
Il campo di confronto per nuove idee, dove i sogni si scontrano con la realtà e fanno crescere la speranza.
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mercoledì 3 novembre 2010
mercoledì 28 aprile 2010
Crostata di ricotta e cioccolato
Ingredienti per l’impasto:
300gr di farina
150gr di burro a temperatura frigo
150gr di zucchero
3 uova (2 tuorli e uno intero)
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata
Ingredienti per il ripieno:
500 gr. di ricotta fresca,
50 gr di cioccolata al latte
3 tuorli d'uovo
zucchero
mezza tazzina di alchermies (liquore x dolci)
Procedimento impasto:
mettete nel boccale la buccia del limone. Incorporate gli altri ingredienti ricordando di utilizzare il burro freddo, lavorandolo il meno possibile. Formate un panetto, ponetelo in una ciotola coperta dalla pellicola e riponetela in frigo per un’oretta.
Procedimento per il ripieno:
Spezzettate a piccoli pezzettini la cioccolata. Mischiate tutti gli ingredienti con una forchetta.
Aggiungere tanto zucchero fino a raggiungere il gusto desiderato.
Quindi riempite la crostata e cuocete a 180 per circa 25 min.
T.M.
150gr di burro a temperatura frigo
150gr di zucchero
3 uova (2 tuorli e uno intero)
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata
Ingredienti per il ripieno:
500 gr. di ricotta fresca,
50 gr di cioccolata al latte
3 tuorli d'uovo
zucchero
mezza tazzina di alchermies (liquore x dolci)
Procedimento impasto:
mettete nel boccale la buccia del limone. Incorporate gli altri ingredienti ricordando di utilizzare il burro freddo, lavorandolo il meno possibile. Formate un panetto, ponetelo in una ciotola coperta dalla pellicola e riponetela in frigo per un’oretta.
Procedimento per il ripieno:
Spezzettate a piccoli pezzettini la cioccolata. Mischiate tutti gli ingredienti con una forchetta.
Aggiungere tanto zucchero fino a raggiungere il gusto desiderato.
Quindi riempite la crostata e cuocete a 180 per circa 25 min.
T.M.
venerdì 9 aprile 2010
Antichrist
di Andreina Sirena Il Tempo
Una pellicola brulicante di citazioni letterarie e filosofiche con le misure e le dismisure di uno stato ipnotico. Un'autentica opera d'arte indecifrabile alla maggioranza, accolta dal pubblico come «Le Fleur du mal» di Baudelaire nel 1857 o «Inferno» di Strindberg del 1897. Per fortuna non è il tempo delle censure e delle condanne cinematografiche anche se le diffamazioni costruite dalla critica riescono peggio dei roghi dell'Inquisizione.
Veniamo a Strindberg. Quasi tutti lo hanno citato commentando il film poiché il regista stesso in un'intervista lo indica come fonte d'ispirazione. Ma possibile che nessuno sia risalito a «Inferno»? Possibile che tutti abbiano creduto che la Gainsbourg e Dafoe fossero una coppia qualsiasi a cui capita la disgrazia di perdere un figlio? Allora da dove sbucherebbe fuori il titolo «Anticristo»? Un'insegna luccicante per gli assonnati popcornisti-filosatanisti in cerca di emozioni pornosplatter? Non ci voleva troppo a sfogliare «Inferno» e
svelare il capolavoro criptico di von Trier. Il bambino che cade dalla finestra all'inizio del film altro non è che Lucifero detronizzato, la cui caduta dal cielo genera dolore, pena e disperazione (le tre statue che cadono a terra).
Tutto avviene in perfetta simmetria con la scoperta del male suggellato
dall'amplesso dei due protagonisti (I progenitori cacciati dal Paradiso). Da questo momento il sesso sarà solo dolore e punizione e l'Eden diventerà il luogo delle paure arcane dove il mistero tremendum e fascinans della natura sarà svelato. Lo scontro fra i due sessi diventa la macroguerra di tutti i tempi tra ragione e istinto. Oltre a Strindberg la pellicola pullula di riferimenti a Baudelaire e Jung.
Tutti e tre hanno un denominatore comune: gli «Arcana Coelestia» di Swedenborg e la dottrina delle corrispondenze. Cominciamo con Baudelaire. L'opera di Von Trier è una vera e propria petrarchizzazione dell'orribile in cinematografia. Numerose le citazioni da «I fiori del male».
