lunedì 11 novembre 2013

La cacciatrice di ossa - Kathy Reichs

Quattordicesimo capitolo per la Dottoressa Temperance Brennan, l'antropologa forense che negli ultimi anni mi ha veramente fatto appassionare a questo genere di romanzo.
Purtroppo però questa volta la storia, ma in particolare la narrazione, sono alquanto scarse. Il tutto infatti convince poco, soprattutto il finale, a peggiore, a mio parere, è il modo in cui la scrittrice ha impostato questo romanzo, il modo in cui lo ha raccontato. Diversamente dal solito infatti vengono tralasciate molte spiegazioni, soprattutto della vita della protagonista che, per chi non la conosce perchè non ha letto i precedenti romanzi, in questo caso resta una perfetta sconosciuta. Inoltre Temperance questa volta affronta di petto la situazione, improvvisandosi investigatrice (aveva iniziato un po' a farlo anche in "206 ossa" e la cosa aveva per l'appunto declassato un tantino il romanzo), cosa che altera alquanto la sua posizione all'interno della saga, nonchè l'interesse per il suo personaggio, dimostratosi sempre molto serio ed all'altezza delle situazioni, e diventanto improvvisamente un investigatore da quattro soldi senza nè capo nè coda.
Apprezzo gli sforzi per mantenere il tono, ma non riesco a smettere di pensare che questo romanzo sia stato una forzature per far uscire a tutti i costi una storia senza rompere la catena di "un romanzo all'anno". Questo però svaluta molto la Reichs, alla quale devo assolutamente dare un 5 come ammonimento. Mi dispiace tanto.

T.M.

sabato 28 settembre 2013

Il Signore Degli Anelli - John R. R. Tolkien

Sono sempre stato molto scettico sui romanzi Fantasy, ecco perchè ho affrontato questo romanzo solo perchè è stata una specie di scommessa tra me ed un mio amico. Ed ecco che capita l'inaspettato. Adoro questo libro.
Non posso dire che sia uno dei libri più semplici da leggere, soprattutto per il fatto che nonostante la sua lunghezza andrebbe letto assolutamente tutto di seguito e non secondo la suddivisione in tre capitoli che ne è stata fatta. Resta comunque il fatto che ne sono rimasto assolutamente affascinato, sotto tutti i punti di vista. La narrazione è magistrale, l'ambientazione spettacolare (ripeto, nonostante non ami il genere Fantasy questo libro sembra superarlo ampiamente, è una cosa che va oltre il genere, è un mondo a sè stante!) i personaggi restano nel cuore e soprattutto tutto ciò che viene narrato sembra esistere davvero, pur superando i confini della realtà; ogni cosa infatti ha un suo perchè, e viene spiegato minuziosamente, ma mai annoiando. C'è da dire che per approfondire ancora meglio la storia ed i personaggi sarebbe necessario leggere tutti i libri correlati al Signore degli Anelli, cosa che ho assolutamente intenzione di fare a breve; sono rimasto poi ammaliato dalla modernità stessa del racconto, i parallellismi possibili con il nostro mondo, con la nostra vita attuale, con le situazioni che viviamo e con le persone che conosciamo. C'è da sbizzarrirsi a trovare tutte le sfaccettature possibili di questo romanzo, ed ogniuna porta ad una scoperta nuova e sempre piacevole.
E' insomma un libro che va letto assolutamente prima o poi, senza farsi spaventare dal suo "peso", ma facendosi solo trasportare dalla storia, come se fosse una fiaba che ci viene raccontata prima di andare a dormire e che sogni non fanno che prolungare.
Voto con un 10. Mi ha davvero conquistato.

T.M.

venerdì 28 giugno 2013

E' giusto cambiare per gli altri per poi non riconoscersi?

