mercoledì 28 aprile 2010

Crostata di ricotta e cioccolato


Ingredienti per l’impasto:
300gr di farina
150gr di burro a temperatura frigo
150gr di zucchero
3 uova (2 tuorli e uno intero)
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata

Ingredienti per il ripieno:
500 gr. di ricotta fresca,
50 gr di cioccolata al latte
3 tuorli d'uovo
zucchero
mezza tazzina di alchermies (liquore x dolci)

Procedimento impasto:
mettete nel boccale la buccia del limone. Incorporate gli altri ingredienti ricordando di utilizzare il burro freddo, lavorandolo il meno possibile. Formate un panetto, ponetelo in una ciotola coperta dalla pellicola e riponetela in frigo per un’oretta.

Procedimento per il ripieno:
Spezzettate a piccoli pezzettini la cioccolata. Mischiate tutti gli ingredienti con una forchetta.
Aggiungere tanto zucchero fino a raggiungere il gusto desiderato.
Quindi riempite la crostata e cuocete a 180 per circa 25 min.


T.M. 

venerdì 9 aprile 2010

Antichrist

 "Antichrist", gratta gratta c'è tanta letteratura
di Andreina Sirena Il Tempo
Una pellicola brulicante di citazioni letterarie e filosofiche con le  misure e le dismisure di uno stato ipnotico. Un'autentica opera d'arte  indecifrabile alla maggioranza, accolta dal pubblico come «Le Fleur du  mal» di Baudelaire nel 1857 o «Inferno» di Strindberg del 1897. Per  fortuna non è il tempo delle censure e delle condanne cinematografiche  anche se le diffamazioni costruite dalla critica riescono peggio dei  roghi dell'Inquisizione.
Veniamo a Strindberg. Quasi tutti lo hanno citato commentando il film  poiché il regista stesso in un'intervista lo indica come fonte  d'ispirazione. Ma possibile che nessuno sia risalito a «Inferno»?  Possibile che tutti abbiano creduto che la Gainsbourg e Dafoe fossero  una coppia qualsiasi a cui capita la disgrazia di perdere un figlio?  Allora da dove sbucherebbe fuori il titolo «Anticristo»? Un'insegna  luccicante per gli assonnati popcornisti-filosatanisti in cerca di  emozioni pornosplatter? Non ci voleva troppo a sfogliare «Inferno» e
svelare il capolavoro criptico di von Trier. Il bambino che cade dalla  finestra all'inizio del film altro non è che Lucifero detronizzato, la  cui caduta dal cielo genera dolore, pena e disperazione (le tre statue  che cadono a terra).
Tutto avviene in perfetta simmetria con la scoperta del male suggellato
dall'amplesso dei due protagonisti (I progenitori cacciati dal Paradiso). Da questo momento il sesso sarà solo dolore e punizione e  l'Eden diventerà il luogo delle paure arcane dove il mistero tremendum e fascinans della natura sarà svelato. Lo scontro fra i due sessi diventa la macroguerra di tutti i tempi tra ragione e istinto. Oltre a  Strindberg la pellicola pullula di riferimenti a Baudelaire e Jung.
Tutti e tre hanno un denominatore comune: gli «Arcana Coelestia» di  Swedenborg e la dottrina delle corrispondenze. Cominciamo con  Baudelaire. L'opera di Von Trier è una vera e propria petrarchizzazione  dell'orribile in cinematografia. Numerose le citazioni da «I fiori del  male».
Innanzitutto la natura come tempio di simboli (Corrispondences) dove  profumi, colori e suoni si rispondono (la caduta delle ghiande che  diventa pianto per il defunto, l'uomo e il corvo accomunati dalla paura  della morte, il grido della donna che scuote il cerbiatto). La Carogna
nella visione dell'animale col ventre aperto e brulicante a ricordarci  che "sotto l'erba e le grasse fioriture marciremo fra le altre ossa". E  ancora Le Litanìe di Satana, il «De profundis clamavi»,  «L'Heatontimorouménos» dove il colpevole si autocastiga e dove l'acqua  della salvezza diventa eaux de la souffrance (numerosi i riferimenti  all'acqua - connotato fondante del cinema di Tarkovskij a cui il film è  dedicato - nella sua accezione di ventre materno che culla e stritola  come la lavatrice della scena iniziale, nella libido dell'attraversamento del torrente dell'Eden, nell'accezione più ampia di purificazione).
Nella regressione primordiale verso gli strati oscuri dell'inconscio, la donna assume le sembianze di una strega junghiana, totemica e assoluta, che una volta messa al rogo permette di fare chiarezza. Il film ha una  perfezione formale e una compiutezza sacrale, inizia con una caduta e  termina con una salita, come la Divina Commedia, rievocata in più punti nella fotografia. L'Eden si riaffolla, la natura torna sorella. C'è la visione di un popolo in pellegrinaggio che ricorda una scena de «L'Enigma di Kasper Hauser» di Herzog. La méta in alto non è visibile ma lascia presagire sulle note di Handel l'ascensione verso una promessa
più grande.
Da Il Tempo, 31 maggio 2009
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sabato 13 marzo 2010

