mercoledì 5 settembre 2007

Tè verde al gelsomino

Il tè al gelsomino deriva dalla combinazione delle foglie di tè verde e fiori di gelsomino assumendo in tal modo un gusto delicato e speciale. E' un caratteristico e prezioso tè ed è altamente apprezzato in Cina. Tempo di infusione da 3 a 5 minuti, lo si beve il pomeriggio , la sera e durante i pasti, caldo.

Tè verde e salute, divenuto un binomio inscindibile ha certamente contribuito alla popolarità del Tè Verde. Ormai tutti sanno (o credono sapere) che bere alcune tazze di Tè Verde ogni giorno ha effetti benefici sul nostro organismo: combatte l'ossidazione delle cellule e tiene sotto controllo i livelli di colesterolo; aiuta disintossicarsi favorendo l'eliminazione delle tossine attraverso la diuresi; è ottimo per ridurre i fastidi della cattiva digestione e aiuta a prevenire il tumore alla prostata. Ogni giorno le notizie delle sue eccezionali caratteristiche vengono seguite dalla scoperta di nuove proprietà.
Una buona tazza di tè verde o al gelsomino dolcificata con del miele millefiori rappresenta molto di più che una piacevole bevanda da gustare alle cinque del pomeriggio. Uno studio, condotto per conto del Food Safety Consortium, ha rivelato che ogni sorso di questo infuso racchiude un un mix di sostanze che aiuta a ridurre i batteri patogeni presenti nella carne. Gli scienziati hanno trattato delle fette di petto di tacchino con una combinazione di tè al gelsomino e miele scuro di fiori selvatici e hanno rilevato una diminuzione dal 10 al 20 per cento di Listeria monocytogenes, un batterio che può provocare malattie come setticemia, meningite, encefalite e infezioni cervicali o intrauterine. Risultati simili si possono ottenere anche su altri tipi di carne come gli hot dog.
Secondo Daniel Fung, professore di scienze dell’alimentazione alla State University del Kansas, questa scoperta potrebbe trovare applicazione nel processo di lavorazione e di pulitura della carne prima di essere messa in commercio e per aumentare la sicurezza dei piatti già pronti per essere consumati. Un sistema naturale che potrebbe evitare di farci ingerire conservanti e coloranti di sintesi.

Vi siete mai chiesti perché in Giappone si muore meno di infarto? Per il the verde, ovviamente. Chi lo usa assicura proprietà drenanti miracolose: amarissimo, ottimo aromatizzato al gelsomino, con una spruzzatina di limone. Se lasciato lì puzza di pesce da morire, ma libera dalla ritenzione idrica e ha qualche effetto anche sui radicali liberi. Nessuno aveva mai ipotizzato però proprietà benefiche così spinte, al punto da tener lontano i consumatori dagli attacchi di cuore, anche se non è la prima volta che gli scienziati studiano le proprietà della miracolosa bevanda. I primi studi importanti risalgono a più di dieci anni fa e sono decine le ricerche pubblicate su come Jama, Journal of American Medical Association, Lancet, British Medical Journal ecc.
È la bevanda più consumata al mondo, dopo l'acqua, e ogni anno se ne producono tre miliardi di kg. Se le stesse foglie, appena raccolte, vengono «lavate» a vapore e subito seccate per impedirne la fermentazione, si ottiene il the verde . Nel paese del Sol Levante se ne fa un consumo ancora più spinto, ma bisogna tenere anche conto che il regime alimentare nipponico è molto più sano di quello occidentale ed è difficile isolare la variabile «the verde».
I ricercatori della Tohoku University hanno iniziato l'osservazione del campione di persone dal 1994, seguendo l'evoluzione della loro salute ed eventuali decessi. 40.530 persone, dai 40 ai 79 anni, di cui l'80 per cento bevitori di the verde e la metà forti consumatori di the verde (anche cinque tazze al giorno) sono stati tenuti sotto costante controllo. Nel periodo, lungo 11 anni, si sono registrati 892 decessi per malattie cardiovascolari e 1.134 per tumori. I forti bevitori hanno riportato il 16 per cento di possibilità in meno di morte, con un rischio ancora più alleviato da parte delle donne (il 31 per cento inferiore alla media).

Link del tè

Babel

Il film appare ben orchestrato, ma soprattutto ben girato, con riprese interessanti, colori evocativi e soprattutto punti di vista e luoghi interessanti; ma il tutto apparescialbo, nonostante la buona fotografia la storia sembra non portare da nessuna parte, sono solo le immagini a tenere incollati allo schermo, come guardando una mostra di quadri, uno sfavillio di colori e di immagini, ma niente di più.
Neppure le emozioni suscitate sono alla portata delle aspettative, forse anche del regista, quando alla fine di ogni storia il tutto resta ancora immancabilmente slegato, isolato, come se ogniuno dei personaggi appartenesse a se stesso, cosa che il film dovrebbe evitare.
Spicca soprattutto l'inutilità della "favola" giapponese, dove le avventure/disavventure della ragazzina nipponica più che commuovere ci lasciano perplessi, dubbiosi della necessità della sua presenza nel film.
Voto con un 6,5, anche se questa prova, per quanto affascinante, appare ricca di personaggi più che di significato.

T.M.

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