E'  una domanda che mi sono posto almeno un milione di volte nella mia vita.
Fino a che punto siamo veramente noi stessi? E quanto cambiamo per gli altri? Cambiare un po' per gli altri, per piacere, credo sia una normale prassi nella vita della maggior parte delle persone, soprattutto quelle che hanno un carattere introverso e faticano a socializzare, una cosa che viene praticamente automatica quando ci si trova in mezzo alle persone e si scoprono i propri punti deboli mentre si cominciano a contare gli innumerevoli punti forti altrui. Allora cominciamo a fare un'analisi mentale di noi stessi, e cominciamo a credere che facendo così potremmo essere più simpatici, oppure comportandoci in quel determinato modo potremmo attirare l'attenzione di qualcuno di interessante. Ed ecco che cominciamo a mettere in moto quel meccanismo perverso e incontrollabile che ci fa cambiare da noi stessi, da quello che abbiamo sempre visto allo specchio, da quell'IO che custodivamo gelosamente perchè lo conoscevamo sotto ogni aspetto, e ci piaceva. Ma ora non ne siamo più tanto sicuri, perchè se gli altri non ci notano allora non siamo davvero così speciali. Ecco il primo pensiero sbagliato che potremmo mai fare! D'altra parte "Cambiare" non è mai una cosa sbagliata fino in fondo, dipende fino a che punto siamo disposti a farlo; se per piacere andassimo contro ai nostri principi allora quello sarebbe un modo molto sbagliato di cambiare.
Anch'io a volte stentavo a riconoscermi, avevo perso il filo di me stesso e credevo che tutto ciò che avevo davanti fosse una brutta copia di quello che volevo essere, o meglio, che gli altri volevano vedere in me. Allora passavo giorni interi ad interrogarmi su ciò in cui credevo veramente, su cosa di me stesso era veramente importante, quali aspetti del mio essere non potevano in nessun modo essere cambiati per rendermi ancora riconoscibile a me stesso ma soprattutto agli altri. Ed allora mi sono reso conto che in fondo ero ancora IO, non avevo cancellato il mio vero "essere", era solo leggermente appannato da una moltitudine di sfumature che ricoprivano ciò che ero, come una patina di incertezza, ma sollevata questa, come un velo trasparente, tutto ciò che ancora muoveva i fili ero unicamente io. Io con il mio cuore malridotto ma che ancora poteva battere. Allora ho preso in mano la situazione ed ho affrontato le priorità della mia esistenza, cancellando false aspettative e improbaibili amicizie, frutto di un disperato tentativo di emergere, quando invece il solo modo per spiccare in mezzo agli altri era brillare di luce propria.
Le sfumature servono, ma cerchiamo di non farle diventare ombre, altrimenti ci troveremo intrappolati in qualcosa di irrecuperabile.

T.M.

domenica 2 giugno 2013

Il re dei torti - John Grisham

Primissimo libro che leggo dell'Autore in questione, e nonostante non sia uno dei suoi romanzi più famosi mi ha decisamente colpito. 
Innanzitutto è da apprezzare il coinvolgimento della lettura, scorrevole e ben ritmata. Forse non un romanzo ricco di colpi di scena come ci si potrebbe aspettare dalla fama di Grisham e dei suoi intrecci, è però da apprezzare il modo in cui ha affrontato il tema, quello della "corruzione" degli avvocati, sempre in bilico tra cosa è giusto e cosa è sbagliato. Mi hanno decisamente lasciato senza parole le vicende affrontate dal protagonista, il modo in cui i soldi corrompano le persone e le porti a perdere il controllo su loro stesse senza che se ne accorgano. Ma non è questo l'aspetto più interessante del libro, quanto invece i casi trattati dall'avvocato, le cause intentate alle grandi aziende farmaceutiche ed i loro gravissimi errori (non voglio svelare di più altrimenti vi rovinerei tutta la parte più bella del libro).
Comunque un libro consigliatissimo, da un "vergine" del genere, che è però rimasto profondamente colpito dalla bravura di questo scrittore di tenere incollato il lettore fino all'ultima pagina (raramente mi succede di far fatica a riporre un libro che sto leggendo!).
Voto con un 8, non mi tengo più alto solo perchè forse il finale poteva essere un pochino più brillante. 

T.M.

