martedì 5 agosto 2008

Odio

Quando l'odio ti brucia l'anima, quando senti che saresti pronto a buttare la tua vita al vento per un attimo di pace, e apri gli occhi, e nelle oreccchie solo grida, di odio, di rancore, grida ingiustificate, gratuite, esagerate. Allora vorresti gridare tu al mondo, gridare che non ne puoi più, che le tue forze sono finite, che la tua anima è stremata, e mentre il tuo corpo sembra andare altrove la tua mente è bloccata in un solo luogo, buio e rumoroso, un frastuono che si fa colori, cupi, odiosi.
Apro la bocca per gridare, ma non ne esce alcun suono; i miei piedi sono inchiodati a terra, e mi sento sciogliere, sento la mia mente evaporare, eppure subire ancora tutto quel frastuono, quell'odioso rumore in quel buio costante, e non vedo strade, non vedo uscite, non distinguo neppure più una voce, ma solo un rumore costante, che avvolge le mie ultime forze e le sradica senza pietà lasciandomi attonito davanti ai frammenti del mio cuore.

T.M.

martedì 29 luglio 2008

Traditi & Traditori

Colpisce come sia diverso, enormemente diverso, il peso che ha l’idea di chi tradisce rispetto a quella di chi è tradito. Il tradimento scatena in chi lo patisce le peggiori reazioni dell’istinto di sopravvivenza:

- chi tradisce minimizza, chi è tradito ingigantisce;
- chi tradisce è reticente, chi è tradito brama di insana curiosità;
- chi tradisce non si rende conto del male che fa, chi è tradito crede che peggio non possa capitare.

Il tradimento può sanare amori malati; una terapia pericolosa, anche perché recidiva e non sempre la cura ha effetti positivi. Siccome in fin dei conti è anche una cura piacevole, quando la si adotta spesso significa che non c’è malattia, ma solo malati immaginari, cioè non c’è amore.
Tutti, prima o poi, chi più chi meno, siamo traditi o traditori. Lo siamo per natura, lui per istinto di conservazione, lei pure. Sono i maschi che tradiscono più delle femmine? Mah, mi sembra ridicolo dirlo, pensarlo anche.
Per un ordine algebrico, almeno che i maschi non si tradiscano da soli o tra loro, direi che ad ogni traditore si accompagna una traditrice. Ninfomani o maniaci a parte. (Fran Tarel)

