Il campo di confronto per nuove idee, dove i sogni si scontrano con la realtà e fanno crescere la speranza.
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giovedì 13 marzo 2008
Freddo e cambio dell'ora


Ora poi che l'autunno è entrato nel vivo ed inizia a dare i primi segni del sopraggiungere dell'inverno è molto probabile alzarsi la mattina, guardare fuori dalla finestra e osservare non più i caldi raggi del sole estivo, ma piuttosto un cielo grigio, magari nuvoloso e piovoso. Si tende di conseguenza a passare meno tempo all'aria aperta e a coprirsi di più; le giornate sono più corte, meno luminose e si trascorre più tempo in ambienti chiusi: queste condizioni climatiche possono provocare sbalzi d'umore e peggiorare i sintomi depressivi.
Si parla di meteorosensibilità, quando si è in presenza di una accentuata suscettibilità a vento, temporali e neve che provoca malesseri psicologici, nervosismo, ansia, ma nessun disturbo fisico specifico. In particolar modo da alcune ricerche è emerso che sono soprattutto le persone emotive, nervose, rigide e con la tendenza a voler tenere tutto sotto controllo, ad essere predisposte alla meteorosensibilità; inoltre risulta anche che ne soffrono più facilmente le donne ed in particolare quelle che hanno superato i quarant'anni.
Un'ipersensibilità ai fenomeni atmosferici alla lunga però può predisporre a soffrire di meteoropatia. La cosiddetta meteoropatia è un disturbo legato a improvvisi cambiamenti climatici i quali influenzano in modo determinante la sfera psicologica e fisica di una persona. Tale disturbo colpisce in Italia una persona su tre ed è più frequentemente riscontrabile nelle aree industrializzate. Le cause del malessere dovute alla meteoropatia non sono ancora chiare ed infatti molte sono le ricerche in corso rispetto a questo problema. I sintomi più frequenti consistono in: dolori reumatici, nervosismo, artrosi accentuata, ansia, depressione, spossatezza fisica e mentale, mancanza di concentrazione, tachicardia, emicrania e insonnia.
La causa che spiega tale disturbo risiede nell'ipotalamo in cui è localizzato anche il centro di termoregolazione corporea. Questo "termometro interno" ha il compito di mantenere costante la temperatura corporea, regolando i processi di dispersione e di produzione del calore. La reazione meteoropatica si innesca durante il passaggio da una situazione climatica all'altra, dove soprattutto i venti (ma anche il temporale, l'umidità, il freddo e il caldo), che comportano una variazione nello stato elettrico dell'aria con un aumento di ioni positivi, provocano i sintomi più fastidiosi.
Dagli studi effettuati in questo settore è emerso che questo problema è in aumento, anche a causa di aria condizionata e riscaldamento che rendono "pigro" il sistema di termoregolazione corporea, facendolo risultare meno reattivo quando deve fronteggiare repentini cambiamenti climatici resi più frequenti dall'inquinamento e dall'effetto serra. Inoltre, anche lo stress e i ritmi di vita frenetici rendono le persone meno inclini a reagire positivamente e ad adattarsi alle stimolazioni atmosferiche.
Ma come è possibile sconfiggere la meteoropatia? È importante stimolare il sistema di termoregolazione, ciò significa prima di tutto stare all'aria aperta, praticare una costante attività fisica (soprattutto nuoto), fare idromassaggio e sauna (in questo caso è opportuno verificare che non ci siano controindicazioni). È consigliabile utilizzare uno ionizzatore per contrastare lo squilibrio elettrico immettendo nell'aria ioni negativi. Bisogna anche evitare gli ambienti fumosi e con un riscaldamento troppo elevato, utilizzare umidificatori e favorire il ricambio d'aria aprendo spesso le finestre.
Ecco alcuni consigli basilari da tenere in considerazione soprattutto durante i cambi di stagione per chi soffre di meteoropatia: - seguire una dieta ricca di vitamine (in particolare di vitamina C); - dedicarsi ad attività piacevoli che servano anche a diminuire l'ansia; - vestirsi a "cipolla" per adattarsi ai vari ambienti e alle diverse temperature; - fare docce alternando acqua calda e fredda; - programmare le proprie attività in base alle previsioni del tempo, anche - per essere psicologicamente preparati; - non abusare del riscaldamento o dell'aria condizionata; - tenere a mente che i malesseri legati ai cambiamenti climatici spariranno quando il fenomeno atmosferico scatenante finisce.
È importante a mio avviso soffermarsi sul fatto che il clima sta diventando sempre più "pazzo" e questo, alla luce di quanto detto finora, rappresenta un problema fondamentale per i meteoropatici, e non solo. Cerchiamo allora nel nostro piccolo di contrastare l'inquinamento, lo spreco energetico e tuteliamo di più la terra e i posti in cui viviamo per una qualità della vita migliore e più salutare.
Oltre alle variazioni climatiche improvvise può influire sull'umore (soprattutto per le persone più abitudinarie) anche il passaggio dall'ora legale all'ora solare e viceversa. Non a
caso dovremo mettere le lancette dell'orologio un'ora indietro nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre; l'ora solare rimarrà fino all'ultima domenica di marzo 2008. Gli effetti del cambiamento d'orario dovuto all'ora legale comportano uno sfalsamento nei ritmi biologici delle persone talvolta come un vero e proprio jet lag, con conseguenze quali la perdita di sonno, la modifica delle abitudini alimentari, cefalea, irritabilità, sbalzi d'umore. Le modalità per fronteggiare questi disturbi sono: - cercare di non modificare troppo l'orario abituale della sveglia; - fare un pasto leggero la sera prima del cambio d'orario; - se si è un po' giù di tono fare passeggiate con la luce durante la giornata.
Si parla di meteorosensibilità, quando si è in presenza di una accentuata suscettibilità a vento, temporali e neve che provoca malesseri psicologici, nervosismo, ansia, ma nessun disturbo fisico specifico. In particolar modo da alcune ricerche è emerso che sono soprattutto le persone emotive, nervose, rigide e con la tendenza a voler tenere tutto sotto controllo, ad essere predisposte alla meteorosensibilità; inoltre risulta anche che ne soffrono più facilmente le donne ed in particolare quelle che hanno superato i quarant'anni.

