sabato 9 febbraio 2008

La sindrome di Stendhal

La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una presunta affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allutinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati.
Tale disagio è spesso riscontrato a Firenze, dove il locale ospedale di Santa Maria Nuova è almeno una volta al mese luogo di ricovero di pazienti colpiti da disturbi psicologici acuti. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore.
Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal (vero nome Marie-Henri Beyle) che, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand tour del 1817, ne poté così dare una prima descrizione dettagliata che fu poi riportata nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio".
Egli scrisse
Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. >
La sindrome fu diagnosticata per la prima volta nel 1982 e secondo quanto riportato più della metà delle sue vittime sono di matrice cultural europea e non italiani, che ne sono immuni per affinità culturale, come i giapponesi. Fra i più interessati ci sono individui di formazione classica o religiosa che spesso vivono da soli.
Il fattore scatenante la crisi si ha spesso durante la visita ad un museo della città, dove il visitatore è colpito dal senso profondo di una o più opere, la relazione di queste con i loro creatori che trascende le immagini ed i soggetti; ciò si manifesta inizialmente con comportamenti molto vari che comprendono anche un'isteria che può spingere anche alla distruzione dell'opera.

Mappa visitatori