Il campo di confronto per nuove idee, dove i sogni si scontrano con la realtà e fanno crescere la speranza.
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mercoledì 19 ottobre 2011
martedì 18 ottobre 2011
L'Attesa

allora i nostri sensi si inebriano di attimi
riflessi
nei nostri respiri,
momenti attesi
che prendono forma negli sguardi
vuoti
dei nostri sogni,
fino all'ora del nostro incontro.
T.M.
Vuoto

Sono poche due parole per il mio cuore;
sono deboli due respiri per le mie labbra.
Impercettibile quel contatto
per il quale le mie mani fremono,
e cercano le tue
invano,
trovando solo quel vuoto
che tante volte ha fatto loro compagnia.
T.M.
lunedì 17 ottobre 2011
L'abbraccio

Allarghi le braccia, le protendi verso il cielo fino ad incontrare un raggio di luce, e con gli occhi pieni di lacrime resti a fissare quel chiarore che ti abbaglia.
Richiudi le braccia, intorno a quel soffice pensiero di un legame che non si spezzerà mai, e solo allora ti accorgi di stringere a te un grande cuore, che pulsa e ti dà calore, che ti sussura all'orecchio quelle parole di cui hai bisogno, che valgono più di mille brani gettati al vento, e ti accompagna in quel luogo che solo voi conoscete, quel sorriso che culla entrambi verso una nuova speranza.
E senti l'erba soffice sotto i piedi; ti inonda la sensazione di pace che credevi ormai perduta, mentre ogni parte di te sente riaffiorare la propria anima, quella perduta, di cui non ricordavamo più l'esistenza. Restando distesi ad osservare il cielo, con le dita intrecciate in quell'àncora di salvezza, che ancora ci permette di galleggiare nel grigio mare della gente, e ci porta lontano, verso nuovi mondi e vecchi sogni, verso una spiaggia, dove la sabbia è sempre calda e dove il mare in tempesta si vede lontano, senza timore, mentre ci si guarda negli occhi, e ci si domanda dove andare a nascondersi. Assieme.
T.M.
giovedì 13 ottobre 2011
mercoledì 24 agosto 2011
Il seme dell'inganno

T.M.
venerdì 15 aprile 2011
Il seme della speranza

Spesso non si riesce a vedere una via d'uscita alla complicata, ma soprattutto stupida, macchinosità di questa vita; ci domandiamo se le persone accanto a noi percepiscono la necessità di lanciarsi a braccia aperte contro le meraviglie che scopriamo ogni giorno, se osservando una stella cercano di immaginare l'infinito, e se anche loro ogni tanto si sentono piccoli di fronte a tutto questo, pur sapendo che nell'infinitesima parte del tutto che occupa la nostra esistenza possiamo comunque essere un indispensabile ingranaggio che permette ancora che tutto funzioni.
Oppure se i sogni degli altri sono irrimediabilmente corrotti dal desiderio di vedersi al centro di tutto, inglobando anche la tua infima esistenza nel loro regno del potere, costruendo pericolanti castelli di carta destinati a ferire inevitabilmente le nostre esistenze, perchè nella loro seppur breve vita sono in grado di schiacciare la debole terra delle nostre speranze, rendendola sterile alle più tenaci buone intenzioni.
Se osserviamo le nostre mani non sono più tanto piccole, perchè possono afferrare ciò di cui abbiamo bisogno, e possono ancora stringere in un abbraccio coloro che sono davvero importanti, e forse questo rappresenta tutto il nostro mondo, quello che ci basta per vivere, anzi, l'unica cosa in grado di farci vivere perchè è ancora capace di piantare il seme dell'amore nel nostro cuore e farne crescere la speranza che non siamo soli.
T.M.
sabato 26 marzo 2011
7 minuti di ordinaria follia

Gesti concitati, fugaci sguardi, maliziosi ammiccamenti. Osservo preoccupato qualcosa che non posso fermare, una forza che spinge tutto verso l'oscuro oblio della solitudine. E non mi riconosco più. Chi è quell'immagine riflessa, quella strana figura, tanto felice, tanto radiosa, e così distante?
Il ritmo del cuore rallenta. C'è silenzio finalmente, un silenzio che non si sente da molto tempo. Troppo. Sparita ogni ombra, ogni incertezza, quello strano riflesso sa esattamente dov'è, e vorrei mi portasse con lui. Ma lo sguardo si fa già preoccupato. Pietoso. Mi osserva con un'aria di consapevolezza che non mi appartiene, e già lo vedo allontanarsi.
Un attimo. Un semplice attimo. Eppure un eternità in cui ho vissuto la mia vita, quella vera, che non riesco a fare mia. Cancello fugacemente ogni ricordo di quel momento lontano in cui ho intravisto la mia ombra e cerco di occultare ogni prova della mia felicità.
L'eternità di un momento mi ha sottratto la debole sicurezza di una vita, ma ogni ombra è scomparsa, il mio riflesso mi guarda imperterrito senza abbandonarmi un attimo, e nel folle tentativo di ritrovarmi mi perdo.
Ormai lontano, il riverbero dei miei sogni mi ha abbandonato e da solo affronto lo sguardo impietoso di una vita che mi giudica. Con i miei stessi occhi.
T.M.
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