New York Sexy

E' sbalorditivo come una scrittura semplice a volte possa essere molto più efficace di un tentativo di "scrittura superiore" o se vogliamo "sofisticata". La Bushnell in questo romanzo è stata capace di creare veramente l'immagine della moderna Rossella Hoara, mostrandoci un perfetto spaccato di quello che è il "mondo dei famosi" (o di chi vuole esserlo a tutti i costi).
Ci lasciamo piacevolmente scioccare da quelle che sono le vicissitudini della protagonista, ma non è mai così scontato chi siano veramente i buoni o i cattivi all'interno del racconto, forse perchè sostanzialmente non esistono né gli uni né gli altri, ma esiste semplicemente un mondo, molto spesso nascosto, e a volte invece fin troppo visibile, che ci lascia a bocca aperta, e non siamo mai veramente convinti se vorremmo allontanarlo da noi, o forse, sotto sotto, vorremmo farne parte, perchè a conti fatti...tutti vogliamo "saperne di più".

T.M.

giovedì 21 gennaio 2010

Il volo del calabrone - Ken Follet

E' l'ennesimo volo fantastico che la scrittura di Follet ci fa fare, emozioni forti e romantiche, colpi di scena che si susseguono uno dopo l'altro, una storia sulla guerra che però ci fa vivere nel cuore delle persone. Ovviamente non bisogna aspettarsi un romanzo storico, ma la narrazione è assolutamente perfetta e coinvolgente.
Purtroppo i seguaci di Follet (come me) si accorgeranno di quanto abbia spinto sull'acceleratore con questo romanzo, cercando di mettere all'interno il maggior numero di cose, sperando di sconvolgere il lettore, e purtroppo, a tratti, risulta un po' poco credibile; ma d'altra parte bisogna concederlo ad un romanziere come lui, in grado di saltare da un genere all'altro, che ogni tanto prova a concedersi un po' di stravaganza, essendo però sempre impeccabile.
Un bell'8 per questo romanzo, che consiglio a tutti, anche se raccomando calorosamente di leggere alcune delle sue produzioni migliori, come " una ricchezza pericolosa" e "le gazze ladre" ("i pilastri della terra" non l'ho ancora letto, ma data la sua fama... si consiglia da solo).

T.M.

mercoledì 30 dicembre 2009

Il sexy club del cioccolato

Il sexy club del cioccolato... un'esperienza da provare. Il titolo non mi attirava molto, lo ammetto, soprattutto con quel "sexy" infilato dentro che sembrava tanto voler rendere più piccante e appetibile il prodotto; poi mi sono ricreduto, l'ho letto tutto d'un fiato, e devo dire che in un certo senso il "sexy" ci sta bene, dato lo spirito un po' "ammiccante" dei dialoghi tra i personaggi, delle situazioni, ma anche del linguaggio del cibo, che non guasta mai.  Il cioccolato è ovviamente il protagonista, forse anche troppo, dato che ho condizionato pure me, portandomi ad apprezzarne il sapore nei vari momenti della giornata, anche se non ai livelli delle protagoniste (fortunatamente).  Comunque è un libro davvero piacevole, allegro, un libro per un momento di puro relax, scritto anche sufficientemente bene, e con una dose adeguata di umorismo inglese che non guasta mai (anche se non ai livelli di Sophie Kinsella, ma questo me l'aspettavo ancora prima di prendere per le mani il libro). Quindi lo consiglio vivamente, soprattutto per chi vuole prendersi una pausa dalle letture pesanti, ma mi raccomando, dopo averlo letto, attenzione a non aumentare voi di peso!
T.M.

