
Montare i bianchi d'uovo in una ciotola. Aggiungere lo zucchero, la farina, l'aroma desiderato, le mandorle e il burro. Mescolare il tutto e versarlo con un cucchiaio in una siringa con una normale bocchetta abbastanza stretta, di un paio di mm di diametro.
Spremere la miscela su una lastra da forno a strisce di 7,5 cm. Disporle ben distanziate affinchè abbiano spazio sufficente dato che in cottura le striscette create tendono ad allargarsi e appiattirsi.
Mettere la lastra in forno e cuocere per circa 7 min, o comunque fino a quando si comincia a vedere ben dorato il bordo del biscotto, come nella foto.


T.M.
 

venerdì 20 novembre 2009

Piccoli vuoti di senso

Arriva un momento della giornata in cui ti senti in perfetto equilibrio con tutto. Questo momento non è anticipato da qualcosa, nulla ti avverte del suo arrivo, e certe volte hai persino paura che non arrivi mai; ma arriva sempre, e ad un certo punto ti senti improvvisamente in pace, si allontana il senso di tristezza, di paura, di sconforto, osservi ciò che ti sta accanto, un semplice oggetto, una fotografia, e la vedi con occhi diversi, e in quel preciso istante sai dove sei, mentre fino ad un secondo prima ti sentivi galleggiare nel vuoto, come avvolto in una pesante coperta, e resistevi a stento alla fatica che dovevi compiere per rimanere in piedi.
Questo istante può passare velocemente, o persistere, facendoti vedere in modo diverso ciò che ti circonda, facendoti chiedere cosa c'era che non andava fino ad un minuto prima, cosa mi mancava, cosa desideravo che ora mi sembra così irrilevante?
Poi il nostro sguardo si distrae, una luce fioca lo attira e volgiamo la testa da un'altra parte, e torna tutto come prima, svanisce quella debole sensazione di stabilità, crollano tutte le certezze, ma quali certezze? Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di interrogare noi stessi, cosa ci ha reso felici? Cosa ci renderebbe ancora felici? Cos'abbiamo visto nel vuoto del nostro sguardo, nei colori di una copertina sgargiante, nel bianco puro della parete davanti a noi? Niente. E' quel niente che ci accompagna ogni giorno e dietro il quale si nasconde tutto, ma non abbiamo la chiave per raggiungerlo, o dobbiamo ancora ottenerla, oppure distratti l'abbiamo gettata alle spalle in un momento in cui la gioia aveva preso il sopravvento, e quel meraviglioso momento è durato un po' di più, facendoci credere fosse per sempre; ma quel momento può tornare ancora, può durare ancora, se solo i nostri occhi provassero a guardare nella direzione giusta, se smettessero di girare freneticamente attorno a noi, e si posassero semplicemente sulle nostre mani, a osservare ciò che con esse possiamo fare, vedere tutto ciò che possiamo afferrare, e constatare che basta poco per non mollare la presa e fare dei nostri sogni il destino che fin'ora abbiamo saggiato per pochi secondi al giorno, con la paura, purtroppo, che non appartenesse a noi.

T.M.

giovedì 19 novembre 2009

Vero come la Finzione

E' proprio vero, quando scarti un film a priori, e pensi che non hai nessun interesse a guardarlo, quello è il film che ti darà veramente qualcosa. A me capita spesso, specialmente ultimamente, e questo film ne è la conferma.
Semplice, delicato, commovente, è un film raccoglie lo spirito semplice delle cose, per farci aprire gli occhi sul tempo perduto, per farci capire che nulla è determinato, seppure tutto abbia un senso ed uno scopo. Ogni secondo della nostra vita fa parte di un meccanismo che non può incepparsi, a meno che non siamo noi a volerlo; tutto scorre verso qualcosa a noi ignoto, ma non dobbiamo sforzarci di carpire il segreto di questo buio, perchè l'unico segreto è ascoltare noi stessi.
Voto con un bel 8.5
Guardatelo!
T.M.

lunedì 16 novembre 2009

P.s. I Love You

P.S. ....vi consiglio di non guardarlo!
E non è un post scriptum, ma proprio un avvertimento da prima riga.
Ho guardato questo film con la speranza che almeno una volta il cinema fosse riuscito a creare qualcosa di meglio di un libro. Avete capito bene, di solito si dice che le versioni cinematografiche peggiorano le storie dei libri, beh, questa storia era difficile da peggiorare, poteva solo migliorare, infatti il libro è un marasma di banalità e di pessima scrittura. Il problema è che il film è stato in grado di creare un melange di ulteriori pessimi elementi, e dove le uniche cose che si salvano sono i momenti di silenzio in cui i due protagonisti si abbracciano, e almeno non parlando riescono a trasmetterci qualcosa. Per il resto il film è un fiasco pazzesco; la storia si salverebbe, ma purtroppo la regia di questo film è stata in grado di essere perfettamente fedele al film, non nella storia quando nel tipo di scansione delle situazioni. Si passa infatti da una situazione all'altra senza capirne il motivo, senza che i personaggi vengano approfonditi, senza che nemmeno si sappia per quale motivo la protagonista pianga, oppure rida, e ci viene da pensare che fondamentalmente nel copione non le venga suggerito cosa deve trasmettere, anche se si può ammettere che ogni regola dei sentimenti è capovolta in questa pellicola. Si piange quandos i dovrebbe ridere e si ride quando sarebbe solo da piangere. Per non sbagliarci sarebbe meglio mettere via il film, e passare a qualcosa di più concreto.
Voto....meglio che non dia un voto...suggeritemelo voi.
T.M.