venerdì 17 maggio 2013

Insomnia - Stephen King

E così finalmente ce l'ho fatta. Dopo due tentativi infruttuosi (uno di 200 pagine e uno di forse poco più di un centinaio) sono riuscito a leggere tutto questo voluminoso tomo del Re. Cosa mi avesse spinto ad abbandonarlo le prime due volte non lo saprei spiegare con certezza; di sicuro so che mi provocava una terribile sonnolenza (neanche a farlo apposta!). Stà di fatto che ora che sono giunto finalmente alla fine di questo romanzo posso dire che l'ho davvero apprezzato. Parliamoci chiaro, non è il suo miglior romanzo, anzi, e forse sono proprio alcune sue caratteristiche troppo "particolari" che mi hanno fatto allontanare all'inizio, come un po' di lentezza iniziale, quando la trama non è ben definita e non si riesce a capire lo scopo di tutto ciò che accade (molto poco); ma ora che sono riuscito ad apprezzarlo in tutta la sua interezza ed ho capito che di fondo c'è un importante collegamento alla serie de "La Torre Nera", posso tranquillamente dire che di sicuro proverò ad avvicinarmi anche a questa famosa serie che fino ad ora non mi ero mai interessato di prendere in considerazione. 
Parliamo un po' di "Insomnia" però: libro "consistente", soprattutto per l'estrema lunghezza con cui sono trattati gli episodi, cosa che molto probabilmente farebbe spazientire coloro che sono abituati ad un ritmo un tantino più avvincente, se poi consideriamo che il protagonista ha settant'anni! possiamo tranquillamente metterci l'animo in pace (ma non disperate...le cose possono cambiare!).
Tutta la vicenda si svolge su toni che rimandano senza dubbio al paranormale, forse fin troppo per quello che si è abituati a leggere nei romanzi di King, ma questo è forse uno dei tratti importanti che lo porta a collegarsi ad una saga Fantasy (La Torre Nera) dove il collegamento con la Realtà è di sicuro importante ma non gioca un aspetto così rilevante per tutta la vicenda. Stà di fatto che il libro affronta dei concetti davvero interessanti, e lo fa in modo decisamente singolare che li rende affascinanti; l'approccio alla Realtà in questo libro non è così scontato, anzi, ci fa scoprire cose che probabilmente non avremmo mai notato, e quando poi si mette da parte il libro e ci si guarda attorno niente ci può più apparire come prima.
Per quello che mi riguarda posso dire che mi sono affezionato ai protagonisti, anche se all'inizio li trovavo insopportabili e credevo che non sarei mai riuscito a digerirli, forse proprio per la loro lentezza! Ci si affeziona insomma, e si arriva alla fine anche commossi del lungo percorso che hanno fatto insieme (e insieme a noi) e si guarda indietro con un po' di nostalgia perchè la "consapevolezza" che ci mancava del tutto all'inizio finalmente è stata raggiunta, ma vogliamo veramente perderla di nuovo? Domanda interessante a cui si può rispondere solo leggendo attentamente il libro, e chissà, forse anche leggendo "La Torre Nera".
Voto con un 7,5, per non sbilanciarmi troppo, ma vi terrò aggiornati sui tomi successivi. 

T.M.

venerdì 10 maggio 2013

Easy girl - Easy A

Ecco un film che mi sentirei davvero di consigliare con tutto il cuore. Perchè è un capolavoro? No. Semplicemente perchè è un film divertente ed allo stesso tempo piacevole e ben girato; una cosa in particolare lo rende davvero imperdibile, ed è la protagonista, Emma Stone, un'attrice davvero unica, con una mimica facciale che ha dell'incredibile. Sa farti passare dal delirio di risate alla massima serietà (non dovete perdervi "The Help", un film che merita ed un'interpretazione impeccabile). Non sono ancora riuscito a vedere il suo "Gangster Squad" ma di sicuro non attenderò molto, anche perchè mi incuriosisce non poco il ruolo completamente diverso da quello in cui sono abituato a vederla.
Comunque per tornare al film è assolutamente consigliato, per una serata spassosa ma assolutamente lontana dalla stupida commedia banale a cui ci hanno abituato "Scary movies" & co.
Voto 8, anche solo per il fatto che non riesco a smettere di vedere il pezzo iniziale del film che mi fa ancora ridere dopo la millesima volta che lo vedo!

T.M.

giovedì 18 aprile 2013

(500) Days of Summer - (500) Giorni Insieme

Cinico? Forse. Romantico? Sicuramente. Nel ribaltare gli stereotipi delle classiche Commedie Romantiche questo film riesce ad essere estremamente convincente, ma soprattutto sorprendentemente realistico. 
Forse non vogliamo crederci, ma l'Amore non si fa comandare, non sottostà a regole, non vuole nomi, non cerca conferme. L'Amore esiste a basta, sono le domande a non esistere, quelle che compaiono tra le labbra e che dovrebbero farci capire immediatamente che è ora di cambiare strada. Quelle domande che sono la conferma della fine. L'Amore non ha Domande, è una semplice risposta. Sì.
Il film sembra essere un'analisi della "non consapevolezza" più che dell'Amore, eppure allo stesso tempo questa "non consapevolezza" cos'è? Come possiamo capire quando una Storia non è più una Storia? Oppure quando non lo è mai stata? Forse perchè dovremmo cominciare a guardarci attorno? Smettere di chiuderci in un NOI e vivere come due semplici persone che intersecano il proprio destino al fine di capire dove questo le può portare? Domande. Ancora domande. Allora è meglio non pensare, e non soffrire, perchè la consapevolezza prima o poi arriva, ed inevitabilmente ci apre gli occhi.
Voto con un 7,5 , decisamente un film interessante, l'ennesima pellicola che non pensavo avrei mai guardato, e che invece mi ha piacevolmente colpito.
p.s. perchè bisogna sempre storipiare i titoli in italiano?!?!?!

