venerdì 20 novembre 2009

Piccoli vuoti di senso

Arriva un momento della giornata in cui ti senti in perfetto equilibrio con tutto. Questo momento non è anticipato da qualcosa, nulla ti avverte del suo arrivo, e certe volte hai persino paura che non arrivi mai; ma arriva sempre, e ad un certo punto ti senti improvvisamente in pace, si allontana il senso di tristezza, di paura, di sconforto, osservi ciò che ti sta accanto, un semplice oggetto, una fotografia, e la vedi con occhi diversi, e in quel preciso istante sai dove sei, mentre fino ad un secondo prima ti sentivi galleggiare nel vuoto, come avvolto in una pesante coperta, e resistevi a stento alla fatica che dovevi compiere per rimanere in piedi.
Questo istante può passare velocemente, o persistere, facendoti vedere in modo diverso ciò che ti circonda, facendoti chiedere cosa c'era che non andava fino ad un minuto prima, cosa mi mancava, cosa desideravo che ora mi sembra così irrilevante?
Poi il nostro sguardo si distrae, una luce fioca lo attira e volgiamo la testa da un'altra parte, e torna tutto come prima, svanisce quella debole sensazione di stabilità, crollano tutte le certezze, ma quali certezze? Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di interrogare noi stessi, cosa ci ha reso felici? Cosa ci renderebbe ancora felici? Cos'abbiamo visto nel vuoto del nostro sguardo, nei colori di una copertina sgargiante, nel bianco puro della parete davanti a noi? Niente. E' quel niente che ci accompagna ogni giorno e dietro il quale si nasconde tutto, ma non abbiamo la chiave per raggiungerlo, o dobbiamo ancora ottenerla, oppure distratti l'abbiamo gettata alle spalle in un momento in cui la gioia aveva preso il sopravvento, e quel meraviglioso momento è durato un po' di più, facendoci credere fosse per sempre; ma quel momento può tornare ancora, può durare ancora, se solo i nostri occhi provassero a guardare nella direzione giusta, se smettessero di girare freneticamente attorno a noi, e si posassero semplicemente sulle nostre mani, a osservare ciò che con esse possiamo fare, vedere tutto ciò che possiamo afferrare, e constatare che basta poco per non mollare la presa e fare dei nostri sogni il destino che fin'ora abbiamo saggiato per pochi secondi al giorno, con la paura, purtroppo, che non appartenesse a noi.

T.M.

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