domenica 8 novembre 2009

Julie & Julia

Un film sulla cucina... più che altro un film sull'autostima. Il ritmo delle ricette scandisce la presa di coscienza delle protagoniste, le quali hanno già una vita praticamente perfetta, ma sembrano non rendersene conto, e trovano nella cucina il mezzo per rivalutare loro stesse e in qualche modo rendersi indipendenti dalla loro vita, emergere, ed avere un "salvagente" su cui contare, la loro-cucina. Quello che non capisco è come Julie avesse bisogno di un sostegno da Julia Child, quando aveva un marito praticamente perfetto, o forse l'hanno reso "troppo" perfetto per essere credibile come "punto d'appoggio mancato". Ad ogni modo la storia di Julia Child appare molto più vera, e molto più profonda, l'affermazione di una donna già molto sicura di sè, che riesce però a fare della sua vita qualcosa di ancora più speciale solo con le sue mani, senza mai scoraggiarsi, e comunque con un marito fantastico al proprio fianco.
Lo valuterei con un 7, perchè credo che in tutto il film quello che veramente regge è la bravura indiscussa di Meeryl Streep, che mescola gioia e nostalgia come solo lei sa fare, regalandoci sempre qualche sorriso.

T.M.

venerdì 23 ottobre 2009

Aspettative




Quando si abbozza un pensiero, e si entra in un sogno, ci si sente volare, ma si ha il terrore del vuoto; gli occhi, socchiusi, afferrano la luce di un mondo che ancora non ci appartiene, ma che ha il profumo della speranza. E noi viaggiamo, nei nostri sogni, e cogliamo l'aroma di quei giorni a venire, accarezzando l'aria che ci circonda, unico sostegno per il nostro cuore gonfio d'amore.

T.M.

giovedì 22 ottobre 2009

Imagine me & you

Ho appena visto "Imagine me & you"...posso solo dire che è un film veramente bello, romantico, semplice, commovente, ma soprattutto è in grado di trasmettere le emozioni in modo veramente diretto, chiaro, vibrante. E' un sacco che ...non vedo un film così, capace di farti emozionare anche senza le parole. Forse non sarà uno tra i più bei film acclamati dalla critica, ma è senz'altro un film sui sentimenti assolutamente da vedere. 8
T.M.

domenica 18 ottobre 2009

UP

Ieri sera ho visto "UP"! Fantastico, anche se non mi aspettavo che la Disney affrontasse un film con una storia di base così triste, ma devo dire che è azzeccato, molto "reale", suscita molte emozioni positive, ed è anche un'interessante lezione di vita, uno stimolo a "lasciarsi il passato alle spalle", ma con la giusta positività ed il giusto rispetto.
Gli darei un bell'8
...e ve lo consiglio!
T.M.

mercoledì 14 ottobre 2009

Simone Rugiati... troppo bello per essere bravo?











Simone Rugiati ed Elisa Isoardi confessano (non ufficialmente) il loro amore in TV oggi 14/10/2009, sotto istigazione della grandissima Anna Moroni.


Diventato famoso al grande pubblico grazie a "La Prova del Cuoco", oggi Simone Rugiati è uno degli chef più in vista. "SOS Simone" e Oggi cucino in" sono alcune rubriche da lui curate su Gambero Rosso Channel.
La storia di Simone Rugiati
Cuoco toscano di ventotto anni, Simone Rugiati si è diplomato all'Istituto Alberghiero di Montecatini Terme. Dopo essersi fatto un po' di gavetta come commis in alcuni ristoranti toscani, ha iniziato a lavorare per alcune testate giornalistiche di cucina, dirigendo anche " Buon Appetito" e "Mangiar sano". Simone Rugiati ha collaborato e scritto diversi libri di cucina, oltre che condotto stage e convegni sull'Alimentazione. Si è avvicinato al pubblico televisivo lavorando ad una trasmissione mediaset "Il piattoforte" con Iva Zanicchi come co-presentatore. E' arrivato a Gambero Rosso Channel per caso, conducendo prima alcune puntate di "Panino Amore Mio" e poi conquistandosi il suo spazio con "SOS Simone" e "Oggi cucino in..."
Simone è stato il nuovo chef del famoso Yacht Club di Porto Rotondo www.ycpr.it per la stagione estiva 2008, e oggi gestisce, tra i tanti impegni, la società di catering che ha creato a suo nome.


