venerdì 21 settembre 2007

Senso di colpa

Prima di esaminare il senso di colpa alla luce del Well-being, passiamo in rassegna le teorie più convincenti.
Secondo Mowrer sarebbe collegato a modi comportamentali vietati.
Secondo un'altra teoria deriverebbe dallo squilibrio tra il proprio benessere e la percezione della sofferenza altrui (tipico il caso di chi sopravvive a un incidente stradale nel quale è invece perita una persona cara).
Un'ulteriore teoria a carattere "sociale" usa il termine "autodiretto" per indicare il senso di colpa che nasce dalla differenza esistente fra un'immagine ideale di sé e l'immagine che si percepisce concretamente. Il senso di colpa nascerebbe cioè dal "non essere all'altezza" e troverebbe terreno fertile in una personalità fortemente autocritica.
Qualunque sia la teoria che si preferisce, è possibile "scavalcarla", comprendendo che il senso di colpa nasce sempre da un'errata valutazione della realtà circostante.
Secondo una visione tradizionale, ma molto discutibile, un'educazione equilibrata (famiglia, scuola ecc.) consentirebbe alle persone di trovare un soddisfacente equilibrio tra capacità di sentirsi in colpa e amore per sé stessi.
In realtà questa visione è la causa principale degli effetti negativi (e a volte devastanti) del senso di colpa. Cosa vuol dire soddisfacente equilibrio? Il termine sa molto di compromesso e come tale rivela comunque una dose di negatività.
Per il Well-being il senso di colpa non è mai motivato positivamente ed è semplicemente frutto di una cattiva comprensione del mondo e della strada che serve per arrivare alla felicità. Infatti considerando le quattro regole.

-Non pretendere che il mondo si adatti a te
-Se fai sempre gli stessi errori non migliorerai mai
-Per migliorare la tua vita devi essere disposto a cambiare

-Autostima, forza di volontà e autosufficienza sono i pilastri della felicità

Si comprende facilmente che nulla è più vero del vecchio proverbio che dice che è inutile piangere sul latte versato.
Infatti se analizziamo le varie teorie principali del senso di colpa scopriamo che:
a) è assurdo provare senso di colpa perché "facciamo qualcosa di vietato". Il soggetto che "cede" e fa qualcosa che lui stesso vede come "vietato" (se è vietato dalla collettività, ma per lui è un diritto non c'è senso di colpa) è in genere un soggetto privo o con scarsa forza di volontà anevrotica. Il senso di colpa nasce dalla scarsa capacità di autocontrollo.
b) è assurdo sentirsi in colpa per le sofferenze degli altri. In qualche parte del mondo in ogni istante c'è qualcuno che soffre (come del resto qualcuno che gioisce); se il senso di colpa fosse giustificato, la nostra vita scorrerebbe nella più assoluta tristezza.
c) è assurdo sentirsi in colpa perché l'immagine di noi non è abbastanza vicina a quella ideale. L'immagine ideale può essere creata da noi stessi, dai nostri genitori, dai nostri superiori ecc. Chiunque sia l'artefice dell'immagine ideale, se si ha:
1) una buona autostima
2) si è disposti a migliorare la propria vita, cambiando qualcosa
3) se si vuole evitare di rifare sempre gli stessi errori
il senso di colpa viene sgretolato. Infatti con una buona autostima siamo in grado di giudicare se l'immagine ideale ha un senso o è troppo rigida. Con i punti 2) e 3), appurato che possiamo giustamente migliorare, anziché "piangere sul latte versato" impieghiamo le nostre energie per far tesoro del nostro comportamento non ottimale e per migliorarlo alla prossima occasione. Punirci è solo un gesto stupido, di un immobilismo estremo, di nessuna utilità per il futuro. In questo caso il senso di colpa è immotivato quanto l'immobilismo di chi scusa sempre i propri errori (buonismo), ripetendoli all'infinito. L'unico comportamento intelligente è rimboccarsi le maniche e migliorare, trovando gioia e soddisfazione in ogni piccolo infinitesimo passo in avanti.
Notiamo quindi come nel Well-being molti concetti penalizzanti ("senso di colpa", "senza sofferenza non c'è dignità" ecc.) siano automaticamente eliminati dalle regole che servono alla soluzione spontanea dei problemi quotidiani.
Il senso di colpa punitivo - I più attenti avranno notato che resta da esaminare ancora il senso di colpa più comprensibile, quello punitivo: mi sento in colpa perché per causa mia altri soffrono. Non si tratta dunque di una conseguanza di un gesto immorale (che magari non ha causato danni ad altri), per simpatia con il dolore altrui, per mancanza di autostima ecc.: abbiamo sbagliato e con il senso di colpa ci puniamo per il danno arrecato.
Anche in questo caso però la persona equilibrata investe le sue energie per riparare al danno che ha fatto e, se il danno è irreparabile, anziché punirsi senza costrutto, cerca di impiegare le sue forze per migliorare sé stesso e la condizione di coloro che ha fatto soffrire. Se con l'auto ho ucciso un bambino perché guidavo ubriaco, posso aiutare la famiglia del piccolo, posso darmi da fare per uscire dal tunnel dell'alcol e perché altri non ripetano il mio stesso errore: avrò imparato dai miei errori e avrò fatto qualcosa di molto più utile che non buttarmi sotto a un treno per il senso di colpa (cosa risolvo?).

Nessun commento:

Mappa visitatori