sabato 27 dicembre 2008

"La signora dei funerali" è ... Sophie Kinsella!!!

Alzi la mano chi sa che Sophie Kinsella è, in realtà, uno pseudonimo. Siete molti? Ma scommetto che la maggior parte di voi non ne sapeva niente prima dell’uscita in Italia di questo libro. In effetti, prima di diventare la regina della chick lit con il bestseller “I love shopping”, la Kinsella aveva già pubblicato un certo numero di romanzi con il suo vero nome. Questo è il primo di loro ad essere tradotto in italiano. Ma perché iniziare ad usare uno pseudonimo quando il genere dei libri pubblicati da quest’autrice è comunque sempre chick lit? In realtà, almeno per quanto risulta dalla lettura di questo libro, da Madeleine Wickham a Sophie Kinsella c’è stato un notevole cambio di stile. In questo romanzo a firma Wickham si notano già, rispetto ad altri dello stesso genere firmati da altre scrittrici, una scrittura notevolmente briosa, una trama ed un intreccio originali e sorprendenti ed una protagonista femminile ben caratterizzata, elementi che si ritrovano ancora di più nella seguente produzione firmata Kinsella. Non sono romanzi che finiscono con i classici fiori d’arancio (semmai si costruisce un intero libro sulla preparazione di una cerimonia: “I love shopping in bianco”), e le protagoniste non danno mai l’impressione di fermarsi soddisfatte, ma sempre di pensare “Sì, per ora va bene così, sono felice con te, ma ricordati che non perdo di vista me stessa!” Donne forti, che vivono con spirito ed allegria senza mai rendersi dipendenti da qualcuno (tantomeno da un uomo).
Definiti i punti in comune fra Wickham e Kinsella, possiamo dire che questo romanzo, a differenza di quelli firmati come Kinsella, non vi farà esplodere in divertite risate durante la lettura. La protagonista non è una simpatica pasticciona come le varie Becky Bloomwood, Emma Corrigan e simili, ma una donna fredda e determinata, inizialmente persino antipatica. Non troverete in questo libro un fuoco di fila di situazioni imbarazzanti ed esilaranti, ma piuttosto una commedia molto “all’inglese” sullo stile di “Quattro matrimoni e un funerale”. Noterete che, mentre la Kinsella scrive in prima persona, avvicinando così il lettore ai suoi personaggi e favorendo empatia ed identificazione, quando si firma Wickham scrive in terza persona, dando l’impressione di dipingere piuttosto un quadretto. D’altronde, mentre nei personaggi della Kinsella ciascuno può rivedere i propri comportamenti e le proprie manie, questo non è certamente facile con questa Fleur Daseny. In effetti, chi di noi potrebbe identificarsi in una donna la cui occupazione è “imbucarsi” ai funerali per adescare vedovi apparentemente inconsolabili e prosciugare la loro carta di credito? Causa di tutto, la solita infanzia difficile ed il solito matrimonio andato male, dal quale è nata Zara, figlia insofferente e contraria al comportamento della madre. Ma l’incontro con il vedovo Richard Favour e con la sua famiglia cambierà le cose in modo imprevedibile. Al contatto con Fleur, i membri della famiglia sembreranno svegliarsi da un lungo sonno, la cara estinta si scoprirà non essere poi stata una santa, e la stessa Fleur inizierà ad avere forti dubbi sulla propria “filosofia di vita”… Va bene, scordatevi “I love shopping”. Ma scordatevi anche i romanzetti strappalacrime. Scegliete questo libro e passerete qualche ora con una storia divertente, ma non banale, che porta già “in embrione” il graffio inconfondibile di Sophie Kinsella.
Recensione a cura di Cristina Giuntini

sabato 13 dicembre 2008

Sleeping Beauty

Com'è essere delle Belle Addormentate? Ignari di tutto viviamo una vita in cui il nostro vero amore ci cerca, senza nemmeno conoscerci, e noi amiamo, senza nemmeno sapere chi sia questo Vero Amore. Poi ci si incontra, ma non ci si conosce nemmeno lì, si vive un momento, uno sguardo, ma come facciamo a dare un nome a tutto questo? E intanto passa il tempo, e la nostra inconsapevolezza ci fa andare avanti, con un peso, che non capiamo, e ci sentiamo terribilmente stanchi, ci abbandoniamo al torpore dei sogni, cristallizzando ogni nostra speranza, aspettando qualcosa che non conosciamo nemmeno.
Eppure abbiamo l'impressione di aver toccato almeno una volta, con un dito, quella felicità che vorremmo per sempre nostra, ma ce lo siamo dimenticati, e nonostante resti il desiderio di raggiungerla, rimaniamo bloccati, a fissare il buio dietro le nostre palpebre chiuse, in un sonno che sembra consolarci, e invece ci uccide lentamente.
Arriverà allora il principe, a salvarci, a realizzare i nostri sogni, a prenderci per mano, e a dirci "so chi sei"?
Chi sono? Chi siamo? Non lo so nemmeno io, ma qualcuno deve saperlo, perchè forse, vedendomi da lontano, ha cominciato a cercarmi, e smarrendo la strada più volte un giorno la ritroverà, e arriverà da me, e mi aiuterà ancora ad aprire i miei occhi.

T.M.


lunedì 1 dicembre 2008

Il Vaticano dice no alla depenalizzazione dell’omosessualità

CITTA’ DEL VATICANO - L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, boccia il progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare a nome dell’Unione europea all’Onu per la depenalizzazione universale dell’omosessualità. «Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale», afferma il vescovo in un’intervista all’agenzia stampa francese “I.Media”. «Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un`altra». «Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi - afferma mons. Migliore - si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».

