Benvenuti in Scandinavia - Kjetil Thorsen e la "creatività collettiva" di Snøhetta, lo studio di architettura norvegese che sta riprogettando Time Square a New York | |||||||
Il campo di confronto per nuove idee, dove i sogni si scontrano con la realtà e fanno crescere la speranza.
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martedì 26 febbraio 2013
Scandinavia - Studio Snøhetta
lunedì 25 febbraio 2013
Un pizzico d'incertezza

Il peso è devastante perchè ti senti ancora più solo, perchè hai il terrore che le cose non possano migliorare. Ovviamente è un momento in cui si vede tutto nero, eppure il destino ci mette lo zampino perchè qualche piccola connessione si è spezzata, qualche legame si è ricollocato, e ti sembra di occupare una posizione diversa nel sistema che governa il tuo prossimo passo, il tuo domani.
Forse è pura e semplice stanchezza e svegliandomi domani questa orribile sensazione sarà sparita per lasciare posto ad un nuovo filo di speranza.
T.M.
giovedì 21 febbraio 2013
Colpo di fulmine - Il mago della truffa - I love you Phillip Morris

Per proseguire con la recensione la prima cosa che mi verrebbe da dire è che questa coppia di registi, di cui io purtroppo ho visto i film al "contrario" (prima "Crazy, stupid, love" e poi questo), sembra inserire sempre grandi propositi nei loro film, propositi che vanno, a mio avviso, pasticciandosi durante lo svolgimento dello stesso e finiscono con il lasciare interdetto lo spettatore che fino a pochi istanti prima ne era rimasto magari affascinato e pure commosso. Ovviamente questa è una recensione a caldo, infatti il film è appena terminato, e ho deciso di gettare letteralmente tutto quello che avevo da dire "sulla carta", la qual cosa mi dà decisamente un senso liberatorio perchè, come nel caso dell'altro film ("Crazy, stupid, love") tutte le grandi possibilità della pellicola mi sembrano andate in fumo! Forse non tutte, gli donerei il beneficio del dubbio, è ovvio che le prime impressioni sono sempre quelle più drastiche, certo è che la sostanza di un bel film o si vede subito, oppure non c'è. In questo caso...è proprio stata pestata (volontariamente?) sotto i piedi dei registi.
La domanda che vorrei porre è questa: quale era l'intento narrativo? E ce n'era davvero uno? L'idea che ho avuto è che due menti si siano messe assieme per creare...confusione in mezzo a tanta bellezza.
Mi dispiace, purtroppo non mi viene in mente altro, il film di per sè sarebbe consigliatissimo, anche perchè la struttura e la regia sono completamente diverse da "Crazy, stupid, love", già ampiamente citato in precedenza, e quindi un film con decisamente altre potenzialità, eppure io le vedo deliberatamente sprecate. Forse prevarrà il mio pessimismo, eppure non riesco a capacitarmi che si possa sprecare tanta buona materia prima.
P.s. La storia d'amore è comunque esemplare, infatti non risulta scontata e neppure già vista. Ok, ammettiamolo, il film forse vorrebbe solo essere un "nuovo tipo di commedia", con un melange di buoni sentimenti e ammiccamenti al sociale...e niente di più. Forse mi sono ostinato a cercare qualcosa che "pensavo dovesse esserci", ma invece sta benissimo in piedi da sola. Può risentirne solo il voto, che per me non supera il 6,5.