venerdì 25 settembre 2009

Guido Martinetti


Guido Martinetti ovvero “Il gelato migliore del mondo”
"32 anni, torinese, enologo, laureato in agraria con specializzazione in viticoltura, avrebbe potuto avere vita facile nell’azienda vinicola del papà (dove peraltro è ancora enologo), ma l’incontro con Federico Grom determina una vera svolta nella sua vita.
Nel 2003 i due aprono a Torino la prima gelateria GROM. Oggi le gelaterie sono 15, di cui una a New York. E si prevede un imminente sbarco a Tokyo."

martedì 8 settembre 2009

Le caratteristiche del Capricorno

La personalità dei nati sotto il segno del Capricorno è in genere gradevole; sono di aspetto simpatico e piacente, hanno modi affascinanti. I nati in questo segno non si esaltano facilmente e si comportano bene nei casi di emergenza. I tratti loro caratteristici sono la riflessione, la diplomazia, la prudenza e la riservatezza. La loro personalità diventa dinamica quando riescono a superare una certa timidezza; una volta sicuri di se stessi si mostrano quasi aggressivi e rivelano una personalità attraente. La loro timidezza non è dovuta a un complesso d'inferiorità, è il risultato della serietà della loro natura. Si possono affidare loro compiti di responsabilità, sono in grado di svolgere missioni importanti. In genere sono molto sensibili, di carattere mite, orgoglioso, leale e comprensivo. Quando la loro sensibilità è urtata, mostrano però un carattere difficile e possono rivelare uno spirito eccessivamente critico.

Esprimono chiaramente il proprio parere senza riflettere, tanto che non sempre si rendono conto di quello che dicono. Fortunatamente, la compostezza innata evita che si irritino troppo spesso. Forse non hanno sempre ragione, ma hanno le loro idee sulla lealtà e sulla giustizia ed è più facile che vadano in collera per questioni di poco conto che per quelle importanti. Hanno la capacità di concentrarsi e, in circostanze normali, un grande autocontrollo. I nativi del Capricorno hanno il tipo di mentalità capace di sviscerare i fatti ed assimilare i concetti. Hanno la facoltà di concentrarsi, di meditare, di risolvere molti problemi sino a una conclusione di pieno successo. Mostrano buone facoltà di giudizio e dovrebbero imparare a fare lo stesso per quanto concerne i loro sentimenti più intimi. Il segno indica una costituzione fisica abbastanza buona.

Con un riguardo per la dieta, dovrebbero godere di buona salute. Il segno, controlla le ginocchia. Saturno è il suo dominatore e si sa che esercita influenza sulle ossa. E' consigliabile guardarsi dalle possibili fratture. I nati nel Capricorno sono suscettibili ai disturbi digestivi e intestinali e dovrebbero dedicarsi a leggeri esercizi fisici per mantenere il corpo in buone condizioni. Il matrimonio svilupperà i tratti più espressivi della loro personalità perché amano avere prospettive luminose nella vita, e il matrimonio si rivelerà una sorgente d'ispirazione per il loro futuro. Questo segno indica un profondo amore per i bambini e ne promette molti. Infatti amano teneramente i figli e potrebbero rivelarsi troppo indulgenti nell'allevarli. Essi manifestano lo stesso genere d'amore anche nelle amicizie e nelle associazioni con altre persone. Amano la vita casalinga, specialmente se vi trovano una compagnia congeniale e comprensione. Benché siano seri e prudenti, amano le cose buone della vita, i piaceri e i viaggi e anche gli sport, i giochi e le attività sociali.

Sanno apprezzare e mostrano un gusto fine per tutto ciò che è artistico. I nati nel Capricorno traggono piacere e soddisfazione dai viaggi, ma non sono portati a viaggiare molto. Sono sensibili, riservati, piuttosto timidi in amore, ma sono leali verso l'oggetto del loro affetto. Gli ideali sono altissimi, e questo procura loro, ogni tanto, dolori e delusioni di cui non parlano. A volte sono affettuosi, ma, per la maggior parte, sono riservati al punto da apparire indifferenti. Questo loro atteggiamento può portare a malintesi con le persone che amano. I nati nel segno del Capricorno hanno di fondo una concezione ideale dell'amore e si mostrano alquanto esigenti nei confronti della persona amata. Dovrebbero vincere la gelosia irragionevole e imparare che l'amore e la vita sono argomenti pratici quanto ideali e romantici sono i sogni nel mondo della fantasia. Essi hanno bisogno di comprendere se stessi per accettare le qualità intellettive, emotive e fisiche sia proprie sia della persona che amano. Se queste qualità non si completano ragionevolmente, l'unione non sarà armoniosa.

