mercoledì 27 novembre 2013

Casa Howard - Edward Morgan Forster

Devo dire che sono arrivato arrancando all'ultima pagina di questo romanzo, seppure le ultime sessanta pagine abbiano trovato il modo di appassionarmi molto di più di tutte le precedenti centonovanta. E' fondamentale dire che si tratta di un romanzo che si arricchisce man mano che lo si legge, in quanto sembra costantemente mutare per ritmo, costruzione della narrazione ed anche linguaggio in molti casi. In poche parole un romanzo che sa stupire, anche se spesso mi ha fatto sbadigliare. Odio parlare male dei grandi scrittori, per questo eviterò di farlo, ma non posso non dire che molto spesso la narrazione si fa troppo confusa ma soprattutto astrusa, cosa che se in alcuni casi incanta per le magnifiche descrizioni delle elucubrazioni mentali dei personaggi, in altri casi non fa altro che conciliare il sonno. 
Ora però vorrei concentrarmi un attimo sulla trama e sui personaggi: partendo da questi ultimi direi che è difficile definire se ciascun personaggio venga davvero ben delineato nella storia, e quasi sicuramente la cosa è stata voluta; ciascuno infatti sembra incarnare un ideale, un'emozione, più che un vero e proprio personaggio a tutto tondo, quasi che essi servano unicamente per mostrare i contrasti all'interno della storia, contrasti che sottolineano la quasi totale mancanza di possibilità di connessioni, parola molto importante all'interno del romanzo.
Possono davvero Margaret ed Helen aiutare Leonard? Può (o deve?) la borghesia aiutare il povero cercando di indirizzarlo verso la giusta strada? Può un intellettuale vivere fianco a fianco per il resto della sua vita con un  borghese ottuso legato alla strategia dei soldi, dovendo quindi sopprimere ogni viaggio della mente ed ogni possibile deviazione (anche solitaria) da un percorso preordinato? Il libro pone queste ed un altro milione di domande su quello che sono i contrasti della vita, e molto spesso le risposte sono vaghe, perchè non esiste una strategia di vita, ma solo uno specchio su quello che sono state e saranno le abitudini dell'uomo "moderno" che affronta il proprio tempo, le carezze e le bastonate che si trova ad affrontare, dove però è indispensabile non dimenticare che molto spesso è l'approccio più semplice quello che ripaga, e soprattutto evita le ferite. 
La trama è quindi molto complessa, e ricca di colpi di scena, anche se credo non sia per nulla fondamentale la successione degli eventi, quanto le reazioni che provocano sulle relazioni tra i personaggi; sono queste che arrivano ad un culmine in cui tutto diventa decisivo, ed in cui ognuno si deve sentire obbligato a scegliere la strada da percorrere. Perchè prima o poi la vita pretende che tu prenda una scelta, e spesso la scelta è quella di convivere in modo armonioso con chiunque ti stia intorno, perchè solo così si può raggiungere, e comprendere, l'armonia delle connessioni
Voto 8 (non è possibile non apprezzare la buona scrittura)

T.M.

p.s.
Evitate di guardare il film di James Ivory prima di leggere il romanzo (cosa che ovviamente a me è capitata) in quanto il film rispecchia completamente, e quando dico completamente intendo quasi parola per parola, il libro e questo non può che rovinarvi l'emozione della lettura, rendendola decisamente più noiosa di quanto non possa esserlo senza conoscere il percorso della narrazione. Detto ciò, alla fine del romanzo guardate pure il film, perchè una trasposizione cinematografica non è mai stata così bella e così fedele come in questo caso, anzi, potrei dire anche che la lettura del romanzo migliora l'approccio con il film, infatti ho tentato di affrontare questa pellicola per ben tre volte prima di vederla interamente, e l'ho comunque trovata molto astrusa e noiosa. Forse film e romanzo si compensano, l'uno arricchisce l'altro, e spero che anche questa mia recensione possa aumentare il vostro interesse per questo titolo.

5 commenti:

Seagull ha detto...

Ciao, come stai? Ogni tanto curioso con piacere nel tuo blog, anche se non commento molto. Hai scritto molte interessanti recensioni e questa mi ha particolarmente colpito perché tratti un romanziere che mi ha sempre affascinato. Ho sempre guardato a Forster con grande interesse perché in lui ho sempre visto alcuni elementi di sperimentazione narrativa approfonditi poi da altri scrittori anglosassoni come Joyce e la Woolf che amo moltissimo. Ho letto "Camera con vista" e "Maurice", ma non "Casa Howard", in verità, però riconosco molte particolarità che descrivi, specie per come si concentra sulle emozioni e sui pensieri dei personaggi più che caratterizzarli in modo netto. Anche secondo me si tratta di una scelta voluta, forse proprio per un tentativo di sperimentare ed approfondire il complesso mondo interiore dei personaggi, anche se in effetti rimane un po sospeso tra originalità e lentezza, che in un certo senso lo limita.Almeno, questa e' la sensazione che mi ha suscitato. Interessante come romanziere.
Poi il binomio Forster/ Ivory trovo sia uno dei migliori incontri tra arte della scrittura e cinema. Le trasposizioni di Ivory sono incredibili per la puntigliosità della verosimiglianza, davvero entusiasmanti. Mi ha fatto piacere che hai trattato di questi due artisti e del loro connubio.
Poi volevo chiederti se per caso hai mai letto "Le nove chiavi dell'antiquario" di M.Rua. Ero curioso perché ne ho sentito parlar bene ma non ho avuto modo di leggerlo.
Ci sentiamo presto. Buona serata.

