mercoledì 8 luglio 2009

LESPISMA SACCHARINA (Pesciolino d'argento)

(Lepisma saccharina, Linnaeus 1758) è un insetto lucifugo, veloce e privo di ali; è sinantropico, ovvero lo si trova nelle abitazioni umane, ed è molto diffuso. L'aspetto del corpo dell'insetto, argenteo e oblungo, giustifica il suo nome comune. Il nome scientifico, invece, è legato al fatto che questo insetto si nutre di carboidrati come lozucchero o gli amidi. Appartiene all'ordine Zygentoma o Thysanura, ed esiste sul nostro pianeta da oltre trecento milioni di anni.
Il corpo del pesciolino d'argento è allungato e sottile. Ha due antenne molto lunghe e sensibili, e tre lunghi cerci posteriori anch'essi con funzione tattile. Il corpo (esclusi antenne e cerci) può arrivare a circa 1 centimetro di lunghezza. Il colore metallico del corpo deriva da scaglie argentee che si formano dopo la terza muta.

Sviluppo

A seconda delle condizioni di vita, un pesciolino d'argento diventa completamente adulto in un tempo variabile fra quattro mesi e tre anni. A temperatura ambiente (21-23 gradi celsius) diventa adulto entro un anno. Può vivere da due a otto anni, e può mutare fino a circa otto volte in tutto e fino a circa quattro volte in un anno. A una temperatura compresa fra 25 e 30 gradi, la femmina depone circa un centinaio di uova, preferibilmente in ambienti riparati come fessure o crepe. I pesciolini d'argento non possono riprodursi in ambienti freddi e secchi.

Alimentazione

Il cibo preferito del pesciolino d'argento sono le sostanze che contengono amido o polisaccaridi come la destrina usata negli adesivi: l'insetto ama quindi la colla, le legature dei libri, le foto, i francobolli, lo zucchero, i capelli, la forfora e la polvere. Non disdegna neppure cotone, lino, seta, insetti morti o persino la sua stessa exuvia (la pelle persa nella muta). In caso non trovi altro cibo, il pesciolino d'argento può arrivare a rovinare capi in pelle (cinture, scarpe) o indumenti in fibra sintetica. Tuttavia, può restare senza cibo per mesi senza soffrirne.

Habitat

I pesciolini d'argento sono piuttosto comuni nelle dimore umane. Si trovano spesso, fra l'altro, sotto i frigoriferi, nei bagni ben riscaldati, nelle fessure e nelle crepe delle tegole. Amano rosicchiare libri, tappezzerie e tessuti. Possono essere talvolta confusi con un'altra specie con abitudini e aspetto molto simili, la Thermobia domestica, che però preferisce ambienti più caldi, come forni di panetterie.

Riproduzione

A causa delle abitudini notturne dei pesciolini d'argento, il loro comportamento sessuale è stato scoperto solo di recente. Per tutto il processo dell'accoppiamento, il maschio e la femmina corrono tutt'in giro. Il maschio depone una spermatofora, una capsula di seme coperte da filamenti simili a quelli di una ragnatela o di un bozzolo. La femmina trova la capsula e la raccoglie, dando luogo a una "inseminazione indiretta".

Nemici: Forficula auricularia

Il principale nemico del pesciolino d'argento è la Forficula auricularia, anche nota come "tenaglietta" o "forbicina" o "tagliaforbici" per le appendici posteriori, simili a delle pinze, che vengono usate durante l'accoppiamento.

