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Il campo di confronto per nuove idee, dove i sogni si scontrano con la realtà e fanno crescere la speranza.
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mercoledì 21 novembre 2007
giovedì 15 novembre 2007
Il bacio che aspettavo
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Il film procede lento, e soprattutto in modo discontinuo, i personaggi sembrano stiracchiati, ogniuno sembra non conoscere il proprio posto, e anche quando si cala nel ruolo lo fa in modo assolutamente debole e banale, a volte ridicolo. Meg Ryan non è propriamente la figura adatta a fare la mammina frustrata, certo però è l'unica ad avere un pelo di espressività, assieme al protagonista Adam Brody,
e la cosa non guasta.
Se qualcuno mi chiedesse cosa significa il film, beh, stenterei a rispondere, potrebbe voler dire un sacco di cose, come assolutamente niente, fatto stà che appare come un miscuglio di situazioni, e la trama con la quale sono tessute è assolutamente disorganizzata e soprattutto estremamente debole.
Purtroppo non posso dare più di un 5.5, e credo di essere stato anche troppo buono sotto molti punti di vista. Almeno ci si può godere la colonna sonora.
T.M.
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Se qualcuno mi chiedesse cosa significa il film, beh, stenterei a rispondere, potrebbe voler dire un sacco di cose, come assolutamente niente, fatto stà che appare come un miscuglio di situazioni, e la trama con la quale sono tessute è assolutamente disorganizzata e soprattutto estremamente debole.
Purtroppo non posso dare più di un 5.5, e credo di essere stato anche troppo buono sotto molti punti di vista. Almeno ci si può godere la colonna sonora.
T.M.
Bernard Tschumi - Architect
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Personalità vivace, partecipa da giovane alle contestazioni studentesche e aderisce alle teorie decostruzioniste. Nel 1996 scrive le sue teorie architettoniche in un libro ormai noto dal titolo "Architecture and Disjunction", (oggi tradotto in italiano - "Architettura e disgiunzione”- Edizioni Pendragon) dove afferma che nell'epoca in cui viviamo non è possibile distinguere fra ciò che è normale e ciò che è anormale, e fra ciò che è intero da ciò che disgiunto.
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La personale visione di Tschumi è quella di una architettura generata dalle complesse relazioni che si instaurano fra gli uomini e fra gli uomini e lo spazio che direttamente fruiscono. L'esperienza dello spazio nasce dal movimento, e, dal momento che è l'architettura stessa è destinata a contenerlo, indirizzarlo, gestirlo. Il fruitore infatti, si muove e percepisce lo spazio in movimento in un continuo mutare di relazioni spaziali dinamiche interagenti, che non possono non essere considerate da chi è chiamato a progettare “architettura”. Questo perché lo spazio dell'architettura è da porre in corrispondenza agli eventi, come del resto anche l'ordine è in diretta corrispondenza con il disordine. Pertanto è l'agire a qualificare lo spazio e contemporaneamente è lo spazio a qualificare l'agire in esso. Tschumi giunge addirittura ad esprimersi in termini eccessivi ipotizzando che chi fa architettura e dunque progetta lo spazio, esercita su di esso una violenza, ed indirettamente, questa “violenza” si ripercuote su chi quello spazio è chiamato ad utilizzare. È la stessa realtà, l'esperienza del reale inequivocabilmente legata a filo doppio con l'esperienza dello spazio ad essere di per sé una forzatura. Questo avviene a tutte le scale… Lo stesso spazio della città, che è contemplato da Tschumi come possibile tema di confronto per sviluppare le sue teorie, non deve essere visto come luogo “metafisico” atto a “evocare”, ma come spazio dell'esperienza legato alla diretta fruizione del reale.
L'architetto Tschumi è stato scelto, tra numerosi partecipanti di particolare rilievo come ad esempio Daniel Libeskind ed Arata Iso
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Brevi cenni biografici
Bernard Tschumi, nasce nel 1944 a Losanna con nazionalità svizzera e francese. Compie i suoi studi a Parigi e al Federal Institute of Technology di Zurig.
Dal 1970 insegna all'Architectural Association di Londra, all'Institute for Architecture and Urban Studies di New York ed alla Princeton University. Negli anni '80 insegna al Cooper Union ed inizia ad esercitare la libera professione.
Nel 1981/82 progetta il Manhattan Transcripts New York City-Manhattan. Nel 1982 vince il primo premio per il concorso Internazionale per il Parc de la Villette di Parigi, apre quindi il suo studio, il “Bernard Tschumi Architects” a Parigi per seguire da vicino i lavori. Nel 1986 ottiene il secondo premio del Concorso Internazionale per il New National Theatre and Opera House, di Tokyo, in Giappone.