Possiedono un acume finanziario eccezionale e abilità direttiva. Ciò indica che possono avere successo nel campo degli affari. Il loro segno dona industriosità, coscienza, efficienza in commercio e nella professione; verso i datori di lavoro sono leali. Sono fidati e capaci di portare a termine facilmente qualunque cosa abbiano iniziato; hanno decisione e pazienza abbastanza per saper progredire. E' vero che molte persone di questo segno sembrano incapaci di fare qualcosa per anni e anni, ma col tempo giungerà anche il ri- conoscimento della loro capacità, e molto spesso il successo arriverà improvviso. Hanno il tipo di personalità che permette loro di andare d'accordo con i loro soci. Normalmente, apprezzano l'opera altrui e collaborano lealmente, accettano di buon grado la loro parte di responsabilità e possiedono la virtù del risparmio, che consentirà loro, se applicata propriamente, di salvare un piccolo capitale.

E' proprio questo il segreto del loro successo finanziario. Il denaro, come tutto il resto nella vita, risponde al trattamento che riceve. Molte delle maggiori fortune del mondo sono nate da inizi modesti, da economie trascurabili, dai principi del risparmio. Ci sono momenti in cui i nati in questo segno si rivelano molto attivi nella vita sociale, mentre in altri desiderano rimanere soli, o con la compagnia di un unico amico che li comprenda. Infine: Questo segno, nel suo aspetto simbolico, rappresenta il peccato. L'offerta universale di un capretto come sacrificio espiatorio per il peccato è significativa. Le caratteristiche differenti fra la pecora e la capra, dal punto di vista simbolico, sono rivelate da San Giovanni nella sua Apocalisse. Il redentore dell'umanità nasce sempre a mezzanotte, esattamente quando il Sole entra in questo segno, che è il solstizio invernale. Il Divino Fanciullo nasce nella stalla e giace nella mangiatoia del Capricorno perché possa vincere i rimanenti segni dell'inverno e della morte, salvando così il genere umano dalla distruzione.

Il segno del Capricorno rappresenta le ginocchia dell'Uomo Zodiacale e il primo principio nella Trinità della locomozione, le parti pieghevoli e mobili del corpo, le giunture. E' l'emblema della servitù materiale. Il segno rappresenta la rigenerazione e rivela la necessità di una nuova legge divina. Il Capricorno è la più bassa emanazione del Trigono di terra e la costellazione del pianeta Saturno. La gemma mistica di questo segno è l'onice. Il giorno fortunato è il sabato. I numeri fortunati sono il sette e il tre. Il colore fortunato di questo segno è il verde cupo. I luoghi più propizi per il successo sono quelli appartati, lontano dal rumore e dalla folla.

www.ginevra2000.it

I 12 segni

venerdì 28 agosto 2009

Nella spiaggia dei miei desideri



...voglio camminare sulla spiaggia della mia vita e potermi voltare senza dover ritrovare le impronte del mio passato, ma conservandole solo nella mia memoria, e apprezzare invece la fresca spuma che accarezza i miei passi futuri...


T.M.

Desperate Housewives Season Six


martedì 25 agosto 2009

Le ali del cuore

Le vacanze giungono al termine, e una nuova ondata di pensieri invade la mente. Sono deboli, sfocati, indefiniti, ma si nascondono dietro alla maschera di apparente sicurezza che si trascina dietro i giorni di sole appena trascorsi.
Sono veramente sicuro di non essere quello che le persone vogliono che io sia? Sto davvero rincorrendo i miei desideri oppure aspetto che in qualche modo essi si avverino, sperando solo in una radicale svolta degli eventi?
Sto ingannando me stesso? Devo saperlo, perchè nuove domande affollano la mia mente, ora, che la mia vita è ad una svolta, in questo passaggio così importante, in questa nuova consapevolezza di sè, io mi sento incerto, e procedo chiudendo gli occhi, cercando di salvare le apprenze.
Chiedo a me stesso se ciò che vedo è veramente ciò che desidero, eppure non aspetto la risposta, ed i miei passi procedono incessanti verso il vuoto dei miei sentimenti, verso quel nulla che ha la parvenza di un terreno stabile, ma che i miei piedi percepiscono come sabbie mobili, dove continuo ad affondare, senza grida, aspettando solo una mano che mi porti via, non sapendo neppure se arriverà, ma continuando a vivere per quella speranza.
Ma sono davvero cosciente delle mie parole? Sono cosciente delle mie sensazioni o quel terreno che percorro è davvero stabile sotto i miei piedi e la sensazione di vuoto appartiene invece alla rapida ascesa del mio cuore che mi porta in alto, oltre i dubbi, per farmi riscoprire quello che credevo di avere perso per sempre?
In ogni caso il vuoto sotto ai miei piedi resta, e non ho abbastanza certezze per sentirmi al sicuro; i miei piedi annaspano nel nulla, e non so decidermi se lasciarmi andare, oppure lottare, perchè non saprei contro "cosa" sto lottando. Forse me stesso, e i miei continui dubbi, o forse contro l'indifferenza che ho paura il mio cuore assuma di fronte ai miei sogni, e cercando di imbrigliarlo potrei cadere, cadere per sempre. Allora cosa fare? Continuare a fluttuare nel dubbio, aspettando di capire quanto mi stia salvando, o quanto mi stia condannando, ma nel dubbio far avvizzire i miei sogni, e sperare.