domenica 30 novembre 2008

Insieme a te non ci sto più - Caterina Caselli

...e scuote la Terra

Sarà vero che la vita non smette mai di riservarci delusioni? Forse non bisognerebbe parlare di delusioni, ma di Lezioni, dalle quali dovremmo imparare, grazie alle quali dovremmo crescere. Eppure la Terra si scuote sotto i nostri piedi, barcolliamo, spesso credimo di cadere, ma poi non succede, ci manteniamo in piedi, e aspettiamo la prossima scossa; ma non sappiamo quando arriverà, sappiamo solo che ci sarà, possiamo solo sperare che sia meno forte della precedente, che impariamo a sostenere l'equilibrio, che i nostri piedi restino ben piantati a terra, perchè comunque non c'è nulla intorno a noi su cui appoggiarci, nessun sostegno che ci dia un minimo di speranza, ci siamo solo noi.
I nostri muscoli sono indolenziti, la testa ci duole, la nostra gola non emette più un suono, troppo provata dallo sgolarci per chiedere aiuto, e ci troviamo al centro di quacosa che non comprendiamo, che ha una forma indefinita, ma che ci circonda, ne sentiamo la massa opprimente, riceviamo colpi, ma rimaniamo fermi, al centro di un vortice, dove l'aria non è calma, ma si addensa la tempesta, e non abbiamo nulla con cui ripararci.
E' inutile combattare quello che non riusciamo a capire, inutile sforzarci ad andare contro la corrente che ci investe, bisogna lanciarsi, e lasciarsi trasportare, ovunque essa ci porti, cercando di rimanere a galla, per continuare a respirare, quell'aria che ormai non ci appartiene, che ha il gusto acre della sconfitta, la sconfitta di noi stessi contro la nostra vita, perchè arriva il momento in cui abbiamo paura di cercare di capirla, e smettiamo anche solo di ascoltarla, per rimanere in silenzio, in attesa del suono che cambierà la direzione di tutto, quella corrente che prenderà i nostri piedi, e ci farà sentire non più il gelo ma il tepore del sole che sale tra le nuvole che stiamo raggiungendo, mano nella mano con la speranza, che ancora una volta è tornata a salvarci.

T.M.

lunedì 24 novembre 2008

Sympathy For Lady Vengeance

Alda Merini, da "Terra d'amore"

La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Alda Merini, da "Terra d'amore"

domenica 16 novembre 2008

La tua vita non passerà - Tiziano Ferro

False verità

Può capitare che la gente ci guardi, e ci dica che siamo imbrigliati nelle speranze di quello che vorremmo che gli altri fossero per noi. E forse è vero, restiamo ad aspettare che le persone che amiamo si accorgano di quello di cui abbiamo bisogno, e abbiamo paura che non se ne rendano conto, che vadano solo incontro ai loro bisogni, così le nostre speranze diventano le nostre paure, e non riusciamo più a vedere quelle persone con gli stessi occhi, le vediamo solo con la bramosia di farci amare, con il desiderio ardente che un giorno tutto vada alla perfezione, come dentro di noi immaginiamo; ma non succede quasi mai così, e dobbiamo rassegnarci a questo, liberarci di quelle catene che ci siamo creati da soli, e cominciare a vedere gli altri per quello che sono, accoglierli, quando vogliono venire da noi, lasciarli andare, quando vogliono abbandonarci. Niente più lacrime, niente false speranze, giù tutte le maschere, che ogniuno possa vivere le proprie emozioni, senza paura, così chissà che un giorno venga noi incontro quella persona che vuole condividere il sorriso con il quale l'accogliamo, e prenda dolcemente la nostra mano, e ci dica che quella è la più grande forza che aspettava di ottenere, il legame di un amore ricambiato, senza false promesse, ma solo con gioie sincere.

T.M:

sabato 15 novembre 2008

Chissà se mi pensi - Claudio Baglioni


E quando arriva quel momento...quello in cui ti chiedi se sei solo,
se davvero intorno a te chi ami ha smesso di pensarti,
se devi gettare al vento tutte le tue speranze, tutte le tue possibilità,
e ti guardi allo specchio, ma non ti riconosci, e ti domandi chi sia...
...quel viso apparentemente sereno che ti guarda, e sembra persino più felice di te...
...allora ti accorgi...che è oltre te che stai guardando,
oltre quella maschera che continui ad indossare,
quella che ti permette di vivere tra la gente,
quella che ti mostra sicuro, infallibile, quella che forse fa credere alla gente...
...che tu sei quello che non soffre.
Puoi urlare, puoi cadere in ginocchio, piegato in due dal dolore;
puoi guardare fisso negli occhi l'oggetto del tuo desiderio, ma non vedranno niente...
...come non riescono a vedere il tuo cuore che pian piano si sta sgretolando,
e le lacrime che pian piano ti bagnano le labbra,
e sono l'unica cosa che disseta il tuo desiderio d'amore.
Allora guardi oltre te stesso, e speri che tutto quel dolore non ti appartenga...
...ma purtroppo è tuo, e come in te ha cominciato a crescere...
...in te potrà morire, un giorno...
...quando gli occhi che tanto cercavi finalmente fisseranno i tuoi...
...e vedranno il tuo cuore, per capire veramente ciò che senti...
...e non ciò che sembri.

T.M.

martedì 4 novembre 2008

Capricorno

Il film che mi rappresenta - Mulholland drive


L'ambiguità è nelle tue corde, corde di violino che alternano note acute a voci gravi. Sei enigmatico, intelligente, ami la luce soffusa al giorno abbagliante che scolora una lampada. Sei aperto alle esperienze credendo fermamente che ognuna di esse faccia crescere. Il tuo film non poteva che essere un'opera d'arte del doppio, dove sogno e realtà si confondono.

Sigur Ros - Samskeyti

A volte ti fermi a pensare, e credi di sognare...
...sognare quel sorriso che ti ha illuminato il viso...
...quegli occhi che ti hanno aperto il cuore...
Credi sia un sogno, e richiudi gli occhi...
...e quella luce brilla dentro di te...
...ti affascina...
...non riesci a smettere di guardarla...
E mentre quella luce ti scalda...
...ti senti sollevare...
...e ti accarezza l'aria tra le dita...
..il cuore ti fa male...
...ma non smetti di sognare...
...perchè è quello che ti rimane...
...

T.M.

lunedì 3 novembre 2008

Hermann Hesse

"Stare a riflettere e scervellarsi conta poco, perchè poi non si fa ciò che si pensa, ma ogni passo, in fondo, è senza riflessione, così come lo vuole il cuore."

Hermann Hesse

sabato 25 ottobre 2008

Per chi batte il cuore

Un cuore può essere catturato solo dalla mano di colui che desidera proteggerlo...
...e dagli occhi di chi vuole amarlo
T.M.

venerdì 24 ottobre 2008

Scegliere... Sbagliare



Scegliere…sbagliare…prendere coscienza…e…Sbagliare di nuovo…E poi…Credere di scegliere con coscienza…E sbagliare ancora…E poi…Perdere la coscienza…Dimenticare di sbagliare…E forse…allora…Finalmente scegliere…scegliere cosa?
La possibilita’ di sbagliare vivendo.