T.M.
lunedì 18 febbraio 2013
Crazy Stupid Love

So che probabilmente dicendo questo rovinerò l'approccio al film per gran parte dei lettori, che molto probabilmente leggendo questo si aspetteranno subito qualcosa, cosa che invece io non ho sentito per niente, in quanto non conoscevo niente del film. Però per recensire questo film non si può prescindere da questo: la storia è orchestrata in modo bellissimo, semplice ma profondo per certi aspetti; innegabile una fotografia che affascina nonostante il soggetto "frivolo". L'interpretazione degli attori principali è fantastica, e l'accoppiata stranamente è interessante e avvincente, fa davvero venir voglia di capire cosa succederà. Ma che tutto questo approdi in un cambio di scena "riconciliativo" (per usare un termine che non sconvolga a nessuno la visione del film) che rischia (forse non facendolo del tutto) di compromettere l'intero film riducendolo a "stupida commediola americana", per l'appunto, è una cosa che non mi aspettavo e che a mio avviso svaluta il tutto, e non mi faccio problemi a dire che a stento ho digerito il resto del film dopo questa svolta totalmente assurda (e inutile!).
Lascia davvero con l'amaro in bocca, un film che poteva diventare un connubio perfetto tra romanticismo e dramma scade nel banale più assoluto, facendo vedere i personaggi immediatamente sotto una luce diversa e sottraendo mordente al tutto per farlo scivolare (seppur lentamente) nell'oblio del già visto.
Voto con un 6,5 , e devo dire che mi dispiace parecchio, perchè la rabbia che mi è venuta con i registi l'ho trattenuta a stento, una rabbia di quelle che ti fanno proprio dire "ma perchè buttare alle ortiche così il proprio lavoro?!".
(argggg....che rabbiaaa!)
T.M.
venerdì 15 febbraio 2013
La nuova produzione di King
Che ne pensate dei nuovi libri di Stephen King? Li trovate
appassionanti come i vecchi romanzi oppure pensate anche voi che abbia
perso un po' "la mano"?
Io sinceramente ho fatto gran fatica ad
arrivare alla fine di alcuni dei suoi ultimi romanzi, ne prendo uno a
caso: "La storia di Lisey". Io non contesto il fatto che sia un grande
narratore, ma mi domando: è veramente necessario tutto quel descrivere? E
i fatti? La storia di quel libro è riassumibile in 20 pagine! E tutto
il resto? Ok, grandi sensazioni, un gioco narrativo che ci porta dal
presente al passato, e dalla Terra ad un luogo immaginario...ma tutto il
resto? Non trovate che siano ricchi (anche troppo) di contenuti inutili
a scapito di una piacevole lettura?
Lipstick Jungle
La prima parola che mi viene in mente per descrivere questo libro è
"travolgente". Non bisogna lasciarsi ingannare dalla Bushnell, l'ho
detto già altre volte, perchè è in grado di nascondere una tale
profondità nelle sue storie, ma soprattutto è in grado di coinvolgerci
in una scrittura perfetta sotto ogni punto di vista (un po' tipo Mary
Poppins). E' magistrale il modo in cui ogni storia corre e si rincorre
l'una con l'altra, ed è impossibile abbandonare il libro finchè non si
sa quale destino sono decise a raggiungere le tre protagoniste. Perchè
il loro "destino" se lo vogliono costruire, a tutti i costi, con le loro
mani e con il loro sudore, e credo che nessun libro mi abbia mostrato
meglio di questo l'ambizione femminile, la forza di una donna e
soprattutto il coraggio di saper anche riconoscere i propri errori.
Un libro sulle "donne adulte", prive di paura (o quasi), capaci ti
tenere in pugno ogni situazione, ma soprattutto il potere...e gli
uomini!
Voto con un bel 9
T.M.
giovedì 14 febbraio 2013
Renzo Rubino - Il postino (amami uomo) - Sanremo 2013 - (Videoclip)
RENZO RUBINO
“Poppins”
Non deve più mascherarsi da “famoso” pianista londinese per suonare nel festival di musicisti di strada organizzato dal padre, che lo voleva avvocato. Non deve più fingere di essere il gruppo spalla di Al Bano per esibirsi prima di un suo concerto. Oggi Renzo Rubino è un talento riconosciuto della nuova canzone d'autore. Ha vinto Musicultura 2011 grazie al gradimento della gente (“Bignè” è stata la canzone più votata dagli ascoltatori di Radio 1 Rai) e ha conquistato la stima di tanti musicisti, fra cui il grande trombettista jazz Fabrizio Bosso (che ha suonato nel suo primo Ep “Farfavole”), Antonella Ruggiero che l'ha invitato ad aprire un suo concerto e Marcello Faneschi (arrangiatore, direttore d'orchestra e amico inseparabile di Domenico Modugno) che ha scritto la linea d'archi del singolo “Il postino (amami uomo)” con cui Rubino ha superato le selezioni di Area Sanremo, guadagnandosi un posto fra i magnifici otto giovani del Festival di Sanremo 2013.
