sabato 2 febbraio 2008

Latente

Un mese, una settimana, un giorno, un'ora. Non percepisco più la differenza, il tempo mi sfugge di mano, ed il mio corpo con lui, precipita ineluttabilmente verso un vuoto fattodi sogni dimenticati.
Una mattina mi sveglio, e non so più chi sono, non so dove mi trovo, e poi d'un tratto realizzo, sono nella mia vita, in quella striscia di esistenza fatta di doveri, e di ridondanti delusioni. Ogni tanto intravvedo uno spiraglio, di luce? di speranza? un raggio che mi illumina, per un attimo, e mi rende dimentico di tutto, soprattutto di me stesso, di quello che sono, o che devo essere, per farmi ritornare a quello che vorrei essere, a quello che sogno, che impalpabile vaga nella mia mente come uno spirito in cerca di riscatto.
Quando nel buio della notte i miei occhi si aprono, cerco subito quella luce, e a volte vedo giungere dalla finestra un flebile bagliore, e ringrazio non sia ancora mattino, perchè la notte può ancora custodire i miei sogni, e le mie speranze, può ancora darmi il tempo di viaggiare dove il girono non me lo permette; ed allora riuchiudo gli occhi, fiducioso che un giorno la notte prenderà il posto del giorno, ed io potrò vagare felice, con l'unico pensiero che nel giorno risiedono le mie paure, ma che sveglio, nel buio della notte, posso ancora sentirmi protetto, e felice.

T.M.

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