Erica Jong... per sette vite


1) Eliminare i sensi di colpa;
2) non fare della sofferenza un culto;

3) vivere nel presente (o almeno nell'immediato futuro);

4) fare sempre le cose di cui si ha più paura (il coraggio s'impara a gustare col tempo);

5) fidarsi della gioia;

6) se il malocchio ti fissa, guardare da un'altra parte,

7) prepararsi ad avere 87 anni.

Erica Jong

giovedì 23 ottobre 2008

Non Amarsi

"Ama il tuo prossimo come te stesso" può essere letto come un invito a cominciare con l'imparare ad amare se stessi, vero punto di partenza per potersi avvicinare in modo autentico e armonioso anche agli altri.

Nel mondo super specializzato di oggi, si è diffusa l'aspettativa che siano sempre gli altri a risolvere i nostri problemi: chiediamo al medico di guarirci, allo psicologo di ristabilire il nostro equilibrio, al farmaco di sollevarci, alla televisione di divertirci.
Riporre la nostra fiducia in modo così esagerato in qualcuno o qualcosa d'"altro" tende a sminuire la considerazione che abbiamo di noi stessi e ad allontanarci dal nostro centro di equilibrio. Diventiamo meno presenti, ci fidiamo meno di noi stessi e, di conseguenza, ci amiamo anche di meno.
Questo "non amore" non rimane senza conseguenze. Tra le prime, quella di dover dominare l'altro oppure di voler sempre dimostrare, anche con la forza, la propria ragione. Sono atteggiamenti che si esprimono a parole, attraverso la tendenza a criticare aspramente, o a fatti, con la violenza, che può sfociare - in macro - nei conflitti bellici. Ma sono solo palliativi, sono tentativi di innalzare se stessi abbassando l'altro, di recuperare la stima di sé e l'amore di sé" penalizzando" altri.
Questa mancanza di amore per se stessi porta a un'altra conseguenza: la fuga. Se ci sentiamo in difficoltà, se siamo in situazioni che rischiano di minare la nostra fragilità, tendiamo a scappare. La fuga si esprime con l'allontanamento, l'indifferenza verso chi soffre o il non ascolto all'altro, per non farsi risucchiare dentro il suo mondo... problematico.
Per amarsi, invece, bisogna ritrovare il proprio potere personale, dato dalla padronanza su noi stessi e non più sugli altri; dato dal recupero di una propria centralità e dalla capacità di accettarsi e valorizzarsi per ciò che si è. Ecco un breve esercizio per cominciare a dirigersi in questa nuova direzione:

- Pensate a qualcuno che vi vuole bene (può trattarsi anche di una persona non più in vita).

- Chiedetevi cosa questa persona trova, o ha trovato, di così interessante, cosi bello in voi, da volervi tanto bene.

- Quando trovate almeno 3 risposte, conservatele dentro di voi, ripetendole ad altra voce, o semplicemente riflettendo su di esse, e lasciando che trovino uno spazio dentro la vostra mente.

Questa cura ricostituente, ripetuta diverse volte, ci eviterà di sentirci troppo vulnerabili o di abusare del nostro potere quando siamo in compagnia di altri; aumenterà il nostro "conto corrente emotivo", in modo da farci aprire al mondo con abbondanza, piuttosto che con povertà.
Le persone, constatando che ci vogliamo bene, si sentiranno investite dalla nostra carica vitale più, armoniosa, creando situazioni in cui le possibilità di incontro autentico e amore reciproco aumentano in modo considerevole.

Arthur Sackrule

mercoledì 22 ottobre 2008

Specchio

Quando credi che nella tua vita le cose più strane ti siano già capitate, succede sempre qualcosa di nuovo, inaspettato, e ti ritrovi di fronte allo specchio, vedendoti diverso, alterato, eppure non capisci se ti senti migliorato, o se la vita ti ha tolto una parte di te che non potrai mai recuperare.
Quando ti trovi di fronte a quello specchio ci vedi la tua anima, e a volte appare sfocata, indistinta, e stenti a riconoscerla. A volte la vedi muoversi, ma non ne cogli i gesti, a stento ne percepisci lo spostamento, eppure sai che lei è lì, e pian piano va in una direzione che non conosci, che non capisci, ma non puoi fermarla, e speri solo di poterla vedere distintamente un giorno, per guardarla negli occhi, e dire ancora: sono io.

T.M.

lunedì 20 ottobre 2008

Cosmopolitan


4 parti di Vodka
2 parti di Triple Sec
2 parti di Succo di Mirtillo
1 parte di Succo di Lime Fresco

Il cocktail Cosmopolitan è un grande classico americano, spesso presente nelle serate mondane d’oltreoceano; sovente viene chiamato con il suo nome abbreviato cioè Cosmo, e nonostante sia servito dentro ad una doppia coppa Martini non appartiene a questa categoria; esistono diverse opinioni sulle origini del Cosmopolitan, ma in realtà non si sa precisamente chi per primo inventò questo cocktail.
Oggi la sua popolarità è aumentata grazie al fortunato telefilm “Sex and the city”, nel quale quattro amiche Newyorkesi spesso si ritrovano a parlare delle loro avventure e dei loro problemi sedute davanti ad una invitante coppa di Cosmopolitan.
Sembra che la versione più accreditata della nascita del Cosmopolitan
sia da attribuire a Cheryl Cook, famosa bartender di Miami, che nel 1987 volle creare un cocktail che potesse piacere alle donne; prese quindi il più classico e famoso bicchiere da cocktail, la coppa Martini e miscelò pochi e semplici ingredienti fino a farlo diventare dolce e rosa: un sapore piacevole e un colore invitante. Fu un grande successo è diventò quindi uno dei cocktail preferiti dalle donne.