Il 24enne cantautore pugliese (che ama definirsi un “canta-musica-attore” perché ha fatto anche studi approfonditi di teatro e danza) si fa apprezzare per l'originalità, la maturità, e l'ironia dei testi uniti a una ricerca sonora raffinata e mai banale, che sottolinea il suo timbro vocale potente (che in certi brani sa essere anche evocativo ed emotivo) con una melodia d'impronta classica e dal gusto talmente retrò da risultare moderno.
“Poppins”
Non deve più mascherarsi da “famoso” pianista londinese per suonare nel festival di musicisti di strada organizzato dal padre, che lo voleva avvocato. Non deve più fingere di essere il gruppo spalla di Al Bano per esibirsi prima di un suo concerto. Oggi Renzo Rubino è un talento riconosciuto della nuova canzone d'autore. Ha vinto Musicultura 2011 grazie al gradimento della gente (“Bignè” è stata la canzone più votata dagli ascoltatori di Radio 1 Rai) e ha conquistato la stima di tanti musicisti, fra cui il grande trombettista jazz Fabrizio Bosso (che ha suonato nel suo primo Ep “Farfavole”), Antonella Ruggiero che l'ha invitato ad aprire un suo concerto e Marcello Faneschi (arrangiatore, direttore d'orchestra e amico inseparabile di Domenico Modugno) che ha scritto la linea d'archi del singolo “Il postino (amami uomo)” con cui Rubino ha superato le selezioni di Area Sanremo, guadagnandosi un posto fra i magnifici otto giovani del Festival di Sanremo 2013.
Il 24enne cantautore pugliese (che ama definirsi un “canta-musica-attore” perché ha fatto anche studi approfonditi di teatro e danza) si fa apprezzare per l'originalità, la maturità, e l'ironia dei testi uniti a una ricerca sonora raffinata e mai banale, che sottolinea il suo timbro vocale potente (che in certi brani sa essere anche evocativo ed emotivo) con una melodia d'impronta classica e dal gusto talmente retrò da risultare moderno.
mercoledì 13 febbraio 2013
lunedì 11 febbraio 2013
René Gruau, la moda, il tempo

Di madre francese (nobile Maie de Gruau de la Chesnaie) e padre
italiano (conte Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate). Dai
racconti dello stesso Renato sappiamo che i genitori si separarono
quando egli era ancora bambino. A circa 20 anni Renato si trasferirà a
Parigi dove avranno inizio quelle importanti collaborazioni che ne
segneranno la carriera. Riviste di moda (Femina, Marie-Claire, L’Officiel), manifesti, illustrazioni, in breve tempo il suo tocco, la sua abilità ed i suoi colori, lo porteranno ad essere il più apprezzato illustratore della sua epoca.
La sua tecnica ed il suo stile sono stati negli anni influenzati
da grandi pittori come Degas, Manet, Drian, le opere di Toulose-Leutrec,
ma anche dai numerosi manifesti pubblicitari della Belle Epoque
unitamente a stampe giapponesi dalle quali ha saputo trarre ispirazione ed apprendimento per tecniche rappresentative di notevole importanza.
Da Dior a Chanel, da Yves Saint-Laurent a Belamin, numerosissime le case di moda che si sono avvalse della sua forma grafica, ritrovando in questa quel tocco di genialità unito all’estrema semplicità e raffinatezza. A queste aggiungiamo inoltre collaborazioni rimaste nella storia per famosi locali di Parigi quali Moulin Rouge e il Lido in particolare, col quale collaborò oltre trent'anni a partire dal 1956. Note sono anche le campagne pubblicitarie per Martini e Maserati e molte altre, rimarcandone tecnica e maestria.