TRADIMENTO: SE HAI GLI OCCHI CHIARI TI BECCANO DI SICURO
Secondo alcune teorie esistono dei precisi atteggiamenti corporali che ci svelano se lui o lei stanno mentendo.
In Inghilterra sempre più donne si rivolgono a dete
ctive privati per scoprire gli eventuali tradimenti dei propri mariti o fidanzati. Ben il 50% della clientela ormai è femminile, donne in carriera disposte a pagare quasi 800 euro per far pedinare l’ignaro compagno presunto traditore. Ma se non avete tanti soldi da spendere, magari rischiando di scoprire che il vostro lui è pure fedele, ci sono delle soluzioni più “casalinghe”, ma altrettanto efficaci (almeno questo sostengono alcuni psicologi). Infatti, se a parole mentire è facile, non lo è altrettanto con il corpo e le espressioni del viso.
Marco Pacori, perito del Tribunale di Gorizia e psicologo specializzato nella comunicazione non verbale, spiega “Tutti lanciamo segnali involontari, anche chi impara a controllarsi non riesce a frenare certi comportamenti. Ci sono diversi segnali: l’accelerazione del respiro, per cui il discorso diventa spezzato, l’aumento del battito cardiaco, la diminuzione della gesticolazione. Chi è impegnato a raccontare una frottola di solito non si muove e distoglie spesso lo sguardo. Il trucco più efficace è quello di guardare le pupille: i bugiardi le hanno dilatate. Bisogna stare almeno a 50 centimetri di distanza, ma se l’occhio è chiaro si vede bene”.
Attenzione a voi che avete occhi azzurri cristallini come l’acqua… la bellezza, a quanto pare, si paga. Esiste anche un sistema che classifica i movimenti del volto e li associa alle emozioni: il “Facs, Facial action coding system”. Lo ha inventato Paul Elkman, uno psicologo dell’Università della Californ
ia.
Per prima cosa bisogna conoscere bene la persona e i suoi comportamenti per notare la differenza. Poi è indispensabile metterla a proprio agio, indugiare sui particolari della storia e non lasciarsi sfuggire atteggiamenti inusuali. L’ultimo accorgimento è lasciare sempre una via d’uscita perché confessi spontaneamente. Con un avvertimento, mai usare il telefono. È più facile mentire dall’altro capo del filo, meno nelle mail.
Fonte: Vipline.it
Perdonare e dimenticare
«Il perdono è l'ornamento dei forti», proclamava Mahatma Gandhi. E su una cosa proprio non sbagliava, sulla forza necessaria per perdonare chi ci ha ferito, deluso, umiliato. Provate ad immaginare questa situazione: una persona che voi amate tanto e di cui avete completa fiducia (un amico, il/la partner..) si comporta in una maniera che non vi aspettate, compie un'azione che vi tocca profondamente facendovi soffrire. La prima reazione, quella più istintiva, è forse la voglia di scappar via lontano da quella persona.
Ci sentiamo a pezzi, ovviamente, e mescoliamo rabbia a lacrime. Dopo averci pensato, ripensato, fatto ipotesi e congetture, immaginato le motivazioni che hanno spinto quella data persona a comportarsi in un certo modo e, soprattutto, dopo esservi calmati, decidete di accettare l'evento e di perdonare. Fin qui tutto a posto. Una seconda possibilità non si nega a nessuno, errare è umano, solo gli sciocchi non perdonano, se si ama davvero non si può non perdonare…. E chi più ne ha più ne metta. Ma la parte più difficile, quella che ci lascia costantemente dell'amaro in bocca, è dimenticare. C'è chi dice che perdonare è possibile ma scordare no. Che di solito ricordiamo proprio ciò che vorremmo dimenticare mentre spesso dimentichiamo ciò che avremmo avuto piacere di ricordare per sempre… come i bei momenti, un'emozione, una frase, uno sguardo, un piccolo gesto carico d'amore. Ma dimenticare qualcosa che ci ha ferito nel profondo lasciandoci addosso un segno indelebile, questo no… non si può dimenticare. Si può andare avanti, evitare di tirare in ballo quella situazione, cercare di riacquistare la fiducia, ricominciare da 0 e ricostruire il rapporto. Ma un dolore profondo non si dimentica.
Certo si può sperare che con il tempo questo si affievolisca, che il ricordo sbiadisca come le vecchie foto, ma siamo certi di riuscire a dimenticare davvero? E soprattutto esiste un codice, una classificazione generale degli eventi "perdonabili" che si possono dimenticare non dico con facilità ma con un certo margine di speranza? E quando pensiamo al perdono cosa ci viene immed
iatamente in mente? Come era forse ovvio, in cima alla classifica dei torti imperdonabili c'è il tradimento. Ascoltando le confessioni delle persone con le quali abbiamo parlato è apparso con una forza sorprendente come il tradimento sia la preoccupazione (paura?) maggiore. Non c'entra il sesso: uomini e donne alla domanda se credono di essere in grado di perdonare un torto subìto rispondono nella stessa maniera "Perdonare l'infedeltà della persona a cui si è legati sentimentalmente ed emotivamente è quasi impossibile ma anche facendolo non è detto che si possa dimenticare". È come se alla parola perdono la maggior parte di noi associasse irrimediabilmente la parola tradimento. E il nostro discorso si sposta per forza di cose su di esso. Alla voce tradimento, il dizionario della lingua italiana Le Monnier (Devoto - Oli) riporta: «Il venir meno alla fede data, o ad un impegno solennemente assunto; azione delittuosa o comunque dannosa compiuta ai danni di qualcuno, profittando della buona fede e della sua fiducia».
Detto ciò ci rendiamo perfettamente conto che stiamo parlando di un comportamento unanimemente considerato riprovevole, mal giudicato dalla società e temuto dai più. Considerando il tradimento nell'ambito del rapporto di coppia, quale comportamento difficilmente perdonabile e in fondo impossibile da dimenticare del tutto, ci siamo soffermati sulle motivazioni che spingono un partner a tradire. Stanchezza, noia, curiosità, voglia di evasione, insoddisfazione evidente che fa venir meno l'impegno affettivo preso. Altre volte perché scatta qualcosa che non si può gestire, ne controllare. Come un fuoco che divampa e che, seppur non alimentato in nessun modo, cresce diventando sempre più devastante. «Io sono stata tradita – racconta Giada – e ho perdonato. Ma quanto mi è costato lo so solo io. Ogni volta che Manuel mi stava davanti, mi parlava, o mi baciava, io pensavo all’altra. Cosa lo aveva spinto a stare con lei tradendo la mia fiducia e mancandomi di rispetto? Poi il tempo mi ha aiutata e sono felice di averlo fatto. «Come si fa a dimenticare? Si scorda ma non si dimentica e la differenza seppur sottile c’è», ci ha detto Claudio. «Perdonare? Mai, figuriamoci dimenticare!» le parole di Giulia. Sono queste solo alcune delle dichiarazioni rilasciate eppure riassumono ciò che la maggior parte di noi pensa anche se non c’è un unico metro di giudizio. Ovviamente molto dipende dal tipo di educazione ricevuta, dalla scala soggettiva dei valori, dall'aver o meno fatto esperienza diretta del tradimento. Solo su una cosa sembrano tutti essere d'accordo: sull'impossibilità di dimenticare per sempre. Rimane una cicatrice invisibile ma che spesso, come una vecchia ferita che duole al cambiamento del clima, torna a tormentare. L'amore è forte e i buoni propositi riempiono la vita di ciascuno...ma bastano a dimenticare?

