In origine si trattava di una divinità singola, Parca, dea tutelare della nascita.
Successivamente le furono aggiunte Nona e Decima, che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza. Figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Esse stabilivano il destino degli uomini.
In arte e in poesia erano raffigurate come vecchie tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle. n un secondo momento furono assimilate alle Moire (Cloto, Lachesi ed Atropo) e divennero le divinità che presiedono al destino dell'uomo. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, assegnandone una ad ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni erano immutabili, neppure gli dei potevano cambiarle.
Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino").
Successivamente le furono aggiunte Nona e Decima, che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza. Figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Esse stabilivano il destino degli uomini.
In arte e in poesia erano raffigurate come vecchie tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle. n un secondo momento furono assimilate alle Moire (Cloto, Lachesi ed Atropo) e divennero le divinità che presiedono al destino dell'uomo. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, assegnandone una ad ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni erano immutabili, neppure gli dei potevano cambiarle.
Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino").
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