martedì 11 settembre 2007

L'ultimo inquisitore

Un film che lascia storditi, col sorriso amaro di chi, grazie a una colpo di pennello, scopre insieme arte e miserie dell'esistenza.
Sono d'accordo con questa affermazione della critica, soprattutto per il fatto che lascia storditi, infatti questo film è un susseguirsi di eventi, un interminabile girandola di personaggi dove si vedono cambiare i caratteri ma non le persone, dove ogni movimento è brutalmente impresso nel tratto di Goya, e così ogni sentimento, ogni emozione, tutto sembra grottescamente statuario ed allo stesso tempo terribilmente vivo, e spaventoso.
Ci si sente storditi quanto il pittore protagonista, nella sua sordità, rincorre gli altri personaggi confuso non meno di quelli che l'udito non lo hanno perso, perchè c'è una sorta di spaesamento generale, dove l'unica cosa che rimane chiara è la luce che freddamente illumina tutto, e accompagna indistintamente le immagini reali e quelle impresse nella carta.
Credo di poter assegnare un 8 senza troppi scrupoli, ma ritengo che sia un film di una certa portata che per essere digerito ha bisogno di almeno una seconda visione.

T.M.

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