Immancabile: l'angoscia. Come in ogni suo libro la Highsmith riesce a trasmettermi un'ansia e un'angoscia tali che mi sconvolgono sotto ogni punto di vista. Ovviamente un buon segno, che indica quanto i suoi romanzi siano efficaci dal punto di vista della suspense.
In questo caso la tensione è davvero tanta, ma soprattutto la frenesia dei personaggi avvinghia talmente il lettore da fargli vivere le stesse sensazioni. La narrazione parallela dei due protagonisti fa si che si passi da uno stato di sanità mentale ad uno completamente squilibrato, o annebbiato, a seconda delle circostanze, e mentre la narrazione prosegue queste due sensazioni si fondono, facendo quasi credere al lettore che il protagonista diventi uno solo tanto sono diventate simile le sensazioni dei due. Non posso dire molto di più perchè rischierei di rovinare la parte più bella del libro, ossia lo scoprire come si svolge la storia e come travolge le vicende di ognuno dei due protagonisti; posso però dire che la linea di confine tra sanità di mente e pazzia a volte può risultare davvero sottile, soprattutto quando una persona è sottoposta ad una tale pressione emozionale che sembra far esplodere corpo e mente. E' incredibile come l'autrice riesca a rendere possibile anche quello che credevamo impossibile, ossia come riesca a farci sembrare così normale (o comunque estremamente possibile) la pazzia, anche per chi si crede fermamente convinto di vivere in uno stato di perfetto equilibrio tra corpo e mente.
Non posso che valutare con un 9 pieno, ed anche se mi rammarico di aver iniziato questo libro in un periodo un po' difficile e quindi di aver un po' arrancato per la prima metà, mi sono reso conto che con lo stato d'animo giusto il resto della storia è scivolato via anche troppo velocemente. Quindi un consiglio: non leggetelo in momenti di forte pressione psicologica, ma solo quando avete la piena coscienza che ciò che state per leggere non può turbare le vostre menti.
T.M.
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