Un'ipersensibilità ai fenomeni atmosferici alla lunga però può predisporre a soffrire di meteoropatia. La cosiddetta meteoropatia è un disturbo legato a improvvisi cambiamenti climatici i quali influenzano in modo determinante la sfera psicologica e fisica di una persona. Tale disturbo colpisce in Italia una persona su tre ed è più frequentemente riscontrabile nelle aree industrializzate. Le cause del malessere dovute alla meteoropatia non sono ancora chiare ed infatti molte sono le ricerche in corso rispetto a questo problema. I sintomi più frequenti consistono in: dolori reumatici, nervosismo, artrosi accentuata, ansia, depressione, spossatezza fisica e mentale, mancanza di concentrazione, tachicardia, emicrania e insonnia.
La causa che spiega tale disturbo risiede nell'ipotalamo in cui è localizzato anche il centro di termoregolazione corporea. Questo "termometro interno" ha il compito di mantenere costante la temperatura corporea, regolando i processi di dispersione e di produzione del calore. La reazione meteoropatica si innesca durante il passaggio da una situazione climatica all'altra, dove soprattutto i venti (ma anche il temporale, l'umidità, il freddo e il caldo), che comportano una variazione nello stato elettrico dell'aria con un aumento di ioni positivi, provocano i sintomi più fastidiosi.
Dagli studi effettuati in questo settore è emerso che questo problema è in aumento, anche a causa di aria condizionata e riscaldamento che rendono "pigro" il sistema di termoregolazione corporea, facendolo risultare meno reattivo quando deve fronteggiare repentini cambiamenti climatici resi più frequenti dall'inquinamento e dall'effetto serra. Inoltre, anche lo stress e i ritmi di vita frenetici rendono le persone meno inclini a reagire positivamente e ad adattarsi alle stimolazioni atmosferiche.
Ma come è possibile sconfiggere la meteoropatia? È importante stimolare il sistema di termoregolazione, ciò significa prima di tutto stare all'aria aperta, praticare una costante attività fisica (soprattutto nuoto), fare idromassaggio e sauna (in questo caso è opportuno verificare che non ci siano controindicazioni). È consigliabile utilizzare uno ionizzatore per contrastare lo squilibrio elettrico immettendo nell'aria ioni negativi. Bisogna anche evitare gli ambienti fumosi e con un riscaldamento troppo elevato, utilizzare umidificatori e favorire il ricambio d'aria aprendo spesso le finestre.

Ecco alcuni consigli basilari da tenere in considerazione soprattutto durante i cambi di stagione per chi soffre di meteoropatia: - seguire una dieta ricca di vitamine (in particolare di vitamina C); - dedicarsi ad attività piacevoli che servano anche a diminuire l'ansia; - vestirsi a "cipolla" per adattarsi ai vari ambienti e alle diverse temperature; - fare docce alternando acqua calda e fredda; - programmare le proprie attività in base alle previsioni del tempo, anche - per essere psicologicamente preparati; - non abusare del riscaldamento o dell'aria condizionata; - tenere a mente che i malesseri legati ai cambiamenti climatici spariranno quando il fenomeno atmosferico scatenante finisce.
È importante a mio avviso soffermarsi sul fatto che il clima sta diventando sempre più "pazzo" e questo, alla luce di quanto detto finora, rappresenta un problema fondamentale per i meteoropatici, e non solo. Cerchiamo allora nel nostro piccolo di contrastare l'inquinamento, lo spreco energetico e tuteliamo di più la terra e i posti in cui viviamo per una qualità della vita migliore e più salutare.
Oltre alle variazioni climatiche improvvise può influire sull'umore (soprattutto per le persone più abitudinarie) anche il passaggio dall'ora legale all'ora solare e viceversa. Non a