T.M.

martedì 16 aprile 2013

Aquilano.Rimondi, eccessi sartoriali mixati a virtuosismo

Le condizioni della creatività contemporanea sono antitetiche rispetto a quelle di quarant'anni fa, quando il sistema e la lingua del prêt-á-porter furono inventati dalla generazione dei pionieri, italiani in primis. Allora si costruiva da zero: l'alta moda rappresentava il feticcio da distruggere. 
Oggi la creazione - nella moda, e oltre - solo di rado è moto spontaneo. Si crea citando e rielaborando il già fatto, in una vertigine di smontaggi e nuove interpretazioni. Manierismo, in altre parole, che non esclude l'invenzione. Nell'arte è sempre stato così. È il frutto di particolari momenti storici, come quello presente. La moda non fa eccezione. Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, in arte Aquilano.Rimondi, sono indubbiamente manieristi: citano, omaggiano. Lo fanno a modo loro, però, e proprio per questo andrebbero inclusi nel novero dei pochi italiani, oggi, dallo stile originale. Non a caso, sono parecchio apprezzati all'estero. I department store americani li sostengono dalla prima ora. Anna Wintour, che non fa nulla per caso, presenzia ai loro show, concedendo un indelebile imprimatur. 

venerdì 12 aprile 2013

Giovane che legge

T.M.

Lovecraft: Teoria dell’Orrore

“I rapporti fra uomini non stimolano la mia fantasia. Semmai è il rapporto dell’uomo con il cosmo, con l’ignoto, che solo riesce ad accendere in me la scintilla dell’immaginazione creatrice. Il punto di vista antropocentrico mi riesce insopportabile, perché non posso condividerne la primitiva miopia che esalta il mondo trascurando ciò che vi sta dietro. Il mio piacere è la meraviglia, l’inesplorato, l’inaspettato, ciò che è nascosto e quell’alcunchè d’immutabile che si cela dietro l’apparente mutevolezza delle cose. Rintracciare quel ch’è remoto nel vicino; l’eterno nell’effimero; il passato nel presente; l’infinito nel finito; queste sono le fonti del mio piacere e di ciò che io chiamo bellezza”. (H.P. Lovecraft, “In Difesa di Dagon”, 1921)

Nelle vesti di critico e di teorico letterario, non meno che in quelle di straordinario narratore dell’orrore, H.P. Lovecraft non sarà mai lodato abbastanza. Basti citare il suo fondamentale “Supernatural Horror in Literature”, il primo vero studio sulla narrativa dell’horror e del mistero che sia mai stato scritto – ancora oggi una pietra miliare nel suo genere e manifesto, mai come oggi così attuale, delle inquietudini del terrore in letteratura – per rendercene conto.

Ma Lovecraft ha scritto anche tutta una serie di sue brillanti argomentazioni sulla materia presa in oggetto, l’horror e il fantastico (materia eterea, irreale, da cui nascono tutte le fantasie...) e in particolare il cosmic horror che è al centro della sua poetica, e le sue interpretazioni hanno anticipato quelle di noti critici e teorizzatori del genere come Tolkien, Borges e Caillois, con il fantastico inteso come alternativa o Mondo Secondario (“secondary world”) e il soprannaturale visto quale interruzione e violazione delle Leggi naturali che dominano la Realtà.

giovedì 11 aprile 2013

Piccoli artigiani rivivono sul web

Franco Zullo ha messo in rete i migliori sarti di Milano. Su Mypersonaldresser.it è possibile ordinare un capo tagliato su misura. Invece Ester Brunini è un'artigiana del vetro e grazie al crowdfunding è riuscita ad aprire a Bolzano la sua prima bottega: la banca non le erogava un mutuo, e così Brunini ha chiesto e ottenuto dalla rete quasi ottomila euro. C'è poi Luca Mezzini, pavimentatore bolognese e realizzatore di coperture alla veneziana. 
Grazie al web s'è aggiudicato una commessa in Germania. Franco, Ester e Luca sono i nuovi artigiani digitali, quella generazione che oltre alle mani usa anche la rete. Grazie alle tecnologie vendono online, dialogano con la community e si posizionano verso nuovi pubblici e nuovi mercati, esportando il made in Italy all'estero.  
Continua a leggere l'articolo sul sito...>>

Mappa visitatori