giovedì 17 dicembre 2009

La signora dei funerali - Madeleine Wickham

Ho appena terminato di leggero, e devo dire che sono rimasto sorpreso, perchè questo libro è andato oltre le mie aspettative (che erano molto basse). Nonostante lo stile "Kinsella" sia del tutto assente, devo dire che l'autrice ha iniziato la sua carriera con non meno bravura rispetto ai successivi successi internazionali; manca il consueto humor inglese, ma non per questo la trama del libro ne risente, anzi, si riscopre una nuova Kinsella, fatta di sentimenti profondi e di ingegnosa fantasia che va oltre allo shopping. E' vero, ci sono parecchi punti deboli, la trama infatti è originale ma poco sviluppata, e, purtroppo, il personaggio principale di Fleur è il meno approfondito, cosa che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè nonostante tutti dicessero fosse un personaggio insopportabile io l'ho trovato incredibilmente interessante, e se solo l'autrice avesse saputo sfruttarlo meglio tutta la vicenda avrebbe preso più "colore".
Ad ogni modo sono contento di aver scoperto questo lato dell'autrice, e non condanno per niente questo "romanzo ritrovato", come invece fanno molte critiche.
Ve lo consiglio! ...ma prima date un'occhiata alle opere più famose...
T.M.

mercoledì 16 dicembre 2009

Torta di patate


Ingredienti:
-500 g di patate farinose
-4 cucchiai di farina bianca
-120 g di burro
-150 g di zuccherso semolato
-4 uova grosse (tuorili e albumi separati)
-60 g di pinoli
-90 g di uva sultanina
-1 cucchiaino di noce moscata grattuggiata
-1 cucchiaino di buccia di limone finemente grattuggiata
-1 cucchiaino di aroma di mandorla
-4-6 cucchiai di zucchero a velo
Preparazione:
Lessate per circa 25 minuti le patate con la buccia in una pentola di acqua salata bollente, fino a quando saranno morbide.
Sbucciatele, mettetele in una ciotola con la farina e schiacciatele finchè il composto risulterà amalgamato.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Imburrate una tortiera di 24 cm di diametro e foderatela con la farta da forno.
Montate a crema il burro con lo zucchero, unite i tuorli, amalgamandoli uno per volta.
Aggiungete le patate, i pinoli, l'uva sultanina, la noce moscata, la buccia di limone e l'aroma di mandorla e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo.
Montate a neve gli albumi in una ciotola e aggiungeteli al composto con un grosso cucchiaio di metallo.
Mettete il tutto in una tortiera e fate cuocere per 35-45 minuti o fino a quando sarà dorato in superficie e uno stuzzicadenti infilato nel centro risulterà asciutto.
Fate raffreddare completamente su una gratella per dolci.
Spolverizzate con lo zucchero a velo.


T.M.
 

lunedì 14 dicembre 2009

Cupcake al cioccolato e cocco


Ingredienti:
-100 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-60 g di cocco secco a scaglie
-1,5 dl di panna
-100 g di farina bianca
-1 cucchiaino di lievito in polvere
-2 cucchiai di cacao amaro in polvere
-200 g di zucchero semolato
-90 g di burro morbido
-2 uova grosse
-sale
Ganache al cioccolato
-60 g di cioccolato fondente tritato grossolanamente
-1,25 dl di panna
-2 cucchiai di cocco a scaglie

-cocco a scaglie per guarnire
Preparazione:
Preriscaldare il forno a 170°C e inserire i pirottini di carta in uno stampo da 12 muffin.
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena.
Mettetelo da parte e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina, il lievito, il cacao e un pizzico di sale in una terrina capiente, quindi unite lo zucchero.
Lavorate il burro e le uova mescolando brevemente e incorporate agli ingredienti secci il composto, seguito dal cocco a scaglie e dal cioccolato fuso.
Versate la pastella nei pirottini riempiendoli per tre quarti, fate cuocere i dolcetti per 25-30 minuti, finchè saranno dorati e consistenti al tatto e lasciateli raffreddare completamente.
Preparate la ganache, spalmatela sui pasticcini e guarniterli con il cocco a scaglie rimasto.

Ganache al cioccolato:
Fate fondere il cioccolato con la panna a bagnomaria, in acqua che sobbolle appena; togliete la pentola dal fuoco e unite il cocco.
Tenete la crema, ormai intiepidita, in frigorifero per 20 minuti, finchè si sarà addensata.