Elisabetta Rotriquenz
giovedì 6 marzo 2008
Ansia
L’ansia è un’emozione, una risorsa che nel corso dell’evoluzione il cervello ha sviluppato ed affinato nell’intento di proteggere l’individuo dalle minacce che il mondo esterno può sollecitare.
E’ quindi un sistema difensivo, e la sua funzione principale è di allertare una serie di circuiti che si sono andati perfezionando nei secoli, e di consentirci di reagire in modo appropriato.Il sistema è molto complesso e prevede una reazione che è contemporaneamente fisica (la reazione tipica del gatto che vede il cane e sa di doversi difendere) e psicologica.
Recentemente le neuroscienze hanno permesso di “vedere dentro” il cervello e sono stati identificate, anche se ancora in modo impreciso, aree cerebrali, circuiti nervosi e biochimici che sovrintendono a questa delicata funzione.
Genetica dell'ansia
E’ assolutamente certo che l’essere umano erediti geneticamente gli strumenti che permettono al cervello, durante la vita fetale, di

Nell’ansia patologica, specie per quanto riguarda il disturbo da attacchi di panico come anche il disturbo ossessivo compulsivo, non si esclude che si possa ereditare la cosiddetta “propensione al disturbo”, vale a dire imperfezioni nel corretto funzionamento di alcuni sistemi biologici (specie della serotonina). Ma ciò non significa che si eredita il disturbo: il cervello è un sistema plastico fortemente adattabile, e si possono creare nel corso della vita situazioni educative, ambientali sociali o culturali che attivano, in chi è predisposto, i sintomi dei disturbi d’ansia.
Differenza tra stato e tratto
Il cosiddetto “tratto ansioso” è una caratteristica della personalità di alcuni soggetti i quali tendono ad avere il sistema di difesa dell’ansia particolarmente marcato, tanto da vivere la maggior parte delle esperienze in modo preoccupato, agitato, inquieto, ansioso, appunto.
Costoro, in circostanze di maggiore rilievo emotivo, corrono quindi il rischio di rispondere con comportamenti esagerati, dispendiosi e spesso inutili alle sollecitazioni che vengono dall’esterno.
In questo caso si parlerà di “stato di ansia”
Ansia normale e ansia patologica

L' ansia è una risposta sostanzialmente fisiologica ad una sollecitazione interna o esterna che il cervello riceve.
La percezione che normalmente si ha dell'ansia è, nel linguaggio comune, di qualcosa di fastidioso, che procura disagio o addirittura sofferenza nell'individuo.
Ogni giorno almeno dieci persone ci rispondono alla fatidica domanda "Come stai?" con una risposta che ci fa capire che sono ansiosi.
"Sto correndo per non perdere l'autobus" ,
"Ho un appuntamento tra dieci minuti" ,
"Voglio arrivare in tempo per federe la partita" ,
"Scusa, ma mi chiudono i negozi" , oppure
"Domani ho un esame, chissà…" .
Tutti questi nostri amici e noi stessi sappiamo che per realizzare tutte quelle cose abbiamo assolutamente bisogno di una spinta, di una sollecitazione che ci muove e ci fa selezionare gli stimoli con attenzione.
In realtà non potremmo vivere senza ansia: immaginiamoci ad attraversare la strada, ad aprire una porta in risposta al campanello, a prepararci per un esame.
Senza l'ansia tutti questi comportamenti non potrebbero prevedere la capacità d'adattamento per rispondere ad uno stimolo che compare,talvolta d'improvviso a modificare i nostri equilibri, mentre altre volte lo conosciamo in anticipo e dobbiamo solo organizzarci.

Esiste quindi una condizione connaturata con l'individuo, fatta di attese, di preparazione, di sforzo, che fornisce una risposta a ciò che internamente o esternamente ci sollecita.
L'ansia nasce quindi anche dai ricordi o dalle emozioni, dalla elaborazione di quello che ci è successo in passato o che potrà accaderci in futuro.
E poi c'è quella forma di ansia del tutto sconosciuta e maldestra, che proviene dall'inconscio, che non sappiamo razionalizzare e che ci attanaglia perché sfugge ad ogni identificazione.
Paradossalmente questa condizione di tensione è quella che corrisponde all'equilibrio.
Non potremmo vivere senza questa situazione squilibrata di equilibrio.
Eppure il più delle volte non ce ne rendiamo conto:
ci aspetteremmo che il benessere venga dall'assenza di stimoli, mentre questa condizione ideale corrisponde solo alla "non esistenza" .
Il sonno stesso, ritenuto come una condizione di allontanamento dagli stimoli esterni, è invece un immenso crocevia di sollecitazioni inconsce e di elaborazioni necessarie per la vita della nostra esistenza.
Bisogna quindi effettuare una sostanziale divisione tra ansia fisiologica o normale e ansia patologica.
L'elemento che li distingue è la percezione che noi riceviamo dal cervello e dal corpo che lo stato di attesa è solo un punto di passaggio, un ponte capace di farci nuovamente reagire, che ci rende pronti ad una sollecitazione che ci stimola.
La differenza fondamentale tra la normalità e la malattia dell'ansia consiste quindi nella percezione di disagio che proviamo quando siamo di fronte alla tensione, alla preoccupazione, al malessere che sentiamo in assenza di stimoli esterni o interni.
È ansia quindi il sentirci pronti a reagire anche quando non avremmo motivo o bisogno di essere reattivi, quando siamo pronti a scattare e nulla ci allarma, quando proviamo una serie di segni fisici o psicologici anche se potremmo sentirci tranquilli e rilassati. E quando tutto ciò agisce dolorosamente sia su di noi che su quelli che a noi stanno vicini.
Negli ultimi 30 anni si è potuto verificare come almeno un terzo della popolazione mondiale ha avuto o potrà avere un disturbo d'ansia nella loro vita:si è sempre pensato che i traumi psicologici potessero essere all'origine dei disturbi d'ansia mentre ora sappiamo con certezza che , nella maggior parte dei casi l'origine dell'ansia va addebitata sostanzialmente

