venerdì 4 gennaio 2008

Klimt

E' in realtà un quadro che prende vita, un'angoscia che prende forma. Assolutamente informe, assolutamente poetico, non una perfetta opera d'arte, ma comunque uno spaesamento dei sensi legato da immagini avvolgenti, a volte delicate, a volte brusche, ma decisamente evocative. E' come immergersi in un quadro per rimergere cosparsi dell'oro di Klimt, avvolti da sensazioni contrastanti, senza capire da quale parte del quadro ci si trova, se dentro o fuori, una spece di specchio di Alice dove tutto si confonde, ed anche se l'unica cosa sicura rimane la figura dell'artista, tutto il resto perde senso, ma non perchè è così che si trova nella realtà, quanto invece diventa difesa dell'artista ricoprire tutto con qualla sottile patina di colore, di rumore, di intensa vibrazione che caratterizza i suoi quadri, e così la sua vita.
E' un film da rivedere assolutamente almeno due volte, ma posso votarlo con un 7,5 in quanto posso solo dire che un'opera d'arte completa, quando è in grado di evocare immagini, suoni e raccogliersi in una forma poetica fatta di forme e movimenti allora ci cattura, priva oppure no di un senso, anche perchè il significato c'è sempre, in qualsiati linea che tracciamo, anche se paradossalmente l'artista è l'ultimo in grado di sapere quale forma avrà la propria vita.
T.M.

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