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Quando qualcosa dentro di te si rompe puoi ancora camminare, perchè sai di
dover camminare, perchè il vento ti spinge, seppur in ogni direzione, ti lancia
attraverso la folla rischiando di farti travolgere, e mentre tu tenti di
mantenere la rotta ti rendi conto che i tuoi piedi non fanno più presa sotto di
te, e la fragile inconsistenza del tuo percorso si fa sempre più terrificante;
come una lastra di ghiaccio che scricchiola ad ogni passo, ed ogni scheggia che
salta ti mette in allerta, ma non sai come fermarti, non sai dove
aggrapparti.
Poi esce un suono, e ti accorgi che è la tua voce. Calda, reale, quasi
consistente, le sue parole assumono di colpo una forma sensata e ti rendi conto
che le tue emozioni sono più chiare osservate ad una certa distanza, perchè le
tue parole delineano con un tratto più chiaro ogni loro sfumatura, e forse non
ti fanno più così tanta paura. La crepa da cui usciva tutto quel vento forse
non è poi così grande, e può persino essere riparata; ormai i tuoi occhi non
riescono nemmeno più a guardarci attraverso, ed il palmo della tua mano si
adatta perfettamente alla sua forma, tanto che con un solo tocco la puoi
coprire, calmando in un solo istante ogni tumulto che agitava il tuo cuore. In
quell'istante ti rendi conto che puoi tornare a respirare, non più annegato in
un mare d'insicurezza, ma baciato di nuovo dal sole di una nuova prospettiva
che ti era solo sfuggita di vista.
T.M.