Quest'impostazione non esclude la componente psicologica, né quella ambientale, sociale o educativa.
Andiamo incontro ad un'integrazione, in cui dovremo accettare che anche i disturbi psicologici, come quelli fisici sono il risultato di una d'integrazione tra il nostro corpo e la nostra mente.
L'ansia è dunque il crocevia tra come siamo fatti e come il mondo estremo interagisce con noi.
Il risultato è che non potremo mai sperare di vivere senza ansia per quanto le regole impegnative del mondo ci impongono degli adattamenti a cui tentiamo di opporre una resistenza: è proprio il risultato di questo sforzo che caratterizza il rischio di soffrire per l'ansia.
piccole solusioni.......per grandi problemi
I vari disturbi d'ansia
Come combattere l'ansia
www.ansia.it
I vari disturbi d'ansia
Come combattere l'ansia
www.ansia.it
mercoledì 5 marzo 2008
Fragile

Quando apri gli occhi e ti trovo solo con te stesso, quando tutti ti guardano, per aspettare che cammini, e non sono pronti ad aiutarti se cadi, perchè mai tu puoi cadere. Alzi gli occhi al cielo, e speri che almeno una stella ti risponda, guardi nel buio, scruti in quel fitto nero di egoismo, e scavi cercando uno spiraglio di luce, ma il tuo corpo si blocca, schiacciato dalla sofferenza, e vedi allontanarsi la speranza, intrappolato in quel groviglio di intenti, dove un flebile respiro è il tuo solo compagno, e aspetti, ricco di sguardi indifferenti, e piangi lacrime amare, che fanno appassire il tuo cuore dolente.
T.M.
martedì 4 marzo 2008
lunedì 3 marzo 2008
The invasion


Da dove è uscito questo film? Neppure i B movie degli anni passati possono essere paragonati a questo squallore di montaggio e di recitazione; persino la carica della povera Nicole deve essre rivalutata, perchè non riesce a tenere testa ad un film che appare scontato e mal riuscito fin dai primi cinque minuti.
Voto con un 4, e anche se posso dire di non doverlo mettere agli stessi livelli di Frailty, questo film non vale la pena di essere visto.
Voto con un 4, e anche se posso dire di non doverlo mettere agli stessi livelli di Frailty, questo film non vale la pena di essere visto.
T.M.
venerdì 29 febbraio 2008
The L word