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Nel 1988 ottiene il secondo premio del Concorso Internazionale per il New Kansai International Airport di Osaka ed apre uno studio a New York. Diventa anche editore di "D" (Columbia Documents of Architecture and Theory). Del 1989 è il progetto del ZKM - Center for Art and Media, Karlsruhe, e del 1990 il progetto del Kyoto Center e Nuova Stazione Ferroviaria, Giappone in seguito ad un concorso su invitoDel 1991 è il primo premio per lo Studio Nazionale per le Arti Contemporanee, a Tourcoing,in Francia, in seguito ad un concorso internazionale. Nel 1994 progetta la Scuola di Architettura, a Marne-la-Vallèe, Francia e la Lerner Student Center, Columbia University, a New York. Partecipa al concorso ad inviti per il Master Plan Renault, di Parigi.
Negli anni '90 si susseguono i riconoscimenti a lui attribuiti come il Primo Premio nel Concorso per lo Studio Nazionale per l'Arte Contemporanea Le Fresnoy, Tourcoing, in Francia; il Primo Premio del Concorso per la Scuola di Architettura, Marne-la-Valèe; il Primo Premio del Concorso Internazionale per il Business Park, a Chartres; La Legione d'Onore e dell'Ordre des Arts et Lettres. Nel 1998 la Zénith Concert Hall, a Rouen, in Francia è uno dei suoi progetti più interessanti del periodo.
Nel 1997, al fine di incrementare sia l'espansione economica che lo sviluppo culturale della città, l'amministrazione di Rouen bandisce un concorso ad inviti per la realizzazione di un complesso per manifestazioni culturali, sportive ed espositive. Lo Zénith di Rouen. Da non confondere con un altro Zénith, progettato da Chaix & Morel, nel Parco della Villette del 1984, (precisiamo che il nome Zénith è divenuto un marchio registrato in possesso della società Coker e del Ministero d
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Può ospitare fino a 7000 spettatori e ha una conformazione ellittica leggermente asimmetrica, che permette di utilizzare flessibilmente il teatro in relazione al tipo di manifestazioni ospitate. La sala per le esposizioni consente una grande varietà di schemi organizzativi essendo una sorta di lungo rettangolo a vetri ed è adatto per eventi come ad esempio fiere commerciali e meeting aziendali.
Dal T. 1988 al 2003 ricopre la carica di preside della Graduate School of Architecture, Planning and Preservation alla Columbia University di New York, e, nel 2004 di Direttore Generale per l'Esposizione Internazionale a Dugny, in Francia.
Seguono dal 2001 altre importanti progettazioni come: il Museo d'Arte Contemporanea di San Paolo del Brasile; La Sede manifattura Vacheron Constantin, a Ginevra; il Museo delle Arti Africane, a New York, il già citato progetto del Museo dell'Acropoli di Atene. Nel 2003 il Limôges Concert Hall, in Francia e a Pechino la West Diaoyutai Tower dove una trave a sbalzo (che simulerebbe una prora di una nave) ed un rivestimento perforato di metallo creano effetti particolarissimi. La West Diaoyutai Tower, che sotto avrà un giardino con giochi d'acqua e pergolati lignei, è destinata ad esser posta presso un parco vicino al fiume Kunyu. Presenta lo spigolo sud-orientale come sezionato da due piani che intersecandosi generano un triangolo. L'ingresso principale porta ad un atrio curvilineo a tripla altezza con soffitto munito di aperture circolari. Anche qui T. utilizza la luce naturale, che filtrata dall'acqua raggiunge l'atrio sottostante e genera creando un suggestivo effetto che ricorda il movimento, il valore simbolico degli elementi in cui la torre dovrà essere relazionata.
I lavori già avviati si prevedono ultimati tra il 2008-2009.
sabato 10 novembre 2007
Infinito
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Esiste un momento in cui vorresti controllare il mondo, perchè tutto ti sembra raggiungibile, e non ti senti troppo piccolo per provare. In questo momento voli sopra tutto, e tutto ha un senso, ogni cosa è parte di te; in questo momento vorrei chiudere gli occhi, e domandarmi dove sono, camminare, e vedere se riesco a ritrovare la strada, senza guardare.
In quel momento io vedo il mondo, e vedo me stesso, e sempre in quel momento poso a terra le mie mani, e smetto di girare, e osservo solo un punto, di fronte a me, e so che vorrei afferrarlo, solo quello, e niente altro, per tenermi stretto quell'infinito che non mi appartiene, e sentirmi finalmente felice.
