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Non è giusto persistere, annullando anche noi stessi; non è giusto soffrire, per chi chiede tanto, ma sa dare così poco. Non è giusto regalare i nostri pensieri a chi li getta confusamente ai propri piedi, e spesso li calpesta, senza rendersene conto. Perchè ai loro piedi stanno le nostre emozioni, ai loro piedi stanno i nostri occhi imploranti, ma loro guardano troppo in alto, e aspirano al cielo, e mentre noi strisciamo nelle nostre angosce una mano ci intima di stare calmi, perchè l'affanno non serve, non dove i deboli pensieri stanno a terra e le sciocche paure strisciano senza ritegno.
Veniamo placati, nel cuore e nell'anima, veniamo congelati, belli solo da guardare. Le nostre parole sono ronzii fastidiosi da scacciare, ed il nostro cuore, forse troppo grande, oscura la vista del loro sole, che è oltre noi, lontano, in un luogo al quale noi non apparteniamo, e dove nessuno ci vuole portare.
T.M.