Fermo in mezzo al nulla, osservi intorno a te tutta la gente che si muove, concitata rincorre qualcosa, qualunque cosa gli permetta di vivere un'emozione. E tu osservi questo silenzio, questo vuoto di senso, quest'interminabile ossessione di ricordi spenti, di momenti sbagliati, di sorrisi incerti. E ricordi. Ricordi quello che hai paura di dimenticare, quello che sembra svanire, quello che si arrampica dentro di te e ostinatamente cerca di sopravvivere, quello che ancora ti permette di vivere, di amare, di piangere e di sognare. Ricordi, quelle grandi storie fatte di piccoli profumi, quelle tenere sensazioni, morbide, come un batuffolo di lana, che delicato ti sfiora la pelle e ti fa rabbrividire. Sorridi, pensando all'assurdità di un gioco, alla semplicità di un momento, sbiadito, eppure ricco di profumi, di rumori, di emozioni che ti fanno battere il cuore. Ricordi, quando tutto era più semplice, quando potevi restare a guardare, e tutto intorno a te cambiava, lentamente, troppo lentamente, che ancora potevi sognare. Allora cerchi un fermo immagine, per capire cosa c'è da ricordare, ora. Forse niente, forse tutto, forse troppe cose fatte di niente; quindi ti volti, e abbracci forte quel cuore che batte di speranza, che si anima di sogni, che vive in quei grandi ricordi e ancora ti permette di entrare, di scrutare e sorridere. Perchè ancora ci puoi andare, in una valle sterminata, dove la sabbia sotto ai tuoi piedi scivola via, ricca di tutto quello che sei e che ancora cerchi di essere, e ti ci aggrappi con le mani facendola scorrere tra le dita, sapendo che un barattolo non potrà mai contenerla tutta, ma sperando che quello che resta nel tuo cuore possa bastare per alimentare la tua determinazione a non cambiare.
T.M.
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