lunedì 28 luglio 2008

Il tradimento

Il tradimento è l'argomento preferito di molti giornali femminili e fiumi di inchiostro sono stati versati. Nell'ottica di una comprensione delle basi dell'argomento è utile capire la grande suddivisione che può essere fatta.
L'immaturità sessuale - Riguarda soprattutto gli uomini, anche se la percentuale femminile è andata aumentando con l'emancipazione. Si tradisce per provare nuove situazioni sessuali, ritenute più appaganti. Riguarda soggetti che non sono mai riusciti a vivere completamente le proprie fantasie, spesso più estetiche che sessuali (una donna bellissima o un uomo dal fisico scultoreo). Un comportamento tipico è quello dell'uomo sempre galante con le donne che ha avuto poche o non diversificate esperienze sessuali. Il tradimento può essere unito o meno a un grosso coinvolgimento emotivo. Ciò che è importante notare è l'associazione a una situazione sessuale nuova per il soggetto. Non rientra in questa categoria il tradimento a sfondo sessuale per insoddisfazione: chi tradisce perché il partner si è raffreddato tradisce per incompletezza, cioè perché non riceve più ciò che vorrebbe ricevere.
Il narcisismo - Riguarda entrambi i sessi. Negli uomini il fenomeno potrebbe rientrare nel generico concetto di machismo: l'uomo tradisce per affermare la propria virilità. Nella donna si manifesta con lo stato di geisha: la relazione sessuale è un atto giudicato normale, quasi quotidiano, non esclusivo, la donna si offre a un uomo proprio come gli offrirebbe un tè o accetterebbe un invito a pranzo. Sia nel macho sia nella geisha è evidente uno stato di insicurezza notevole che porta l'individuo a identificare nell'atto sessuale un'approvazione per la propria persona. Ovviamente con queste premesse non è in grado di reggere un rapporto esclusivo.
L'incompletezza - È di gran lunga la causa più comune: il partner non dà quello che ci si aspetta e che si trova invece in un'altra persona. Mille sono le sfaccettature dell'incompletezza. È proprio a causa di questa varietà che, parlando di tradimenti, troppo spesso si entra nel particolare per giustificare o per condannare. In realtà è un errore fondamentale: prima occorre definire la classe a cui il tradimento appartiene e ragionare sempre per schemi molto generali. Si scoprirà che
non esiste comunque nessun motivo valido che giustifichi un tradimento.
Questa asserzione non è certo un inno alla fedeltà, ma una considerazione sulla qualità della vita di chi tradisce; poiché non esiste alcun vincolo indissolubile (nemmeno il matrimonio, visto che c'è il divorzio):
chi tradisce rivela sostanzialmente un fallimento esistenziale.
Che bisogno c'è di tradire? Prima si lascia il vecchio partner e poi si va con il nuovo. Chi tradisce è insoddisfatto della sua situazione, ma non ha il coraggio di cambiarla. Quando ci si sente attratti fortemente da un'altra persona vuol dire che il rapporto attuale è in crisi; a questo punto esistono due possibilità: lo si tronca e si inizia una nuova storia o lo si accetta per quello che è, consci che l'attrazione ha solo messo in luce gli aspetti negativi del rapporto: sta a noi decidere se la qualità del rapporto attuale è sufficiente. Il tradimento equivale a tenere il piede in due scarpe, attingendo il meglio dalle due (o più!) fonti: un atto di viltà.