Innanzitutto la natura come tempio di simboli (Corrispondences) dove profumi, colori e suoni si rispondono (la caduta delle ghiande che diventa pianto per il defunto, l'uomo e il corvo accomunati dalla paura della morte, il grido della donna che scuote il cerbiatto). La Carogna
nella visione dell'animale col ventre aperto e brulicante a ricordarci che "sotto l'erba e le grasse fioriture marciremo fra le altre ossa". E ancora Le Litanìe di Satana, il «De profundis clamavi», «L'Heatontimorouménos» dove il colpevole si autocastiga e dove l'acqua della salvezza diventa eaux de la souffrance (numerosi i riferimenti all'acqua - connotato fondante del cinema di Tarkovskij a cui il film è dedicato - nella sua accezione di ventre materno che culla e stritola come la lavatrice della scena iniziale, nella libido dell'attraversamento del torrente dell'Eden, nell'accezione più ampia di purificazione).
Nella regressione primordiale verso gli strati oscuri dell'inconscio, la donna assume le sembianze di una strega junghiana, totemica e assoluta, che una volta messa al rogo permette di fare chiarezza. Il film ha una perfezione formale e una compiutezza sacrale, inizia con una caduta e termina con una salita, come la Divina Commedia, rievocata in più punti nella fotografia. L'Eden si riaffolla, la natura torna sorella. C'è la visione di un popolo in pellegrinaggio che ricorda una scena de «L'Enigma di Kasper Hauser» di Herzog. La méta in alto non è visibile ma lascia presagire sulle note di Handel l'ascensione verso una promessa
più grande.
Da Il Tempo, 31 maggio 2009
www
sabato 13 marzo 2010
New York Sexy
E'
sbalorditivo come una scrittura semplice a volte possa essere molto più
efficace di un tentativo di "scrittura superiore" o se vogliamo
"sofisticata". La Bushnell in questo romanzo è stata capace di creare
veramente l'immagine della moderna Rossella Hoara, mostrandoci un
perfetto spaccato di quello che è il "mondo dei famosi" (o di chi vuole
esserlo a tutti i costi).
Ci lasciamo piacevolmente scioccare da
quelle che sono le vicissitudini della protagonista, ma non è mai così
scontato chi siano veramente i buoni o i cattivi all'interno del
racconto, forse perchè sostanzialmente non esistono né gli uni né gli
altri, ma esiste semplicemente un mondo, molto spesso nascosto, e a
volte invece fin troppo visibile, che ci lascia a bocca aperta, e non
siamo mai veramente convinti se vorremmo allontanarlo da noi, o forse,
sotto sotto, vorremmo farne parte, perchè a conti fatti...tutti vogliamo
"saperne di più".
T.M.
giovedì 21 gennaio 2010
Il volo del calabrone - Ken Follet
E' l'ennesimo volo fantastico che la scrittura di Follet ci fa fare,
emozioni forti e romantiche, colpi di scena che si susseguono uno dopo
l'altro, una storia sulla guerra che però ci fa vivere nel cuore delle
persone. Ovviamente non bisogna aspettarsi un romanzo storico, ma la
narrazione è assolutamente perfetta e coinvolgente.
Purtroppo i
seguaci di Follet (come me) si accorgeranno di quanto abbia spinto
sull'acceleratore con questo romanzo, cercando di mettere all'interno il
maggior numero di cose, sperando di sconvolgere il lettore, e
purtroppo, a tratti, risulta un po' poco credibile; ma d'altra parte
bisogna concederlo ad un romanziere come lui, in grado di saltare da un
genere all'altro, che ogni tanto prova a concedersi un po' di
stravaganza, essendo però sempre impeccabile.
Un bell'8 per questo
romanzo, che consiglio a tutti, anche se raccomando calorosamente di
leggere alcune delle sue produzioni migliori, come " una ricchezza
pericolosa" e "le gazze ladre" ("i pilastri della terra" non l'ho ancora
letto, ma data la sua fama... si consiglia da solo).
T.M.
mercoledì 6 gennaio 2010
mercoledì 30 dicembre 2009
Il sexy club del cioccolato
Il sexy club del cioccolato... un'esperienza da provare. Il titolo non mi attirava molto, lo ammetto, soprattutto con quel "sexy" infilato dentro che sembrava tanto voler rendere più piccante e appetibile il prodotto; poi mi sono ricreduto, l'ho letto tutto d'un fiato, e devo dire che in un certo senso il "sexy" ci sta bene, dato lo spirito un po' "ammiccante" dei dialoghi tra i personaggi, delle situazioni, ma anche del linguaggio del cibo, che non guasta mai. Il cioccolato è ovviamente il protagonista, forse anche troppo, dato che ho condizionato pure me, portandomi ad apprezzarne il sapore nei vari momenti della giornata, anche se non ai livelli delle protagoniste (fortunatamente). Comunque è un libro davvero piacevole, allegro, un libro per un momento di puro relax, scritto anche sufficientemente bene, e con una dose adeguata di umorismo inglese che non guasta mai (anche se non ai livelli di Sophie Kinsella, ma questo me l'aspettavo ancora prima di prendere per le mani il libro). Quindi lo consiglio vivamente, soprattutto per chi vuole prendersi una pausa dalle letture pesanti, ma mi raccomando, dopo averlo letto, attenzione a non aumentare voi di peso!