In quel momento io vedo il mondo, e vedo me stesso, e sempre in quel momento poso a terra le mie mani, e smetto di girare, e osservo solo un punto, di fronte a me, e so che vorrei afferrarlo, solo quello, e niente altro, per tenermi stretto quell'infinito che non mi appartiene, e sentirmi finalmente felice.
T.M.
martedì 6 novembre 2007
Secret Garden - Nocturne
Questa musica accompagna da sempre un mio sogno, e forse come sogno resterà tale,
ma non posso smettere di pensare che forse un giorno quel sogno
si avvererà inaspettatamente e mi travoglerà in tutta la sua bellezza.
T.M.
ma non posso smettere di pensare che forse un giorno quel sogno
si avvererà inaspettatamente e mi travoglerà in tutta la sua bellezza.
T.M.
sabato 3 novembre 2007
venerdì 2 novembre 2007
Kengo Kuma al Palazzo della Ragione
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L’architetto giapponese, da sempre attento all’uso dei materiali e al rapporto dell’opera con l’ambiente che la circonda, è stato a Padova mercoledì 20 giugno per un sopralluogo a Palazzo della Ragione, dove sarà allestita la mostra personale che è stata inaugurata, con una vernice per la stampa, venerdì 26 ottobre 2007.
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La mostra si inserisce nell’ambito della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” che presenta ogni anno opere e progetti di un architetto di fama mondiale. La scelta di Kengo Kuma vuole anche essere un omaggio all’architettura giapponese, già premiata con l’opera di Jun Igarashi nell’edizione 2005 del Premio Biennale di Architettura “Barbara Cappochin”.
Kengo Kuma è uno dei principali architetti giapponesi contemporanei. Nato a Kanagawa nel 1954, si è laureato all’università di Tokyo nel 1979. Dal 1985 al 1986 è stato Visiting Scholar presso la Columbia University di New York e all'Asian Cultural Council, nel 1990 ha fondato lo Spatial Design Studioal. Dal 1998 al 1999 è stato professore alla Facoltà di Enviromental Information della Keio University, e ha fondato lo studio Kengo Kuma & Associates. Dal 2001 è professore presso la Keio University.
Tra i suoi progetti si segnalano la nuova sede della Louis Vuitton di Tokyo, lo Hanging Garden a Fukusaki (2004) il Museo d’Arte della pr
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Secondo la giuria di quest’ultimo, Kengo Kuma “ha la capacità di combinare con successo elementi tradizionali e nuovi producendo un’architettura schiettamente moderna e, al tempo stesso, rispettosa del contesto in cui si colloca” .
A Palazzo della Ragione, Ke
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Orari: dal martedì alla domenica, ore 9.00 – 18.00 (ingresso a pagamento). Per informazioni e visite guidate: Ordine degli Architetti P.P.C. di Padova - Piazza Salvemini n° 20 35131 Padova - Italy - phone 0039 049 662340 telefax 0039 049 654211 - architettipadova@awn.it
Formula di un amore
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Forse è la pazienza, che ti permette di restare ad ascoltare anche quando non sopporti il ridondare delle parole, o delle scuse; quando speri di dover piegare una cosa per l'ultima volta, ed invece è solo l'ennesima di una lunga ed interminabile fila.
Oppure sono le emozioni suscitate da un semplice gesto, i suoi occhi socchiusi, il viso dolce, ed ogni suo gesto che esprime dolcezza, e ti fa dimenticare tutto; le sue labbra socchiuse, che vorresti solo baciare, e non senti più le parole, che ti avevano fatto arrabbiare.
Potrebbe essere il bisogno di un abbraccio, quando tutto il mondo ti crolla addosso, e senti solo in quello la forza per andare avanti, e ti aggrappi così forte, che non vorresti smettere mai più.
E' tutto questo, un magistrale congegno che ti riporta indietro, e ti fa ancora sperare, anche quando pensavi si non riuscire più a farlo, e vuoi solo ascoltare le sue parole, tra le sue braccia, aspettando un sorriso, che ti illumina il giorno.
Oppure sono le emozioni suscitate da un semplice gesto, i suoi occhi socchiusi, il viso dolce, ed ogni suo gesto che esprime dolcezza, e ti fa dimenticare tutto; le sue labbra socchiuse, che vorresti solo baciare, e non senti più le parole, che ti avevano fatto arrabbiare.
Potrebbe essere il bisogno di un abbraccio, quando tutto il mondo ti crolla addosso, e senti solo in quello la forza per andare avanti, e ti aggrappi così forte, che non vorresti smettere mai più.
E' tutto questo, un magistrale congegno che ti riporta indietro, e ti fa ancora sperare, anche quando pensavi si non riuscire più a farlo, e vuoi solo ascoltare le sue parole, tra le sue braccia, aspettando un sorriso, che ti illumina il giorno.
T.M.
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