PREPARAZIONE:
Mettete a ghiacciare una doppia coppa Martini. Versare gli ingredienti dentro ad uno shaker nel quale avrete posto dei cubetti di ghiaccio per ¾ della sua capienza, dopo di che shakerate e successivamente filtrate il cocktail nella doppia coppa Martini ghiacciata. Guarnite con una fettina di limone o un ricciolo della sua scorza.

venerdì 17 ottobre 2008

Altalena

Ferite del cuore

Le persone escogitano vari modi per ferirti. Ti pugnalano alle spalle, quando conoscono bene il tuo punto debole; giocano con i tuoi sentimenti, facendoti credere una cosa, ma pensandone un'altra. E poi c'è chi ti ferisce, ma sembra non rendersene conto, quelli che ti guardano negli occhi con quell'aria da cani bastonati, e pur avendoti ridotto il cuore in poltiglia ti chiedono: "Cosa ho fatto?".
Queste persone sono quelle che prendono i tuoi sentimenti, e li mettono tra le tante cose della loro vita, come si fa con la pubblicità tra la posta...e poi la si dimentica..ma quando veramente ci interessa...e la ritroviamo...è troppo tardi, perchè quello che ci mostra non è più disponibile, e ne rimaniamo dispiaciuti, ma...la gettiamo nel cestino, tanto la pubblicità arriva ogni giorno.
Queste persone dicono di non odiarti, ma si comportano come il tuo peggiore nemico. Il tuo dolore è per loro trasparente, e sembrano sguazzarci dentro come fosse acqua cristallina.
Queste persone calpestano tutto l'amore che gli hai donato lungo il vostro cammino assieme, eppure sono convinti di avervi regalato il più bel viaggio della vostra vita.
Queste persone ti fanno smettere di sognare, per renderti conto che la vita può essere un incubo, dal quale non ci si sveglia tanto facilmente.

T.M.

domenica 12 ottobre 2008

Lasciarsi andare o... lasciare andare?

Il più grande dilemma della Storia: siamo davvero pronti per una relazione?

Da qualche parte del mondo, in questo momento, secondo alcuni c’è la nostra anima gemella. Chi non ha mai sognato di incontrarla? Una persona fatta su misura per noi, che risponda ai nostri gusti e alle nostre esigenze, presente quando c’è da esserlo, dolce quando lo richiede la situazione, audace quando il nostro corpo lo esige. Se questa teoria è vera, e per quanto mi riguarda lo è nel momento in cui si accetta l’idea che di anima gemella ne esista una sola, che cosa ci fa credere che nel momento in cui ci innamoriamo l’abbiamo davvero trovata? In questo ci aiuta l’idea stessa che abbiamo dell’amore. A volte mi sono fermato a riflettere su cosa significhi davvero essere innamorati, trovare la felicità. Dov’è il limite tra l’amare qualcuno e l’accontentarsi dell’illusione di amarlo veramente? Intorno a noi non facciamo che vedere coppie felici promettersi amore eterno, scambiarsi tenere effusioni, condividere qualcosa di apparentemente speciale. Chi di noi non ha provato questa emozione, o teme di averla perduta o addirittura di non provarla mai, può essere terrorizzato a tal punto da costruirsene una a propria immagine e somiglianza? È giusto scendere a compromessi in amore? Accontentarsi di qualcuno che forse non è proprio la persona che stiamo aspettando? Personalmente, credo di essermi innamorato diverse volte dell’idea di innamorarmi, piuttosto che di una persona specifica. D’altro canto, però, è possibile che i milioni di persone innamorate attorno a noi abbiamo semplicemente deciso di accontentarsi di un’illusione piuttosto che vivere nella ricerca e nell’attesa di QUEL momento giusto?

No.


Alla base di tutto questo penso che sussista una fondamentale differenza, un limite che non andrebbe mai valicato. È giusto scendere a compromessi nel momento in cui non viene calpestata la nostra persona, il nostro ego, la nostra felicità. La linea di confine tra il “lasciarsi andare” a qualcosa di veramente speciale, per quanto imperfetto, e il “lasciare andare” qualcosa che, probabilmente, non è mai esistito veramente. In fondo, la vera maturità sta nell’accettare che la perfezione non è di questo mondo, piuttosto che illudersi di averla davvero trovata.

sabato 11 ottobre 2008

Marco Carta... amori gay?

La domanda è diretta. La risposta altrettanto. nostri lettori sono molto curiosi, hai mai avuto rapporti gay? «No, per il momento no».
E' un brano dell'intervista rilasciata al seguitissimo portale di cultura omosessuale www.gay.it da Marco Carta, vincitore di "Amici" 2008. Nella chiacchierata con il redattore del sito Marco si racconta, parla di passato e di futuro. Cita le "cartine", come si autodefiniscono le sue fan, ma non se la sente di chiudere la porta ai "cartini", i fan maschietti che gli riservano lo stesso affetto delle loro colleghe. Per questo tra i ringraziamenti contenuti nel suo cd «era meglio se scrivevo "i fans". Mi ha ingannato il fatto che il mio pubblico è per la maggior parte composto da ragazze. I "cartini" però ci sono e li ringrazio!».
Poco tempo a disposizione per l'amore («Sono single e disinnamorato!»), molto quello impegnato sul lavoro. Lasciata la Sardegna, ora «ho preso una casa a Roma, che è la mia base, anche se adesso sono molto spesso a Milano». E i rapporti che gli ex compagni di avventure nella trasmissione di Maria De Filippi? «Con Roberta, Pasqualino e Giuseppe Salsetta non ci sono rapporti, le cose si erano già sfaldate durante il programma, e qualcuno di loro continua a dire brutte cose su di me. Un bel rapporto è rimasto con Francesco, Susy e Simonetta, con tutti gli altri ho rapporti normali». Per non parlare di quelli con Federico Angelucci. «Non gli sto molto simpatico, ma non so dirti perché». Forse sarà un po' invidioso?, domanda l'intervistatore. «Questo lo dici tu, non io. La sensazione che ho avuto è quella di stargli antipatico, ma la cosa non è reciproca, non ho questo sentimento nei suoi confronti, io sono sempre così sorridente con tutti, anche con lui».

