Il premio Sustainability International Forum 2012, concepito con l'obiettivo di promuovere e sostenere prodotti-progetti pubblici e privati ad alto valore innovativo nel perseguimento di uno sviluppo sostenibile, è stato assegnato dalla Presidenza della Repubblica al progetto “La casa verde Co2.0”, del distretto Editerra Edilana & Polo produttivo per la Bioedilizia. L’opera
in concorso, in nome dell’edilizia sostenibile, si è contraddistinta grazie all’uso di materie prime locali e rinnovabili del territorio di produzione, la Sardegna.
La commissione scientifica giudicante,
presieduta dall'Ing. Daniele D'Ambrosio, ha valutato i contenuti di
merito di ciascun progetto sulla base di quattro criteri principali:
- riduzione dell'impatto ambientale;
- innovazione tecnologica o di contenuti;
- sostenibilità sociale del progetto;
- diffusione e riutilizzo del progetto stesso in diversi contesti territoriali
La proposta vincente si è contraddistinta per l’impiego di materie prime naturali a Km 0 ed esenti dai derivati del petrolio, per realizzare una casa “abitabile” ecosostenibile: terre crude, argille, sabbie selezionate, lana di pecora sarda, cenere dolce, gusci d’uova, erbe infestanti e paglia,sottolavorazioni di latte, olio di oliva, sale e olio di mare, frutta, verdura e altro ancora.Le
materie prime del luogo e quelle eccedenti di lavorazioni di altre
aziende, rigorosamente a zero consumo di suolo, territorio e risorse
idriche, sono state sottoposte a innovativi processi di trasformazione
con l’obbiettivo di realizzare un’ampia gamma di prodotti finiti sia
per interni sia per esterni nel settore edile e non solo. I risultati
sono sorprendenti: la formula di questa neonata fibra ecosostenibile
permette la realizzazione di elementi semilavorati quali mattoni,
pannellature isolanti, pezzi per i manti e le impermeabilizzazioni dei
tetti, oppure prodotti finiti d’arredo interno ed esterno quali divani,
letti e lampade fino ad applicazioni nautiche e aeronautiche.
In particolare sono da menzionare due linee di prodotti
realizzati con il criterio di ecosostenibilità ambientale, economica ed
etica, impiegati nel progetto della casa verde Co2.0 presentata al
Sustainability International Forum:
- I mattoni e pannelli di fibra di terra cruda, elementi di finitura interna prodotti con la lana di pecora sarda unita sapientemente a una speciale paglia di grano. L’idea di questo tipo di mattone deriva dal tradizionale mattone in argilla, detto ladiri in Sardegna; alle intuizioni della tradizione, la ricerca di soluzioni energeticamente più performanti ha prodotto manufatti con elevate prestazioni in termini di trasmittanza, di sfasamento termico e di inerzia termica, facilmente riproducibile e commerciabile con ottimi risultati per il comfort abitativo in condizioni climatiche temperate;
- Gli intonaci e le vernici naturali e dalle eccedenze del lavoro agricolo e lattiero-caseario, a zero consumo di territorio e di petrolio. Si tratta di soluzioni innovative che fanno capo a una filosofia carbon free legata profondamente al luogo e in particolare allo sfruttamento completo delle risorse a disposizione.
A titolo esemplificativo, le vernici sono state studiate in modo tale da ridurre in maniera significativa i volumi degli imballaggi e quindi dei trasporti e dello smaltimento, come?Aumentando la resa Kg/m² del prodotto.
Si è passati da un consumo medio per le vernici comuni di 0,14 Kg/m² a
ca 0,03 Kg/m². Per questo motivo il marchio ha ricevuto nel 2010 un
importante riconoscimento promosso da Legambiente e l’Università Bocconi
di Milano, il premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010.
Tutto
ciò è stato possibile grazie anche allo sviluppo del distretto
produttivo di cui fa parte il gruppo vincente del Premio, formato da una filiera di 72 aziende, che rappresenta il più grande polo di bioedilizia in Italia,
con oltre 400 tipologie di materiali prodotti a Km Zero utili non solo
per l’architettura, l’edilizia, l’arredo e l’interior design, ma anche
per l’industria nautica ed aeronautica, impiantistica industriale e per
l’agricoltura biologica.Costruire
abitazioni senza utilizzare i derivati del petrolio va oltre il
concetto di Bioedilizia: è un sogno che diventa pian piano realtà e,
come dice Daniela Ducato, coordinatrice del progetto, “…si
realizza e si produce grazie al dono dei saperi locali e alla sinergia
delle competenze e degli investimenti d’imprenditori” - in questo caso
sardi - “che da generazioni si tramandano memorie, valori ed esperienze aziendali.”
Lunedì 25 Febbraio 2013 07:07
Luca Facchini
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