T.M.
giovedì 24 dicembre 2009
giovedì 17 dicembre 2009
La signora dei funerali - Madeleine Wickham
Ho
appena terminato di leggero, e devo dire che sono rimasto sorpreso,
perchè questo libro è andato oltre le mie aspettative (che erano molto
basse). Nonostante lo stile "Kinsella" sia del tutto assente, devo dire
che l'autrice ha iniziato la sua carriera con non meno bravura rispetto
ai successivi successi internazionali; manca il consueto humor inglese,
ma non per questo la trama del libro ne risente, anzi, si riscopre una
nuova Kinsella, fatta di sentimenti profondi e di ingegnosa fantasia che
va oltre allo shopping. E' vero, ci sono parecchi punti deboli, la
trama infatti è originale ma poco sviluppata, e, purtroppo, il
personaggio principale di Fleur è il meno approfondito, cosa che mi ha
lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè nonostante tutti dicessero
fosse un personaggio insopportabile io l'ho trovato incredibilmente
interessante, e se solo l'autrice avesse saputo sfruttarlo meglio tutta
la vicenda avrebbe preso più "colore".
Ad ogni modo sono contento
di aver scoperto questo lato dell'autrice, e non condanno per niente
questo "romanzo ritrovato", come invece fanno molte critiche.
Ve lo consiglio! ...ma prima date un'occhiata alle opere più famose...
T.M.
mercoledì 16 dicembre 2009
Torta di patate
Ingredienti:
-500 g di patate farinose
-4 cucchiai di farina bianca
-120 g di burro
-150 g di zuccherso semolato
-4 uova grosse (tuorili e albumi separati)
-60 g di pinoli
-90 g di uva sultanina
-1 cucchiaino di noce moscata grattuggiata
-1 cucchiaino di buccia di limone finemente grattuggiata
-1 cucchiaino di aroma di mandorla
-4-6 cucchiai di zucchero a velo
-4 cucchiai di farina bianca
-120 g di burro
-150 g di zuccherso semolato
-4 uova grosse (tuorili e albumi separati)
-60 g di pinoli
-90 g di uva sultanina
-1 cucchiaino di noce moscata grattuggiata
-1 cucchiaino di buccia di limone finemente grattuggiata
-1 cucchiaino di aroma di mandorla
-4-6 cucchiai di zucchero a velo
Preparazione:
Lessate per circa 25 minuti le patate con la buccia in una pentola di acqua salata bollente, fino a quando saranno morbide.
Sbucciatele, mettetele in una ciotola con la farina e schiacciatele finchè il composto risulterà amalgamato.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Imburrate una tortiera di 24 cm di diametro e foderatela con la farta da forno.
Montate a crema il burro con lo zucchero, unite i tuorli, amalgamandoli uno per volta.
Aggiungete le patate, i pinoli, l'uva sultanina, la noce moscata, la buccia di limone e l'aroma di mandorla e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo.
Montate a neve gli albumi in una ciotola e aggiungeteli al composto con un grosso cucchiaio di metallo.
Mettete il tutto in una tortiera e fate cuocere per 35-45 minuti o fino a quando sarà dorato in superficie e uno stuzzicadenti infilato nel centro risulterà asciutto.
Fate raffreddare completamente su una gratella per dolci.
Spolverizzate con lo zucchero a velo.
T.M.
Lessate per circa 25 minuti le patate con la buccia in una pentola di acqua salata bollente, fino a quando saranno morbide.
Sbucciatele, mettetele in una ciotola con la farina e schiacciatele finchè il composto risulterà amalgamato.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Imburrate una tortiera di 24 cm di diametro e foderatela con la farta da forno.
Montate a crema il burro con lo zucchero, unite i tuorli, amalgamandoli uno per volta.
Aggiungete le patate, i pinoli, l'uva sultanina, la noce moscata, la buccia di limone e l'aroma di mandorla e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo.
Montate a neve gli albumi in una ciotola e aggiungeteli al composto con un grosso cucchiaio di metallo.
Mettete il tutto in una tortiera e fate cuocere per 35-45 minuti o fino a quando sarà dorato in superficie e uno stuzzicadenti infilato nel centro risulterà asciutto.
Fate raffreddare completamente su una gratella per dolci.
Spolverizzate con lo zucchero a velo.