mercoledì 8 ottobre 2008

...cominciare

E se ci rifiutassimo di capire? Se smettessimo di ossessionarci per tutto quello che ci circonda, se cominciassimo a vivere ogni singolo momento per quello che ci dà, senza pensare se continuerà a darcelo anche poi, anche domani, anche tra una settimana. Se cominciassimo a vivere, e guardassimo le persone che ci circondano senza vedere i punti interrogativi nei loro occhi, senza preoccuparci delle spiegazioni che vorrebbero da noi, senza farci ossessonare dal fatto che forse ci chiederanno perchè siamo felici, o magari non ci chiederanno perchè siamo tristi.
Se cominciassimo a vedere i colori di quello che ci circonda, senza cercare conferma negli altri, ma fidandoci del nostro sguardo, perchè il colore è il nostro colore, e nessuno lo vedrà mai come noi; se camminassimo lungo una strada, senza preoccuparci di dove stiamo andando, senza domandarci se ci cercheranno, senza chiederci se ci ricorderanno; se cominciassimo a cantare la nostra canzone, a far sentire a noi stessi che la nostra voce può ancora sovrastare il rumore di quello che ci circonda, e se magari sorridessimo, a chiunque incontriamo, senza preoccuparci di quello che pensa di noi, senza preoccuparci se abbiamo qualcosa per cui non dovremmo sorridere, ma solo che il nostro sorriso è la cura per i nostri mali, per quei sorrisi che non ci vengono dati, per quelle parole che non ci vengono dette, per quegli abbracci che ci vengono negati.
Se cominciassimo a volare, senza preccuparci delle ali che ci sorreggono, ma solo pensando a quel vento che ci sfiora la pelle, e ci fa sentire finalmente vivi, senza che qualcuno per forza tenga la nostra mano, ma sorregga le nostre ali con il suo amore, silenzioso, ma vero.

T.M.

Caos calmo

Devo dire che mi aspettavo qualcosa di molto menoelaborato, qualcosa che mi avrebbe fatto dire "ovviamente era meglio il libro". Invece in questo caso sono rimasto piacevolmente sorpreso. Il film ovviamente non ha la stessa profondità del libro, come è vero che non è del tutto possibile capire l'intreccio delle emozioni senza aver letto il libro; ma è anche vero che le immagini sono molto dirette, i dialoghi scelti bene e la fotografia ben fatta, il tutto crea un film coinvolgente, che se non fosse per l'interpretazione di Nanni Moretti, che molte volte lascia un po' perplessi (anche se sinceramente si percepisce bene il "caos calmo" che si agita in lui), il film regge bene le emozioni del libro, a volte le esalta anche molto bene, ed arriva a farci cogliere il complessivo delle situazini dei personaggi forse molto più che nel libro, dove ovviamente l'intreccio complesso a volte disorienta.
Ci si poteva aspettare un film confuso, troppo fedele, o troppo distante da un libro come quello di Veronesi che ha una bellezza che lascia attoniti dopo la lettura, perchè è talmente sottile che non la si coglie immediatamente; il libro in qualche modo enfatizza questa bellezza, ce la mostra in 1h e 40min di film, che ovviamente non possono sostituire il libro, ma ci regalano qualcosa che va assolutamente visto, e soprattutto sentito, con il cuore.
Voto con un 8, e aggiungo che la colonna sonora aiuta il tutto, cosa che molto spesso nei film italiani non viene presa in considerazione.
T.M.

martedì 7 ottobre 2008

Somiglianze: Kasia Smutniak/Keira Knightley

è l'amore...

...ed è così che succede...Non sei tu a poter decidere, ma è l'amore che ti porta a camminare con se lungo le sue strade infinite e tortuose...

E' l'amore che ti da il coraggio di credere che un sorriso possa essere capace di curare le ferite dell'anima...

E' l'amore che ti spinge a non arrenderti e guardare oltre gli ostacoli che s' incontrano lungo la via per raggiungere la felicità...

E' l'amore che asciuga il pianto dagli occhi ogni volta che la pioggia si mischia alle lacrime cercando di rubarti la speranza di un giorno di sole...

E' l'amore che ti porta a toccare il cielo con un dito e credere che sia possibile che l'anima possa camminare senza toccare terra...

E' l'amore che ti fa piangere e disperare, ma che, una volta che la tempesta è passata, ti fa rendere conto di essere divenuta più forte e più consapevole di te stessa e dei tuoi confini...

E' l'amore che ti nutre della stessa cosa che t'affama. E' l'amore che t'asseta per poi dissetarti con la sua essenza più pura...

E' l'amore che ti spinge a partire per poi ritornare verso il luogo in cui il tuo cuore ha deciso di dimorare...

E' l'amore che ti scaraventa a terra a leccarti le ferite ma che ti rende anche consapevole che ogni cicatrice rimasta sulla tua pelle farà parte di te per il resto dei tuoi giorni...

E' l'amore, solo l'amore la ragione per cui si vive. L'amore senza cui non si può nemmeno respirare. L'amore di cui non si è mai sazi. L'amore che non ci appartiene ma ci possiede....

sabato 4 ottobre 2008

La madre

T.M.

Dietro il promo della 5° stagione

Perdonami

...per come sono...
...per come non riesco ad essere...
...se ti faccio soffrire...
...o se non riesco a farti sorridere...
...perdonami...
...perchè ti amo troppo, e...
...non voglio più sbagliare...

T.M.