T.M.

venerdì 10 luglio 2009

Il nuovo romanzo di Sophie Kinsella

Twenties Girl


E’ una delle scrittrici di chicklit più amate al mondo, forse addirittura la prima, ha creato l’eccentrico e stravagante personaggio di Becky Bloomwood in cui milioni di donne si sono riviste, almeno una volta. Sophie Kinsella, questo è lo pseudonimo con cui Madeleine Wickham scrive i suoi romanzi più frivoli, oggi torna a far parlare di sè con un nuovo libro, la cui uscita è prevista in Italia a Novembre del 2009. In Inghilterra uscirà con il titolo di Twenties Girl, tradotto in Italiano da Mondadori come La ragazza fantasma. Il nuovo romanzo è statao presentato in un insolito ed originale modo: un trailer a fumetti.

Ecco la trama in breve: A 27 anni niente funziona nella vita di Lara. Il fidanzato storico l’ha lasciata (e lei lo perseguita con sms e non si arrende), la sua nuova società di headhunting aperta con un’amica non decolla, è piena di debiti e la sua famiglia la considera un po’ picchiatella. Quando si trova costretta dai genitori ad andare al funerale di una vecchia prozia di 105 anni che oltretutto non ha mai conosciuto, Lara sente di aver toccato il fondo. Ma è proprio durante la funzione che le appare una ragazza, bellissima, diafana, originale, vestita incredibilmente come negli anni Venti, che le chiede con insistenza: “Dov’è la mia collana? Voglio la mia collana!” Chi è questa ragazza? E di quale collana parla? E com’è che solo Lara e nessuno dei presenti la vede?

ohmyglamour.com


mercoledì 8 luglio 2009

LESPISMA SACCHARINA (Pesciolino d'argento)

(Lepisma saccharina, Linnaeus 1758) è un insetto lucifugo, veloce e privo di ali; è sinantropico, ovvero lo si trova nelle abitazioni umane, ed è molto diffuso. L'aspetto del corpo dell'insetto, argenteo e oblungo, giustifica il suo nome comune. Il nome scientifico, invece, è legato al fatto che questo insetto si nutre di carboidrati come lozucchero o gli amidi. Appartiene all'ordine Zygentoma o Thysanura, ed esiste sul nostro pianeta da oltre trecento milioni di anni.
Il corpo del pesciolino d'argento è allungato e sottile. Ha due antenne molto lunghe e sensibili, e tre lunghi cerci posteriori anch'essi con funzione tattile. Il corpo (esclusi antenne e cerci) può arrivare a circa 1 centimetro di lunghezza. Il colore metallico del corpo deriva da scaglie argentee che si formano dopo la terza muta.

Sviluppo

A seconda delle condizioni di vita, un pesciolino d'argento diventa completamente adulto in un tempo variabile fra quattro mesi e tre anni. A temperatura ambiente (21-23 gradi celsius) diventa adulto entro un anno. Può vivere da due a otto anni, e può mutare fino a circa otto volte in tutto e fino a circa quattro volte in un anno. A una temperatura compresa fra 25 e 30 gradi, la femmina depone circa un centinaio di uova, preferibilmente in ambienti riparati come fessure o crepe. I pesciolini d'argento non possono riprodursi in ambienti freddi e secchi.

Alimentazione

Il cibo preferito del pesciolino d'argento sono le sostanze che contengono amido o polisaccaridi come la destrina usata negli adesivi: l'insetto ama quindi la colla, le legature dei libri, le foto, i francobolli, lo zucchero, i capelli, la forfora e la polvere. Non disdegna neppure cotone, lino, seta, insetti morti o persino la sua stessa exuvia (la pelle persa nella muta). In caso non trovi altro cibo, il pesciolino d'argento può arrivare a rovinare capi in pelle (cinture, scarpe) o indumenti in fibra sintetica. Tuttavia, può restare senza cibo per mesi senza soffrirne.