René Gruau ha vissuto per buona parte della sua vita tra Parigi e
Cannes, che aveva imparato ad amare durante l'ultimo conflitto mondiale
quando si era trasferito in Costa Azzurra seguendo l'industria della
moda e che aveva scelto come residenza intorno al 1985; è stata tuttavia
Parigi la sua città, quella che lo aveva portato al successo e dove
avevano sede i primi suoi atelier. René Gruau è deceduto a Roma il 31 marzo 2004, e le sue
ceneri sono conservate nel famedio del cimitero di Rimini accanto alla
tomba del suo concittadino Federico Fellini. Egli è stato un grande
protagonista della rinascita della couture francese ed è stato uno dei
grandi protagonisti nell'elaborazione dell'illustrazione della moda
attraverso la pubblicità e nel disegno di moda.
BIBLIOGRAFIA: Gruau e la moda - Illustrare il Novecento
Silvana Editoriale
Nel 2009 è stato prodotto il libro "Le premier siècle de René
Gruau, edito da "Thalia", che ripercorre la storia dell'artista tout au
long de sa longue carrière, incontrando le sue opere migliori.
giovedì 31 gennaio 2013
Innocente Illusione
Un sottile torpore, una parvenza di apatia. Ormai il mio corpo sembra scivolare lungo la chiglia dei sentimenti, per farsi trascinare nelle gelide acque di un mare di nulla. Mi ritrovo spento, avvilito, con lo sguardo perso nel vuoto di un giorno che non sembra appartenermi più, di una vita che ho dato in prestito ad un corpo straziato dall'immobilità. Mi sento soffocare, come immerso in un oceano di nulla, faccio lunghi sospiri in cerca di ossigeno, eppure il peso resta, e comprime il mio petto come una pietra che non riesco a mandare via. Davanti a me il vuoto di mille parole che non trovano la giusta collocazione, di pagine scritte su candidi fogli che ne assorbono il significato e le tramutano in silenzi.
Intanto lampeggia il cursore, aspettando una nuova cascata di sentimenti pronti ad annebbiare la mente, a farmi credere di nuovo nella vita, a salvarmi da questo vuoto che è lo schermo di fronte a me, quello specchio con cui continuo a confrontarmi ma che non sa rispondermi, forse per pigrizia, forse perchè non so porre le giuste domande. Allontanarsi non serve, rimango avvinghiato dalla rete di immagini che ammalia la mia mente, quelle sfolgoranti scene di un impossibile futuro, un'idilliaca perfezione che comincia a logorare ogni mia certezza, senza che io me ne renda conto.
Parole, immagini, libri, film, tutta una congiura che imprigiona la mia anima, e io ne sono il custode, che sogghigna contento alla sua preda in gabbia, ignaro del veleno che somministra proprio a se stesso. E così resta cieco all'immagine di un fin troppo prossimo futuro, in cui i suoi stessi occhi lo guarderanno, e non saranno più lacrime quelle che scorreranno, ma pura e semplice amarezza per non aver saputo volgere lo sguardo verso una finestra aperta alle proprie spalle invece che alla cella del suo cuore.
T.M.
giovedì 24 gennaio 2013
La diva Julia

In poche parole JULIA è perfetta, di una tale perfezione ricca di mille imperfezioni, come lo sono molte opere d'arte, ma non per questo vengono svalutate, anzi, ogni singolo difetto, all'interno della composizione, sembra assumere un significato, anche quando non ce l'ha! E Julia è coscente di questo, ogni cosa andrà al suo posto, perchè quando il suo pubblico la vedrà di nuovo in scena sarà lei a decidere cosa apparirà...e cosa no!
Un romanzo eccezionale, del quale ci si può solo innamorare.
9,5
T.M.
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