A volte penso che abbiamo più paura di noi stessi di quanta possiamo averne degli altri; abbiamo paura delle cose che desideriamo, delle sensazioni che vorremmo provare, e ci nascondiamo, credendo che sia tutto sbagliato, che ciò non faccia parte di noi.
Per gran parte della mia vita sono stato molto chiuso in me stesso, ed ho imparato a capirmi bene, a riconoscere quello che provo e a comprenderlo, resta però la sensazione contrastante che nonostante io sappia ciò che voglio, ancora questo mi spaventa, e sembra che io stesso sia il primo ostacolo che non riesco a superare per ottenerlo.
Non so se questo significa accontentarsi, se è codardia, oppure solo "buonsenso", anche se credo che questa parola sia troppo ambigua per essere usata. So solo che nonostante tutti i miei sforzi tutto quello che mi passa davanti, tutto quello che bramo con tanta forza, non riesco ad averlo, o non voglio averlo, e mi domando se questo genererà una lacuna insanabile nella mia vita, una ferita che non si rimarginerà e continuerà a dolere negli anni. Oppure se un giorno troverò la forza di alzarmi e guardare sopra gli altri, per vedere davanti a me, e raggiungere quella luce dalla quale cerco di coprirmi gli occhi da troppo tempo.
T.M.
Non so se questo significa accontentarsi, se è codardia, oppure solo "buonsenso", anche se credo che questa parola sia troppo ambigua per essere usata. So solo che nonostante tutti i miei sforzi tutto quello che mi passa davanti, tutto quello che bramo con tanta forza, non riesco ad averlo, o non voglio averlo, e mi domando se questo genererà una lacuna insanabile nella mia vita, una ferita che non si rimarginerà e continuerà a dolere negli anni. Oppure se un giorno troverò la forza di alzarmi e guardare sopra gli altri, per vedere davanti a me, e raggiungere quella luce dalla quale cerco di coprirmi gli occhi da troppo tempo.
T.M.
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