Habitat

I pesciolini d'argento sono piuttosto comuni nelle dimore umane. Si trovano spesso, fra l'altro, sotto i frigoriferi, nei bagni ben riscaldati, nelle fessure e nelle crepe delle tegole. Amano rosicchiare libri, tappezzerie e tessuti. Possono essere talvolta confusi con un'altra specie con abitudini e aspetto molto simili, la Thermobia domestica, che però preferisce ambienti più caldi, come forni di panetterie.

Riproduzione

A causa delle abitudini notturne dei pesciolini d'argento, il loro comportamento sessuale è stato scoperto solo di recente. Per tutto il processo dell'accoppiamento, il maschio e la femmina corrono tutt'in giro. Il maschio depone una spermatofora, una capsula di seme coperte da filamenti simili a quelli di una ragnatela o di un bozzolo. La femmina trova la capsula e la raccoglie, dando luogo a una "inseminazione indiretta".

Nemici: Forficula auricularia

Il principale nemico del pesciolino d'argento è la Forficula auricularia, anche nota come "tenaglietta" o "forbicina" o "tagliaforbici" per le appendici posteriori, simili a delle pinze, che vengono usate durante l'accoppiamento.

mercoledì 22 aprile 2009

Orizzonti

Basta una sola canzone, poche note, e si rompono gli argini, ripiomba il passato, la nostalgia, i ricordi, belli o brutti, e si bagnano di mille lacrime. Perchè il nostro spirito è così debole? Perchè ci crediamo tanto forti e poi basta un profumo nell'aria, un suono, un ricordo improvviso che ci assale, e ci ritroviamo stesi a terra, privi di qualunque difesa, senza riuscire a tapparci le orecchie, a chiudere gli occhi, a non vedere per evitare di soffrire, ma continuiamo a farci ammaliare da quella sardonica nostalgia che ci strazia il cuore?
Ho tentato di chiudere tutto in una scatola, rialzarmi, e guardare avanti, ho tentato, davvero, con tutte le mie forze, ma in alcuni momenti mi sembra di non riuscirci davvero. Per chiudere con il passato bisognerebbe non trovarsi continuamente davanti quegli infidi brandelli di memoria che emergono ad ogni angolo, che si mostrano, invitanti, ti fanno scorgere la grandezza della loro potenza e poi ti travolgono, prima ancora che tu ti renda conto della ferita che si è riaperta, quella che credevi rimarginata, che nascondevi da tempo, ma che ricordavi benissimo.
Non voglio rendere vani tutti i miei sforzi, voglio continuare a guardare avanti, voglio ascoltare le mie parole, ma non per convincermi di ciò che non dovrei fare, ma per ricordarmi ciò che non vorrei essere, per ricordarmi che posso essere molto più di una presenza nella vita delle persone, posso essere parte di loro quando questo mi viene permesso, e anche se una parte di me vive in coloro che mi hanno allontanato, quella parte non sarà una mancanza, ma un pezzo della mia crescita, così che io possa continuare il mio cammino recuperando nuove parti di me che ancora mi sono sconosciute, ma che mi aiuteranno a superare i miei limiti, ed a raggiungere nuovi orizzonti, che ora non vedo, ma mi aspettano ditro l'angolo, nel cuore di qualcuno che devo ancora incontrare.

T.M.

giovedì 2 aprile 2009

La mia pietra: Smeraldo!

Fedeltà Il nome deriva dal greco che significa "pietra verde", ma il suo colore può variare a seconda della quantità di cromo presente. In antichità la pietra veniva regalata alla sposa perché nel caso in cui ella avesse tradito il consorte, la pietra si sarebbe frantumata in mille pezzettini, rivelando, così, la verità. E' consigliato a chi ha difficoltà a far emergere la propria personalità, e a chi vorrebbe essere meno timido. Terapie: Stimola l'attività dei reni, dà sollievo nei casi di flautenza e bruciore gastrico. E' impiegata nella cura di ulcere gastriche, disturbi alla cistifellea e del fegato.

sabato 28 marzo 2009

Passato

Rendersi conto di vivere nel passato, di trovare gioie, dolori, emozioni, solo guardando al tempo ormai lontano. Vivere di emozioni morte da tempo, per stupirsi che non torneranno più. Aprire gli occhi verso un vuoto fatto di cose inconsistenti che sembrano le uniche a darti vita, ed invece sono le uniche che ti fanno morire piano piano, senza che nemmeno tu te ne renda conto.
Ho provato a chiudere gli occhi, al buio, a cercare dentro di me uno slancio verso il presente, una piccola luce che mi risvegliasse, ma non faccio che ricadere indietro, e più chiudo gli occhi, e più affondo. Procedo a passi indietro, ed incespico nelle cose che conosco già, ma che vedo come nuove, scoperte, oggetti della sola vita che mi appartiene veramente, quella che già conosco, ma questo percorso sta diventando infido, e non fa che consumarmi, giorno dopo giorno, si nutre delle mie lacrime e mi lega inesorabilmente a se, inchioda i miei piedi nelle sabbie mobili di dolci ricordi che accarezzo delicatamente, ed io stesso stringo a me, come comode coperte che arrivano a stringermi alla gola.
Devo svegliarmi da questo sogno, riscuotermi da questo incubo, e nonostante ogni mattina riapra gli occhi vedendo il sole, sento dentro di me quella nebbia che soffoca ogni nuovo sentimento, che ora ecrco con tutto me stesso di scacciare via, e se un giorno ci riuscirò forse potrò riuscire anche avedere di nuovo oltre il presente.