Desperate Housewives - Promo Season 5

Desperate Housewives 5 ... anni dopo

ATTENZIONE SPOILER

Con un salto in avanti nel tempo di 5 anni, la produzione di "Desperate Housewives" ha dovuto per forza trovare nuovi attori per il ruolo dei figli di Tom e Lynette Scavo (Doug Savant e Felicity Huffman), ormai cresciuti. Joshua Moore è stato scelto per impersonare Parker, il figlio più grande, Charles e Max Carver daranno il volto ai vivacissimi gemelli Porter e Preston mentre Kendall Applegate sarà la piccola Penny.
E!Online
ha poi dato qualche gustosa anticipazione sulla trama; dopo 5 anni gli equilibri sono davvero cambiati. Dopo essere stata cacciata nel finale della quarta stagione, Edie (Nicollette Sheridan) tornerà a Wisteria Lane con un nuovo uomo impersonato da Neal McDonough (Boomtown, Tin Man); pare che la coppia sarà al centro del nuovo mistero della stagione.
Tanti cambiamenti per Susan (Teri Hatcher) che ha un nuovo compagno impersonato da
Gale Harold (Vanished, Queer as Folk), ma tranquilli, Mike non sparirà; James Denton è confermato nel cast regolare! L’ex coppia si vedrà molto spesso poiché condivide la custodia del loro figlio, M.J. . Susan pare vivrà lontano anche da Julie (Andrea Bowen ), ormai cresciuta; Andrea Bowen è stata rimossa dal cast regolare e apparirà sporadicamente.
Il personaggio cambiato di più in questo arco di tempo è però quello di Gabrielle (Eva Longoria Parker), ora mamma di due bimbe viziatelle. Carlos lavora come massaggiatore a casa ma Gabbi vorrebbe si trasferisse al Country Club. E i soldi della droga di Ellie? Probabilmente già finiti!
Bree (Marcia Cross) invece è diventata famosa grazie ai suoi libri di cucina e suo figlio è diventato il suo braccio destro e consigliere; nel primo episodio vedremo come da celebrità locale si potrebbe trasformare in fenomeno nazionale. Katherine dovrebbe far parte del suo staff. Come abbiamo già visto nello scorso season finale inoltre, Orson (Kyle MacLachlan) e Bree torneranno insieme; ma nel secondo episodio, intervistata alla radio, Bree dice che il libro è un tributo al marito morto… Rex? Il mistero si infittisce…

E Lynette e Tom? Neanche a dirlo cercheranno di fare del loro meglio con i gemelli, sempre più su una brutta strada.

giovedì 2 ottobre 2008

Le nuove frontiere della segnaletica stradale

Come assicurare l'incolumità dei pedoni, ma sopratutto che si rendano conto d'esserlo...
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martedì 30 settembre 2008

L'Amore?

Cos'è veramente l'amore? Cosa significa essere innamorati di una persona? A conti fatti, cosa vuol dire "io amo quella persona...ho bisogno di lei..."?
Forse significa superare tutte le distanze, ogni tipo di distanza, da quella fisica a quella mentale; significa sapere di non voler desiderare nient'altro al mondo, poter vivere con quella persona al proprio fianco e sentire di essere completi, in tutto.
Forse...ma per raggiungere questa sensazione cosa dobbiamo passare? Quali ostacoli ci vengono posti davanti per arrivare finalmente a quella persona, e poi per capire che sia veramente quella giusta? Dove sono le istruzioni per l'amore? Dove quelle per la propria vita? Forse le abbiamo perse tanto tempo fa, quando correvamo dietro alle emozioni e ci bastava un sorriso per vedere di nuovo la luce oltre le tenebre della nostra tristezza.
Poi si arriva ad un punto in cui non si sa più da che parte andare, ogni singola mossa sembra un errore, e tutto intorno a te sembra minacciare di crollare, allora si procede a tentoni, e anche se il cuore fa male si cerca di capire, di vedere il mondo con occhi nuovi, quelli ripuliti dalle lacrime di tanti giorni, quelli che mostrano la realtà, e non i sogni.
Con questi nuovi occhi mi trovo di fronte alla mia vita, il mio cuore in una mano e la sua chiave nell'altra; osservo intorno a me e mi domando se quella chiave davvero funziona ancora, o se il mio cuore non ha altra possibilità che di distruggersi per riscorprire ancora una volta quello che nasconde dentro.

T.M.

domenica 28 settembre 2008

Love-Poem-Heart

Il tempo della realtà

C'è un tempo per ridere, un tempo per scherzare; c'è un tempo per piangere, per rivalutare. E c'è un tempo per rinascere, in solitudine, aprendo nuove porte, e stando a guardare.
E' il tempo più difficile, e insieme il più semplice; è il tempo in cui stai davanti a te stesso, e davanti a tutti quanti. Vedi il presente, ma scorgi già il futuro, ma senza sognarlo, soltanto assaggiando quello che di lui già ti appartiene. Scruti il passato, sapendo dove sono le spine, evitandole accuratamente, per cercare soltanto i soffici ricordi di esperienze indelebili.

T.M.

giovedì 25 settembre 2008

You raise me up - Lena Park


TESTO TRADOTTO

Quando sono depresso e, oh, la mia anima è così provata
Quando arrivano i problemi e il mio cuore ha un peso
Allora mi fermo e aspetto qui in silenzio
Finché tu non arrivi e ti siedi un po' con me

[Ritornello x2]
Tu mi tiri su tanto da farmi scalare le montagne
Tu mi tiri su da farmi camminare sui mari
Io sono forte quanto sono sulle tue spalle
Tu mi tiri su, fino a raggiungere più di ciò che sono

Non c'è vita, nessuna vita senza sofferenza
Ogni cuore batte senza sosta in modo così imperfetto
Ma quando arrivi tu e io mi riempio di meraviglia
A volte mi sembra di scorgere l'eternità

[Ritornello x2]
Tu mi tiri su, fino a raggiungere più di ciò che sono

Quando sono depresso e, oh, la mia anima è così provata
Quando arrivano i problemi e il mio cuore ha un peso
Allora mi fermo e aspetto qui in silenzio
Finché tu non arrivi e ti siedi un po' con me

[Ritornello x2]
Tu mi tiri su tanto da farmi scalare le montagne
Tu mi tiri su da farmi camminare sui mari
Io sono forte quanto sono sulle tue spalle
Tu mi tiri su, fino a raggiungere più di ciò che sono

Non c'è vita, nessuna vita senza sofferenza
Ogni cuore batte senza sosta in modo così imperfetto
Ma quando arrivi tu e io mi riempio di meraviglia
A volte mi sembra di scorgere l'eternità

[Ritornello x2]
Tu mi tiri su, fino a raggiungere più di ciò che sono


Ferite

Le ferite del cuore si rimarginano lentamente, a volte lasciano un segno indelebile, a volte solo un'ombra, ma non smettono mai di stuzzicare l'anima, di ricordare.

1442

Per ricucire ogni fede strappata
esiste un ago gentile, sebbene
nessun segno apparente lo riveli -
è infilato nell'aria -

E sebbene ad indossarla
rechi il segno dello strappo
la veste è ancora adatta,
uguale la misura -

Emily Dickinson

Il cuore non deve adattarsi alle misure di una scatola che lo contiene. Il cuore è libero di viaggiare, di nutrirsi del proprio amore, non viene regalato, viene solo prestato, non deve essere imprigionato, ma soprattutto dev'essere rispettato, ascoltato, ed il suono della sua voce deve richiamare all'attenzione, e le ferite, le lacrime scure che segnano la nostra anima, un giorno bruceranno, ma allora sapremo come curarle.