mercoledì 22 aprile 2009

Orizzonti

Basta una sola canzone, poche note, e si rompono gli argini, ripiomba il passato, la nostalgia, i ricordi, belli o brutti, e si bagnano di mille lacrime. Perchè il nostro spirito è così debole? Perchè ci crediamo tanto forti e poi basta un profumo nell'aria, un suono, un ricordo improvviso che ci assale, e ci ritroviamo stesi a terra, privi di qualunque difesa, senza riuscire a tapparci le orecchie, a chiudere gli occhi, a non vedere per evitare di soffrire, ma continuiamo a farci ammaliare da quella sardonica nostalgia che ci strazia il cuore?
Ho tentato di chiudere tutto in una scatola, rialzarmi, e guardare avanti, ho tentato, davvero, con tutte le mie forze, ma in alcuni momenti mi sembra di non riuscirci davvero. Per chiudere con il passato bisognerebbe non trovarsi continuamente davanti quegli infidi brandelli di memoria che emergono ad ogni angolo, che si mostrano, invitanti, ti fanno scorgere la grandezza della loro potenza e poi ti travolgono, prima ancora che tu ti renda conto della ferita che si è riaperta, quella che credevi rimarginata, che nascondevi da tempo, ma che ricordavi benissimo.
Non voglio rendere vani tutti i miei sforzi, voglio continuare a guardare avanti, voglio ascoltare le mie parole, ma non per convincermi di ciò che non dovrei fare, ma per ricordarmi ciò che non vorrei essere, per ricordarmi che posso essere molto più di una presenza nella vita delle persone, posso essere parte di loro quando questo mi viene permesso, e anche se una parte di me vive in coloro che mi hanno allontanato, quella parte non sarà una mancanza, ma un pezzo della mia crescita, così che io possa continuare il mio cammino recuperando nuove parti di me che ancora mi sono sconosciute, ma che mi aiuteranno a superare i miei limiti, ed a raggiungere nuovi orizzonti, che ora non vedo, ma mi aspettano ditro l'angolo, nel cuore di qualcuno che devo ancora incontrare.

T.M.

giovedì 2 aprile 2009

La mia pietra: Smeraldo!

Fedeltà Il nome deriva dal greco che significa "pietra verde", ma il suo colore può variare a seconda della quantità di cromo presente. In antichità la pietra veniva regalata alla sposa perché nel caso in cui ella avesse tradito il consorte, la pietra si sarebbe frantumata in mille pezzettini, rivelando, così, la verità. E' consigliato a chi ha difficoltà a far emergere la propria personalità, e a chi vorrebbe essere meno timido. Terapie: Stimola l'attività dei reni, dà sollievo nei casi di flautenza e bruciore gastrico. E' impiegata nella cura di ulcere gastriche, disturbi alla cistifellea e del fegato.

sabato 28 marzo 2009

Passato

Rendersi conto di vivere nel passato, di trovare gioie, dolori, emozioni, solo guardando al tempo ormai lontano. Vivere di emozioni morte da tempo, per stupirsi che non torneranno più. Aprire gli occhi verso un vuoto fatto di cose inconsistenti che sembrano le uniche a darti vita, ed invece sono le uniche che ti fanno morire piano piano, senza che nemmeno tu te ne renda conto.
Ho provato a chiudere gli occhi, al buio, a cercare dentro di me uno slancio verso il presente, una piccola luce che mi risvegliasse, ma non faccio che ricadere indietro, e più chiudo gli occhi, e più affondo. Procedo a passi indietro, ed incespico nelle cose che conosco già, ma che vedo come nuove, scoperte, oggetti della sola vita che mi appartiene veramente, quella che già conosco, ma questo percorso sta diventando infido, e non fa che consumarmi, giorno dopo giorno, si nutre delle mie lacrime e mi lega inesorabilmente a se, inchioda i miei piedi nelle sabbie mobili di dolci ricordi che accarezzo delicatamente, ed io stesso stringo a me, come comode coperte che arrivano a stringermi alla gola.
Devo svegliarmi da questo sogno, riscuotermi da questo incubo, e nonostante ogni mattina riapra gli occhi vedendo il sole, sento dentro di me quella nebbia che soffoca ogni nuovo sentimento, che ora ecrco con tutto me stesso di scacciare via, e se un giorno ci riuscirò forse potrò riuscire anche avedere di nuovo oltre il presente.

T.M.

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