T.M.

mercoledì 18 marzo 2009

Rinascere

E' davvero sempre tutto così difficile?
Ma non era questa la domanda che volevo farmi, piuttosto dovrei chiedermi se IO sono davvero così difficile. Perchè sono così difficile? Perchè vorrei tutto, e lo vorrei subito? Perchè so che ogni cosa ha un tempo ma non riesco mai a darle il giusto tempo? E' come se non imparassi dai miei errori, se mi rendessi conto sempre dopo che la mia impazienza mi logora l'anima, ma che non ce n'è nessun motivo, perchè si sa, tutto quello che accade...accade per un motivo, e non ha senso precipitare gli eventi, e non serve chiedersi "perchè non ora?", o affannarsi guardandosi intorno, senza vedere niente, nessuno, aspettandosi di trovare chissà cosa, restando delusi.
Anche il cuore ha il suo tempo...ma se la mia mente ne avesse un altro? Forse cuore e mente sn separati, come dovrebbe essere poi, dato che il cuore segue l'istinto, mentre di solito la mente frena...ma allora perchè mi succede il contrario? Perchè la mia mente si affanna alla ricerca di qualcosa, mentre il mio cuore non vede niente?
Mi sono fermato a riflettere, e mi sono chiesto quali sono le cose che realmente affollano la mia mente: paura, insicurezza, desiderio, ostilità, amore; tutte cose in contraddizione, che non trovano una giusta collocazione nella scacchiera della mia vita, non sanno come muoversi, e quindi restano ferme, e mi provocano un profondo senso di disagio, di impotenza, e l'unica cosa che riesce ad uscirmi sono le lacrime amare della mnia debolezza.
Vorrei gridare, ma sarebbe un grido vuoto, di suono e di senso, e nessuno lo sentirebbe.
Vorrei correre, per andare lontano, dove non serve mostrare al mondo quello che sono, perchè per il mondo non sono nessuno, e dove non devo porre domande a me stesso, perchè non servono risposte.
Vorrei scrivere, come faccio ora, i mille pensieri che mi passano per la testa, così che rileggendoli possa ritrovare il buonsenso, ed avere ancora qualcosa a cui aggrapparmi.
Ma forse alla fine vorrei solo uscire, alla luce del sole, e farmi inondare di calore, per non avere più bisogno di quegli abbracci che mi mancano da tempo, ed accarezzare con lo sguardo quel primo verde di primavera, capace ancora di darmi la speranza che ogni cosa può rinascere.

T.M.

lunedì 16 marzo 2009

Certezze

Non ho più nessun tipo di certezza, e qualche certezza ti serve nella vita, per riuscire ad andare avanti: un amore, un progetto, un amico...
Le mie mani non si aggrappano più a nulla, stringono il vuoto, e le unghie affondano nella mia carne, per questo sono capace di sentire solo dolore. Non si può credere di trovare la forza, ed un attimo dopo sentirla scivolare via, ripiombare nei propri dubbi, nel proprio passato, nei propri errori, che si conoscono benissimo, ma che non si riesce ad evitare; questo significa arrendersi, abbandonarsi al vento incerto di questa vita, che ti sospinge da una parte all'altra di una realtà che non ti appartiene, sottraendoti al tuo cammino.
Non c'è più un punto fermo, un obiettivo, un luogo sicuro verso il quale andare. Vedo sciogliersi i miei sorrisi così faticosamente riconquistati; il mio cuore, ricomposto dopo essersi distrutto, sembra non esser più lo stesso, fragile, insicuro, dolorante, chiede pietà, chiede risposte, e scettico resta a guardare, non più al mio fianco, mi osserva da lontano.
Le mia parole erano la mia forza, ora mi appaiono così vuote, insignificanti; le osservo, e non sento più niente provenire da loro, nè calore, nè speranza, nè una debole luce per guidarmi oltre questo labirinto di delusioni. E mi sento il solo capace di fare compagnia a me stesso, osservandomi, come una persona estranea, mi rendo conto che non posso aiutarmi, se non con il debole conforto di un abbraccio, sperando che un giorno le parole tornino ad avere un senso, e le mie labbra serrate possano ancora dire ciò che provo.