Piace, piace molto anche in Italia: dopo i successi in Usa, l'approdo in chiaro su La7 di The L Word, serial lesbico lanciato dal canale Showtime nel gennaio 2004, è stato un trionfo. I motivi del successo saranno gli stessi d'oltreoceano? Secondo una ricerca commissionata dalla produzione, il pubblico americano s'è affezionato alla serie per diverse ragioni: gli uomini vi si avvicinano per curiosità, per poi lasciarsi coinvolgere dalle appassionanti vicende; le donne sono invece conquistate dal lato sentimentale del telefilm e sono or
gogliose della libertà espressa dalle attrici del cast. A torcere il naso sono state invece alcune associazioni lesbiche che hanno accusato la serie di offrire una rappresentazione distorta del loro mondo, con donne eccessivamente belle ed eleganti scelte proprio per solleticare i desideri del pubblico maschile. Ecco un glossario ragionato per orientarsi tra i molti personaggi.
ALICE
Alice Pieszecki è uno dei personaggi più sbarazzini della serie. Bionda, bisex polarizzata lesbo, sguardo tenero che fa capitolare le ragazze convinte di trovarsi di fronte a una preda facile. Solare ed estroversa, dice sempre quello che pensa. Torna a legarsi con una sua ex che in passato l'ha fatta soffrire non poco, Gabby (Guinevere Turner). Alice è interpretata dall'eclettica Leisha Hailey, attrice e musicista, salita negli anni '90 alla ribalta delle cronache mondane perché fidanzata di k.d. lang.
BETTE
Grazie al suo fidanzamento settennale con Tina forma la coppia più solida e ammirata della compagnia, un po' il cuore pulsante intorno a cui ruotano tutte le altre vicende. Cerca disperatamente un donatore di sperma per la sua compagna. Benestante, direttrice d'un museo, è uno dei personaggi più equilibrati e amorevoli. A interpretarla la splendida Jennifer Beals di Flashdance.
CARMEN
Personaggio che si sviluppa soprattutto nella seconda serie, Carmen de la Pica Morales (Sarah Shahi, di origini maya) è una d.j. part-time che s'innamora della parrucchiera sexy Shane, ma ben presto resta infatuata di un'altra ragazza che conosce in discoteca.
DANA
Tennista professionista, è la più sportiva del gruppo. Ruvida, spesso isterica, sottilmente eterofoba, cerca di nascondere il più possibile le inclinazioni sessuali temendo di perdere gli sponsor.
ETEROSESSUALI
Ben pochi nella serie che è strictly dyke: ricordiamo Tim Haspel (Eric Mabius), il bel fidanzato di Jenny, che si eccita facendosi raccontare le imprese di voyeuse lesbica di quest'ultima. Quando le chiede di sposarlo la manda in crisi (e in pratica tra le braccia di Marina).
FRANCESCA
È il personaggio che dà uno scossone alla storia tormentata tra Jenny e Marina legandosi a quest'ultima. Interpretata dalla sensuale Lolita Davidovich, Fran Wolff sembra dare tranquillità alle burrasche sentimentali di Marina, ma anche questo rapporto mostrerà presto la corda.
GUEST STARS
Molte, visto che le star hollywoodiane fanno la fila per apparire: dalla prima serie ricordiamo Rosanna Acquette, Julian Sands e Anne Ramsay.
HELENA
È colei che farà deflagrare la relazione tra Bette e Tina, invaghendosi (corrisposta) di quest'ultima nella seconda serie.
IVAN
È il drag king (donna che realizzata show vestita da uomo) che fa capitolare Kit. La interpreta Kelly Lynch, la splendida Dianne di Drugstore Cowboy.
JENNY
Jenny Schecter (Mia Kirshner) è il personaggio bisex più torturato del serial, diviso da due amori opposti e laceranti, il fidanzato Tim e la magnetica Marina. Scrittrice di talento, si è trasferita a Los Angeles col suo ragazzo nella casa adiacente a quella di Bette e Tina.
KIT
Sorellastra musicista di Bette, con cui ha un rapporto conflittuale, è interpretata dall'indimenticata panterona Pam Grier. L'alcol è il problema principale del personaggio, e le causa non poche difficoltà lavorative. È una delle poche eterosessuali del serial ma inaspettatamente sarà travolta da un'appassionata sbandata per il drag king Ivan.
SHANE
È il personaggio più butch, adora vestire di nero con accessori dark. Fa la parrucchiera ed è una vera divoratrice di femmine. La interpreta Katherine Moennig, cugina di Gwyneth Paltrow.
TINA
Compagna di Bette da sette anni, desidera ardentemente avere un figlio e dopo vari tentativi falliti riesce a rimanere incinta.

ALICE
Alice Pieszecki è uno dei personaggi più sbarazzini della serie. Bionda, bisex polarizzata lesbo, sguardo tenero che fa capitolare le ragazze convinte di trovarsi di fronte a una preda facile. Solare ed estroversa, dice sempre quello che pensa. Torna a legarsi con una sua ex che in passato l'ha fatta soffrire non poco, Gabby (Guinevere Turner). Alice è interpretata dall'eclettica Leisha Hailey, attrice e musicista, salita negli anni '90 alla ribalta delle cronache mondane perché fidanzata di k.d. lang.
BETTE

Grazie al suo fidanzamento settennale con Tina forma la coppia più solida e ammirata della compagnia, un po' il cuore pulsante intorno a cui ruotano tutte le altre vicende. Cerca disperatamente un donatore di sperma per la sua compagna. Benestante, direttrice d'un museo, è uno dei personaggi più equilibrati e amorevoli. A interpretarla la splendida Jennifer Beals di Flashdance.
CARMEN
Personaggio che si sviluppa soprattutto nella seconda serie, Carmen de la Pica Morales (Sarah Shahi, di origini maya) è una d.j. part-time che s'innamora della parrucchiera sexy Shane, ma ben presto resta infatuata di un'altra ragazza che conosce in discoteca.
DANA
Tennista professionista, è la più sportiva del gruppo. Ruvida, spesso isterica, sottilmente eterofoba, cerca di nascondere il più possibile le inclinazioni sessuali temendo di perdere gli sponsor.
ETEROSESSUALI
Ben pochi nella serie che è strictly dyke: ricordiamo Tim Haspel (Eric Mabius), il bel fidanzato di Jenny, che si eccita facendosi raccontare le imprese di voyeuse lesbica di quest'ultima. Quando le chiede di sposarlo la manda in crisi (e in pratica tra le braccia di Marina).
FRANCESCA