lunedì 21 luglio 2008

Via

Ora so cosa significa essere feriti nel profondo del cuore, so cosa significa vedersi volare via anni della propria vita, anni pieni di emozioni, anni importanti, anni condivisi con tanta gioia con una persona alla quale davi tutto il tuo amore, e che ha saputo prenderlo, per metterlo solo in un cassetto, e guardarlo ogni tanto.
Ho visto frantumarsi tra le mie dita tutti i sogni, ogni mia speranza, per ritrovarmi davanti agli occhi le solo le immagini atroci che qualcuno di crudele ha impresso nella mia mente. Qualcuno senza pietà, che ha preso il mio cuore e l'ha ridotto a cenere in un istante, solo per gioco, forse inconsapevolmente, in modo infantile, ma soprattutto impietosamente.
Potrei gettare alle ortiche ogni mio desiderio, per costruirmene di nuovi, ma le mie mani sono legate a catene invisibili che ora si sono fatte più forti, hanno imprigionato persino il mio cuore, ad una corona di spine, e lo costringe a guardare, non potendo mai abbassare lo sguardo, quelle immagini oscene che bruciano le sue lacrime. Vorrei liberarmi da queste catene, e so di possedere anche la chiave, ma nonostante la porta davanti a me sia spalancata non riesco a fuggire, e resto solo a guardare quello che potrei avere, ma che non mi decido a raggiungere.

T.M.

domenica 20 luglio 2008

E ti vengo a cercare

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo ormai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.

Franco Battiato
Album: Fisiognomica

giovedì 17 luglio 2008

WHAT EVER HAPPENED TO BABY JANE?

Lettera a tre mogli

Orchestrato in un modo magistrale, questo film accresce di scena in scena il desiderio di conoscere la tanto nominata Eva Ross, e scoprire finalmente cosa questa donna possegga più di tutte e tre le stupende protagoniste. Può essere più ambiziosa e intraprendente di Rita? O più dolce e sensibile di Deborah? Oppure possedere la forza e lo spirito di Lora May? Eva non possiede nessuna di queste caratteristiche, ma le tre protagoniste non lo sanno, le tre stupende mogli, profondamente innamorate dei loro mariti, sono solamente assillate da mille angosce, con la paura di non essere peefette come la tanto agognata Eva, il desiderio proibido probabilmente di tutti i loro mariti. E così il loro amore sembra perdersi in questi pensieri, in queste angosce, e ci si domanda se i loro poveri mariti resteranno a casa ad aspettarle. Chi mancherà al loro ritorno? Chi sarà scappato con Eva Ross?
L'amore vero non è un sogno, un ricordo, una speranza. L'amore vero è quello che sentiamo tra le notre braccia, quello che conuno sguardo ci trasmette tutto, senza bisogno di parole, senza bisogno di regali, senza troppi fronzoli, ma solo con il calore dell'abbraccio che ci accoglie al mattino e ci saluta alla sera. Ed è quello vicino a noi, anche quando pensiamo di non sentirlo, ed abbiamo paura di chiamarlo.
Voto con un 9 perchè è un film veramente esemplare, pacato, ed allo stesso tempo incredibilmente forte, pungente.

T.M.

martedì 15 luglio 2008

P.S. I love you

Volete leggere un libro romantico? Un libro commovente? Dove ogni pagina ti trascina dentro la riscoperta dell'amore, la forza di andare avanti, il desiderio di vivere? Volete leggere un libro che vi faccia emozionare raccontandovi le piccole gioie del cuore? Allora non leggete questo libro. Questo libro è una droga, un concentrato di stupidità, banalità e soprattutto superficialità. Imparerete ad odiare la protagonista, e anche quando comincerete a credere che forse qualcosa di buono ci sia in lei, ci sarà subito qualcosa che vi farà cambiare idea. Questo libro vi strega, perchè i fatti si succedono uno dopo l'altro, densissimi, continui, apparentemente infiniti, ma si svolgono con una scrittura che ti lascia steso, completamente annientato dalla sua terrificante inconsistenza, ecco perchè è una scrittura che vola! Vola via nell'aria per questa sua vuotezza, di significato e di sostanza, eppure continuate a leggere, perchè ormai ci siete troppo dentro. Credete a me, se volete conservare la vostra anima non prendete in mano questo libro, o la getterete completamente alle ortiche, e prima che l'effetto passi, vi assiuro che richiederà tempo...spero solo che il film, almeno questa volta, sia meglio del libro...e spero che se si debba piangere almeno non lo si faccia per la disperazione!

 T.M.


lunedì 14 luglio 2008

Pensieri Notturni


"Ho desiderato esprimere le parole dell'amore

nella loro propria musica...
Ma questa melodia non risuona che nel mio cuore
e i miei occhi sono pieni di silenzio."

RABINDRANATH TAGORE

Mi sento come...

Mi sento intrappolato in un'immagine di me, che non è quello che in realtà sono...
...come Meryl Streep in "The Hours"

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