T.M.

domenica 15 marzo 2009

Una stella

Stasera cercavo la luna in cielo, ma non sono riuscito a trovarla. C'era una stella, ma non era la stessa cosa, la luna era nascosta da qualche parte, ed anche se non riuscivo a scorgere le nuvole che la coprivano sapevo che era lì da qualche parte, oscurata alla mia vista.
Le cose ci sono, anche quando non riusciamo a vederle, ma purtroppo non basta desiderarle per farle uscire allo scoperto, ci vuole molto di più, come la forza del vento che spazzi via le nubi.
Sono rimasto ad osservare il cielo, e sapevo di non vedere solo tenebre, scorgevo un tenue bagliore, ma nonostante girassi più volte su me stesso sono riuscito a scorgere solo quella stella. Allora mi sono rassegnato, la debole luce di quella stella era quello che avrebbe illuminato questa mia sera, ma solo ora mi rendo conto che la luce di quella stella è molto di più che un debole bagliore, è la luce che è viaggiata per anni e anni, ed è giunta fino a me, che riesco a scorgerla ora, in questa serata, e non devo rammaricarmi se non riesco a vedere la luna, perchè la luce che posso vedere stasera è la luce che viene dal passato per illuminarmi ora, ma non sostituirà i mille raggi del sole che illumineranno il nuovo giorno, ed un nuovo giorno arriva sempre.

T.M.

giovedì 12 marzo 2009

Cambiare

A volte le cose non vanno come ci si aspetta, anzi, molto spesso le cose prendono una piega inaspettata, e solo dopo molto tempo ci rendiamo conto che non potevano andare diversamente.
Rinvii un progetto, e raggiungi un successo inaspettato. Rinunci a qualcosa a cui tenevi molto, e ne ottieni una più grande. Dici addio ad una persona, e ne trovi una estremamente più importante.
Siamo noi a cambiare, e non ciò che ci circonda, sono impercettibili variazioni che ci portano verso nuovi sogni che non pensavamo nemmeno di avere. La parte più difficile è riconoscere questi sogni, accettarli, farli nostri, e viaggiare più in altro, oltre il gradino del dubbio.
Io non credo di conoscere i miei sogni, non ora, ma so che da qualche parte, vicino a me, si nasconde una verità che non conosco, il brivido di un'emozione che un giorno potrò vivere, il calore di una realtà che ora vedo così lontana. Ma se i sogni possono aspettare, il mio cuore deve vivere, e con le mie mani voglio cercare di scostare quel telo che nasconde ogni raggio di luce alla mia vista e inondare ancora una volta il mio petto di vita.

T.M.

martedì 24 febbraio 2009

Preghiera della serenità

Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;
la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare .....
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Aiutami a vivere un giorno alla volta, ad accettare le avversità come via alla pace A prendere, come Tu stesso hai fatto, la realtà com’è e non come la vorrei io A fidarmi di Te perché saprai portare a termine l’opera iniziata in me Che io sia ragionevolmente felice in questa vita senza eccessive ambizioni
e beato con Te per sempre in Paradiso


martedì 3 febbraio 2009

L'immagine

La gente una volta ha visto un'immagine di te, e se n'è innamorata. Per la prima volta anche tu hai visto la vera immagine di te stesso, ma sei quasi sicuro di averla persa, e se non fosse per quella piccola foto forse non te ne ricorderesti nemmeno; non ricorderesti quel sorriso, quella calda luce che illuminava il tuo volto, e non era solo il sole, ma l'amore, la speranza, cose ritrovate, dopo tanto tempo, cose che di nuovo facevano parte di te come non avresti mai sperato.
Ma quell'immagine dov'è? Chi custodisce quella luce che può ancora illuminare il tuo viso? Chi ha la chiave per aprire ancora quella porta oltre la quale riuscivi a vedere l'infinito? Guardi quel sorriso e ti poni queste ed altre cento domande, ma non sai dare una risposta, perchè non riconosci più quel viso, lo stai gia dimenticando e credi appartenga ad un altro, mentre in casa schivi ogni specchio per paura di vedere quell'immagine riflessa tanto lontana da quello che dovrebbe essere, e percepisci solo un'ombra al tuo passaggio, un'ombra che ti scruta, e non aspetta altro che tu le tolga quel velo per riscoprire i tuoi occhi pieni di luce. Allora posi una mano sul tuo cuore, e lo senti battere, e per la prima volta dopo anni ti accorgi che qualcosa è ancora vivo dentro di te, senti quel suono, il calore nella tua mano, ed il tuo viso si riga di lacrime, e mentre il tuo volto riscopre la sua vera luce ti accorgi che il tuo pianto è di gioia, e le lacirme non sono altro che l'acqua che può far rifiorire qualcosa nell'arido terreno che tieni ancora stretto tra le mani, e ora che puoi sentire la sua musica ti rendi conto che non sei mai stato veramente solo.

T.M.

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