L'Opéra Populaire è uno dei più importanti teatri della Parigi del 1870, eppure il proprietario decide di venderlo pochi giorni prima del debutto dell'atteso "Annibale" con la grande vedette Carlotta Sorelli. La ragione della cessione diviene chiara ai nuovi proprietari già alla loro prima visita in teatro: il cosiddetto Fantasma dell'Opera sembra esistere davvero, ed oltre all'utilizzo indiscriminato del palco numero 5 vuole da loro anche 20.000 franchi di stipendio mensile. Per dimostrare la serietà delle sue intenzioni, il Fantasma provoca un incidente che convince la capricciosa Sorelli a rinunciare alla prima. Al suo posto si esibirà Christine Daaé, una giovane ballerina di fila cui lo stesso Fantasma ha insegnato a cantare in maniera sublime. Ma Christine è amica d'infanzia del finanziatore dei nuovi proprietari, il quale è ancora innamorato di lei...
Tratto dall'acclamato musical teatrale di Andrew Lloyd Webber ("Jesus Christ Superstar"), a sua volta basato sul bel romanzo che Gaston Leroux scrisse nel 1911, questa prima sortita nel mondo della musica del regista di "Batman & Robin" rischia di essere fortemente indigesto a coloro i quali non amano il genere.
Troppo lungo, con un ritmo altalenante e pieno di numeri di canto operistico con arrangiamenti elettronici, il film può catturare con la forza delle scenografie e l'intensità dell'interpretazione di Emmy Rossum (doppiata da Renata Fusco, nella versione italiana) ma è proprio dal punto di vista musicale che lascia un po' perplessi. Come in realtà spesso accade nei lavori del vate del musical inglese, le melodie realmente trascinanti sono poche e i testi delle canzoni suonano banali e a tratti ridicoli. Per quest'ultima cosa la decisione di doppiare interamente il film in italiano, se da un lato aiuta la comprensione della storia dall'altro non fa un favore al lavoro del paroliere Charles Hart.
Di Emmy Rossum (figlia di Sean Penn in "Mystic River") s'è già accennato: la ragazza ha la faccia giusta per l'ingénue ma sa diventare estremamente sensuale nell'unica scena che lo richiede. Nominata come miglior attrice per i Golden Globe 2005, è facile che in futuro si senta spesso parlare di lei. Al contrario Gerard Butler, nell'unico altro ruolo di rilievo della pellicola, appare legnoso e del tutto privo di fascino. L'esatto contrario delle monumentali scenografie ricostruite da Anthony Pratt, che rendono viva l'Opéra più di quanto non faccia la fotografia curata da John Mathieson. Se il teatro riesce a sembrarci sfarzoso ed inquietante come dovrebbe il merito è tutto del lavoro di Pratt, che si è ispirato alla vera Opéra di Parigi rendendola però più fascinosa e in qualche modo persino sensuale. I sotterranei in cui vive Erik, invece, sembrano poco ispirati e i pochi finti esterni sono fotografati in maniera davvero orrenda.
Rispetto al romanzo originale dell'autore del "Mistero della camera gialla", la sceneggiatura di Webber e Schumacher non si discosta molto, se non nella caratterizzazione del Fantasma - ora romantico innamorato senza nome più che mostro che semina terrore - e nel finale, confuso e poco pregnante. Il film crea però anche una cornice più moderna rispetto all'azione principale (1919) che se da una parte ricorda in qualche modo la figura del narratore nel romanzo, dall'altra spezza il racconto e finisce per banalizzarne la confezione. Ma permette anche a Schumacher di realizzare la scena migliore del film, l'unica pienamente riuscita dal punto di vista cinematografico: il risveglio del Teatro sull'onda dei ricordi di Raoul. Una scena di grande effetto, che sarà capace di ben disporre chi è entrato in sala pieno di buone intenzioni ma anche di tanti dubbi. E tutto sommato, il risultato generale saprà accontentare il ristretto pubblico appassionato di questo genere di prodotti. Se però non amate i film musicali, fatevi un favore e statene lontani.
Troppo lungo, con un ritmo altalenante e pieno di numeri di canto operistico con arrangiamenti elettronici, il film può catturare con la forza delle scenografie e l'intensità dell'interpretazione di Emmy Rossum (doppiata da Renata Fusco, nella versione italiana) ma è proprio dal punto di vista musicale che lascia un po' perplessi. Come in realtà spesso accade nei lavori del vate del musical inglese, le melodie realmente trascinanti sono poche e i testi delle canzoni suonano banali e a tratti ridicoli. Per quest'ultima cosa la decisione di doppiare interamente il film in italiano, se da un lato aiuta la comprensione della storia dall'altro non fa un favore al lavoro del paroliere Charles Hart.
Di Emmy Rossum (figlia di Sean Penn in "Mystic River") s'è già accennato: la ragazza ha la faccia giusta per l'ingénue ma sa diventare estremamente sensuale nell'unica scena che lo richiede. Nominata come miglior attrice per i Golden Globe 2005, è facile che in futuro si senta spesso parlare di lei. Al contrario Gerard Butler, nell'unico altro ruolo di rilievo della pellicola, appare legnoso e del tutto privo di fascino. L'esatto contrario delle monumentali scenografie ricostruite da Anthony Pratt, che rendono viva l'Opéra più di quanto non faccia la fotografia curata da John Mathieson. Se il teatro riesce a sembrarci sfarzoso ed inquietante come dovrebbe il merito è tutto del lavoro di Pratt, che si è ispirato alla vera Opéra di Parigi rendendola però più fascinosa e in qualche modo persino sensuale. I sotterranei in cui vive Erik, invece, sembrano poco ispirati e i pochi finti esterni sono fotografati in maniera davvero orrenda.
Rispetto al romanzo originale dell'autore del "Mistero della camera gialla", la sceneggiatura di Webber e Schumacher non si discosta molto, se non nella caratterizzazione del Fantasma - ora romantico innamorato senza nome più che mostro che semina terrore - e nel finale, confuso e poco pregnante. Il film crea però anche una cornice più moderna rispetto all'azione principale (1919) che se da una parte ricorda in qualche modo la figura del narratore nel romanzo, dall'altra spezza il racconto e finisce per banalizzarne la confezione. Ma permette anche a Schumacher di realizzare la scena migliore del film, l'unica pienamente riuscita dal punto di vista cinematografico: il risveglio del Teatro sull'onda dei ricordi di Raoul. Una scena di grande effetto, che sarà capace di ben disporre chi è entrato in sala pieno di buone intenzioni ma anche di tanti dubbi. E tutto sommato, il risultato generale saprà accontentare il ristretto pubblico appassionato di questo genere di prodotti. Se però non amate i film musicali, fatevi un favore e statene lontani.
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