T.M.

lunedì 22 settembre 2008

La parola

...LA PAROLA E' UNA SEMPLIFICAZIONE DI UN CONCETTO TROPPO VASTO PER ESSERE ESPRESSO

venerdì 12 settembre 2008

Sussurri

E' incredibile come una Stella possa riscaldare il nostro cuore, e illuminarci la strada, molto più del sole.
E questa stella si trova vicino a noi, e possiamo scrutare nel profondo, per vedere la sua immensità; con lei accanto non abbiamo bisogno di chiedere nulla, perchè un suo sorriso ci regala l'universo.
Questa stella ci prende per mano, e ci guida dove nessuno ha mai saputo fare; ci porta lontano, dove da soli non sapremmo andare. Ci riscalda dal freddo delle nostre paure, e custodisce il nostro cuore, affinchè batta ogni giorno piendo d'amore, e sussurri dolcemente il suo nome...seppure sembri dire...Amore.

T.M.

venerdì 29 agosto 2008

Amare

AMARE NON SIGNIFICA TROVARE LA PERFEZIONE, MA PERDONARE TERRIBILI DIFETTI.
PENSO CHE SIA QUESTIONE DI COMPROMESSO...


Rosamunde Pilcher

martedì 19 agosto 2008

Il Principe Filippo


Chi non conosce la storia del principe, colui che impavido raggiunge la fanciulla che ama, pronto a difendera, e a salvarla da qualsiasi avversità...ma sono pochi quei principi che con un solo bacio sono in grado di risvegliare la propria amata, di riportarla alla realtà, e di farle vivere una vita da sogno, piuttosto dei sogni di una vita...basta solo trovarlo, quel principe... :-P

lunedì 18 agosto 2008

La vita PUO' cambiare

La vita può cambiare, e le persone devono crederci. Le cose belle possono accadere, e non dobbiamo smettere di pensarlo. Il destino ci riserva delle splendide sorprese, e se sappiamo aspettare anche il nostro cuore potrà riempirsi d'amore.
A volte non ce ne rendiamo conto, le persone che ci stanno accanto non fanno che spingerci a rinchiuderci nel nostro guscio, ma primo o poi arriva qualcuno che ci prende per mano, e ci mostra la strada per l'amore, quella dove non esistono dubbi, dove non dominano le paure, e dove l'unica sofferenza è quella della distanza che ci divide, una distanza fatta di passi però, che possono essere compiuti, facendo diventare tutti i sogni quella realtà che non speravamo mai di raggiungere.

T.M.


martedì 5 agosto 2008

Odio

Quando l'odio ti brucia l'anima, quando senti che saresti pronto a buttare la tua vita al vento per un attimo di pace, e apri gli occhi, e nelle oreccchie solo grida, di odio, di rancore, grida ingiustificate, gratuite, esagerate. Allora vorresti gridare tu al mondo, gridare che non ne puoi più, che le tue forze sono finite, che la tua anima è stremata, e mentre il tuo corpo sembra andare altrove la tua mente è bloccata in un solo luogo, buio e rumoroso, un frastuono che si fa colori, cupi, odiosi.
Apro la bocca per gridare, ma non ne esce alcun suono; i miei piedi sono inchiodati a terra, e mi sento sciogliere, sento la mia mente evaporare, eppure subire ancora tutto quel frastuono, quell'odioso rumore in quel buio costante, e non vedo strade, non vedo uscite, non distinguo neppure più una voce, ma solo un rumore costante, che avvolge le mie ultime forze e le sradica senza pietà lasciandomi attonito davanti ai frammenti del mio cuore.

T.M.

martedì 29 luglio 2008

Traditi & Traditori

Colpisce come sia diverso, enormemente diverso, il peso che ha l’idea di chi tradisce rispetto a quella di chi è tradito. Il tradimento scatena in chi lo patisce le peggiori reazioni dell’istinto di sopravvivenza:

- chi tradisce minimizza, chi è tradito ingigantisce;
- chi tradisce è reticente, chi è tradito brama di insana curiosità;
- chi tradisce non si rende conto del male che fa, chi è tradito crede che peggio non possa capitare.

Il tradimento può sanare amori malati; una terapia pericolosa, anche perché recidiva e non sempre la cura ha effetti positivi. Siccome in fin dei conti è anche una cura piacevole, quando la si adotta spesso significa che non c’è malattia, ma solo malati immaginari, cioè non c’è amore.
Tutti, prima o poi, chi più chi meno, siamo traditi o traditori. Lo siamo per natura, lui per istinto di conservazione, lei pure. Sono i maschi che tradiscono più delle femmine? Mah, mi sembra ridicolo dirlo, pensarlo anche.
Per un ordine algebrico, almeno che i maschi non si tradiscano da soli o tra loro, direi che ad ogni traditore si accompagna una traditrice. Ninfomani o maniaci a parte. (Fran Tarel)