T.M.

lunedì 30 novembre 2009

Il piccione ed il colibrì

Aggraziato, sfuggente, nel suo delicato danzare; impacciato e un po’ impertinente zampettava un altro per la sua via. Bastò un attimo, un fugace sguardo, e l’intrepido ballerino arrestò la sua corsa, mentre il fremito delle ali proseguiva, i suoi occhi sembravano ora scolpiti nella pietra. Era musica intorno a loro, ed il vuoto più totale nella mente. Cosa mai attirò l’attenzione di quel delicato uccello verso quello strano esemplare?
Niente domande, niente risposte, nulla si affacciava più alla sua mente, se non il fascino per insignificanti particolari, come i suoi dolci occhi, così tristi, ed allo stesso tempo così pieni di vita. Come poteva un essere così pacato, così distante da lui, così saldo a quella terra ignuda, trasmettere tanta energia? Eppure inondava l’aria di gioia; ad un tratto il proprio gioioso danzare non gli sembrò più tanto speciale, e d’improvviso chetò le sue ali, per procedere debolmente al fianco di quel poderoso animale.
Il piccione osservava, dubbioso, i timidi gesti di quell’essere, strano, accanto a lui; non riconosceva nei suoi gesti la sicurezza ch’egli aveva espresso danzando. Dov’era tutta la sua grazia? Dove tutta la sua bellezza e la sua energia? Fu così ch’egli prese a turbinare nell’aria, ed il povero colibrì ad osservarlo, timido, da quel triste posto chiamato terra che gli sembrava ora più familiare.
Stanco ed arruffato il tronfio piccione tornò in seguito la sua bella manifestazione. Il debole ballerino osservava però ora i suoi occhi, e li trovò privi di espressione, non riconobbe quella fiamma che gli agitò il cuore, e la terra intorno a lui cominciò a tremare. Librandosi nell’aria osservò per l’ultima volta il piccione, quell’affascinante essere che con il suo sguardo l’aveva portato a percorre un cammino a lui ignoto, ma che con un fugace battito d’ali l’aveva riportato alla realtà.
I loro cuori sarebbero per sempre rimasti uniti ma avrebbero dovuto danzare lontani, così che il debole ballerino potesse ancora sentire l’aria sotto le proprie ali, e l’affascinante uccello dalle piume argentate proseguisse alla scoperta della sua terra incantata dalla quale svelare tesori che non avrebbero però mai superato lo sfavillante bagliore che conservava nel suo cuore.

T.M.

domenica 29 novembre 2009

Involtini della Pia


Ingredienti per 6 persone:
-sei fette di manzo da 100 g l'una
-50 g di lardo, prezzemolo, uno spicchio d'aglio, pepe
-100 g di provolone
-50 g di uva passa, 50 g di pinoli
-100 g di prosciutto
Per il ragù:
-200 g macinata di manzo
-200 g macinata di maiale
-150 g di cipolla
-un cucchiaio di olio
-mezzo bicchiere di vino rosso secco
-100 g di concentrato di pomodoro, sale
Private le fettine degli eventuali nervetti e del grasso e battetele ccon un batticarne per farle intenerire (per evitare che le fettine si sfibrino collocatele tra due fogli di pellicola trasparente da cucina per batterle).
Tritate il lardo assieme al prezzemolo, all'aglio e ad un po' di pepe. Tagliate il provolone a listarelle e lavate ed asciugate l'uvetta ed i pinoli.
Disponete su ogni fetta di carne una fettina di prosciutto e, al centro, il trito di lardo, il provolone, l'uvetta e i pinoli (i pinoli è meglio se vengono precedentemente tostati in padella, fino a quando assumono un colore leggermente ambrato, così da essere più saporiti).
Arrotolate la carne attorno al ripieno e legatela con uno spago sottile, chiudendo bene le estremità (è possibile fissare la fettina anche con degli stuzzicadenti alle estremità ed al centro).
Tritate ora la cipolla e rosolatela nell'olio; quando sarà colorita aggiungete la carne macinata che bagnerete con il vino, lasciandolo completamente evaporare. Unite un cucchiaio di concentrato di pomodoro, sale e lasciate insaporire mescolando spesso. Continuate ad aggiungere concentrato di pomodoro allungato con acqua finchè non avrete esaurito completamente quello a disposizione.
Dopo circa 1 ora e 30 minuti, gli involtini saranno cotti; toglieteli dal tegame e continuate la cottura del ragù ancora per 2 ore.
Negli ultimi 10 minuti, unite di nuovo la carne al sugo, lasciatela riscaldare e servitela subito in tavola.
Bon Appetit!

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