T.M.
lunedì 14 dicembre 2009
Cupcake al cioccolato e cocco
Ingredienti:
-100 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-60 g di cocco secco a scaglie
-1,5 dl di panna
-100 g di farina bianca
-1 cucchiaino di lievito in polvere
-2 cucchiai di cacao amaro in polvere
-200 g di zucchero semolato
-90 g di burro morbido
-2 uova grosse
-sale
-60 g di cocco secco a scaglie
-1,5 dl di panna
-100 g di farina bianca
-1 cucchiaino di lievito in polvere
-2 cucchiai di cacao amaro in polvere
-200 g di zucchero semolato
-90 g di burro morbido
-2 uova grosse
-sale
Ganache al cioccolato
-60 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-1,25 dl di panna
-2 cucchiai di cocco a scaglie
-cocco a scaglie per guarnire
Preparazione:
Preriscaldare il forno a 170°C e inserire i pirottini di carta in uno stampo da 12 muffin.
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena.
Mettetelo da parte e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina, il lievito, il cacao e un pizzico di sale in una terrina capiente, quindi unite lo zucchero.
Lavorate il burro e le uova mescolando brevemente e incorporate agli ingredienti secci il composto, seguito dal cocco a scaglie e dal cioccolato fuso.
Versate la pastella nei pirottini riempiendoli per tre quarti, fate cuocere i dolcetti per 25-30 minuti, finchè saranno dorati e consistenti al tatto e lasciateli raffreddare completamente.
Preparate la ganache, spalmatela sui pasticcini e guarniterli con il cocco a scaglie rimasto.
Ganache al cioccolato:
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena; togliete la pentola dal fuoco e unite il cocco.
Tenete la crema, ormai intiepidita, in frigorifero per 20 minuti, finchè si sarà addensata.
T.M.
-60 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-1,25 dl di panna
-2 cucchiai di cocco a scaglie
-cocco a scaglie per guarnire
Preparazione:
Preriscaldare il forno a 170°C e inserire i pirottini di carta in uno stampo da 12 muffin.
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena.
Mettetelo da parte e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina, il lievito, il cacao e un pizzico di sale in una terrina capiente, quindi unite lo zucchero.
Lavorate il burro e le uova mescolando brevemente e incorporate agli ingredienti secci il composto, seguito dal cocco a scaglie e dal cioccolato fuso.
Versate la pastella nei pirottini riempiendoli per tre quarti, fate cuocere i dolcetti per 25-30 minuti, finchè saranno dorati e consistenti al tatto e lasciateli raffreddare completamente.
Preparate la ganache, spalmatela sui pasticcini e guarniterli con il cocco a scaglie rimasto.
Ganache al cioccolato:
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena; togliete la pentola dal fuoco e unite il cocco.
Tenete la crema, ormai intiepidita, in frigorifero per 20 minuti, finchè si sarà addensata.
T.M.
lunedì 30 novembre 2009
Il piccione ed il colibrì

Niente domande, niente risposte, nulla si affacciava più alla sua mente, se non il fascino per insignificanti particolari, come i suoi dolci occhi, così tristi, ed allo stesso tempo così pieni di vita. Come poteva un essere così pacato, così distante da lui, così saldo a quella terra ignuda, trasmettere tanta energia? Eppure inondava l’aria di gioia; ad un tratto il proprio gioioso danzare non gli sembrò più tanto speciale, e d’improvviso chetò le sue ali, per procedere debolmente al fianco di quel poderoso animale.
Il piccione osservava, dubbioso, i timidi gesti di quell’essere, strano, accanto a lui; non riconosceva nei suoi gesti la sicurezza ch’egli aveva espresso danzando. Dov’era tutta la sua grazia? Dove tutta la sua bellezza e la sua energia? Fu così ch’egli prese a turbinare nell’aria, ed il povero colibrì ad osservarlo, timido, da quel triste posto chiamato terra che gli sembrava ora più familiare.
Stanco ed arruffato il tronfio piccione tornò in seguito la sua bella manifestazione. Il debole ballerino osservava però ora i suoi occhi, e li trovò privi di espressione, non riconobbe quella fiamma che gli agitò il cuore, e la terra intorno a lui cominciò a tremare. Librandosi nell’aria osservò per l’ultima volta il piccione, quell’affascinante essere che con il suo sguardo l’aveva portato a percorre un cammino a lui ignoto, ma che con un fugace battito d’ali l’aveva riportato alla realtà.
I loro cuori sarebbero per sempre rimasti uniti ma avrebbero dovuto danzare lontani, così che il debole ballerino potesse ancora sentire l’aria sotto le proprie ali, e l’affascinante uccello dalle piume argentate proseguisse alla scoperta della sua terra incantata dalla quale svelare tesori che non avrebbero però mai superato lo sfavillante bagliore che conservava nel suo cuore.
T.M.
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