TRADIMENTO: SE HAI GLI OCCHI CHIARI TI BECCANO DI SICURO
Secondo alcune teorie esistono dei precisi atteggiamenti corporali che ci svelano se lui o lei stanno mentendo.
In Inghilterra sempre più donne si rivolgono a dete
ctive privati per scoprire gli eventuali tradimenti dei propri mariti o fidanzati. Ben il 50% della clientela ormai è femminile, donne in carriera disposte a pagare quasi 800 euro per far pedinare l’ignaro compagno presunto traditore. Ma se non avete tanti soldi da spendere, magari rischiando di scoprire che il vostro lui è pure fedele, ci sono delle soluzioni più “casalinghe”, ma altrettanto efficaci (almeno questo sostengono alcuni psicologi). Infatti, se a parole mentire è facile, non lo è altrettanto con il corpo e le espressioni del viso.
Marco Pacori, perito del Tribunale di Gorizia e psicologo specializzato nella comunicazione non verbale, spiega “Tutti lanciamo segnali involontari, anche chi impara a controllarsi non riesce a frenare certi comportamenti. Ci sono diversi segnali: l’accelerazione del respiro, per cui il discorso diventa spezzato, l’aumento del battito cardiaco, la diminuzione della gesticolazione. Chi è impegnato a raccontare una frottola di solito non si muove e distoglie spesso lo sguardo. Il trucco più efficace è quello di guardare le pupille: i bugiardi le hanno dilatate. Bisogna stare almeno a 50 centimetri di distanza, ma se l’occhio è chiaro si vede bene”.
Attenzione a voi che avete occhi azzurri cristallini come l’acqua… la bellezza, a quanto pare, si paga. Esiste anche un sistema che classifica i movimenti del volto e li associa alle emozioni: il “Facs, Facial action coding system”. Lo ha inventato Paul Elkman, uno psicologo dell’Università della Californ
ia.
Per prima cosa bisogna conoscere bene la persona e i suoi comportamenti per notare la differenza. Poi è indispensabile metterla a proprio agio, indugiare sui particolari della storia e non lasciarsi sfuggire atteggiamenti inusuali. L’ultimo accorgimento è lasciare sempre una via d’uscita perché confessi spontaneamente. Con un avvertimento, mai usare il telefono. È più facile mentire dall’altro capo del filo, meno nelle mail.
Fonte: Vipline.it
Perdonare e dimenticare
«Il perdono è l'ornamento dei forti», proclamava Mahatma Gandhi. E su una cosa proprio non sbagliava, sulla forza necessaria per perdonare chi ci ha ferito, deluso, umiliato. Provate ad immaginare questa situazione: una persona che voi amate tanto e di cui avete completa fiducia (un amico, il/la partner..) si comporta in una maniera che non vi aspettate, compie un'azione che vi tocca profondamente facendovi soffrire. La prima reazione, quella più istintiva, è forse la voglia di scappar via lontano da quella persona.
Ci sentiamo a pezzi, ovviamente, e mescoliamo rabbia a lacrime. Dopo averci pensato, ripensato, fatto ipotesi e congetture, immaginato le motivazioni che hanno spinto quella data persona a comportarsi in un certo modo e, soprattutto, dopo esservi calmati, decidete di accettare l'evento e di perdonare. Fin qui tutto a posto. Una seconda possibilità non si nega a nessuno, errare è umano, solo gli sciocchi non perdonano, se si ama davvero non si può non perdonare…. E chi più ne ha più ne metta. Ma la parte più difficile, quella che ci lascia costantemente dell'amaro in bocca, è dimenticare. C'è chi dice che perdonare è possibile ma scordare no. Che di solito ricordiamo proprio ciò che vorremmo dimenticare mentre spesso dimentichiamo ciò che avremmo avuto piacere di ricordare per sempre… come i bei momenti, un'emozione, una frase, uno sguardo, un piccolo gesto carico d'amore. Ma dimenticare qualcosa che ci ha ferito nel profondo lasciandoci addosso un segno indelebile, questo no… non si può dimenticare. Si può andare avanti, evitare di tirare in ballo quella situazione, cercare di riacquistare la fiducia, ricominciare da 0 e ricostruire il rapporto. Ma un dolore profondo non si dimentica.
Certo si può sperare che con il tempo questo si affievolisca, che il ricordo sbiadisca come le vecchie foto, ma siamo certi di riuscire a dimenticare davvero? E soprattutto esiste un codice, una classificazione generale degli eventi "perdonabili" che si possono dimenticare non dico con facilità ma con un certo margine di speranza? E quando pensiamo al perdono cosa ci viene immed
iatamente in mente? Come era forse ovvio, in cima alla classifica dei torti imperdonabili c'è il tradimento. Ascoltando le confessioni delle persone con le quali abbiamo parlato è apparso con una forza sorprendente come il tradimento sia la preoccupazione (paura?) maggiore. Non c'entra il sesso: uomini e donne alla domanda se credono di essere in grado di perdonare un torto subìto rispondono nella stessa maniera "Perdonare l'infedeltà della persona a cui si è legati sentimentalmente ed emotivamente è quasi impossibile ma anche facendolo non è detto che si possa dimenticare". È come se alla parola perdono la maggior parte di noi associasse irrimediabilmente la parola tradimento. E il nostro discorso si sposta per forza di cose su di esso. Alla voce tradimento, il dizionario della lingua italiana Le Monnier (Devoto - Oli) riporta: «Il venir meno alla fede data, o ad un impegno solennemente assunto; azione delittuosa o comunque dannosa compiuta ai danni di qualcuno, profittando della buona fede e della sua fiducia».
Detto ciò ci rendiamo perfettamente conto che stiamo parlando di un comportamento unanimemente considerato riprovevole, mal giudicato dalla società e temuto dai più. Considerando il tradimento nell'ambito del rapporto di coppia, quale comportamento difficilmente perdonabile e in fondo impossibile da dimenticare del tutto, ci siamo soffermati sulle motivazioni che spingono un partner a tradire. Stanchezza, noia, curiosità, voglia di evasione, insoddisfazione evidente che fa venir meno l'impegno affettivo preso. Altre volte perché scatta qualcosa che non si può gestire, ne controllare. Come un fuoco che divampa e che, seppur non alimentato in nessun modo, cresce diventando sempre più devastante. «Io sono stata tradita – racconta Giada – e ho perdonato. Ma quanto mi è costato lo so solo io. Ogni volta che Manuel mi stava davanti, mi parlava, o mi baciava, io pensavo all’altra. Cosa lo aveva spinto a stare con lei tradendo la mia fiducia e mancandomi di rispetto? Poi il tempo mi ha aiutata e sono felice di averlo fatto. «Come si fa a dimenticare? Si scorda ma non si dimentica e la differenza seppur sottile c’è», ci ha detto Claudio. «Perdonare? Mai, figuriamoci dimenticare!» le parole di Giulia. Sono queste solo alcune delle dichiarazioni rilasciate eppure riassumono ciò che la maggior parte di noi pensa anche se non c’è un unico metro di giudizio. Ovviamente molto dipende dal tipo di educazione ricevuta, dalla scala soggettiva dei valori, dall'aver o meno fatto esperienza diretta del tradimento. Solo su una cosa sembrano tutti essere d'accordo: sull'impossibilità di dimenticare per sempre. Rimane una cicatrice invisibile ma che spesso, come una vecchia ferita che duole al cambiamento del clima, torna a tormentare. L'amore è forte e i buoni propositi riempiono la vita di ciascuno...ma bastano a dimenticare?

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