Quando ti muovi a stento nelle stanze della tua vita, ad ogni passo ti guardi attorno per paura d'inciampare in vecchi ricordi; quando cammini e il freddo risale dai tuoi piedi nudi e ti fa rabbrividire il pensiero di variare il sentiero che hai intrapreso. E' come camminare nella nebbia, avvolti da un sottile strato di incertezza, l'unica in grado di darti un brivido di curiosità, l'unica in grado di congelarti il cuore quando ti trovi in un vicolo cieco, accerchiato dai dubbi e dal terrore di sbagliare.
Non riconosci più il limite della tranquilla certezza e quello dell'angosciosa routine che può divorarti; e poi ti rendi conto che è lo stesso, e ci stai costantemente dentro, inerme, come immerso nelle sabbie mobili, e non sai più cosa devi fare, se muoverti oppure aspettare, immobile, che qualcuno ti salvi.
I tuoi occhi si riempiono di lacrime, ma nessuno è in grado di vederli, perchè mentre sprofondi cogli un'assurda certezza, che non hai mai smesso di muoverti, di affannarti per liberarti da tutto questo, eppure ogni tentativo è stato vano, e mentre cercavi di tendere la mano sei stato risucchiato, sempre di più, da un vortice indifferente che ti ha impedito di gridare riempiendoti la bocca di ignobili silenzi.
Mentre i tuoi occhi annaspano nel buio in cerca di un appiglio ti rendi conto che la terra è ancora sotto ai tuoi piedi, ed è tutto il resto che ti avvolge, ti avvinghia, nell'ineluttabile vuoto che ha reso una folla cieca di sentimenti.
T.M.