È il personaggio che dà uno scossone alla storia tormentata tra Jenny e Marina legandosi a quest'ultima. Interpretata dalla sensuale Lolita Davidovich, Fran Wolff sembra dare tranquillità alle burrasche sentimentali di Marina, ma anche questo rapporto mostrerà presto la corda.
GUEST STARS
Molte, visto che le star hollywoodiane fanno la fila per apparire: dalla prima serie ricordiamo Rosanna Acquette, Julian Sands e Anne Ramsay.
HELENA
È colei che farà deflagrare la relazione tra Bette e Tina, invaghendosi (corrisposta) di quest'ultima nella seconda serie.
IVAN
È il drag king (donna che realizzata show vestita da uomo) che fa capitolare Kit. La interpreta Kelly Lynch, la splendida Dianne di Drugstore Cowboy.
JENNY

Jenny Schecter (Mia Kirshner) è il personaggio bisex più torturato del serial, diviso da due amori opposti e laceranti, il fidanzato Tim e la magnetica Marina. Scrittrice di talento, si è trasferita a Los Angeles col suo ragazzo nella casa adiacente a quella di Bette e Tina.
KIT
Sorellastra musicista di Bette, con cui ha un rapporto conflittuale, è interpretata dall'indimenticata panterona Pam Grier. L'alcol è il problema principale del personaggio, e le causa non poche difficoltà lavorative. È una delle poche eterosessuali del serial ma inaspettatamente sarà travolta da un'appassionata sbandata per il drag king Ivan.
SHANE
È il personaggio più butch, adora vestire di nero con accessori dark. Fa la parrucchiera ed è una vera divoratrice di femmine. La interpreta Katherine Moennig, cugina di Gwyneth Paltrow.
TINA
Compagna di Bette da sette anni, desidera ardentemente avere un figlio e dopo vari tentativi falliti riesce a rimanere incinta.
Contatto

Le persone amano perdersi, ritrovarsi, amano vagare alla cieca, ed allungare le mani, sperando di afferrare sempre nella vita la cosa migliore, ma con la paura di guardarla realmente negli occhi, perchè sarebbe troppo importante scegliere, e quindi è meglio vagare, girare, cambiare, tornare.
Se nella nostra vita sbattiamo contro tante persone, e tutte queste persone sbattono a loro volta tra di loro, come facciamo a sapere quando dovremmo allungare la mano anche noi? Afferrare quell'attimo, quello giusto, quando quella mano è pronta per prendere la nostra? Come facciamo a controllare il caos che governa attorno a noi, quel caos che ci affascina e che allo stesso tempo ci spaventa, quando ci si trova immersi nel rumore, nei corpi, nei suoni, nei profumi, e tutto sembra vita, ma niente lo è veramente, a parte quel tocco, quell'immacolato tocco che la nostra mano freme nell'attendere. Quando?
T.M.
giovedì 28 febbraio 2008
mercoledì 27 febbraio 2008
"Weeds": casalinghe disperate al cubo

