lunedì 20 luglio 2015

22/11/'63 - Stephen King

Dire che ho adorato questo libro è decisamente dire poco. Sono fiero di dire che finalmente King mi ha stupito e appassionato come non mi sarei mai aspettato e come francamente non faceva ormai da molto molto tempo. 
Dico questo perchè se ci allontaniamo dalla sua produzione più "vecchia" fatichiamo molto a trovare qualcosa che attiri veramente la nostra attenzione, anche se devo dire che all'uscita di questo romanzo non ho dato molto credito neppure a questo volume, forse perchè l'ambientazione non mi attirava molto. E facevo male! Malissimo! Dopo qualche anno dalla sua uscita l'ho finalmente letto, sotto consiglio di un amico, e sono rimasto più che piacevolmente colpito, sono stato completamente catturato da questa storia, dai suoi personaggi e soprattutto, e sottolineo soprattutto, finalmente da un finale degno di questo nome, qualcosa che conclude la vicenda in modo completo senza però scivolare nell'assurdo, o nel banale. Comunque qualcosa che non è slegato dal resto, come spesso capita ai finali del povero King, sempre così abutuato a raccontare tante belle storie, ma non sapendo mai come concluderle in modo sensato, ammettiamolo. 
22/11/'63 invece ci soddisfa appieno, sotto ogni punto di vista: da una trama scorrevolissima, colpi di scena tenui ma decisamente interessanti, descrizioni romantiche ma non prolisse, personaggi credibili ma non morbosamente maniacali ed esageratamente psicanalizzati. Tutto sembra trovare un eqilibrio, tanto che per un po' ho pensato che non fosse nemmeno davvero il vecchio King a scrivere! Non che non si ritrovi la sua mano, anzi, ma ogni cosa è dosata in modo talmente straordinario che fatichiamo a collegarlo al prolisso, per non dire estenuante, King di "La storia di Lisey", oppure al contorto e maniacale King di "Le creature del buio". Ma non è nemmeno il profondo King di "Shining" o di "Rose Madder", dove ogni parola era tagliente come una coltellata. Qui si assapora ogni momento, ma in piena tranquillità (non noia, badate bene. Non c'è un solo momento di tregua in questa storia). 
Non voglio sbilanciarmi troppo perchè finirei per svelare una storia al contempo semplice ma anche decisamente complessa, perchè nella sua semplicità crea una concatenazione di sentimenti che si trasmettono dal protagonista al lettore tali da rimanerne sbalorditi; infatti leggendo questo romanzo non si può non sentirsi invischiati nelle spire del tempo, tanto che in alcuni momenti viene quasi voglia di scrollarsi per ritornare in sé e fare il punto della situazione, per non parlare del luogo in cui ci si trova, cosa che a momenti desta alcuni dubbi. 
Ok, in poche parole l'ho adorato, e sono sicuro che tanti appassionati di King la penseranno come me, ma anche i nuovi lettori del Maestro non potranno non essere d'accordo, infatti questo romanzo può benissimo essere l'inizio di una grande passione per il vecchio Stephen. 
Voto con un gran bel 10. 

T.M.

mercoledì 8 luglio 2015

Felicità astratta

Mi sono reso conto che la felicità a volte assume l'aspetto di un pensiero fugace, come un'idea che ti sfugge via prima ancora di averla sviluppata nella tua mente, un qualcosa che ti fa leggermente sorridere perché ti sembra di averla quasi sotto mano, ma poi svanisce, come un profumo evocativo che però non riesci ad associare a qualcosa di concreto,  che ti stimola la mente, anche se per poco, ma non ti lascia niente di tangibile da poter assaporare veramente. O come quando esprimi un concetto e all'improvviso quella parola così fondamentale che lo spiegherebbe alla perfezione ti sfugge dalla mente, e sembra così vicina, eppure così lontana. 
A volte mi sembra questo la felicità, un istante sospeso, dove ti sembra che potresti raggiungere tutto, con ognuno dei tuoi sensi, ma poi svanisce, lascianditi con la strana sensazione che non sia veramente esistito quel momento, o quella parola, o quel profumo, che sembravano racchiudere tutto e invece ti lasciano a bocca asciutta, dubitando non solo dei tuoi sensi ma anche delle tue emozioni. 

T.M.

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