T.M. ha detto...

Ciao! Che piacere sentirti! Sono contento che la recensione ti abbia particolarmente interessato. Ho letto "Casa Howard" dopo averci pensato per molto tempo (un po' per colpa del film come ho scritto nella recensione), in quanto ero molto attratto dallo stile di Forster che con "Camera con vista" mi aveva fatto letteralmente impazzire. Quel romanzo mi è rimasto impresso nella mente; le emozioni, i paesaggi, le situazioni sono qualcosa di assolutamente perfetto, che purtroppo si è perso un pochino in "Casa Howard", ma non perchè manchino, ma semplicemente vengono inghiottite in un turbine di dettagli e sfumature che forse arricchiscono troppo il romanzo. Eppure resta il desiderio di dargli una seconda possibilità, rileggendolo magari in un momento diverso e con un animo più sereno.
Purtroppo non ho mai letto "Le nove chiavi dell'antiquario", mi dispiace. Invece in questo momento sono nel classico dilemma di scegliere il mio nuovo libro da leggere; ho appena terminato "Duma Key" di King e non so su quale genere orientarmi, anche perchè mi piacerebbe variare (come puoi ben vedere dalle mie recensioni).
Ci sentiamo presto spero! Magari con qualche nuova "Riflessione" invece di una recensione. Mi piace sempre molto sentire il tuo parere.
Ciao!

T.M. ha detto...

Mi sono scordato di chiederti una cosa: io non ho mai letto il romanzo "Maurice" di Forster, ma il film di Ivory mi è piaciuto davvero molto. Vorrei sapere com'è il romanzo, che impressione ti ha fatto anche rispetto a "Camera con vista", e se anche in questo caso il film rispecchia del tutto il libro.
Ciao!

Seagull ha detto...

Ciao. Ho letto “Maurice” un po’ di anni fa dopo aver visto il film perché avevo trovato il film davvero ben fatto e recitato in modo straordinario. Mi era già capitato di vedere prima un film e poi di leggere un romanzo con puntuale delusione, nel senso che mi accorgevo che spesso nel film si perdevano forse i significati e le poetiche più profonde. Ma nel caso della lettura di “Maurice” ho trovato molte cose rispettate, specie nel carattere tormentato del protagonista e nell’ambientazione tardo vittoriana ed edoardiana che, in effetti, appare anche nel film. Il romanzo è un po’ “ tipico” di Forster, in parte si ha un andamento lento con disquisizioni intellettuali dei protagonisti e sugli interrogativi esistenziali. A volte questi aspetti li ho trovati pesanti perché sembrano rallentare la storia (ma in effetti Ivory è riuscito a riportarli magistralmente anche nel film e questo mi ha aiutato ad apprezzarli). Ma dall’altra c’è una storia di grande sensibilità e molto commovente e ci si affeziona molto ai personaggi anche per come l’autore li descrive.. “Camera con vista” forse è un po’ più scorrevole e ironico, ma ho notato che entrambi sono molto incentrati sulla psicologia dei personaggi, a volte in modo azzeccato altre un po’ più superficialmente forse. Però chiaramente sono gusti personali. Comunque per me Ivory è uno dei migliori registi sul piano del rispetto della sensibilità dell’autore. Poi non ho una cultura letteraria e cinematografica tale da poter fare discorsi troppo assoluti. Diciamo, più che altro in base ai miei gusti e alla passione per la letteratura inglese.
Colgo l’occasione per augurarti buone feste. E buona lettura:-). A presto.

T.M. ha detto...

Ciao! Grazie mille per la tua risposta! Davvero molto esauriente. Con l'occasione ti auguro anch'io Buone Feste ;-) e speriamo di sentirci presto per nuovi "dibattiti"....
p.s. Non so come sia la tua passione per il cinema, per me è quasi pari a quella per la lettura (quasi però, perchè la lettura è insostituibile), e se avessi bisogno di qualche indirizzo su questo campo non farti problemi, ti aiuterei molto volentieri. Ovviamente non sono un profondo conoscitore di cinema, ma ho visto tanti di quei film e analizzato tanti registi che un'idea sul cinema me la sono fatta, quindi il buon cinema lo so riconoscere ;-)
Sono contento di poter avere qualcuno con cui scambiare un po' di idee, devo dire che nel mio blog le persone loquaci scarseggiano... :-P
Ciao!!! E Tanti Auguri!

Mappa visitatori