Se vi è piaciuto "Desperate Housewives", beh, questo è DH³, "Desperate Housewives" al cubo. Anzi, a volerla proprio dire tutta, la serie ideata da Marc Cherry, paragonata a "Weeds", è come un Bitter Sanpellegrino rispetto a un Pampero Reserva especial. Però "Desperate Housewives" va in onda sulla ABC negli States, e sulla Rai e Fox in Italia; "Weeds" su Showtime, canale via cavo all'inseguimento di HBO (il quale, essendo allo stesso modo a pagamento e via cavo, si è potuto permettere di produrre, negli scorsi anni, perle per palati abituati all'acqua frizzante come "Sex & the City" e "I Soprano").
E insomma, tutto fantastico: peccato che - malgrado sia già stato opzionato - in Italia non lo vedremo mai. Forse sul satellite. Forse in seconda serata. Forse su un canale tipo Jimmy, tra i pochi che ha il coraggio di non mandartele a dire (per quanto dal momento in cui hanno fatto la loro apparizione Fox, Fox Life e Fox Crime è un po' come se la Mecca delle serie televisive abbia traslocato e a Jimmy siano rimaste quel po' di serie con le palle che nessuno ha il coraggio di trasmettere).
Beh, se nessuno si azzarderà a mandare in onda "Weeds" di motivi ce ne saranno più d'uno: ad Agrestic, una Milano 2 in cui le case sono tutte uguali come solo Tim Burton potrebbe immaginarle, Nancy (Mary Louise Parker), casalinga rimasta vedova, per continuare a campare diventa imprenditrice di se stessa e inizia a spacciare Marijuana sotto gli occhi inconsapevoli delle mamme dei compagni di classe dei due figli e dell'amica Celia (Elizabeth Perkins), ossessionata dall'obesità della figlia noveenne.
Vi raccontiamo tre scene e poi vedete un po' voi se riuscite ad immaginarvele con il logo di una qualsiasi emittente nostrana sovrapposto in basso a destra.
Nella prima, Celia è preoccupata che la figlia quindicenne abbia deciso di fare il grande passo e concedersi al figlio di Nancy, suo coetaneo. Per spiarla nella propria cameretta decide di regalarle un orsacchiotto rosa che nasconde una telecamera. Recuperato l'orsacchiotto, Celia lo collega alla televisione e scopre che la figlia aveva nasato l'inghippo: prima che la pargola le mostri il ditone accompagnato da un sentito "Fuck you", è costretta a prendere atto della
propria cornificazione visionando l'amplesso del marito in compagnia dell'amante. Celia non si scompone più di tanto e commenta tra se e se: "Avrei dovuto abortirti".
Scena seconda: due personaggi maschili (il fratello e un cliente di Nancy) sono seduti ai due estremi di un tavolo da caffé e stanno commentando "Incredaholes", un reality sexy particolarmente trash. Discutono un particolare importante: "Tu come la chiami la zona che va dallo scroto al buco del culo?" - "Autostrada". - "Ma no, si chiama ‘la macchia’" - "Ti dico ‘Autostrada’" - "No: ‘la macchia’". In quel momento entra la donna di servizio, e decidono di coinvolgerla nella discussione: "Ehi, Lupita, tu come chiami la zona che va dal pisello al buco del culo?". E lei: "Tavolino da caffè".
Ciak tre: il figlio quindicenne di Nancy crede ad un amico ubriaco che gli racconta le prodezze orali di Megan, una ragazza sorda. La incontra ad una festa mentre, appartata, è impegnata nella realizzazione di un murales. Si accerta che sia veramente sorda poi, a gesti, le fa capire che vorrebbe provare la specialità di casa. La ragazza sorride, si mette in ginocchio, tira giù la zip dei jeans di lui, osserva con curiosità per qualche secondo poi, prima di scappare via, va di bomboletta spray blu sulle parti basse. I boxer finiscono nella cesta della biancheria sporca di casa e la governante Lupita cerca in tutti i modi, ma senza successo, di eliminare la macchia. Alla festa successiva il figlio di Nancy si presenta armato di una bomboletta spray e conquista Megan scrivendo su un muro: "Mi dispiace... La mia domestica crede che mi sia inchiappettato un Puffo".
E insomma, tutto fantastico: peccato che - malgrado sia già stato opzionato - in Italia non lo vedremo mai. Forse sul satellite. Forse in seconda serata. Forse su un canale tipo Jimmy, tra i pochi che ha il coraggio di non mandartele a dire (per quanto dal momento in cui hanno fatto la loro apparizione Fox, Fox Life e Fox Crime è un po' come se la Mecca delle serie televisive abbia traslocato e a Jimmy siano rimaste quel po' di serie con le palle che nessuno ha il coraggio di trasmettere).
Beh, se nessuno si azzarderà a mandare in onda "Weeds" di motivi ce ne saranno più d'uno: ad Agrestic, una Milano 2 in cui le case sono tutte uguali come solo Tim Burton potrebbe immaginarle, Nancy (Mary Louise Parker), casalinga rimasta vedova, per continuare a campare diventa imprenditrice di se stessa e inizia a spacciare Marijuana sotto gli occhi inconsapevoli delle mamme dei compagni di classe dei due figli e dell'amica Celia (Elizabeth Perkins), ossessionata dall'obesità della figlia noveenne.
Vi raccontiamo tre scene e poi vedete un po' voi se riuscite ad immaginarvele con il logo di una qualsiasi emittente nostrana sovrapposto in basso a destra.
Nella prima, Celia è preoccupata che la figlia quindicenne abbia deciso di fare il grande passo e concedersi al figlio di Nancy, suo coetaneo. Per spiarla nella propria cameretta decide di regalarle un orsacchiotto rosa che nasconde una telecamera. Recuperato l'orsacchiotto, Celia lo collega alla televisione e scopre che la figlia aveva nasato l'inghippo: prima che la pargola le mostri il ditone accompagnato da un sentito "Fuck you", è costretta a prendere atto della

Scena seconda: due personaggi maschili (il fratello e un cliente di Nancy) sono seduti ai due estremi di un tavolo da caffé e stanno commentando "Incredaholes", un reality sexy particolarmente trash. Discutono un particolare importante: "Tu come la chiami la zona che va dallo scroto al buco del culo?" - "Autostrada". - "Ma no, si chiama ‘la macchia’" - "Ti dico ‘Autostrada’" - "No: ‘la macchia’". In quel momento entra la donna di servizio, e decidono di coinvolgerla nella discussione: "Ehi, Lupita, tu come chiami la zona che va dal pisello al buco del culo?". E lei: "Tavolino da caffè".
Ciak tre: il figlio quindicenne di Nancy crede ad un amico ubriaco che gli racconta le prodezze orali di Megan, una ragazza sorda. La incontra ad una festa mentre, appartata, è impegnata nella realizzazione di un murales. Si accerta che sia veramente sorda poi, a gesti, le fa capire che vorrebbe provare la specialità di casa. La ragazza sorride, si mette in ginocchio, tira giù la zip dei jeans di lui, osserva con curiosità per qualche secondo poi, prima di scappare via, va di bomboletta spray blu sulle parti basse. I boxer finiscono nella cesta della biancheria sporca di casa e la governante Lupita cerca in tutti i modi, ma senza successo, di eliminare la macchia. Alla festa successiva il figlio di Nancy si presenta armato di una bomboletta spray e conquista Megan scrivendo su un muro: "Mi dispiace... La mia domestica crede che mi sia inchiappettato un Puffo".
Innamoramento e amore


Può però avvenire che l'altra persona abbia già qualcuno che le interessa ed allora la poesia d'amore dell'innamorato risveglia sì il suo amore, ma per l'altro. Essa viene trasportata su un piano superiore di sentimenti, ma il destinatario di questi sentimenti non è chi li ha evocati. (...) Anche se lo si desidera intensamente, non ci si può innamorare. Però, se lo si vuole, si può fare innamorare qualcuno di noi perché si trova sempre chi è preparato all'innamoramento, pronto a gettarsi nel tutto e nel nulla di una vita nuova. Ciò è possibile se, nel momento adatto, una persona si presenta a lui mostrandogli che lo capisce in profondità,, se si dichiara disposta a condividere con lui il rischio del futuro restandogli accanto spalla a spalla, dalla sua parte, per sempre.
Qualunque persona può far innamorare un'altra che attendeva la chiamata se gli fa udire la voce che lo chiama per nome e gli dice che il suo tempo è venuto. (...) L'innamoramento è un succedersi di prove. Innanzitutto quelle che poniamo a noi stessi. Essere innamor
ati è anche un resistere all'amore, un non voler cedere al rischio esistenziale del mettersi completamente nelle mani dell'altro. Noi perciò cerchiamo la persona amata, ma desideriamo anche di farne a meno. Spesso, nei momenti di felicità, ci diciamo "ecco che ho raggiunto il massimo che mai potrò ottenere, ora posso perderla e tornare così come ero portandone con me solo il ricordo; ho ottenuto quanto ho voluto, ora basta". Ottenere il massimo possibile e poi farne a meno, questa è la fantasia della sazietà. In un certo senso riusciamo ad abbandonarci totalmente solo perché pensiamo che quella sia l'ultima volta. In tal modo però ci mettiamo alla prova perché, dopo il distacco, ci accorgiamo che il desiderio ritorna e che continuiamo ad amare, a desiderare disperatamente e abbiamo bisogno di un'altra "ultima volta". E l'ultima volta" diventa così un nuovo inizio e la necessità di un nuovo inizio. Negli atti dell'altro cerchiamo le prove che ci ama.; prima che sulle margherite, il "m'ama, non m'ama" è cercato nei comportamenti dell'altro: "se fa così vuol dire che... se non fa così vuol dire che..." Ma il significato non è mai limpido. Può arrivare in ritardo trafelato, e cosa significa? Che si era dimenticato di me oppure che ha fatto fatica ad arrivare da me e
perciò il suo ritardo è una prova d'amore? D'altra parte, anche quando la prova è negativa basta una sua spiegazione, un suo sguardo, una sua carezza per farcela dimenticare, per rassicurarci. (...) Se la gelosia appare nell'innamoramento, allora significa che uno dei due, in realtà, non vuol innamorarsi o non è innamorato. La gelosia è scoprire che l'amato dipende, per la realizzazione dei suoi desideri, da qualcosa che un altro possiede e noi no; che l'altro, non noi, dispone di qualcosa che ha valore per lui. Se questo qualcosa per lui è importante e se quella persona gli è indispensabile, se preferisce lui a me, allora vuol dire che non mi ama. Avrà affetto per me, tenerezza, gli piacerà la mia compagnia, ma non mi ama. L'innamorato, dapprima cercherà di lottare, di conquistarlo col fascino, col canto, con ogni cura e dedizione, cambiando se stesso in ogni modo ma, quando ha capito che l'altro non l'ama, non può che impugnare la spada del distacco. La forza che gli resta gli consente di tagliarsi le mani che si protendono verso l'amato, di accecarsi gli occhi che lo cercano ovunque. A poco a poco, per non desiderare chi ha amato, dovrà trovare in lui ragioni per disinnamorarsi, dovrà cercare di rifare ciò che ha vissuto investendo di odio tutto ciò che è stato. L'odio sarà il suo tentativo di distruggere il passato, ma è un odio impotente. (...) Come facciamo a sapere che siamo innamorati ? Perché ci innamoriamo di nuovo, perché ci ri-innamoriamo continuamente della stessa persona. Quando siamo innamorati ci sono dei periodi in cui abbiamo l'impressione che non ci importa nulla di quella persona. Vogliamo farne a meno, talvolta la incontriamo e non ci dice nulla, ci è indifferente. Poi ci riappare. Quel viso indifferente diventa l'unico viso, quella voce l'unica voce; la sua mancanza diventa intollerabile, la sua presenza una gioia infinita. Tutto di lei ci commuove, tutto di lei è nostalgia e appagamento. (...)
Francesco Alberoni
Qualunque persona può far innamorare un'altra che attendeva la chiamata se gli fa udire la voce che lo chiama per nome e gli dice che il suo tempo è venuto. (...) L'innamoramento è un succedersi di prove. Innanzitutto quelle che poniamo a noi stessi. Essere innamor


Francesco Alberoni
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